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Pomerio - Sante Simone, Laura Fabriani , alessandro zappaterreni, Ester Bonsante

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L’area di progetto impone una riflessione sulla definizione di un limite, quello tra la città di Milano e la pianura disegnata dai segni dell’agricoltura verso Chiaravalle. La storia della forma urbis di Milano racconta lo sviluppo radiale della città risolta tra anelli di mura concentriche fino al piano di crescita urbanistica del ‘31, rimasto disatteso. Dal fallimento di quella esperienza, che ha visto la città dissolversi nella campagna, nasce l’esigenza di definire un bordo, una soglia tra queste. Tale soglia opera una inversione sostanziale: non è più la città che si mura rispetto alla campagna crescendo ad anelli concentrici, ma è la campagna che tiene il bordo rispetto alla città. Sullo sfondo di questa dichiarazione di intenti il progetto si articola in una logica non assertiva, astratta, ma tendente alla metabolizzazione di questa soglia nel contesto agricolo. L’intervento residenziale è inteso come una bordatura bassa, un frammento enormemente ingrandito della cascina, emblema della architettura rurale lombarda, tesa a proteggere un luogo e il suo genius. Da questa si apre lo spazio pubblico di un parco agricolo solcato da alcune linee di percorrenza ciclo pedonale. A fronte della determinatezza morfologica con cui si impone, il progetto residenziale al suo interno si risolve in una flessibilità dei tagli distributivi tale da consentire l’eterogeneità della offerta abitativa. I due bracci della maxi cascina sono interrotti per consentire la permeabilità della città col parco agricolo. All’incrocio dei due bracci, l’angolo-cerniera risolve la centralità della stazione metro di Porto di Mare: un torrino, anch’esso allusivo del tipo rurale lombardo, che oltre a definirsi come emergenza simbolica e luogo di attraversamento che introduce al parco, contiene un museo della memoria della Milano navigabile e di ciò che quel luogo avrebbe dovuto essere, la porta al mare per la città. A scala urbana, il bordo che fa da quinta alla distesa di campi agricoli fino all’emergenza del campanile di Chiaravalle, è staccato e ruotato rispetto all’angolo costituito dalla pesante infrastruttura del raccordo autostradale e dalla via Fabio Massimo. In questo scarto si configura una fascia ancora urbana di servizi di pertinenza, un ambito di decompressione organizzato per elementi che serve sia il nuovo insediamento abitativo che la città consolidata. Oltre alla città dello sport, che si lega alla memoria acquatica del sito attraverso l’utilizzo della tipologia termale, il principale elemento di questa fascia di decompressione è caratterizzato dal mercato rionale, trait d’union tra la città e la pianura agricola. A ovest il mantenimento delle cascine preesistenti attorno alla piccola chiesa, memoria dell’antico borgo di Nosedo, si configura come snodo tra l’ultimo brano di città consolidata e il nuovo intervento abitativo che fa da fondale a questa preesistenza e che nella laconicità del muro continuo assume la lezione dell’architettura rurale a corte introversa dal carattere bifronte: apertura alla campagna e argine alla città. Lo snodo è anche il punto da cui parte la strada che dolcemente conduce a Chiaravalle costeggiando le ultime case e aprendosi alla pianura padana. A metà del percorso l’aggregato costituito dalle due cascine storiche viene completato con una nuova centralità, punto di arrivo di un ulteriore ingresso al parco costituito dal ponte che lo connette alla stazione di Rogoredo consentendo il superamento della cesura costituita dalla via Marochetti. La pesante infrastruttura è esclusa alla vista del parco da una bordatura continua lungo la quale si collocano le architetture dello sport, un’area di parcheggio e alcuni locali che potrebbero contenere le attività artigianali, e non solo, presenti sull’area. Queste attualmente sono collocate lungo la via San Dionigi che conduce a Chiaravalle e costituiscono una cesura tra l’area di progetto e la campagna circostante. A scala territoriale l’obbiettivo di questo intervento è quello di aprire il più possibile il parco agricolo di Milano sud, recuperando la visuale puntuale dei suoi elementi nella sconfinata vastità della pianura cui l’angolo-bordo fa da fondale e ideale inizio.

Sante Simone, Laura Fabriani , alessandro zappaterreni, Ester Bonsante — Pomerio

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Sante Simone, Laura Fabriani , alessandro zappaterreni, Ester Bonsante — Pomerio

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Sante Simone, Laura Fabriani , alessandro zappaterreni, Ester Bonsante — Pomerio

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