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Piazza Matteotti a Giugliano - Pietro Pippo Pirozzi

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Il progetto di sistemazione di Piazza Matteotti a Giugliano, è parte di un programma messo a punto dall’Amministrazione Comunale per il ridisegno degli spazi pubblici del centro storico, in particolare di quelli relativi al Corso Campano, asse portante della struttura urbana lungo il quale sorgono i principali monumenti della città. L’intento è quello di restituire all’uso sociale, civile e religioso, lo spazio della piazza, in passato utilizzato per il mercato o come luogo per la celebrazione di feste e attualmente in forte degrado, soffocato dalla sosta abusiva delle automobili. Il rapporto con gli edifici preesistenti che circondano la piazza e che la caratterizzano come un vero e proprio “interno urbano”è stato determinante nella ricerca delle matrici progettuali. In particolare l’analisi geometrico-proporzionale della chiesa di S. Sofia, interamente ricostruita nel XVII secolo su disegno di Domenico Fontana, ha condotto a rilevanti “scoperte”.

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Il prospetto principale della chiesa, che domina il lato est della piazza, è inscritto in un quadrato di 25×25m. Le diverse parti sono ricavate attraverso la scomposizione di tale quadrato secondo rapporti aurei, sino ai più piccoli elementi quali la finestra centrale e la nicchia sul portale. Si possono riscontrare tali metodi di proporzionamento per l’intero spartito architettonico della chiesa sia in pianta che in alzato. La scala poligonale al lato della chiesa è ricavata dalla metà di un decagono, figura notoriamente costruita secondo rapporti aurei. Altra singolare ricorrenza è l’utilizzo del numero cinque per diverse serie di elementi, dalle campate della navata ai gradini in facciata. L’asse ortogonale alla facciata è ruotato di circa 5° rispetto alla direzione EST-OVEST del Corso Campano. La facciata è a sua volta leggermente ruotata rispetto all’asse della navata. E’ stato sorprendente notare che uno dei due giorni dell’anno (10 settembre) in cui il sole tramonta esattamente in quella direzione, inclinata cioè di 5° rispetto al percorso equinoziale, coincide con la data in cui sarebbero state trasportate sul posto le reliquie della santa, di origine cumana, alla quale la chiesa è dedicata.

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Per il dimensionamento degli elementi progettati e la determinazione di alcune relazioni metriche, si è tenuto conto di tali rapporti e metodi di proporzionamento, nell’intento non di riproporre armonie universali, quanto piuttosto di raccogliere tracce di storia con le quali tutti possano continuare a confrontarsi. I differenti elementi che conformano lo spazio della piazza sono stati collocati lungo i margini: una sorta di “recinto frammentato”, che riprende la forma rettangolare della piazza, con il lato lungo coincidente con la direzione del Corso; su tale lato una pensilina, luogo di attesa, ma anche portale di accesso alla piazza, si decompone in elementi slittati che la pongono in relazione con la dinamica della strada; la direzione viene ulteriormente segnata da quattro panche in pietra. Una gradinata, ottenuta rettificando il dislivello preesistente, ed una balaustra rafforzano il taglio di questo spazio, che viene riconnesso alla facciata della chiesa mediante una fascia di pavimentazione, di diversa tessitura, orientata e proporzionata con moduli geometrici desunti dalla facciata stessa. La rotazione della chiesa non viene assorbita dal disegno ma anzi genera una tensione particolarmente evidenziata in una panca triangolare, la cui deformazione è generata appunto dall’incontro delle due direzioni. Uno dei due lati della fascia viene messo in risalto facendolo coincidere con la lunga caditoia in cui convergono i piani di calpestio, inclinati per il deflusso delle acque meteoriche; l’asse della chiesa viene cosi traslato in posizione pressoché baricentrica rispetto all’intera piazza. Nella parte terminale della fascia, sul lato ovest, si concentrano tre elementi: un albero a foglia caduca, la fontanina in ghisa preesistente, riutilizzata e riposizionata, e un “monumento” costituito da cinque blocchi in pietra, proporzionati ancora secondo rapporti aurei e orientati in relazione alla chiesa, sui quali saranno incisi riferimenti alle matrici geometriche del progetto, la direzione dei punti cardinali e una scritta commemorativa. Sul lato nord una rampa permette l’accesso carrabile ad uno dei palazzi.

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La parte centrale della piazza sarà pavimentata riutilizzando il basolato preesistente in pietra vesuviana, rilavorato a scalpello e posizionato secondo diverse tessiture. Tutte gli elementi lapidei di progetto saranno realizzati in pietra bianca di Trani. Le parti metalliche quali la caditoia centrale, la balaustra ed il telaio della bacheca luminosa prevista al di sotto della pensilina, saranno realizzate in acciaio inox. Saranno rispettate le alberature preesistenti prevedendo, se opportuno, la sostituzione di alberi malati o gravemente danneggiati. L’illuminazione diffusa avverrà attraverso quattro apparecchi luminosi su pali posti agli angoli della piazza, mentre effetti di luce puntuali saranno ottenuti con lampade ad incasso posizionate al di sotto della pensilina, delle panche in pietra e del nuovo albero previsto. Nell’affrontare la complessità di un intervento in un contesto fortemente caratterizzato dalle preesistenze, il progetto mira ad una immagine non semplice ma certamente discreta, rispondente all’esigenza di ottenere uno spazio disponibile a molteplici, possibili modi di essere vissuto.

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