LIZARD HOUSE A PUNTA RAISI © gaetano palazzolo . Published on September 13, 2013.
ARCH. GAETANO PALAZZOLO
© gaetano palazzolo . Published on September 13, 2013.
MONUMENTALITÀ DINAMICA*
Il punto di partenza concettuale della villa nasce dalla storia del luogo e si concretizza come cristallizzazione di masse in movimento che assumono una connotazione morfologica legata alle specie animali endemiche del territorio. Un’architettura dal carattere estroverso, che presenta singolari soluzioni coerenti con formule di integrazioni spaziali capaci di mescolare i modelli della tradizione locale con i disinvolti nomadismi contemporanei e metropolitani. Il progetto nasce dalla ricerca di paradigmi figurali dell’architettura mediterranea e si avvale di matrici progettuali fondate sulla giustapposizione delle diverse poetiche moderne in conflitto, per ricercare la sublimazione della forma. Si è preferito conferire un carattere scultoreo alla costruzione dalla superficie sfaccettata, introdotta per generare, attraverso squarci calibrati, particolari effetti percettivi negli occhi dello spettatore. Gli spigoli, gli angoli, le superfici piane di questa sorta di diamante, plasmato secondo le forme di testa di un rettile endemico, la lucertola siciliana (podarcis waglerianus), posato su di un minerale sono rivestite con intonaco bianco e vetro nelle tonalità del verde-azzurro, riproducendo in tal modo un aspetto di mondo irreale dove consumare esperienze ottiche, provocate da schermi e membrane di copertura a ricordare l’epidermide del rettile. L’impalcato geometrico della planimetria, costituito da elementi perfettamente squadrati secondo gerarchie auree, è guidato da una metodologia progettuale atta ed esprimere non solo velleità intellettualistiche, che trovano campo in alcune riflessioni mutuate dalla fenomenologia di Husserl, ma anche e soprattutto dalla volontà di esprimere la concreta materialità di una forma, distratta dall’hic et nunc dell’atto percettivo. Così gli spazi interni vengono modellati come cristallizzazione di due forze opposte, lo status temporaneo di un’armonia di conflitti, dove dominano atmosfere dionisiache ed apollinee. All’interno della zona soggiorno il movimento di un magma cristallizzato, costituente la zona della cucina, caratterizzata da un muro curvilineo a sezione variabile, frenato in parte dalla linea dei piani della parete attrezzata, irrompe voluttuoso su uno spazio apollineo, misurato, quasi fuori dal tempo, dove prendono vita forme dinamiche di diversa origine (come la plafoniera sospesa, in forma di rondine). Dalla quota del soggiorno, attraversando l’elemento verticale del corpo scala, si arriva alla zona occupata dall’ampia camera matrimoniale, rappresentata dall’elemento turriforme che domina la composizione, con ampie aperture concepite in funzione della vista sulla “Torre Mulinazzo” e sul golfo di Castellammare. Questo elemento superiore, dunque, assume una funzione supplementare che costituisce un’entità materica in grado di incrostare la forma per trasformarla in forma concreta. Dal punto di vista compositivo è stata esplorata l’espressività del blocco bianco e la sua personalità astratta. La totalità del volume bianco, tetti inclusi, scavi e squarci che aumentando delicatamente il carattere emblematico dell’architettura. La materia bianca traduce un volume emergente, quasi una torre di guardia, che domina la massa con angoli appuntiti, ora acuti ora ottusi, a formare effetti caleidoscopici con sporgenze atte ad accentuare i piani d’ombra e a mostrare prominenze, concepite per offrire la possibilità di creare spazi dove la sottile linea tra reale ed irreale sembra scomparire. Le aperture sono squarci adimensionali, essenziali ad attirare la luce verso l’interno, a creare delle sensazioni tattili, tratte dal contrasto tra masse chiuse e scabre dal forte impatto materico e zone arricchite da episodi funzionali dal forte “spessore emotivo”, che danno risalto, per contrasto, alla grandiosità e all’espressività delle linee curve che si contrappongono nel prospetto verso mare. Un blocco dissonante che genera sinuosità centrifughe che determinano persino le connotazioni esterne, caratterizzate da una sistemazione a giardino che evoca ancora una volta le forme dei rettili endemici. Il valore spirituale dell’arte viene fuori come condizione necessaria di sintesi tra i valori espressi dalla tradizione e le necessità pratiche della modernità, nell’ottica della ricerca di un’estetica architettonica aliena, tuttavia, dall’identificazione in un nuovo precisato gusto. In questo contesto la funzione supplementare dell’architettura è svolta dall’introduzione di spazi adimensionali, che, posti in alcuni punti strategici dell’impalcato, assumono la forma di elementi vitali. Quasi a rivelare le loro qualità iconologiche, questi danno risalto alla composizione dei partiti di facciata ed esprimono quel concetto di rithme ardent che anima la materia e la dinamizza. Una monumentalità dinamica che si pone come sintesi di ogni specificità, come essenza sovraindividuale, in un’atmosfera metafisica, che traspone in sé le forme rappresentative di una contemporaneità sublimata, quasi fuori dalle linee dello spazio, ma fortemente legata all’idea della storia come misura del comporre architettonico.