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Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate - Marco Poli, Adriano Civera, Claudia Zanda, camilla vanoncini, Andrea Zaccarelli, Roberta Ghilardi

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La promozione del concorso d’idee per il riuso del sito industriale di proprietà della Mazzoleni S.p.a. a Seriate rappresenta un’importante occasione di confronto sulle problematiche che investono la città e il territorio e che necessitano con urgenza di riflessioni e di approfondimenti progettuali: il consumo di suolo e il progressivo abbandono di spazi urbanizzati. La proposta progettuale si pone quindi l’obiettivo di promuovere usi coerenti delle risorse architettoniche, urbane e ambientali (a partire dal suolo) attraverso strategie che mettano al centro dell’azione progettuale il riciclo del patrimonio insediativo esistente ora in stato di abbandono. Il progetto si sviluppa a partire da alcune considerazioni preliminari formalizzate all’interno del concept da cui il progetto prende le mosse: Il valore di “riuso” induce alla lettura delle componenti del contesto esistente quali portatrici di qualità architettoniche e valori testimoniali nei quali rintracciare elementi di persistenza e caratteri di modificabilità. Il concetto di “riciclo” evoca questioni attinenti alle tematiche energetiche, al ciclo di vita dei manufatti e alla loro traduzione in scelte formali del progetto d’architettura. E’ necessario considerare le aree dismesse industriali non solo come spazi da rifunzionalizzare ma come occasioni di ridisegno della forma della città e del territorio, intendendo il concetto di “vuoto” non come assenza bensì come materiale complesso, soggetto a fenomeni di sedimentazione e stratificazione.

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La prima considerazione introduce due temi fondamentali affrontati dal progetto. Il primo tema è infatti quello della trasformazione del costruito: i corpi che ospitavano la fabbrica (gli spazi del lavoro) vengono riletti come grandi spazi pubblici, vuoti evocativi che rappresentano il luogo di massima permeabilità dello spazio pubblico urbano. La fabbriche storiche, seppur demolite nella loro consistenza volumetrica, permangono come traccia e misura del contesto attraverso la scansione ritmica dei fronti principali che vengono mantenuti. I volumi del nuovo edificio vanno a colmare quelli che prima erano i vuoti tra una una fabbrica e l’altra e a definire volumetricamente il coronamento del sistema. L’assetto delle fabbriche preesistenti e di conseguenza quello del nuovo edificio si rifanno alla scala degli edifici pubblici presenti sul territorio (primo fra tutti l’ospedale) e tentano di mettere a sistema la moltitudine di interventi aggregati in modo disomogeneo all’intorno. La concentrazione del volume all’interno dei limiti definiti dalla geometria e dagli orientamenti dei corpi centrali del complesso preesistente introduce il secondo tema fondamentale, ovvero la riduzione del consumo di suolo. Risponde quindi ad una duplice volontà: soddisfare le necessità abitative espresse dal bando e liberare una considerevole quantità di suolo che viene restituito all’uso pubblico e destinato a piazze, spazi verdi e specchi d’acqua.

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La seconda considerazione richiama invece l’importanza di promuovere trasformazioni che agiscano ad una duplice scala, quella delle relazioni territoriali e quella del progetto di modificazione del singolo manufatto architettonico. Tale riflessione risulta particolarmente significativa rispetto all’ambito dell’insediamento industriale della Mazzoleni di Seriate che, seppur oggi appaia fortemente “chiuso” a seguito delle trasformazioni recenti compiute ai bordi, si colloca in una posizione intermedia tra gli ambiti della città storica e le recenti aree di espansione, gia’ caratterizzate dalla presenza di alcune importanti funzioni pubbliche (il centro sportivo, le piscine ed il teatro). Mostra relazioni latenti con il tessuto nel nucleo storico di Seriate ed è strettamente legato ad alcune importanti aste di connessione carrabile e ferroviaria. L’ambito si candida quindi a divenire luogo di mediazione tra due scale, quella locale legata agli ambiti dei nuclei storici a nord e quella territoriale a cui rimandano le connessioni che lambiscono l’area di intervento. La proposta progettuale si pone quindi l’obiettivo di mettere in valore tale complessità di relazioni riconosciute quali elementi qualificanti l’ambito di intervento, costituito oggi da un lotto chiuso su tre fronti, diventa poi il fulcro delle connessioni non solo alla scala dell’area ma anche a quella locale e territoriale.

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Le scelte architettoniche si orientano quindi alla costituzione di un sistema che agisca attraverso alcune strategie fondamentali: la costituzione di una nuova centralità forte strettamente legata al territorio attraverso la previsione di una pluralità di funzioni complementari e compatibili; il potenziamento e la riattivazione delle connessioni alla scala urbana e territoriale; la valorizzazione degli elementi esistenti del paesaggio naturale; la valorizzazione degli edifici storici di pregio ritenuti maggiormente rappresentativi e la rilettura dei valori simbolico testimoniali del complesso produttivo; la promozione di un’immagine innovata dell’ambito di intervento attraverso il disegno di nuovi volumi e spazi ad uso pubblico che favoriscano al contempo la lettura e la connessione degli elementi storici esistenti e la mediazione dei rapporti tra il complesso Mazzoleni e il territorio circostante.

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misure e orientamenti: la geometria dei volumi di progetto, il disegno degli spazi pubblici aperti (le piazze, i percorsi pedonali, i giardini e gli specchi d’acqua) e la collocazione del sistema degli accessi pedonali (a terra e in quota) si disegnano a partire da alcune misure ricorrenti che sono state identificate all’interno del sistema dell’ edificato di Seriate e dalle matrici dell’edificato preesistente che permangono come traccia. Gli orientamenti e le geometrie prevalenti si rifanno alle direttrici nord-sud di penetrazione dei nuclei storici e dell’asta fluviale e alla sequenza di aste di connessione in direzione est-ovest. Le direttrici trasversali nord-est/sud-ovest sono generate dagli orientamenti già individuati dei nuovi edifici pubblici a sud dell’area di intervento (il teatro e gli edifici ad uso sportivo) e dal sistema degli accessi esistenti ad ovest dell’area.

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Sistema delle connessioni e degli accessi. Il progetto assume come prioritaria la realizzazione ed il potenziamento di percorsi ciclopedonali: il sedime dell’edificio di progetto diviene il perno dele sistema delle connessioni provenienti da nord (dal nucleo storico e dalla stazione) e da ovest, garantendone la continuità verso gli ambiti a sud dell’area di intervento. Le connessioni pedonali pubbliche agiscono a diverse quote: alla quota zero avvengono gli accessi ai sistemi delle piazze, agli spazi aperti pubblici (la piazza a nord, i vuoti all’interno del sedime dell’edificio, il teatro all’aperto, il parco pubblico a sud…) e all’edificio; alla quota più tre metri si raggiunge la piazza rialzata del nuovo Museo Storico della Mazzoleni, realizzato all’interno dell’edificio storico prospettante su Via Marconi e si accede attraverso una passerella al primo livello degli uffici ad uso dell’amministrazione pubblica; alla quota più nove metri, raggiunta attraverso il sistema di rampe articolate lungo tutto l’edificio e attorno alla grande serra pubblica, si accede al livello quattro, il piano pubblico per eccellenza, che consente di connettere tutte le parti del complesso e di distribuire il sistema delle residenze agli ultimi piani e sul quale si affacciano bar, ristoranti e la nuova libreria. Al livello meno tre, raggiungibile solo dal secondo vuoto – ovest della piazza, si accede ad uno dei padiglioni che disegnano il parco.

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continuità e caratterizzazione dello spazio pubblico: la proposta progettuale realizza un sistema continuo di spazi pubblici che costituiscono al contempo l’ossatura portante del nuovo insediamento e il collegamento alle aree pubbliche già esistenti e ai nuclei storici. Alcuni elementi concorrono a definire la qualità di questi spazi: l’articolazione degli spazi pubblici su diversi livelli (all’esterno e all’interno dell’edificio) che disegnano una trama di connessioni tali da garantire la massima permeabilità dell’area pur nel rispetto assoluto della privacy degli ambiti residenziali localizzati agli ultimi piani dell’edificio; la caratterizzazione di ciascuno spazio pubblico, componente necessaria in ragione delle sue grandi dimensioni (mq 1500): il disegno dello spazio aperto pubblico al suolo è definito dall’intersezione tra il sistema dei vuoti generati dalle demolizioni e dei pieni determinati dai nuovi volumi. L’area nord dell’edificio ospita una grande piazza pubblica che inquadra la palazzina uffici della Mazzoleni su via Marconi e che raccoglie i flussi pedonali provenienti dagli accessi a nord-est e nord-ovest distribuendoli all’interno delle trame dei vuoti posti all’interno del sedime dell’edificio. Tali vuoti divengono piazze pubbliche di dimensioni inferiori qualificate dalla memoria dei fronti degli edifici preesistenti e dalle quali è possibile accedere ai diversi corpi edificati del complesso. La piazza rialzata a nord-est è uno spazio strettamente legato all’accesso al nuovo museo storico della Mazzoleni e rappresenta un punto privilegiato dal quale osservare l’ambito nel suo complesso. A sud dell’edificio, un grande parco definisce il rapporto con gli spazi ad uso pubblico preesistenti (teatro e centri sportivi) ed è ritmato dalla presenza di elementi d’acqua e di piccoli padiglioni che potranno accogliere i servizi ad uso del parco. Il primo grande vuoto collocato ad est del complesso ospita il nuovo teatro pubblico all’aperto che trova il suo fondale scenico nel fronte riqualificato dell’edificio industriale preesistente.

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Il progetto realizza una vera e propria “città nella città” attraverso la definizione di un grande volume unitario caratterizzato da un elevato grado di mixité funzionale. Seppur si presenti come un volume compatto e fortemente riconoscibile, è in realtà profondamente articolato al suo interno, attraverso la definizione di vuoti, scavi, doppie e triple altezze e di un sistema di percorsi che lo rendono completamente permeabile. Pur organizzando tutte le funzioni all’interno di un unico complesso, si garantisce la massima riservatezza e la funzionalità di ciascuno spazio. Gli spazi distributivi ad uso pubblico sono fortemente riconoscibili grazie alla presenza di sistemi di rampe che occupano in lunghezza tutta le sezione trasversale dell’edificio e che si configurano come vere e proprie “proménade” pubbliche all’interno dell’edificio. Queste, unite a sistemi più rapidi di scale meccaniche, consentono una connessione fluida fra i suoli pubblici e semipubblici disposti ai diversi livelli. La tipologia distributiva muta raggiunto il quarto livello dell’edificio denunciando il cambio di funzione e il passaggio dal suolo pubblico a quello privato. Il cambio di funzioni è altresì reso esplicito dal grande taglio realizzato attraverso lo svuotamento del quarto livello (il “suolo pubblico rigenerato in altezza”) e dal trattamento dell’involucro dell’edificio: ai primi tre livelli i fronti sono compatti ed interrotti solo dai tagli di sottili fenditure che lasciano entrare negli spazi del lavoro una luce diffusa, agli ultimi livelli le superfici vetrate aumentano ed assumono dimensioni maggiori. Un rivestimento in pannelli mobili di lamiera microforata a sezione variabile unifica il complesso e disegna un’ulteriore livello di profondita’ dei fronti, mascherando spazi pieni o vuoti in ragione delle funzioni associate e della necessita’ di schermarsi dall’irraggiamento solare diretto. Il fronte sud risulta comunque maggiormente permeabile in ragione del suo affaccio sul nuovo grande parco pubblico. Il corpo centrale degli uffici amministrativi diventa il fronte principale di riferimento percepito dal grande piano inclinato del parco pubblico dal quale avviene l’accesso e il suo disegno si rifa’ alla tipologia a corte che caratterizza le ville storiche presenti sul territorio.

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La proposta progettuale prevede di demolire il volume degli edifici ritenuti difficilmente recuperabili e di declinare il tema del riuso attraverso la valorizzazione degli elementi di facciata di tali edifici e della matrice spaziale e di misura delle preesistenze. Si prevede quindi di conservare nella forma attuale e di riqualificare solo gli edifici prospettanti su via Marconi, ritenuti significativi per il rapporto con la strada ed aventi storicamente la funzione di “porta” della fabbrica. Sugli edifici conservati si opera attraverso interventi di consolidamento statico dove necessario, risanamento conservativo delle parti ammalorate. A seguire si inseriscono nuovi volumi funzionali all’interno – e le necessarie dotazioni impiantistiche – i quali, indipendenti dall’involucro degli edifici esistenti, consentono sempre la lettura delle preesistenze. In questo modo si concretizza una riattualizzazione dello “spazio del lavoro” che viene trasformato in spazio pubblico e restituito a tutta la popolazione.

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Studio tipologico del sistema degli alloggi Il progetto prevede di destinare gli ultimi tre livelli dell’edificio (fatta eccezione per il volume dello studentato e dell’albergo) alla residenza. Gli alloggi occupano una superficie complessiva di 4.896 mq, oltre alla quale 600 mq sono destinati a loggie e terrazze. Gli alloggi previsti sono 32, e prevedono 9 tipologie abitative organizzate in simplex e duplex che vanno da un minimo di 70 mq a un massimo di 200 mq. Il progetto prevede tre tipologie di alloggi duplex, tutti dotati di zona giorno a doppia latezza; la sua localizzazione è denunciata sul fronte dell’edificio dalla presenza di ampie porzioni finestrate a doppia altezza. Gli alloggi simplex, distinti in 6 tipologie, organizzano gli spazi interni in ragione della migliore esposizione solare: le zone notte e di servizio sono localizzate sul fronte nord mentre le zone giorno, gli studi e le cucine sono rivolte a sud e sono spesso dotate di un’ampia loggia che mette in comunicazione soggiorno e cucina. Le zone giorno godono di un ottimo irraggiamento solare e dell’adeguata privacy grazie al notevole distacco (20 metri) dal volume sud, all’alternanaza di pieni e vuoti realizzati in corrispondenza del blocco sud delle residenze e alle profonde bucature che disegnano la copertura.

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Caratteristiche prestazionali Orientamento e forma Il progetto nel suo assetto complessivo si dispone lungo l’asse longitudinale con andamento est-ovest, individuando una giacitura prevalente con esposizioni principali a nord e a sud delle facciate dell’edificio che vengono massimizzate ne ltrattamento dei fronti attraverso la disposizione delle aperture coerentemente alla loro esposizione. Per una migliore efficienza energetica un altro fattore importante è la forma dell’edificio, in particolare è necessario ottimizzare il rapporto tra superficie esterna e volume. In relazione a questo aspetto gli edifici si presentano come blocchi compatti. Pur in una forma compatta gli edifici presentano una chiara riconoscibilità delle parti che li compongono, esplicitando il loro ruolo all’interno dell’edificio. Allo stesso modo la singola unità funzionale è riconoscibile all’interno del complesso, in un continuo rimando tra identità e differenza. La compattezza della forma è poi scavata al suo interno per ottenere il miglior irraggiamento possibile delle facciate e per consentire il doppio affaccio e dunque la miglior ventilazione ad ogni unità abitativa. Inoltre la disposizione ai livelli superiori degli edifici residenziali permette un miglior apporto di luce ed aria e duqneu una maggiore salubrità degli ambienti. Involucro esterno L’involucro, come tutto l’edificio, si divide principalmente in due parti: quella basamentale e quella superiore di coronamento. A livello basamentale si predilige una stratigrafia più tradizionale, con murature con facciata ventilata (rivestimento perimetriale in materiale lapideo) su cappotto esterno: questo sistema consente alla stratigrafia muraria di avere ottime performances sia in condizione estiva che in quella invernale. Il coronamento prevede invece la giustapposizione alle facciate con cappotto esterno di un sistema frangisole che serve oltre al controllo della luce solare che penetra negli ambienti anche a regolarne l’irraggiamento in condizione estiva. Questa pelle è costituita da un sistema di lamelle mobili in lamiera microforata. Ogni lamella ha una sezione articolata che permette di gestire anche l’incidenza dei raggi invernali o di quelli della luce pomeridiana massimizzandone l’apporto in inverno e creando il miglior ombreggiamento in estate.

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