Piazza San Francesco, ubicata tra il Borgo Scacciaventi e il Presidio Ospedaliero di Santa Maria Incoronata dell’Olmo, si configura come uno del luoghi più significativi e emblematici di Cava de’ Tirreni per la rilevanza delle architetture storiche presenti e per l’importanza delle relazioni urbane che la caratterizzano. L’attuale destinazione degli spazi utilizzati, prevalentemente come parcheggio, il basso livello quantitativo delle sistemazioni e dei materiali utilizzati richiedono un intervento di riconfigurazione complessiva della piazza, che costituisce il tema del Concorso. La soluzione progettuale illustrata nelle pagine successive è stata elaborata sulla base degli obiettivi e delle esigenze dell’Amministrazione, sintetizzate nel Documento Preliminare alla Progettazione, che possono essere così riassunti: riqualificare e ridefinire gli spazi e le strutture di Piazza San Francesco, in riferimento all’ambito urbano, ai punti di visuale della piazza, alle architetture di notevole pregio presenti (Borgo Scacciaventi, Santuario di San Francesco, complesso di Santa Maria del Rifugio, etc.); prevedere una piazza sede di eventi, anche con un pubblico numeroso; privilegiare la valorizzazione del verde, l’utilizzazione di materiali naturali e il rispetto per le persone disabili; realizzare parcheggi interrati, approfondendo le tematiche connesse al traffico. In riferimento agli obiettivi fissati nel Bando e nel Documento Preliminare alla Progettazione e alla specificità dei caratteri urbani e architettonici dell’area di Piazza San Francesco su cui si è molto ragionato, si è impostata la proposta progettuale, tenendo conto di molteplici aspetti storici, di posizione urbana, di relazione con le quinte e con i margini urbani, di rapporti con un più ampio sistema di spazi aperti, di visuali prospettiche alle diverse scale, di articolazione morfologica dell’area di intervento. Punto di partenza dell’impostazione è la scelta di lavorare alla costruzione di un progetto urbano, ossia di un progetto riconoscibile e autonomo che, pur limitato e concentrato su una specifica area, è in grado di modificare gli attuali rapporti urbani, di incidere sull’organizzazione complessiva di Cava de’ Tirreni, ricalibrando i pesi e definendo nuovi equilibri tra le parti storiche e le nuove. Avanzare una proposta progettuale per Piazza San Francesco significa anche affrontare in maniera aggiornata uno dei temi più rilevanti e difficili nella cultura architettonica italiana: il rapporto tra tradizione e innovazione, tra conservazione delle preesistenze e riconoscibilità del nuovo. Gli elementi consolidati di riconoscibilità degli spazi dell’attuale piazza e dei giardini che la contornano si sono formati in un lungo arco temporale: le cortine, che proseguono il borgo Scacciaventi, il Santuario di San Francesco, il complesso di Santa Maria dell’Olmo. Questi elementi hanno mantenuto inalterati nel tempo il loro ruolo e i loro caratteri essenziali, ma la configurazione dello spazio aperto non è mai stata stabile: le fotografie storiche, alcuni disegni progettuali, realizzati e non, documentano questi diversi stadi della piazza. Da essi è possibile trarre molte indicazioni: l’essenzialità del “piano”- piazza davanti al Santuario di San Francesco, un “sagrato imponente”, ma anche il gioco delle rampe che colmano il salto di quota tra la strada (il prolungamento di attuale Corso Umberto I verso la SS18) e il livello del Santuario di San Francesco. Su questa traccia e nell’ottica urbana prima descritta, si è costruito il progetto, che può essere riassunto nei seguenti punti: intendere la piazza come elemento di un nuovo sistema di connessioni urbane, uno spazio statico e dinamico nello stesso tempo, in grado di mettere in relazione i principali elementi architettonici del sito con il paesaggio e i suoi landmarks (il Santuario di San Francesco, la chiesa di Santa Maria dell’Olmo e il borgo, ma anche il Castello, la Croce di Cava, le colline e i valloni che contornano la città storica); intendere la piazza come uno spazio centrale piano, attorno al quale si sviluppa un articolato e controllato sistema di spazi inclinati, caratterizzati da variazioni di direzione e di giacitura in grado di stabilire nuove relazioni urbane, con i diversi elementi posizionati ai margini dell’area-progetto; intendere la “piazza-piano” come un palco e gli spazi inclinati come spalti per grandi manifestazioni (in particolare le molteplici e variegate iniziative della tradizione di Cava de’ Tirreni), con le quinte civili e religiose pensate come la scena di uno spazio teatrale nel suo complesso; ribaltare in maniera innovativa il rapporto tra piazza e parcheggio interrato, rompendone in qualche misura la rigida separazione, attraverso l’introduzione di spazi intermedi, una sala polifunzionale, un luogo flessibile destinato a giovani, un primo luogo di accoglienza e alcune botteghe (eventualmente quelle indicate nel progetto di “Sviluppo del Centro Commerciale Naturale”), intese come un filtro, ma anche come un servizio fondamentale; realizzare, nello stesso tempo, un parcheggio interrato, perfettamente a norma, con un numero di posti-auto superiore a quello attuale, facilmente accessibile, anche sulla base di un nuovo meccanismo di accesso, che potrà consentire di pedonalizzare buona parte degli importanti spazi (attuale viabilità carrabile), che circondano l’area di progetto; disegnare un sistema di rampe percorribili da tutti, che determinano nuove continuità, un percorso lungo il bordo sopraelevato della piazza, che prosegue nei viali del parco, che in futuro potrà essere ulteriormente ampliato, circondando il Santuario di San Francesco; costruire un nuovo sistema di spazi verdi, un parco, integrando le alberature preesistenti, in un nuovo disegno, che “accoglie” anche la fontana attualmente disposta al centro della piazza, riferendo, in maniera simbolica semplice, gli otto distinti giardini, che compongono il parco, agli otto Casali, che hanno costituito e costituiscono l’identità di Cava de’ Tirreni; operare scelte relative alle pavimentazioni, alle sedute, ai molteplici elementi di allestimento di dettaglio e agli aspetti illuminotecnici in grado di favorire l’unitarietà degli spazi, anche riferiti alla tradizione costruttiva locale.
© Eugenio Certosino . Published on November 26, 2013.
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