La villa monofamiliare “Cà 75 Rose”è un edificio a basso consumo energetico che sorge nella pianura veneta caratterizzata dalla presenza, anche storica, del fiume Piave.
© Globarch BioArchitettura . Published on February 05, 2014.
Il problema più difficile da risolvere in modo “passivo” nel clima caldo umido di questa zona della pianura padana è stato quello della riduzione dell’umidità dell’aria. Questo problema risulta risolvibile solo tramite una buona areazione naturale o forzata.
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Qui, infatti, la difficoltà principale è data dal caldo eccessivo, aggravato dal fatto che non solo la temperatura dell’aria è elevata ma anche la sua umidità, quindi l’effetto raffrescante dell’evaporazione è limitato. In questa zona la copertura ha la stessa importanza del pacchetto murario, che deve garantire il “volano termico” interno, e il movimento dell’aria rappresenta l’elemento compensatorio fondamentale: lo studio planimetrico, perciò, oltre ad essere influenzato dai principi del Feng Shui e dalla necessità di proteggersi anche dal freddo invernale, è congegnato per favorirne il flusso mediante la creazione di grandi aperture.
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In base a queste considerazioni preliminari, alle informazioni ricevute dall’analisi Feng Shui professionale chiamata Xuan Kong Fei Xing o Flying Stars (studio delle energie magnetiche nello spazio/tempo) ed alle necessità distributive del committente abbiamo scelto una pianta a C compatta con un semipatio centrale, esposizione sud/nord ed una costruzione massiva.
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Il controllo dell’irraggiamento solare è un elemento molto importante della progettazione bioclimatica in quanto è volto a garantire durante la stagione fredda l’apporto solare passivo e durante quella calda la protezione dal surriscaldamento. Al piano terra la protezione solare è data da schermi scorrevoli che garantiscono un filtro efficace e contemporaneamente una libertà visiva dall’interno verso il giardino, nonché creano un senso di protezione nelle ore serali in quanto, dotati di serratura, costituiscono una prima chiusura.
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La filosofia pensata per questa residenza è stata quella dell’autonomia energetica. L’impianto geotermico, accoppiato agli scambiatori di calore, alimentato da un sistema fotovoltaico, che raggiunge i 5,16Kwp, integrato da pannelli solari termici per 10 mq, permette all’edificio di essere autonomo per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico. Si può stimare che circa il 70% dell’energia resa all’abitazione venga prelevata dal terreno, e la rimanente quota del 30% prelevata dall’esterno sotto forma di energia elettrica. Tutte le componenti dei pannelli radianti, fatta esclusione per la sola tubazione, sono stati scelti con attenzione alla bioarchitettura: il pannello isolante di base è in fibra di legno, la striscia perimetrale in canapa. L’acqua calda sanitaria è garantita nella maggior parte dell’anno dai soli pannelli solari e a monte dell’impianto è stato posizionato un vitalizzatore d’acqua
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