RAPPORTO CON L’AMBIENTE URBANO Il nuovo centro parrocchiale di Santa Maria del Carmine sorge dalla terra e attraversa tutte le epoche storiche del contesto in cui si trova. Nel disegno urbano-architettonico si ritrovano la storia, attraverso gli aspetti morfologici e la forma della chiesa che deriva dal Vesuvio, il presente, attraverso la misura del territorio e l’impronta agricola e antropomorfa. Il complesso si propone come centro catalizzatore e come elemento baricentrico di una nuova urbanità elevandosi come nuovo simbolo in cui la comunità possa riconoscersi.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
RICONOSCIBILITA’ DELL’EDIFICIO SACRO L’idea architettonica che sta alla base della progettazione della chiesa è quella di una roccia che si spacca e si piega all’evento eucaristico, generando quattro elementi frammentati di cui il più alto, il campanile, rappresenta l’unità del Dio della rivelazione che è amore, mentre gli altri tre elementi simboleggiano le persone della SS. Trinità.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
PROFILO ESTETICO E FORMALE La struttura architettonica assume una chiara dinamicità che accoglie i fedeli in un luogo che imprime un movimento spirituale e aiuta l’assemblea ad essere popolo di Dio in cammino verso l’Altro come riflesso della luce che viene dall’alto grazie alla vetrata. L’opportunità della riflessione è raccolta e rilanciata nel progetto della chiesa dove tutto si gioca tra la contrapposizione tra gli elementi massivi in pietra e l’elemento mistico della luce che penetra dalle vetrate. Arrivando dal sagrato si notano i quattro elementi in pietra che si inclinano verso l’esterno e la luce che permea tra di essi, mentre nell’aula liturgica il bianco e il candore sono predominanti insieme ai colori delle vetrate che dipingono l’interno mediante la luce del trascendente. La luce qualifica l’intera struttura e le sue singole parti in modo che i fedeli possano assaporarne la bellezza divino-umana.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
IMPIANTO LITURGICO Gli accessi alla chiesa si hanno da tre punti diversi, dal portale centrale e dalle due porte laterali. Il sagrato rappresenta lo spazio in cui i fedeli, guardando verso la facciata della chiesa, riflettono e meditano il mistero nel quale stanno entrando. L’ingresso alla chiesa non è un fatto neutrale, ma comporta una determinata scelta interiore. Nell’entrare dalla porta centrale si è educati a vivere nella purezza del cuore il desiderio di lasciarsi coinvolgere in quella storia di salvezza che nella meditazione il fedele sta approfondendo. La porta laterale di sinistra rappresenta la conclusione della meditazione nel mistero della croce. Chi segue questo percorso viene invitato a meditare e ad approfondire in chiave eucaristica la Via Crucis, per giungere poi alla contemplazione del Risorto. La porta laterale di destra costituisce l’ingresso dal cortile dell’oratorio che congiunge la chiesa con le altre opere parrocchiali. Dopo aver passato il portale della chiesa, il fedele, prima di accedere all’aula liturgica, transita accanto a due luoghi che qualificano l’identità di ogni celebrante: il battistero e il luogo della penitenzeria. Si spalanca allora lo scenario dell’assemblea liturgica in un orientamento che proietta verso la lode del Padre. Si vive continuamente la storia della salvezza che viene dall’alto come la luce, che avvolge i celebranti e illumina l’intero presbiterio dando senso all’altare. Attorno a quella tavola “sacrificale”, il Cristo convoca i suoi discepoli per far loro condividere il suo mistero pasquale, in attesa di celebrare con loro il banchetto della luce senza tramonto, nella pienezza della gloria del cielo. L’altare costituisce la parte centrale del presbiterio e dell’intera struttura dell’assemblea liturgica, poiché verso di esso converge l’intera assemblea dei fedeli. All’altare si giunge attraverso l’attrazione al Cristo che presiede l’assemblea liturgica (la sede), la realtà dell’ambone, poiché il Cristo ci convoca attorno a sé perché ne ascoltiamo il messaggio di salvezza. La collocazione del presbiterio attraverso i tre luoghi liturgici pone in luce la dinamica dialogica che avviene tra il Cristo che presiede, parla e rende grazie, e i fedeli che gustano la relazione della comunione (assemblea), dell’ascolto credente (ambone) e della condivisione nel rendimento di grazie del medesimo pane. Ricordiamo che è il Cristo che qualifica i tre luoghi, poiché nel soffio dello spirito egli ci raccoglie attorno a sé per condurci a contemplare il volto del Padre. É la meravigliosa prospettiva su ci apre la vetrata in copertura. La sintesi di tutto questo orientamento è dato dal tabernacolo, che rappresenta la continua attualità di ciò che è stato celebrato nell’assemblea. Nella soluzione architettonica della collocazione del tabernacolo cogliamo la duplice utilità della sua posizione. Sul lato del presbiterio il tabernacolo diventa il luogo della riserva sacramentale dei doni consacrati che sono rimasti al termine della celebrazione, mentre diviene il tabernacolo dell’adorazione nella sua apertura sulla cappella feriale, che nella sua struttura mette in luce i tre luoghi liturgici (sede, ambone, altare) e rappresenta l’educazione quotidiana e feriale per la celebrazione dei divini misteri, nella prospettiva di celebrarli poi nella vasta aula liturgica. Questo rende unitari i due luoghi, la grande assemblea e la cappella feriale in un’unità di processo catecumenale, mistagogico e catechetico.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
OPERE D’ARTE Per gli arredi sacri si è privilegiato un design molto semplice, che permette un discorso di family feeling tra i vari arredi. In questo modo si è visualizzato l’Altare in una sorta di “ponte” che unisce i fedeli alla celebrazione eucaristica, ponte che troviamo anche nella sede e nell’ambone, e soprattutto nel fonte battesimale. Il materiale scelto per tutti gli arredi è il corten, che nelle sue molteplici declinazioni permette la visione di un oggetto austero, ma allo stesso tempo carico di calore nella sua colorazione sui toni del marrone. Le vetrate sono parte integrante dell’architettura scandendone lo spazio e i volumi. Hanno una predominanza di colori freddi, all’interno dei quali vengono a interagire di volta in volta con colori caldi. Per la vetrata del presbiterio si è deciso di utilizzare solo colori freddi, più chiari verso l’alto, per aumentare dall’interno la prospettiva di uno sguardo rivolto verso il Divino, aiutati dalla lettura dalla scultura a tutto tondo in legno del Crocifisso glorioso, in una viva chiave di resurrezione.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
ASPETTI FUNZIONALI Il complesso si apre all’ambiente circostante con l’estensione del sagrato fino alla strada. Da qui si ha anche accesso alla corte interna della struttura che contiene i locali per il ministero pastorale, il salone polifunzionale di aggregazione e gli uffici. Le funzioni aggregative e di supporto sono posizionate al piano terra mentre le attività di formazione sono al piano primo per garantire maggiore riservatezza. Il collocamento delle attività aggregative al piano terra consente di avere una maggiore interrelazione con l’esterno grazie anche al palco apribile verso l’esterno che consente la proiezione di cinema, lo svolgimento di spettacoli e di celebrazioni all’aperto. Al piano primo della struttura si trova anche la casa canonica, disimpegnata e che potrà essere realizzata in una seconda fase. La corte interna può essere utilizzata per le varie attività, dai giochi organizzati ai giochi liberi per bambini, da spazio di aggregazione a spazio per sagre.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
ASPETTI TECNOLOGICI L’iter progettuale ha posto particolare attenzione ai dettami che caratterizzano lo sviluppo sostenibile contenendo i costi di gestione. Oltre a considerare gli aspetti legati all’illuminazione e all’irraggiamento verranno utilizzate tecnologie costruttive, impiantistiche e materiali, che garantiranno il comfort interno dei singoli ambienti riducendo al minimo i costi di manutenzione.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.
© Marcello Pari . Published on February 28, 2014.