Il contesto dell’area di concorso
© Micaela Pignatelli . Published on July 30, 2013.
Il primo obiettivo che si pone la nuova proposta progettuale è la riqualficazione urbana di Piazza Moro e la specificazione delle relazioni che intercorrono tra questa area e Piazza Berlinguer. Attualmente lo spazio di Piazza Aldo Moro è una grande cicatrice urbana dalle dimensioni spropositate, legate alla permanenza della memoria della Villa Comunale; questo spazio aperto, pur costituendo un ambito di discreto valore, in alcune sue parti, impedisce (a causa delle sue rilevanti dimensioni) la visione unitaria della piazza e la relazione spaziale tra questa ed il centro storico. D’altro canto piazza Berlinguer vive una propria condizione di precarietà e paradossalmente di perifericità. La condizione di forte degrado, dovuto alle mancate opere di manutenzione dei manufatti delle due piazze, legata alla difficile e onerosa opera di messa in sicurezza strutturale e rifunzionalizzazione, ha spinto la scelta progettuale verso la demolizione di tutti i manufatti presenti nelle due piazze, ad eccezione della scala monumentale di piazza Moro (che conserva la memoria storica della villa comunale).
Idea progettuale
Il concept per il progetto prende vita da una suggestione, dalla visione di uno spazio che viene riempito dal movimento riverberante di un nastro lapideo: un percorso complesso che segna delle geometrie morbide. Il nastro lapideo diventa il collante di realtà ed ambiti diversi: corre ed attraversa piazza Moro e piazza Berlinguer connettendole fisicamente e segnandone gli spazi d’uso e i luoghi di sosta; regola il passo della vegetazione con una apparente casualità, ma in realtà esso risponde a regole precise dettate dalla configurazione spaziale della morfologia urbana. Gli elementi che partecipano alla realizzazione architettonica del nuovo spazio urbano sono: il nastro lapideo, che genera e caratterizza le spazialità del nuovo luogo urbano diventando esso stesso strumento da utilizzare per cittadini di Putignano; gli ambiti ipogei, che incorporano il complesso programma funzionale; il sistema dell’arredo urbano, che si muove parallelamente al nastro definendo la sua natura a seconda dei diversi ambiti; il sistema del verde, il quale interagisce in maniera dipendente o autonoma rispetto al nastro. L’unione simultanea di questi elementi dà vita ad un intreccio spaziale: luogo di aggregazione maggiormente evidenziato, aggregatore spaziale e sociale. Il nastro diventa un involucro architettonico che abbraccia tutto l’ambito urbano interessato: il moto generato da un’invisibile mano del quale tutte le quinte cittadine diventano attente spettatrici.
Ambiti funzinali
Il nastro è quindi il collante spaziale di ambiti diversi; è un oggetto che non solo accoglie in sé funzioni di separazione spaziale ma diventa un raccoglitore di servizi. E’ generatore di azioni e meccanismi urbani, un attrattore spaziale che permette all’utenza di usufruirne nelle sue molteplici funzioni. Esso non è un elemento neutro ma anzi fa della sua visibilità un punto di forza. Si forgia attraverso un dialogo continuo con lo spazio circostante: è un elemento flessibile che, modellato dalla necessità di aderenza alla complessa morfologia degradante del sito, combatte la sua apparente estraneità ai luoghi con la forza del dialogo con lo spazio. Questo nastro, o meglio paesaggio, diventa un elemento vitale per la città: un luogo dove gli abitanti possono, pur all’interno di essa, vivere un’esperienza in diretta connessione visiva con il paesaggio antropico della città storica ed il paesaggio naturale della valle degradante.