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EVVA ITALIA - AM Studio

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La sostenibilità della funzione produttiva. La configurazione degli spazi intende precisare nuove forme di relazione tra le attività svolte all’interno dell’azienda. Gli spazi oltre a rispondere alle specifiche necessità operative legate alla produzione e commercializzazione, consentono lo svolgimento di attività di socializzazione, ricreazione e benessere fisico. In questo modo lo spazio della produttività assume un significato più collettivo, evidenziando la sempre più attuale necessità di una dimensione sociale dell’attività d’impresa.

AM Studio — EVVA ITALIA

Il carattere dell’impresa e la sua identità. Il progetto si pone l’obiettivo di precisare il carattere e l’identità dell’azienda attraverso l’espressività della propria forma specifica. Il senso degli spazi interni così configurati è quello di una “moderna officina” che intende esprimere la tradizione, nel ricondurre il valore trasmesso all’eccellenza dell’oggetto prodotto, e incarnare la modernità, nel supportare la produzione e la commercializzazione attraverso le attrezzature e gli strumenti più avanzati.

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La riconfigurazione del fronte esterno assume un forte valore in termini di qualificazione e comunicazione dell’identità stessa dell’impresa che, non è più delegata esclusivamente a isolate e solitarie insegne, ma si affida a dispositivi formali di carattere architettonico, innescando in questo modo più appropriati ed efficaci sistemi espressivi.

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“Ri-ciclo” e sostenibilità. Il radicale cambiamento del mondo produttivo, che investe la stessa struttura di funzionamento interno dell’impresa, determina l’inappropriatezza delle vecchie forme dello spazio della produttività. Questo processo ha generato l’abbandono di architetture e di pezzi di territorio la cui identità e funzione si è esaurita, assumendo il valore di veri e propri “rifiuti urbani”. Il progetto, nell’affrontare queste tematiche di forte attualità, riflette sulle possibili metodologie operative del “ri-ciclo” delle aree e dei sistemi produttivi, ponendosi l’obbiettivo di ri-generare, ri-fondare, ri-concettualizzare il significato stesso delle forme, degli spazi e delle attività contenute in questi luoghi.

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La questione ecologica. La fabbrica è stata concepita come un “organismo vivente” che per funzionare preleva energia dall’ambiente circostante. Attraverso specifiche scelte di carattere tecnologico si è potuto costruire un organismo edilizio completamente autosufficiente. Precisare un involucro edilizio capace di contenere al massimo le dispersioni termiche (classe A) ha consentito di limitare le potenze necessarie al raffrescamento e riscaldamento degli ambienti interni. L’energia inoltre è autoprodotta grazie all’installazione in copertura di un impianto fotovoltaico da 40kW che produce complessivamente 44.000 kWh/anno. Considerando che il fabbisogno energetico stimato in fase di progetto per il funzionamento degli impianti è di 22.000 kWh/anno e per l’illuminazione e le macchine interne è di 20.000 kWh/anno, ne risulta che l’edificio è completamente autosufficiente e non produce emissioni inquinanti di CO2, in quanto utilizza esclusivamente “energia pulita”.

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