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Volumi monolitici e contrastati nella frammentarietà dell'ambiente circostante - Michele Varone, Claudio Cesarano, Salvatore Vaccaro

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Rapporto con l’ambiente urbano La carenza di specificità del luogo è stata affrontata prevedendo un articolazione di volumi, volutamente monolitici e contrastati, che si aprono verso la strada di collegamento attraverso il grande sagrato e creano un tessuto omogeneo, in contrapposizione alla frammentarietà dell’ambiente circostante. La netta prevalenza rurale dell’area è stata salvaguardata sistemando il complesso in modo pianeggiante; la scansione ritmica dei corpi prevede i due elementi simbolici, rappresentati dalla chiesa e dal campanile, collegati da un corpo più basso in cui sono state sistemate le aule per la catechesi. Il collegamento fra i vari corpi avviene sia dall’interno che dall’esterno, per la presenza di un porticato che corre lungo tutto il perimetro e accompagna idealmente verso l’ingresso dell’aula liturgica. In questo modo la disposizione dei vari corpi consente di ottenere una lettura univoca del complesso e simultaneamente identifica immediatamente le diverse funzioni che caratterizzano la Parrocchia (chiesa, salone, aule). Attraverso il corpo centrale più basso e grazie alla imponente dimensione del sagrato, è possibile inoltre incorniciare l’unica visuale panoramica, rappresentata a Nord dal Vesuvio.

Michele Varone, Claudio Cesarano, Salvatore Vaccaro — Volumi monolitici e contrastati nella frammentarietà dell'ambiente circostante

Riconoscibilità dell’edificio sacro-Profilo estetico e formale Il progetto del complesso parrocchiale nasce dalla volontà di compenetrare valori simbolici e dal forte carattere contrastante (interno/esterno, chiuso/aperto, luce/buio, ambiente naturale/antropizzato, ecc.) in un continuo rimando dall’uno all’altro elemento. La scansione ritmica del colonnato (con un denunciato richiamo all’architettura romana, come memoria delle testimonianze archeologiche presenti sul territorio) crea un gioco di luci e ombre che enfatizzano la rigida volumetria dell’edificio sacro; a sua volta, il volume monolitico della chiesa è richiamato esplicitamente dal disegno dell’altare e, in generale, degli arredi sacri presenti all’interno dell’aula liturgica. A sottolineare maggiormente questa diversitàè la scelta di utilizzare quale pietra di rivestimento per le facciate esterne la pietra arenaria gialla e grigia (utilizzata dai Romani per la costruzione delle principali vie di comunicazione). La Chiesa e il sagrato rappresentano il fulcro su cui puntano gli assi prospettici e visivi assunti a convogliare i flussi dei fedeli. La piccola cappella feriale, un volume di appendice al corpo principale, con la sua forma telescopica simboleggia e anticipa ciò che si ‘vedrà’ all’interno, più lontano… Il sagrato, l’orto didattico, gli spazi di parcheggio, sono relazionati attraverso percorsi precisi e delimitati, nel totale rispetto della normativa contro le barriere architettoniche, sempre chiaramente leggibili, come parte di un unico disegno. Nell’ottica della relazione tra interno ed esterno si inserisce anche la volontà di dotare il centro di una grande area definita dal sagrato e dal colonnato utilizzati per le cerimonie all’esterno e come piazza dedicata alla collettività e alla partecipazione religiosa e civile. Ruolo centrale della composizione è naturalmente quello della Chiesa, la cui monolitica imponenza diviene un elemento di riferimento visibile anche da lontano. A rafforzare la riconoscibilitàè la scelta di trattare l’edificio come un volume archetipo, di estrema semplicità, monomaterico, scelta che richiama anche le forme tradizionali del territorio, caratterizzato da edifici rurali con volumi netti e squadrati, come quella che si trova a ridosso del lotto d’intervento, sulla Via Canneto. Alla stregua di questi edifici, privi di ornamento ed anche quasi privi di bucature per non alterare la temperatura interna, la Chiesa assume una grande eleganza architettonica pur nella straordinaria essenzialità. Il compito di dar vita alla minimale composizione architettonica è affidata alla luce, cui è demandato un ruolo centrale nel progetto, sia perché deve illuminare e far vibrare la pietra di rivestimento usata all’esterno sia perché deve sapientemente filtrare, a seconda delle stagioni, all’interno dell’aula liturgica attraverso le aperture poste sulla copertura, o dalla ‘croce di vetro’ dietro l’altare oppure ancora attraverso le lamelle frangisole di cui sono dotati tutti gli infissi.

Michele Varone, Claudio Cesarano, Salvatore Vaccaro — Volumi monolitici e contrastati nella frammentarietà dell'ambiente circostante

Aspetti funzionali e tecnologici L’intero centro è pensato per avere una fruizione semplice e immediata da parte della comunità, mediante un attento studio dei flussi e delle destinazioni d’uso. Il grande sagrato è pavimentato in pietra con possibilità di gestire la regimazione delle acque piovane, eventualmente riutilizzate mediante opportuno sistema di raccolta. Sulla copertura del salone parrocchiale eventualmente potrà trovare spazio un impianto fotovoltaico grazie al suo favorevole orientamento a Sud. La scelta di rivestire esternamente in pietra i vari corpi del complesso, oltre a essere un chiaro riferimento alle preesistenze archeologiche e rurali del contesto, garantisce un basso grado di opere manutentive da prevedere inevitabilmente sui fabbricati.

Michele Varone, Claudio Cesarano, Salvatore Vaccaro — Volumi monolitici e contrastati nella frammentarietà dell'ambiente circostante

Impianto liturgico e Opere d’arte L’impianto liturgico prevede una disposizione dei banchi attorno ai tre fuochi principali, costituiti dall’altare, dall’ambone e dalla sede. La comunità dei fedeli si troverà così a partecipare attivamente alle funzioni, in accordo alle indicazioni fornite dal Concilio Vaticano II. La disposizione dei fedeli sui due lati dell’ampio presbiterio, la posizione degli accessi, dell’organo e del coro, la stretta coerenza di materiale fra soffitto in legno, pavimento, pareti e banchi accentuano il carattere unitario dell’assemblea. Il presbiterio vede in posizione preminente l’altare; l’ambone, invece, è posizionato verso l’ingresso ed è rivolto all’assemblea, così come la sede presidenziale ad essa allineata e anch’essa in prossimità dell’ingresso principale. La collocazione degli arredi sacri segue un preciso schema geometrico finalizzato a ottenere visibilità continua di tutti gli elementi da qualsiasi posizione dell’aula liturgica. La cappella feriale, sede della custodia eucaristica, è compenetrata al presbiterio e divisa da una vetrata continua per dotarla di una propria autonomia, funzionale ma non fisica.

Michele Varone, Claudio Cesarano, Salvatore Vaccaro — Volumi monolitici e contrastati nella frammentarietà dell'ambiente circostante

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Il ritratto della Madonna Del Carmelo è realizzato con tecnica mista, olio su tela e ricamo. Il ricamo è fatto a mano con filo di seta, lino e filo laminato oro. I due scapolari tenuti dalla mano del bambino sono delle immagini realizzate con la tecnica dell’acquaforte, ricamati su tessuto e applicati sul dipinto.

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Al Portale sarà applicato un grande bassorilievo in bronzo, evitando tutta l’iconografia “classica” e tenendo conto del valore simbolico dell’ingresso. Per questo è opportuno che la porta della chiesa, nella sua struttura e nelle sue opere d’arte, sia come il segno di Cristo che disse: “Io sono la porta del gregge”. Sul bassorilievo saranno riprodotte le orme delle mani dei fedeli nell’atto di aprire il portale, il gregge che spalanca le porte della casa del Signore. In una eventuale fase di realizzazione è prevista la partecipazione reale dei fedeli della parrocchia, in modo da privilegiare l’aspetto della “verità del gesto”. Le tracce delle mani sono anche un richiamo alla deposizione, il corpo di Cristo toccato per sottrarlo alla croce e per praticare il caritatevole gesto della sepoltura. Grazie a questo processo di assimilazione, tra la porta materiale e la persona di Cristo, la valenza antropologica viene assunta da quella sacramentale, permettendo a ogni fedele di entrare a far parte del grande pellegrinaggio verso “un solo gregge, un solo pastore” e facendo sì che da individuo isolato si trasformi in membro della comunità. Il portale si pone anche come tramite tra i fedeli e la casa di Dio. In fase processionale, ad esempio, esso rappresenta il contatto con Gesù; i fedeli arrivano in processione, simbolicamente aprono il portale (toccano con mano la presenza di Cristo) e quindi entrano nella casa del Signore. Un’altra importante lettura è rappresentata dalla simbolica e volontaria consapevolezza di aprire la porta a Dio.

Michele Varone, Claudio Cesarano, Salvatore Vaccaro — Volumi monolitici e contrastati nella frammentarietà dell'ambiente circostante

La via crucis è stata ideata e progettata come percorso di avvicinamento alla chiesa sia fisico, in quanto essa si snoda sotto tutto il porticato esterno, sia religioso in quanto si seguono cronologicamente le stazioni che rappresentano la passione di Cristo fino ad entrare nella sua casa. Per la realizzazione della via crucis si è privilegiato un linguaggio inconsueto per tale rappresentazione, la fotografia. Gli scatti realizzati hanno valore di bozzetto; esse hanno una funzione indicativa del lavoro che si intenderebbe svolgere. Alla tecnica fotografica viene aggiunta la retroilluminazione: si tratta infatti di lightbox di formato quadrato, per favorire la lettura cronologica e lineare delle scene.

Michele Varone, Claudio Cesarano, Salvatore Vaccaro — Volumi monolitici e contrastati nella frammentarietà dell'ambiente circostante

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