“Costruire, significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell’uomo su un paesaggio che ne resterà modificato per sempre; contribuire inoltre a quella lenta trasformazione che è la vita stessa della città.” ( da Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar.) Prospettive e scenari Più volte ci siamo chiesti chi o cosa dovrebbe occupare i pensieri di coloro che stabiliscono le strategie sul territorio . Da una parte viene spontaneo pensare che ciò che viene pianificato sia funzionale alla qualità della vita nell’accezione più ampia del termine, qualità dei servizi , qualità dell’accesso agli stessi servizi, qualità dell’ambiente naturale ed artificiale e molto altro ancora. Ed ancora più spontaneamente viene di pensare che le risorse umane e quelle proprie dell’antropizzazione ( comparti industriali , turismo agricoltura, cultura , servizi , sanità etc etc ) debbano costituire il motore ovvero il volano di ogni possibile prospettiva di miglioramento qualitativo complessivo del rapporto uomo – ambiente. Di fronte , oggi , abbiamo però uno scenario spettrale , non solo provocato da accadimenti naturali che hanno innescato reazioni a catena ( la catena è costituita dalle maglie della antropizzazione) ma anche da un progressivo impoverimento a banda larga , crisi economica, culturale , politica , che ha avviato una criticità sociale di cui non siamo in grado di prevederne gli sviluppi possibili. Quali prospettive possiamo cercare di disegnare , pensando , progettando attraverso azioni che abbiano nelle risorse umane ed antropiche il soggetto motore nella visione di ristabilire un equilibrio sociale ed ambientale? La risposta che abbiamo cercato nella proposta progettuale si evolve secondo una nuova prospettiva , una direzione di ricerca che coinvolge non più solo lʼoggetto architettonico ma indica nellʼassetto e nel rapporto con la natura e lʼambiente i temi fondativi di una nuova scrittura di un nuovo capitolo del processo di antropizzazione dell’ambiente. Dobbiamo annullare le equazioni Territorio = merce per costruire Rendita = Sviluppo sostituendoli con occupazione di suolo = reversibilità , sviluppo = equilibrio ma anche nello stesso tempo aprire lʼazione di re-identificazione del territorio facendo propri fondamenti quali capitalizzazione del paesaggio per salvaguardare la memoria storica , ed aggiungiamo, per far si che la nostra presenza attraverso lʼazione futura accresca la memoria. In questa prospettiva lʼazione dellʼarchitetto può, congiuntamente ad altre professionalità geologi, agronomi, meteorologi,matematici economisti , coordinati da una politica che corrisponda ad una reale partecipazione sociale , quella del cittadino , significare un passaggio verso il recupero di identità dei luoghi urbani , delle città più o meno vaste , del recupero di un equilibrio con lʼambiente. Il progetto L’immagine della spora o fungo , costituisce il concept del progetto del parcheggio . La stratificazione dei vari livelli , 5 complessivamente, decresce in direzione monte seguendo sia il dislivello della strada che l’alveo del torrente , dunque un inserimento organico delle piastre -piani secondo la conformazione artificiale e naturale del sito. La mitigazione dell’impatto ambientale avviene attraverso una pelle naturale posta sulle coperture sfalsate dei piani di parcheggio , il manto erboso , i sentieri tracciati , le piante di conifere , interferiscono pertanto con la artificialità dell’intervento ricostituendo la naturalità del sito . L’apertura dei piani di parcheggio è assimilata a tagli , fessurazioni , stratificazioni materiche intervallate da vuoti , in analogia con l’immagine della Polyporacea , la cromaticità della superficie a vista coincide con la variazione cromatica del verde di copertura La viabilità e gli accessi si sviluppano attraverso il nodo rotatoria ponte che indirizza verso l’altra sponda (ponte) e che immette nella viabilità interna al parcheggio. Una grande rampa distribuisce gli accessi ai vari piani fino a livello -4 dove snoda verso il livello -5 sovrapponendosi per un breve tratto. L’uscita sulla statale avviene a livello -5 attraverso un sottopasso che innesta solo in direzione monti, le autovetture provenienti dal parcheggio . Abbiamo voluto in tal senso evitare un innesto che, condizionato dal traffico veicolare sulla strada statale, potesse creare criticità sia all’interno che all’esterno della infrastruttura. Pertanto la scelta è stata quella di una sola direzione di entrata ed una sola direzione di uscita : alla rotatoria sul ponte il compito di assolvere le opzioni di direzione. La soluzione del sottopasso di innesto sulla viabilità principale obbliga ad una modesta variazione della sede stradale della statale comunque integrata nell’assetto complessivo dell’opera . Il manto verde di copertura unitamente ai rivestimenti con sassi e gabbie metalliche che favoriscono la vegetazione spontanea , riducono la manutenzione ad opere di mantenimento e di controllo della vegetazione . La realizzazione di n°2 vasche d’acqua a differenti livelli consentono la raccolta dell’acqua piovana attraverso un sistema di pozzetti degrassatori ed un successivo riutilizzo per servizi sanitari , lavaggi etc etc . ( tenendo presente la presenza del torrente). La struttura del parcheggio multipiano , proposta con telai e solai in acciaio , consente una rapida e veloce esecuzione delle opere ed una conseguente riduzione dei tempi di consegna e dei costi di manutenzione tipici delle strutture in c.a. La riduzione dei tempi di esecuzione delle opere equivale ad una anticipo della redditività della stessa struttura e dell’indotto generato.
© Matteo Roselli . Published on July 23, 2013.
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