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Senior City Cortina d'Ampezzo - Marco Palazzeschi

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LE REGOLE Gli studi di Edoardo Gellner sulla casa ampezzana e la tradizione storica delle Regole d’Ampezzo hanno dato avvio ad una serie di riflessioni sulla possibilità dell’abitare oggi, in un luogo dove confrontarsi con grandi bellezze naturali ma anche con un clima certamente difficile in certi periodi dell’anno. Il tema propone di insediare nell’area di progetto un complesso residenziale per anziani autosufficienti formato da 30 alloggi di piccola dimensione, arricchiti da servizi comuni e dotati di qualche attenzione progettuale in più dovuta all’avanzata età e dunque ad alcune particolari esigenze degli utenti. Crediamo però che un complesso abitativo ben progettato possa svolgere la propria funzione anche al modificarsi dell’utenza prevista, mantenendo margini di flessibilità dati da un attento studio tipologico, prima di tutto. Chi, infatti, non vorrebbe vivere in un complesso che abbia al proprio interno sale comuni, sale hobby, spazi attrezzati, palestra e quant’altro? Qui ci vengono in aiuto, come detto, le Regole d’Ampezzo e l’uso comune del suolo per una fruizione collettiva maggiormente rispettosa dell’ambiente e solidale. Così sono stati interpretati gli spazi comuni, senza soluzione di continuità fra interno ed esterno; il progetto permette sempre di vivere gli spazi e trovarsi all’esterno, dove il terreno in lieve pendenza viene terrazzato in tre parti che ne individuano altrettante del complesso progettato. Per quanto riguarda la disposizione generale, apprezzabile in planimetria, tre sono gli obiettivi principali che ci siamo posti: primo, il rapporto di scala con l’edificato circostante, per cui i volumi principali dei blocchi residenziali cercano un dialogo con la scala media degli edifici delle viles circostanti, nonostante ci troviamo di fronte ad uno dei pochi, ma evidenti, fuori scala di tutto il territorio ampezzano; secondo e conseguente a quest’ultima notazione, cercare di generare uno spazio pubblico dal difficile confronto con l’edificio condominiale a confine e relativo parcheggio; terzo, limitare al massimo scavi e riporti, inserendo il nuovo intervento in maniera dolce, terrazzando il terreno in modo da renderlo fruibile e in continuità con gli spazi interni. Inoltre, per evitare sia l’impatto volumetrico che l’eccessiva specializzazione funzionale del complesso, i blocchi residenziali sono stati pensati come “case” del tutto individuabili ed emergenti, per questo riconoscibili ed accordate con il contesto, mentre tutti gli spazi collettivi hanno copertura piana e tetto giardino ed insieme agli spazi esterni diventano dunque “terreno comune”.

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IL VI(LL)AGGIO Attraverso questa “condensazione” di elementi tipici del paesaggio e dell’insediamento ampezzano la Senior City si propone come nuova vila di Cortina: lo spazio pubblico all’aperto, i nuclei abitativi ben spaziati in modo da evitare ombreggiamenti e collegati direttamente ai servizi e alle parti di terreno di uso comune. Altro elemento di forte identità, nonché di intelligenza costruttiva delle viles ampezzane, è dato dalla disposizione dei colmi sempre nel senso della pendenza del terreno: aspetto che si è voluto riprendere nel progetto, “decostruendo” però l’immagine tipica della casa rurale in tre parti corrispondenti ai tre blocchi principali; le pendenze dei tre tetti ricompongono poi l’immagine di un’unica grande “casa” solo nella vista da valle e da monte del complesso. Entrando nel particolare, la manica Est del portico accoglie il visitatore e lo protegge dagli agenti atmosferici; ha l’aspetto di uno scavo, in quanto la soletta aggettante (ricoperta senza modificare le quote del terreno attuale) dispone al proprio interno alcuni volumi di servizio distanziati in modo da ottenere un ritmo di pieni e vuoti, ombre e luci che accompagnano il visitatore verso la parte chiusa e riscaldata del portico, quella frontale, vetrata e schermata all’esterno con una listellatura in legno. Un accesso è dunque possibile a metà del parcheggio pubblico esistente, un altro dal lato Nord, dove i posti auto proseguono per tutta la lunghezza disponibile adeguandosi alla lieve pendenza del terreno. Sono interrotti solo per la rampa di accesso al piano principale del complesso, per l’accesso al garage interrato al livello sottostante e per l’accesso dell’ambulanza in luogo protetto.

(L)A CASA Al fine di raggiungere gli obiettivi dichiarati sopra, ovvero la riconoscibilità e l’appropriatezza di scala delle “case”, è stata studiata un’aggregazione residenziale quanto più possibile compatta, in modo da poter dividere la volumetria totale in tre parti rispettando al contempo le distanze reciproche fra gli edifici e dai confini. La dimensione limite è stata individuata in 18×18 metri. In questo modulo si possono disporre ad ogni piano 4 alloggi-tipo da 50 mq. Sfalsando a due a due gli alloggi di mezzo piano, si riesce a limitare al minimo la dimensione del corpo scale con ascensore montalettighe al centro, poiché ogni pianerottolo, dopo una sola rampa di scale è d’arrivo e disimpegna due unità. La casa ampezzana combina le unità sfalsandole in altezza e in pianta e appoggiandole sul terreno con accuratezza a seconda che siano parti residenziali o di servizio all’attività agricola e pastorale, inoltre anche i materiali rispecchiano questa intelligenza ed economia di mezzi, appoggio solido in pietra e involucro massivo intonacato bianco per la parte residenziale, distacco da terra e rivestimento leggero ventilato in legno per il fienile annesso all’abitazione. Questa disposizione, una volta analizzata e compresa è stata “decostruita” per essere impiegata ed adeguata alle esigenze contemporanee e particolari del progetto. Lo sfalsamento come detto è stato sfruttato per minimizzare l’ingombro in pianta, mentre le pareti Est e Ovest sono state arretrate di 1,5 mt per far posto ai terrazzi. Come nella tradizione ampezzana, gli aggetti sono rivestiti in legno mediante una listellatura modulare in larice a tutt’altezza con passi variabili, più o meno permeabili alla luce, agli sguardi e all’aria. In corrispondenza delle aperture interne, ma di dimensioni maggiori, la listellatura presenta parti apribili a libro che scorrono su guide in acciaio. Questo sistema protegge lo spazio privato esterno delle abitazioni sia dagli sguardi che dall’aggressione eccessiva degli agenti atmosferici, sia in inverno, rendendoli meno soggetti all’accumulo di neve, sia in estate in caso di eccessivo soleggiamento. Inoltre le parti schermate e non apribili permettono agli utenti di sfruttare in libertà il terrazzo per usi personali e non prevedibili senza compromettere l’immagine unitaria dell’edificio. Accorgimento che consideriamo molto importante, oltre alla progettazione di spazi con identità fortemente riconoscibile, per far sentire veramente “a casa” gli utenti della Senior City. All’interno le unità si dispongono attorno al corpo scala centrale, identiche ma speculari ognuna con la contigua. Questo sistema porta notevoli economie costruttive, in quanto si presta ad essere prefabbricato anche in maniera completa, oppure diminuendo di molto il costo di costruzione in caso di realizzazione, come riteniamo opportuno, con un sistema di prefabbricazione a pannelli tipo X-LAM. Inoltre, dato l’accoppiamento dei servizi igienici sulla parete divisoria, anche i cavedii tecnici sono così ottimizzati e ridotti a due per ogni blocco. La distribuzione interna è semplice e risponde esattamente alle richieste del bando di concorso: l’ingresso funge anche da disimpegno per i vari ambienti e accoglie, dietro la porta di accesso, lo spazio per un mobile con panca; subito si apre la porta per l’ambiente unico di soggiorno con cucina vicino all’ingresso; un percorso centrale disimpegna la parte del salotto dalla zona pranzo senza occupare ulteriore spazio e termina nel finestrone unico che affaccia sul terrazzo; la camera, di forma leggermente allungata per permettere sia l’arredamento con letto matrimoniale che con due letti singoli, affaccia sempre sul terrazzo con porta finestra; il bagno presenta un antibagno in cui è possibile disporre la lavatrice e la zona lavaggio, mentre il servizio igienico vero e proprio si svolge in lunghezza su una sola parete e presenta e una disposizione dei pezzi (lavabo, wc, bidet, doccia) e una larghezza tale (1,6 mt) che rende agevole l’accesso per persone a mobilità ridotta e l’adeguamento eventuale per persone su sedia a ruote (tramite rimozione bidet e doccia a filo pavimento). I servizi igienici sono gli unici ambienti che hanno aperture sui fronti Nord e Sud dei blocchi residenziali che restano di aspetto e consistenza massive, intonacate in bianco. In questo modo tutti gli ambienti hanno luce e ventilazione naturale e nessuna unità presenta aperture degli ambienti principali sul fronte Nord. I livelli sono sfalsati di 2,90 mt (1,45 mt fra le unità Nord e quelle Sud contrapposte), con altezza utile di 2,50 mt e ovunque sono rispettate le altezze massime rispetto al proprio livello di riferimento del terreno, anche grazie allo sfruttamento del sottotetto generato dalla falda unica. In due dei tre blocchi le coperture sono rivolte verso Sud; in questo modo è anche possibile ed economicamente conveniente installare un impianto fotovoltaico a parziale copertura dei consumi energetici del complesso. Esso potrebbe essere del tipo integrato nella copertura in lamiera di rame e a seconda della tecnologia utilizzata, può fornire potenze di picco comprese fra 35 (per l’amorfo) e 100 kW (per il policristallino).

TERRENO COMUNE L’area di progetto, come detto, è stata divisa in tre livelli principali, in cui sono stati disposti ognuno dei tre blocchi residenziali e a cui corrispondono adeguate quote e gruppi di servizi e aree libere di uso collettivo. In questo modo è anche facilmente risolta la divisione del progetto in I e II lotto, in quanto il blocco residenziale da 10 unità e la palestra sono disposti nella parte più bassa dell’area di progetto, e possono essere realizzati in un secondo tempo. Oltretutto le due unità più alte, che hanno le falde convergenti fra loro, realizzerebbero comunque l’immagine unitaria della “casa” visibile da valle e da monte. Al livello (+2,90) si imposta il blocco più alto che è diviso dal portico a Nord da un vuoto, un’altra piccola corte, che giunge fino alla quota dei garage interrati, fornendo luce e areazione naturali. È circondato a Nord e a Ovest dai tetti giardino a quota +3,60 ma da essi diviso dal vuoto e dalla copertura del wintergarten mentre a Sud ed Est il terreno corrisponde a questa quota e si raccorda senza soluzione di continuità con il terreno naturale. Al livello (-2,90) si imposta il blocco più basso, corrispondente al II lotto di realizzazione. Inoltre, con apertura diretta dalla strada in pendenza che collega il parcheggio esistente al livello inferiore del condominio, senza ulteriori rampe, si incontra l’accesso ai garage interrati e allo spazio per l’ambulanza. I garage hanno la corsia centrale e i posti auto ai lati secondo la disposizione più semplice ed economica possibile, con setti ogni 5 metri per sostenere il solaio e le travi di copertura. I posti per disabili sono subito di fronte all’ingresso e vicini al corpo scale del terzo blocco ma anche al corridoio che collega il garage, in sequenza: alle cantine, tutte riunite in posizione centrale rispetto ai blocchi; alla palestra; al corpo scale del secondo blocco. Tutti i corpi scale sono diversamente collegati sia al parcheggio (con spazi filtro a prova di fumo) che alle cantine. La palestra è un volume esterno chiuso coperto con tetto giardino e con solo una grande vetrata verso Sud. Il livello principale e mediano (+0.00) corrisponde all’attacco del blocco residenziale centrale e alla quota del parcheggio esistente; l’accesso avviene perciò senza barriere architettoniche lungo il braccio che ne segue l’andamento. A questa quota sono disposti lungo il portico tutti i servizi collettivi di minore estensione, verso il parcheggio quelli che necessitano di maggiore contatto con l’esterno e non sono in aree riscaldate ma solo protette dalle intemperie. Procedendo dal punto estremo troviamo: la centrale termica con deposito cippato sottosante di facile accessibilità anche a grossi mezzi, seminterrata ma con parete libera in modo da poter prevedere ogni tipo di combustibile senza problemi a livello di prevenzione incendi; la zona per la raccolta differenziata, i magazzini per i mezzi spalaneve e di manutenzione del verde. La manica che si dispone Est-Ovest è pensata invece per essere climatizzata e all’inizio di essa si trova infatti la porta d’accesso. Al di là vi sono altri blocchetti di servizi intercalati da nicchie che generano un ritmo volumetrico e di luce e ombra per tutta la lunghezza di questo spazio. A cavallo fra interno ed esterno è previsto il deposito attrezzature e arredi, poi i volumi vetrati dell’amministrazione e della portineria, disposti strategicamente fra i due accessi dal parcheggio esterno; a seguire lo spazio di raccoglimento e preghiera in una nicchia, più avanti due blocchi di servizi igienici. Circa a metà della propria estensione questa manica incontra il wintergarten che s’insinua all’interno degli edifici costituendo anche la distribuzione principale delle sale comuni; data questa sua funzione di spina dorsale del progetto, esso è stato prolungato all’esterno in una sorta di basamento che costituisce anche il secondo accesso dal parcheggio. La manica continua dopo questo punto e distribuisce gli spazi destinati al poliambulatorio e in fondo si collega al corpo scala della terza “casa” corrispondente al II lotto. Il poliambulatorio comprende, oltre all’archivio e al servizio igienico “accessibile”, uno spazio degenza prende luce con una grande vetrata proprio dalla corte (lo “spazio esterno attrezzato”) su cui affacciano anche tutte le sale comuni. Ci piace pensare che il degente possa trarre in questo modo giovamento dal non sentirsi tagliato fuori del tutto dalle attività del “villaggio”. Il wintergarten è pensato come uno spazio pavimentato di 5,5 mt di larghezza (una dimensione da “strada” del “villaggio”) in grandi riquadri di pietra o resina che lasciano dei vuoti per accogliere piante e arbusti, piccoli spazi verdi all’interno della copertura interamente vetrata. Tale copertura, grazie al soleggiamento, potrà fornire in inverno anche un contributo passivo al riscaldamento degli ambienti circostanti. Dopo essersi collegata ai corpi scala delle altre due “case” ed essere uscita all’esterno, la “strada” termina ai limiti del lotto e permette tramite rampe di raggiungere i livelli del terreno ad uso comune superiore ed inferiore. Specifichiamo qui che solo dalle parti comuni è possibile l’accesso all’esterno, sui terreni ad uso comune, in quanto le quote delle unità si trovano sempre rialzate di almeno mezzo piano rispetto ad essi. Questo anche proprio per ribadire l’uso collettivo di questi spazi esterni. Il wintergarten distribuisce in sequenza tutte le sale per attività collettive: le tre sale hobby e musica e la cucina annessa alla polifunzionale sono di forma allungata e affacciano sulla corte attrezzata. Infine, nel punto centrale di questo “terreno comune”, la sala polifunzionale, con la sua grande vetrata che affaccia verso valle, può essere vista come una sorta di piazza sospesa e protetta fra la “strada” e il meraviglioso fondale prospettico delle Tofane.


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