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The "new imperial" - GC architecs

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Il progetto “New imperial” prevede la realizzazione di una serie di alloggi e un centro studi in un sito archeologico presso Piazza Armerina(EN), a pochi metri da una villa romana del IV secolo, villa romana del ” Casale” appunto, celebre per il suo ricco apparato musivo.

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Il sito è caratterizzato dalla presenza di una fitta vegetazione costituita da boschi di eucaliptus che si estendono per tutta la valle.

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L’idea nasce con l’intento di mettere in relazione l’edificio con il luogo, in quanto quest’ultimo non costituisce un vuoto contenitore di forme, ma diviene elemento stesso del progetto architettonico.

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Due volumi disposti ortogonalmente fra di loro generano un impianto planimetrico a “L”, memoria di un vecchio edificio preesistente ad esso. Il primo volume contiene tutti gli spazi comuni quali un ristorante, una hall e centro studi con annessa biblioteca. Quest’ultimo è formato da un ampio portico che ruota attorno ad esso, il quale, è un richiamo all’architettura del passato e al tempo stesso elemento di transizione tra lo spazio esterno e quello interno. I pilastri di cui è costituito sono ruotati di 45 gradi, in modo da conferire un esclusivo effetto luminoso agli ambienti interni, riparando dalla luce solare come dei veri e propri brise soleil.

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Vi è un continuo rimando,in chiave contemporanea, all’idea del trilite, dell’architrave su colonne, un continuo riferimento a una tradizione di cui l’architettura moderna, almeno concettualmente,non può non tener conto. La memoria è il fulcro e l’essenza dell’intero progetto.

Da qui l’intenzione di utilizzare la pietra locale, che diviene materia e tecnica costruttiva al tempo stesso. Il secondo volume è infatti costituito da blocchi di pietra disposti a secco che garantiscono un’eccellente coibentazione termica, permettendo di ottenere una notevole riduzione ,dal punto di vista energetico, sull’impatto ambientale; un’architettura low tech e low cost.

Gli alloggi sono distribuiti su due livelli e sono illuminati da delle strette aperture come delle feritoie; non semplici bucature, ma veri e propri tagli nella massa muraria, una sottrazione materica e formale che consente alla luce di penetrare lo spazio senza invaderlo.


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