Premessa. Torre Tintoretto è un progetto di housing sociale che si inserisce in un più ampio programma urbano di intervento, progettato da Leonardo Benevolo negli anni ’80 per il quartiere di San Polo a Brescia. Non solo la Torre, ma anche il quartiere è stato negli anni sospeso tra visioni spesso contrastanti. Si ritiene che la demolizione della Torre sia una scelta da evitare, non solo per ragioni economiche e di sostenibilità (smaltimento di materiali), ma anche perchè la Torre si presta bene ad essere ripensata e rimodellata, seguendo l’esempio di simili casi-studio nelle principali città europee, al fine dare una risposta architettonica e sociale adeguata anche per San Polo e per la Città di Brescia. Il progetto re-LOAD vuole ricaricare questo edificio di significato, di relazioni, di trame e connessioni. I problemi più significativi della Torre sono l’enorme parcheggio e la relativa copertura: questi, più che funzionare come piazza sopraelevata (con una sola pista di pattinaggio e del verde non qualificato) definiscono un forte limite di rottura del tessuto e uno spazio non riconosciuto dalla comunità e causa di degrado. Nel suo corpo principale la Torre presenta un problema di attacco a terra con delle scalinate e degli spazi vuoti potenzialmente insicuri e nessun elemento di forte relazione con il bel parco antistante, oltre a degli alloggi minimi con un trattamento indifferenziato tra lato sud e lato nord. L’orientamento in termini energetici è un’altra delle forti problematicità, avendo per lo più alloggi mono-orientati, esposti totalmente a sud o totalmente a nord.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.
L’intervento proposto. Il progetto mira a riconnettere la Torre Tintoretto e il suo basamento con il quartiere di San Polo e conseguentemente con la Città di Brescia, traendo vantaggio anche dalla adiacente e nuova fermata della metropolitana “San Polo”. La ricucitura tra Torre e Città si attua sia andando a risolvere problemi architettonici quali la scarsa permeabilità del basamento attuale, sia intervenendo in termini funzionali, andando ad aumentare l’attrattiva dell’edificio per il quartiere e la Città stessa.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.
Il basamento viene messo in relazione con l’area circostante, abbassandolo in più punti e creando, tramite bucature, dei patii con alberature d’alto fusto che fungono da connessione tra parcheggio e copertura, favoriscono la fuoriuscita dei gas di scarico, infine ombreggiano la copertura che, essendo totalmente esposta a sud, diventa così praticabile nei mesi più caldi. Questi interventi sono stati possibili senza una riduzione della superficie destinata a parcheggio, grazie alla ricollocazione della funzione commerciale nel basamento della Torre stessa. Ancora nell’ottica di “ricucire” il basamento con la città si è andato ad inserire un altro volume nella parte retrostante la Torre e a sostituire il retro stesso del basamento (attualmente un ampio parcheggio inutilizzato) con una zona a verde. L’edificio di nuova costruzione addossato al basamento sfrutta il possibile aumento della s.l.p. pari al 20% di quella attuale, facendo sì che il retro della Torre Tintoretto si trasformi in un nuovo fronte e che il basamento del parcheggio non sia più così sbilanciato, ma diventi un elemento baricentrico di connessione tra questi due elementi. Nel basamento vengono inoltre introdotte funzioni capaci di renderlo uno spazio vissuto da una comunità intesa come molteplicità di fruitori: dagli orti urbani allo skatepark, dall’area gioco bimbi alla sala prove per musicisti al bar – un crocevia di differenze sotto la Torre. Il basamento della Torre vera e propria che funge da filtro tra parcheggio e parco antistante è stato ripensato senza alcuna modifica della struttura portante, ma tenendo questa come linea guida e andando a circoscriverla secondo nuovi spazi e nuove logiche. Data l’impossibilità di alzare il piano terra (0) alla quota del parco (+ 1 m) e ritenendo questa connessione molto importante, è stato tuttavia possibile portare tale dislivello a + 50 cm e successivamente colmare questa differenza di quota tramite la sistemazione esterna delle pavimentazioni prospicienti la Torre. Questa lieve depressione verso l’ingresso principale funge da invito all’accesso della Torre stessa. Si sono poi ipotizzate funzioni commerciali e ausiliarie a quelle residenziali, ripensando completamente i flussi e privilegiando, piuttosto che connessioni forzate (quali le scale attuali) relazioni visuali e funzionali, realizzate per lo più tramite doppie altezze capaci di rendere il basamento più arioso e dotato di una vista suggestiva sul parco a nord e sulla nuova piazza a sud. In tale direzione si colloca anche il riposizionamento della hall d’ingresso alla Torre che, da nascosta sul retro e facilmente accessibile solo dal parcheggio, è stata pensata baricentrica, visibile da chi proviene dalla fermata della metropolitana e quindi finalizzata a mettere in relazione tutte le funzioni dell’intero complesso. Va infatti sottolineato che le attività pensate e introdotte sono solo un’indicazione di come una torre rappresenti un paese strutturato in verticale e di come essa non possa contenere solo abitazioni, ma anche funzioni utilizzabili da persone provenienti da zone differenti della città e da paesi contigui. Alcune di queste funzioni sono peraltro destinate a ridare alla Torre quella appetibilità necessaria per inserirvi anche tagli locativi più signorili. Si ritiene infatti che, nonostante talune problematicità già espresse, un ripensamento della Torre non possa prescindere da una revisione della stratificazione sociale interna alla stessa, revisione destinata ad una sensibile riduzione della quota sociale e finalizzata così a evitare l’effetto “ghetto”, per un più efficace melting pot di culture e fasce differenti di popolazione. Per poter rendere gli appartamenti più ariosi e accrescerne l’estensione senza un aumento della s.l.p., sono state sostituite le parti di muratura non portante con ampie vetrate apribili a libro e sono stati addossati moduli prefabbricati autoportanti vetrati.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.
Tale operazione ha permesso di ricostruire una doppia linea di isolamento, una prima del cappotto con materiale naturale e nuovi infissi, una seconda data dal filo esterno delle nuove logge, volta a ridurre il consumo energetico attuale del 60%. Le due scanalature dei vani scala e dell’ascensore sono state tamponate da un vetro acidato a tenuta di fuoco che trasforma queste due anse in camini del vento i quali, secondo un sistema costruttivo antichissimo, nei mesi estivi sono finalizzati a espellere parte dell’aria calda del piano terra e del primo piano.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.
Per quanto riguarda la protezione solare, i moduli prefabbricati avranno un sistema di lamelle orientabili nell’estensione a loggia e una tenda oscurante termica per l’oscuramento interno che nei mesi invernali permetterà di rilasciare il calore accumulato durante le ore diurne. Rispetto alla sola destinazione sociale si ritiene poi fondamentale ripensare l’operazione in termini immobiliari, dedicando solo una parte degli alloggi (circa due a piano) per housing sociale, mentre il restante integrandolo con alloggi in vendita, appartamenti di lusso, atelier per artisti e abitazioni per studenti. Dotare la Torre Tintoretto e San Polo di residenze per studenti e artisti ad affitti agevolati permette infatti non solo di arricchire di usi e di funzioni il quartiere, contribuendo sensibilmente a risolvere il problema della sua ghettizzazione, ma anche di intendere la Torre stessa quale nuovo elemento catalizzatore in sinergia con la nuova linea della metropolitana. I tagli abitativi sono stati inoltre ripensati secondo modifiche minime ma imprescindibili, quali la messa a norma degli appartamenti sia rispetto alla normativa disabili (visitabilità per tutti gli appartamenti e adattabilità per gli appartamenti destinati ad housing sociale e a studenti) sia rispetto alle altre normative vigenti. Si sono anche rivisti alcuni tagli abitativi: sono state ripensate le zone di ingresso all’abitazione e riorganizzate; sono state eliminate alcune camere da letto singole che nello stato di fatto presentavano una larghezza pari a 2,2 m ed erano prive di finestrature; sono stati introdotti spazi completamente aperti e riconfigurabili come gli atelier per artisti; è stata inserita la tipologia a duplex con patio verde interno. Quest’ultimo caso è stato ideato nell’ottica di alloggi più lussuosi, per lo più concentrati nella parte alta della Torre, capaci di creare una variazione che scandisca e spezzi la monotonia della Torre stessa determinata dalle attuali aperture dettate dalla fitta maglia di pilastri in facciata. Sempre in ottica di variazioni, il progetto prevede in facciata delle parti di vetro acidato che saranno destinate a schermare i patii dei duplex donando loro maggiore intimità. I telai degli scorrevoli che consentono l’apertura delle logge, sovrapponendosi alle parti di telaio fisso, creeranno pixel riflettenti. Grazie alla loggia e al suo “mostrarsi alla città”, il fruitore avrà la possibilità di personalizzare la propria abitazione, sentendola propria e rispettando così non solo lo spazio individuale ma anche quello collettivo, senza rinunciare alla espressione di sé: “Non si tratta di strategie nuove ma l’invenzione di migliaia di proprietari che modificando incessantemente la loro esigua particella di spazio urbano, storia di uno sviluppo largamente affidato ai singoli”. [da Mirko Zardini, The dense City]. Il progetto mira quindi a riconoscere potenzialità latenti e inespresse della Torre, compresa quella della copertura che, con la sua affascinante vista sulla Città di Brescia e sulla Maddalena, può diventare la sede ideale per inserire un locale sul modello di un lounge bar capace non solo di attivare la copertura stessa, ma anche di “far funzionare” la Torre il più possibile nell’arco delle 24 ore, favorendo così ulteriormente il controllo e la sicurezza del quartiere e in primis dell’edificio stesso.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.
Conclusioni. re-LOAD è un progetto che senza distruggere riesce a trasformare un edificio: una Torre densa di storia e di problemi può essere diversamente e nuovamente pensata, connessa, relazionata, dotata di nuove funzioni e resa così simbolo di un quartiere e di una Città, quale Brescia, che vuole e può ripensarsi: a partire dal presente, guardando a un futuro dove la complessitàè arricchimento, la diversità stimolo alla crescita sociale, culturale, economica.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.
© Alessandro Bellini . Published on August 17, 2013.