Camminando lungo la via Provinciale è possibile scorgere, contenuto dalle montagne, che dalla Grigna al San Martino gli fanno da cornice, un edificio in grado di catturare l’attenzione. Nulla ha di straordinario anzi è forse la normalità ciò che lo definisce.
© Giorgio Melesi . Published on March 25, 2013.
Il linguaggio espressivo utilizzato, legato a elementi tipologici tradizionali, ricolloca il volume esistente nell’insieme, al punto che l’edificio stesso diventa punto di interesse e chiave di lettura del contesto eterogeneo cui appartiene. Si ritrova nella costruzione l’uso del legno, della muratura cieca, della copertura a capanna, materiali e forme che l’occhio scorge sull’orizzonte definito nel fondovalle di questo paese. Il legno avvolge il fusto strutturato della costruzione, se ne distacca quanto basta per non soffocare ciò che contene. E’ una vegetazione, un articolato disegno organico quanto può esserlo la chioma generosa di un grande albero. Ed è proprio la metafora dell’albero lo strumento che l’edificio mette in campo per sostenere le funzioni che all’interno sono previste vengano svolte.
© Giorgio Melesi . Published on March 25, 2013.
C’è una diversità di funzioni che hanno la ragione dello stare sotto lo stesso tetto nel fatto di concepirsi legate dalla stessa natura. L’attività produttiva, di distribuzione, di accoglienza e l’abitare sono aspetti dello stesso insediarsi sul territorio. Sono l’esplicitazione di una vita. Forse è questo che inconsapevolmente ha catturato il nostro interesse, la forma di una costruzione che esprime anche noi. La ricerca prosegue poi nelle scelte architettoniche che a partire dalla definizione di un volume riportato a semplicità, e con questo acquisendo la possibilità di operare in tempi diversi nella ristrutturazione dell’edificio, si esprime nella geometria composita delle facciate. La trasparenza della superficie percepita, consente di arricchire l’osservazione della costruzione. Su piani diversi si mostra una alternanza di chiari scuri che scompongono e articolano il volume. Questo si percepisce leggero, collocato su una base resistente che, adagiata sul terreno, colma la differenza di quota tra la strada e il terreno agricolo. A contatto con il cielo la copertura metallica traccia un netto segno, definisce una sagoma, rimanda alle creste del monte posto a sfondo. Il progetto prevede la possibilità di recuperare a fini abitativi lo spazio di sottotetto, suddividendolo in due unità abitative.
© Giorgio Melesi . Published on March 25, 2013.
Credo che questo progetto possa essere considerato una tra le diverse soluzioni che la ristrutturazione dell’immobile offre. La sua particolarità, se cosìè possibile definirla, sta nell’aver letto il paese come il segno, il passaggio dalla collina alla montagna, e l’edificio ne assume i connotati. Occorre che la propria casa sia riconosciuta, identificata non tanto per la sua differenza dalle altre quanto per il carattere che la fa unica. Questo è quello di una storia ancora in parte rintracciabile e che per quanto sono riuscito a comprendere, ha oggi il desiderio di essere testimoniata e spinta avanti affinchè, attualizzata riaccada bella come è.
© Giorgio Melesi . Published on March 25, 2013.