Da questi versi del filosofo tedesco Hegel si capisce quale sia l’intenzione di questo progetto, che è stata quella di collegare in maniera forte e decisa, sia nella forma che nel materiale i due palazzi pubblici. La connessione è avvenuta con un segno distintivo, che facesse notare l’intervento contemporaneo senza però danneggiare l’esistente, ma anzi collegandolo in maniera sapiente e funzionale, le particolari bucature della facciata richiamano quasi un organismo cellulare, queste bucature sono state pensate per far filtrare la luce in maniera graduale evitando un eccessivo surriscaldamento dell’ambiante interno e per creare un effetto artistico di particolare interesse, per fare ciò ci siamo affidati ad un gruppo di artisti locali, che hanno estrapolato dalle “campagne romane” questo particolare disegno grafico. Il su detto corpo è in fine rivestito da una pelle in rame ossidato, che con il passar del tempo darà vita a continui cambiamenti. L’ingresso segnalato da un unica bucatura, evidenzia il sistema di accesso dei tornelli, e da cui si può notare subito la reception con la progettazione del bancone, che attrae subito il visitatore verso di se. Successivamente è stato riprogettato il piano terra della palazzina B, seguendo una logica di interior design contemporanea dove trovano spazio gli ambienti che il bando richiedeva, oltre alla parete vegetale che spunta nella sala di attesa, creando una similitudine con quella già esistente, sempre sullo stesso piano, inoltre verrà realizzata una rampa che porta a quota 0,98, così che, anche le persone diversamente abili non abbiano problemi nell’accesso ai piani superiori. Abbiamo progettato sempre rimanendo all’interno del badget una passerella al secondo piano che collegasse i due edifici senza andare ad ostacolare la fruibilità esistente, questa verrà utilizzata solo dai dipendenti dei rispettivi palazzi, il rivestimento esterno è stato pensato sempre con la stessa artisticità del blocco di ingresso, quindi in rame. Di grande fascino è l’effetto notturno, generato dalla luce che si sprigiona dalle varie fessure di forma ovale dando vita ad un insieme di corpi celesti (qui il riferimento è hai pianeti del nostro sistema solare), che si ha guardando i due nuovi corpi, che sicuramente ristabiliscono un rapporto gerarchico. Abbiamo anche pensato di riprogettare la corte che si è venuta a formare nell’inserimento del blocco di ingresso, infatti l’idea era quella di inserire uno specchio d’acqua nell’intenzione di ristabilire un microclima interno, ed avere un effetto estetico non indifferente perché tutto ciòè accompagnato da zampilli d’acqua e vegetazione.
© Luigi Arrotta . Published on August 23, 2013.
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