1- Relazione illustrativa 1.1 Descrizione dell’intervento Fare spazio, creare ambienti, risparmiare energia, sorprendere e accogliere gli abitanti del quartiere e dar loro la netta sensazione di trovarsi nel bello, in un luogo “altro”. Questi sono gli ambiziosi obbiettivi che il progetto persegue. E lo fa con caparbia determinazione. Le nostre – sappiamo che il solo affermarlo può dar fastidio e risultare sgradevolmente arrogante, e ce ne scusiamo – ma crediamo di poter dire che le nostre non sono soltanto mere intensioni, obbiettivi che non trovano riscontro nell’opera offerta, ma dati di fatto che anche ad una lettura superficiale risultano facilmente identificabili e fisicamente, ancorché virtualmente, riconoscibili. E ciò sia nella definizione tecnica che in quella figurativa della scrittura architettonica offerta. La necessità di mettere sotto controllo la dimensione, per intenderci la “dismisura” dell’invaso contenuto tra gli alti e anonimi edifici residenziali dell’area Intersettore di Barletta, è stata la nostra prima e maggiore preoccupazione. Così, come sempre avviene nei progetti più impegnativi, quelli che contengono forti e intrinseche forme di criticità, si è partiti dai “difetti” e dalle fastidiose “presenze” e “assenze” in essi contenuti, ed è proprio da lì che si sono sviluppate le risposte programmatico- figurative più opportune. Per intenderci quelle che sono più adatte a perseguire il riscatto della forma e la ricerca della qualità. Nel caso dell’area Intersettore, quindi, s’è innanzi tutto accettata l’anomalia della sua conformazione e condizione fisica. Ed è su questa condizione di sostanziale negatività che si è costruito il racconto architettonico, che si sono sviluppate le principali strategie figurative e programmatiche dell’intero intervento. Come si suole dire si è fatta di necessità virtù. Il progetto, così, se da un canto controlla e accetta l’unita dell’area, e il suo essere appunto fuori misura, dall’altro ne articola la molteplicità attraverso tutta una serie di escamotage configurativi che hanno come primo e ultimo obbiettivo quello di creare nello spazio-parco una condizione di benessere e di familiarità d’uso. A questo serve il portico, con il suo pacato e lineare sviluppo, e, ancor più, il puntuale sistema di piccole colline artificiali chiuse in testa dai catini-attrezzati. Così, mentre la sezione a L del portico, con le sue attrezzature di servizio e commerciali, misura lo spazio nelle sua interezza, affermando senza riserve la “chilometrica” unitarietà del suo estendersi, i rilievi verdi, col puntuale ripetersi delle concavità-stanze, come omeriche navi tirate a secco, frammentano il parco, riducono le distanze, creano ambienti, consentono, per così dire, una percorrenza e una visione d’uso domestica dello spazio pubblico che nulla ha a che fare con la semplice natura del parco, della piazza e della via. Il nostro lavoro, quindi, non appartiene alla “banale” e a volte “abusata” categoria delle sistemazioni esterne, a quelle che spesso si definisce “arredo urbano”, ma all’architettura tout court, al sua più solida e nobile tradizione. Il trapasso dalla misura “pubblica” a quella “privata” e la definizione di ambiti spaziali di diversa consistenza formale e natura materica, sono i punti fermi della nostra proposta progettuale. È dalla corretta attuazione di questi passaggi teorici, tecnici e spaziali che discende, così come crediamo sia avvenuto, la possibilità di realizzare quello che resta il principale obbiettivo di ogni buona architettura: dare alle persone e ai cittadini – nel nostro caso quelli del “quartiere Intersettore” dei cittadini di Barletta – il giusto benessere fisico e spirituale, la giusta confidenza con i luoghi. Condizioni, queste, assai rare da raggiungere, soprattutto se si ha a che fare con lo spazio pubblico. Insomma, ciò che bisogna conquistare – e lo si può fare solo a costo di grandi fatiche –è uno stato di grazia che si ottiene soltanto nel momento in cui la collettività si riconosce nello spazio che la ospita, nell’angolo di mondo in cui l’individuo vive. Anche a questo serve la consapevolezza del passato, e il recupero di una memoria come può esserlo quella delle “sette rue”, ma non soltanto, perché questo patrimonio va arricchito con un nuovo materiale, con un’ulteriore elemento, quello dell’innovazione e della diversità architettonica. Una diversità che si ottiene attraverso la sperimentazione di altre figuratività. Insomma bisogna andare alla ricerca dell’eterno “nuovo”, così come esso ci viene dato e tramandato dalla Storia. .2 Illustrazione delle ragioni delle della soluzione prescelta sotto il profilo funzionale in ragione dell’inserimento nel contesto esistente La soluzione prescelta per la sistemazione dell’asse pedonale dell’area “Intersettore” discende dalla necessità primaria di innescare un processo di “misura” del vasto spazio urbano racchiuso dalla sequenza di edifici prevista nella seconda variante del Piano di zona del Comune di Barletta. Una misura che discende dal processo ripetitivo di una serie di invasi spaziali – un sistema di piazze – che intendono conferire domesticità, consuetudine e appropriatezza a uno spazio che, essendo lungo e stretto, è per sua natura difficilmente percepibile nella sua unità. Questa azione di misura fa anche riferimento al momento fondativo di questa parte di città, che si propone la ricomposizione urbana attraverso l’uso di categorie dell’architettura note e riconoscibili: la strada, la piazza, il viale, la presenza minuta del commercio e di piccole imprese artigianali. Questo infatti è lo spirito dell’intervento: fornire un elemento misuratore, il succedersi di un sistema di piazze, che dia senso a quel tessuto minuto, difficilmente misurabile, che è il verde, lo spazio pavimentato, la sequenza di piccole attrezzature commerciali, la pista ciclabile. Il concetto informatore del progetto rappresenta quindi la trasposizione concettuale del nucleo originario della città storica di Barletta, connotato da un asse (decumano) perpendicolarmente intersecato da sette strade che lo incrociano, le cosiddette sette rue. Il progetto nasce dalla interpolazione tra questi due elementi primari: 1. il lungo portico longitudinale parallelo alle testate degli edifici, sul lato nord dello spazio Intersettore, destinato al passeggio e al piccolo commercio 2. Il sistema delle piazze tematiche, una serie di spazi ad andamento organico, una sequenza di forme ovoidali che a volte prendono le sembianze di collinette verdi, a momenti materializzate invece in veri e propri invasi spaziali, piazze caratterizzate dal materiale di finitura predominante. Il progetto è poi integrato da una serie di elementi secondari della composizione, ma necessari al fine dell’integrazione del sistema in un tutto organico. Questi elementi sono : a. Il sistema del verde superficiale, delle collinette verdi e le vasche d’acqua. b. Il sistema delle pavimentazioni permeabili e impermeabili. c. La pista ciclabile e il sistema dei percorsi pedonali, le sette rue. d. Le coperture leggere amovibili montate su setti monolitici. Il progetto della sistemazione generale condensa l’intervento nella porzione centrale, quella soggetta a finanziamento immediato, e diluisce lo stesso intervento nelle aree adiacenti, da una parte nella vasta piazza circostante le due torri, e dall’altra nel prolungamento dell’intervento con modalità analoghe verso la polarità della chiesa di S. Giovanni Apostolo. Attraverso le penetrazioni pedonali agli assi paralleli di via Paolo Ricci, disposti trasversalmente verso l’area Intersettore, si penetra direttamente all’area oggetto del Concorso, L’area è limitata a nord dalla sequenza della attrezzature commerciali, cui si accede dal lungo portico longitudinale, caratterizzato dalla sezione a L. Le attrezzature commerciali sono discretizzate secondo sequenze che traggono la loro misura dal succedersi dei corpi di fabbrica degli edifici residenziali. Sui tetti delle dotazioni commerciali e in risalita lungo le testate degli edifici si trovano le attrezzature della captazione fotovoltaica che fornirà energia per l’illuminazione serale delle piazze. La porzione terminale del portico e lo spazio residuale del bordo della piazza-teatro principale ospita delle piccole attrezzature di servizio e locali tecnici ad uso dello spazio urbano. Tutta la sequenza ambientale, distesa nel disegno longitudinale della piazza, è innervata dai percorsi ciclo- pedonali che costituiscono uno degli elementi di infrastrutturazione verde dell’area. Questi sono interconnessi agli attraversamenti pedonali, che anziché tagliare trasversalmente lo spazio, accerchiano le colline verdi e le piazze. Gli attraversamenti sono desunti concettualmente dal sistema delle sette rue centrali della città; queste da assi rettilinei diventano percorsi sinuosi che segnano e circondano piazze tematiche e colline verdi, vero centro tematico del progetto. Le piazze tematiche, intervallate e poste in sommità delle colline verdi, sono il cuore concettuale del progetto. Esse sono caratterizzate da funzioni e materiali differenti, e nell’insieme descrivono un sistema di luoghi, una concatenazione che produce una nuova identità al luogo, cercando di rigenerare dal punto di vista ambientale l’indifferente e anonimo svolgersi del sito. La principale di queste piazze è la piazza-teatro, le cui finiture e bordi sono in pietra, mentre la pavimentazione è lignea. Al di sotto di questa si trova la vasca per il recupero delle acque meteoriche che serviranno per l’innaffiamento dei giardini. La piazza è parzialmente protetta dall’irraggiamento solare estivo dal sistema delle tende amovibili, in rete metallica tesata, montate su supporti monolitici in c.a. a faccia vista, che formano un paesaggio artificiale attorno alle piazze stesse. In adiacenza alla piazza teatro si trova la piazza dei giochi, una piazza ludica per bambini e adulti, pavimentata in pietra con sistema craquelé, poi si trova la piazza d’acqua, un piccolo invaso liquido utile a produrre un micro-clima favorevole nella stagione estiva. Una sequenza di giardini e boschetti tematici separa la piazza d’acqua dal giardino secco, un’altra piccola piazzetta tematica pavimentata con diverse tessiture di pietra artificiale, a simulare un disegno neo-organico con materiali artificiali. Un altro sistema di coperture leggere, disposte in studiato disordine, borda il sistema di piazze verso est, in analogia al portale ovest, costituendo una sorta di limite architettonico a questa fase dell’intervento, percepibile quindi nella sua unità. La filosofia dell’intervento si estende alle estremità dell’area intersettore, che però saranno trasformate con interventi finanziati successivamente. Le indicazioni fornite hanno solo il valore quindi di una prefigurazione architettonica. L’area della due torri prevede un parcheggio interrato al quale si accede da un sistema di rampe, è raggiungibile pedonalmente anche da una piazza interrata che è complanare con il sistema del parcheggio. Il trattamento della grande piazza superiore prevede una estesa pavimentazione litica, intervallata da un uliveto a maglia geometrica, a rammentare un topos tipico dell’identità pugliese. Così come i giardini di pietra e i boschetti tematici previsti in adiacenza alla chiesa. Tutta la sequenza dei luoghi e delle piazze d’acqua, di pietra, di legno, di materiale verde trova la sua rappresentazione più suggestiva nel chiarore delle luci radenti della illuminazione serale.
Inquadramento territoriale
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Il Bando di gara alla base del concorso di progettazione, a pag. 2, scrive : “ Particolare attenzione dovrà essere rivolta a , rafforzare le specificità del luogo oggetto del concorso in relazione al valore simbolico che esprime ed ai caratteri architettonici ed ambientali presenti, attraverso proposte di ridisegno e qualificazione funzionale , di definizione dei caratteri architettonici , dei materiali , degli arredi; valorizzare gli spazi e le architetture…………individuare le relazioni tra i diversi spazi aperti………. Tutti gli interventi dovranno essere ecosostenibili…” Nella redazione del progetto questi aspetti, come precisato in precedenza sono stati tenuti in grande considerazione elaborando una soluzione con al centro: temi con alto valore simbolico ed architettonico ; rapporto stretto con un contorno ed un’esistente a volte privo di significato e di relazioni; funzioni specifiche e diversificate inserite in un tessuto connettivo verde la ricerca di soluzioni ecologiche e bio compatibili: l’inserimento tecnologico di materiali e tecniche costruttive locali.
Funzioni
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render
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render
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sezioni
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render notturno e diurno
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pianta
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pianta delle reti
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