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Centro Diurno Disabili a Gandino - Edoardo Milesi, giulia anna milesi, lucia righetto

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Coerentemente alle nostre generali convinzioni sul potere performante del luogo sui comportamenti umani, riteniamo che lo spazio modificato possa certamente avere un importante ruolo terapeutico particolarmente evidente là dove la permanenza di persone con patologie del pensiero, del linguaggio e in generale della relazione è continuativa e prolungata. Sono soprattutto le teorie di Daniel Goleman sull’intelligenza emotiva a spingerci a interpretare il rinnovato CDD di Gandino in un’esperienza dove l’architettura partecipa in modo attivo alla terapia di riabilitazione. La relazione nello spazio tra i diversi attori coinvolti è da considerare come una vera e propria esperienza dove per esperienza si intende un forte coinvolgimento emotivo e affettivo basato sulla relazione dinamica tra l’operatore, il soggetto disabile e l’ambiente da sperimentare che, con le sue implicazioni e complicazioni, partecipa in modo attivo alla maturazione emotiva, affettiva e cognitiva dell’individuo. Così come è esperienzialmente provato che i migliori risultati sono stati ottenuti non con gruppi di pazienti omogenei, bensì operando con gruppi eterogenei sia per tipologia di handicap che per livello cognitivo e comunicativo, è altrettanto certo che ambienti omologati a tipologie semplificate di tipo ospedaliero siano non d’aiuto bensì un freno a un’evoluzione in senso positivo delle performance cognitive. Per tutto questo vogliamo prima di tutto ottenere uno spazio dove ogni malinconia, ogni riferimento alla tristezza, al pessimismo, all’ipocondria, al malumore è bandito, dove la terapia, qualsiasi terapia, viene affrontata giocando, con allegria, gioia, entusiasmo, nella certezza che non vi è apprendimento se non c’è divertimento. Un luogo in grado di irradiare gioia, di smentire qualsiasi possibile deduzione disabilità = tristezza, sofferenza, angoscia. In grado di mostrare le diverse abilità di coloro che vi abitano, di far diventare quello spazio un giacimento di capacità diverse in grado di innescare entusiasmo, felicità, spensieratezza, gaiezza qualità che spesso caratterizzano la malattia mentale. Vogliamo dimostrare che lo spazio ha poteri catartici non solo verso chi lo abita, ma, assieme ai suoi abitanti, anche nei confronti di chi lo frequenta. Vogliamo che sia lo spazio a lavorare attorno alle persone e non viceversa. Gli ambienti saranno pensati soprattutto per i frequentatori così detti disabili, considerando i loro rapporti con i famigliari, gli addetti e gli amici così detti abili in modo che nessuna delle due categorie si distingua per efficienza.

Edoardo Milesi, giulia anna milesi, lucia righetto — Centro Diurno Disabili a Gandino

Edoardo Milesi, giulia anna milesi, lucia righetto — Centro Diurno Disabili a Gandino

Edoardo Milesi, giulia anna milesi, lucia righetto — Centro Diurno Disabili a Gandino

Edoardo Milesi, giulia anna milesi, lucia righetto — Centro Diurno Disabili a Gandino

Edoardo Milesi, giulia anna milesi, lucia righetto — Centro Diurno Disabili a Gandino


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