Non si può parlare di Pisa, della sua storia o di qualunque cosa la riguardi se prima non ci si riferisce al campanile di Piazza dei Miracoli, Il Campanile, con la “C” maiuscola. Prendendo come esempio un qualunque turista, ma non solo, si può pensare a quest’ultimo come un viaggiatore del Grand Tour o come un viaggiatore contemporaneo, uno qualunque insomma; e ci si può immaginare quest’ultimo con un suo taquino, una piccola agendina, dei fogli vecchi, usati (come era solito fare Michelangelo). Preso da una repentina illuminazione, da una voglia irrefrenabile di lasciare su carta la memoria di quella mirabile torre pendente, strappa una parte di foglio per fare uno schizzo che pur nella sua semplicità, nel suo taglio, nella sua spartana riproduzione ricorderà volta dopo volta il momento di incontro con il monumento, il monumento che fa la città, che la caratterizza, il monumento intorno al quale tutto gira e che – proprio per la sua immediatezza – può diventare versatile ad ogni evenienza.
© Vito Di Mare . Published on August 28, 2013.
Il foglio di carta viene “spazializzato” mediante il foro e il taglio. Questi divengono dei segni , capaci di imporsi come linea e al tempo stesso traccia compositiva di una tela che così non viene utilizzata in modo tradizionale, ma diventa essa stessa l’opera.
© Vito Di Mare . Published on August 28, 2013.
La feritoia creata con il gesto veloce, casuale dello strappo del foglio mette in scena da una parte questa pulizia del disegno accompagnata dalla suggestiva presenza della torre pendente di Pisa, al tempo stesso diventa un traguardo ideale, una finestra da cui potersi affacciare per godere delle emozioni della città di Pisa.
Logo finale
© Vito Di Mare . Published on August 28, 2013.
© Vito Di Mare . Published on August 28, 2013.
© Vito Di Mare . Published on August 28, 2013.