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AAA Architetticercasi 2013 - Caterina Marra, Antonio Mannino, Andrea Matteo Azzolini, Francesco Bonanomi, Marco D'angelo, Daniele La Marca, Stefano Sottocornola, Emanuele Fusi

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FATTO DA NOI E PER NOI propone un’idea di “cittadinanza urbana” dove gli individui possano avere adeguati spazi in cui realizzarsi, insieme, individualmente e collettivamente. La prima strategia riguarda l’implementazione dei collegamenti “slow” con il territorio in modo particolare con il ParcoSud e i quartieri limitrofi oltre ai molteplici percorsi pedonali che attraversano l’area. La seconda strategia riguarda la costruzione di un sistema di funzioni diversificate complementari a quelle esistenti in modo da configurare una nuova centralità da mettere a sistema con le altre presenti. Si promuove, come terza strategia, la ricerca di un’urbanità diffusa, configurata con un sistema planimetrico aperto che, con i suoi numerosi passaggi, possa permettere nuovi percorsi che connettano anche le aree a nord, attualmente dismesse, in una possibile futura destinazione scolastica e residenziale. Sempre in quest’ottica si propone di riattivare i bordi degli attuali isolati di Santa Giulia, caratterizzati ora da recinti chiusi, inserendo nel centro, nuove funzioni che possano permettere l’attraversamento diurno degli isolati tramite appositi varchi. Si configura così un insediamento ricco di funzioni differenti e dislocate che possano soddisfare esigenze locali ed interagire sinergicamente con la comunità.

Caterina Marra, Antonio Mannino, Andrea Matteo Azzolini, Francesco Bonanomi, Marco D'angelo, Daniele La Marca, Stefano Sottocornola, Emanuele Fusi — AAA Architetticercasi 2013

Si strategicamente una duplice vocazione: colturale e culturale. La prima consiste nel valorizzare le aree verdi e i percorsi ciclopedonali a costi limitati mettendole a disposizione di associazioni e ortisti che potranno essere istruite direttamente sul posto con specifici corsi promossi da responsabili del Centro di Forestazione Urbana (C.F.U.). In questo modo saranno direttamente gli ortisti a prendersi cura del parco che non avrà il carattere di un classico giardino, ma di un “giardino in movimento”, valorizzando la differenziazione biologica e le piante pioniere. La vocazione culturale prende forma invece nella scelta di definire un piccolo distretto didattico trasformando l’area a nord con una possibile funzione scolastica e garantendone l’accessibilità tramite i percorsi che attraversano l’area. Il nuovo complesso scolastico sarà inoltre dotato di un sistema di spazi aperti qualificati e multifunzionali. La vocazione colturale e colturale si fondono in alcuni servizi collaborativi come gli orti didattici dove i bambini, con l’aiuto di insegnanti e volontari, contribuiscono alla piantumazione delle nuove aree urbane e alla cura del parco. In questo modo aumenta notevolmente il senso di appartenenza a un luogo contribuendo a costruire un’identità fortemente comunitaria.

Caterina Marra, Antonio Mannino, Andrea Matteo Azzolini, Francesco Bonanomi, Marco D'angelo, Daniele La Marca, Stefano Sottocornola, Emanuele Fusi — AAA Architetticercasi 2013

Lo spazio aperto, il piano terra e i servizi collaborativi strutturano, a diversi livelli, spazi flessibili dall’uso molteplice. L’urbanità si configura in un sistema articolato di spazi aggregativi diffusi, permeabile al quartiere e basato su una visione dinamica, ideata per modificarsi nel tempo assecondando le differenti esigenze. Il parcheggio in previsione lungo Via Manzù separerebbe in maniera drastica l’intervento di Santa Giulia dall’area di progetto. Si è optato per delocalizzarlo nella parte est e nella parte nord dell’area in modo da poter riqualificare la consistente fascia di spazio aperto che divide i due fronti residenziali. Anche la stessa via Manzùè oggetto del progetto che prevede di trasformarne gran parte in woonerf, sottolineando così la priorità del pedone. La scala umana del pedone è l’elemento che domina la configurazione dell’intervento. Nell’area di progetto chiunque può muoversi liberamente e le connessioni sono agevolate da percorsi alberati e panchine ruotanti. Anche i bambini hanno la possibilità di trovare numerose e differenti situazioni di gioco per le diverse età: giochi statici e giochi dinamici, piccoli campi da gioco, ma anche campi da bocce per adulti. Ad essi sono dedicati anche aree da adibire a giardini condivisi e orti didattici in prossimità della parte nord dell’area. La parte sud a ridosso di Via Manzù e invece caratterizzata da lampioni multifunzionali (eventuale elettricità, acqua, filodiffusione) e aree con alberature più fitte e più rade che permettono ad esempio di organizzare il mercato settimanale all’ombra di bagolari e pioppi. Vi è anche un’area libera attrezzata da destinare ad attività artistiche e culturali caratterizzata da un suolo differente. In questo spazio è stato allestito lo spettacolo descritto nello storyboard. Gli spazi aperti sono progettati in modo da consentirne un uso diversificato nel tempo, nei mesi, ma anche tra le configurazioni diurne e quelle notturne. Tutti i piani terra sono destinati a funzioni commerciali che, in caso di inutilizzo, possono essere in un primo momento affidati temporaneamente ad associazioni in attesa delle esigenze di mercato che imporranno poi a queste attività collaborative di spostarsi al piano primo. Il progetto prevede nella superficie commerciale di maggiori dimensioni un supermercato collaborativo gestito dagli abitanti delle residenze co-housing.

Caterina Marra, Antonio Mannino, Andrea Matteo Azzolini, Francesco Bonanomi, Marco D'angelo, Daniele La Marca, Stefano Sottocornola, Emanuele Fusi — AAA Architetticercasi 2013

FATTO DA NOI E PER NOIè un sistema integrato di servizi collaborativi per stimolare e successivamente rafforzare il senso di comunità all’interno del quartiere attraverso la condivisione di esperienze collettive. Nel progettare piano terra e servizi sono state considerate quattro “personas” tratteggiate a partire da interviste sul campo e dati raccolti. In una visione diacronica dello sviluppo urbano si è provato a considerare come le esigenze di queste personas potessero mutare, rispetto alle iniziali, in termini di spazi e servizi nel corso di 5 e 10 anni prevedendo dunque altri scenari d’uso degli spazi proposti come ad esempio l’articolazione dei playground per bambini che crescendo diventano ragazzi e cercano spazi differenti. Nel progetto si è definito maggiormente la vocazione culturale proponendo servizi collaboraivi come atelier, laboratori artigianali e musicali dove vicendevomente ci si scambiano le proprie competenze. Il loro scopo è quello di realizzare uno spettacolo di inaugurazione dello spazio dell’arte dove sono gli stessi produttori di scenografie, costumi e musica a fare da attori e spettatori: UNO SPETTACOLO FATTO DA NOI E PER NOI. I servizi collaborativi vogliono quindi avere una prevalente attrazione locale in modo da consentirne la frequentazione degli stessi residenti. In quest’ottica è stata strutturata la storyboard che racconta la costruzione dello spettacolo dai “primi passi” con le lezioni e la definizione di “facilitatori” che mantengano gli equilibri nei vari gruppi, proseguendo con la preparazione e le assemblee e infine le prove e lo spettacolo vero e proprio. L’evento si conclude con una festa di fine progetto. La raccolta fondi potrà inoltre finanziar nuove attività della comunità stessa. Anche i più giovani vengono coinvolti in questi progetti, ad esempio con la gestione del “gruppo web” e delle pagine multimediali e di scambio informazioni. Ognuno ha un proprio ruolo senza prevale sugli altri. Lo storyboard propone come esempio la realizzazione di uno spettacolo per la comunità, in cui ogni laboratorio collaborativo indirizzerà le sue attività per la creazione di una parte dello spettacolo.

Caterina Marra, Antonio Mannino, Andrea Matteo Azzolini, Francesco Bonanomi, Marco D'angelo, Daniele La Marca, Stefano Sottocornola, Emanuele Fusi — AAA Architetticercasi 2013

Il “concept architettonico” esprime la priorità data alla costruzione di una rete di percorsi pedonali di collegamento che permettono differenti attraversamenti del lotto1 senza costruire recinti, ma accentuando la permeabilità dell’area. Il suolo urbano prende spessore e configura un volume articolato con, al piano terra, spazi commerciali e, in quota, funzioni collaborative interconnesse da una rete di spazi aperti. Dal secondo livello si sviluppano le residenze la cui volumetria viene tratta dal planivolumetrico di MAB arquitectura. Il livello dei servizi collaborativi è un’articolazione del paino terra a cui è collegato per mezzo di scale esterne e ascensori interni. Le terrazze sono interconnesse da passerelle che permettono una circolazione tra i servizi collaborativi garantendo una vitalità e uno scambio di relazioni sociali che supera la criticità della convivenza tra le diverse funzioni e ne potenzia gli aspetti positivi. La coperture del blocco ovest viene attrezzata con giardini pensili per il micro-nido, gestito dalle mamma che vivono nel co-housing, e con orti affidati in gestione ai residenti. Gli spazi sono modulari e flessibili, facilmente collegabili in modo da configurare superfici maggiori a seconda delle esigenze limitando il più possibile i vincoli impiantistici e strutturali. Viene sempre garantite una “free-room” condominiale in cui organizzare feste o da adibire ad eventuale stanza ospiti. Il progetto prevede spazi di co-working particolari affittabili anche da esterni che, ad esempio collaborano con Sky, che sono dotati di servizi condivisi e mini alloggi temporanei. Un modulo viene riservato a sede dislocata del Centro di Forestazione Urbana, che collabora con gli ortisti nella gestione del grande parco. Sono previsti inoltre differenti spazi liberi in questo caso adibiti a laboratori (musicali, artigianali, scenografia, costumi…) per preparare lo spettacolo collettivo. Vi sono infine spazi predisposti a contenere servizi legati al co-housing soprastante come la lavanderia comune o la sala biliardino. Il volume più basso a pianta quadrata è invece una sala polivalente che può essere allestita secondo le differenti necessità: mostre, feste, concerti, spettacoli… Gli spazi dei servizi collaborativi sono estremamente flessibili e modulari in modo da essere intercambiabili e consentire molteplici trasformazioni nel tempo .

Caterina Marra, Antonio Mannino, Andrea Matteo Azzolini, Francesco Bonanomi, Marco D'angelo, Daniele La Marca, Stefano Sottocornola, Emanuele Fusi — AAA Architetticercasi 2013

Anche l’edificio è progettato per accogliere nel tempo un programma variabile di funzioni che introduce nuove forme di convivenza sovrapposizione e intercambiabilità tra abitare e lavoro superandone la sterile dicotomia casa-lavoro. Assecondando le differenti esigenze si può riconfigurare facilmente e con modifiche contenute l’intero edificio da una pianta totalmente libera ad una suddivisione in moduli diversi, ripetibili e intercambiabili. Il progetto è basato su una ricerca di quelle qualità che permettono la variazione delle funzioni nel tempo riducendo i vincoli strutturali e impiantistici al minimo essenziale. I solai sono inoltre predisposti affinchè possano essere facilmente forati per collegare unità sovrapposte. I singoli moduli sono unibili anche complanarmente in unità di dimensioni maggiori a seconda degli usi. Le residenze, i servizi collaborativi e gli spazi lavorativi sono intercambiabili e possono dunque configurarsi in modo sempre differente a partire dalla condizione di partenza. Il moodboard rappresenta attività caratteristiche delle nuove residenze lavoro come ad esempio piccoli lavori di sartoria, uffici professionali, o ambulatori privati per medici, massaggiatori o piccole sale prove di danza. Le necessità possono essere differenti. In alcuni casi è prevista un modulo “lavoro” condiviso tra due moduli di residenza che si organizzano per usarlo saltuariamente. In altri casi gli spazi di lavoro possono essere ricavati con pareti mobili oppure unendo due unità sullo stesso piano. E’ previsto il collegamento tra due piani per ampliare la propria residenza o per connettere lo spazio di lavoro all’abitazione secondo configurazioni di residenza-lavoro versatili nel tempo.

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