In un paesaggio caratterizzato da uno sprawl urbano sul quale dominano le immagini della natura si è assunto il paradigma designativo per marcare un luogo simbolico elevandolo a caposaldo dell’organizzazione territoriale. Nel limite delle regole previste dal piano urbanistico si è cercato si trasformare un possibile elemento di criticità (dimensione del lotto in rapporto all’articolato programma funzionale) in opportunità, lavorando sui concetti di stratificazione e innesto, traducendoli in un dispositivo insediativo di immediata leggibilità in rapporto al contesto. In risposta a tale principio, un basso zoccolo stereotomico e parzialmente ipogeo si adegua alla geometria del lotto definendone i margini in stretta connessione con le sollecitazioni finitime mentre all’edificio sacro, adagiato sulla copertura del basamento, è lasciato il compito di attivare relazioni a grande scala.
©Giobbi Emilio Braian. Published on March 14, 2014.
Due architetture per due funzioni (religiosa e civica) e due dispositivi (demarcazione e designazione) per due diversi modi di relazionarsi con il contesto: alla scala umana dell’intorno prossimo per il basamento variamente permeabile ed in grado di intercettare i flussi rispondendo alle regole dell’intorno (rapporto con la strada e con l’area verde ad ovest) ed alla scala divina della natura per l’edificio sacro, iconico nel cercare di aggiungersi al reticolo delle connessioni visive che da sempre orientano fisicamente e/o simbolicamente il paesaggio della piana del Sarno (monti Lattari, Vesuvio, S. Maria del Carmine, Santuario della Beata Vergine di Pompei. Il progetto si nutre delle relazioni architettoniche e simbolico -metaforiche tra il basamento contenente le funzioni civiche (solido elemento portante saldamente ancorato nella terra) e l’apparato dell’ edificio sacro (aulico elemento portato proteso verso il cielo). Il basamento in ruvido lapil-cemento gettato a vista alternato ad ampie vetrate schermate da un sistema strutturante di lamelle in legno, si dispone nell’area demarcandone il perimetro con morfo-tipologia claustrale, citazione della feconda presenza sul territorio dei conventi Carmelitani, definendo in questo modo uno spazio esterno ed uno interno variamente interconnessi e recuperando il valore di soglia quale simbolo di passaggio.
© laura legramanti . Published on March 14, 2014.
Tale soglia si duplica nel rapporto tra il cortile ipogeo (memoria dei chiostri conventuali) ed il sagrato rialzato, spazi aperti raccordati da rampe schermate da un sistema lamellare che dal fronte del basamento piega verso l’ingresso della chiesa con geometria mistilinea (dinamismo generativo) e profilo ascendente (proiezione dello spirito.
© laura legramanti . Published on March 14, 2014.
Il fronte della chiesa, posto lateralmente alla rampa di accesso in ossequio al canonico orientamento est-ovest e caratterizzato dalla presenza di una artistica schermatura reticolata in ottone a tutta facciata, si pone così al termine di un breve percorso rituale come un traguardo simbolico da raggiungere ed oltrepassare per ambire al divino.
© laura legramanti . Published on March 14, 2014.
Oltrepassata la terza soglia attraverso il varco dell’esonartece si giunge nell’aula liturgica progettata come un involucro nell’involucro, composizione che prende evidenza nel rapporto materico tra la membrana in legno della parete nord e del soffitto ed il cemento lisciato della parete sud e del pavimento.
©Giobbi Emilio Braian. Published on March 14, 2014.
Impianto liturgico: all’interno dell’aula la doppia diagonale (in pianta ed in alzato) direziona lo sguardo, alimentato dalla luce indiretta proveniente dal fronte, verso il presbiterio dominato dalla grande croce lignea, diventando punto focale dell’impianto liturgico nel quale l’altare ne rappresenta la massima espressione simbolica. Dalla doppia porta d’accesso alla sinistra della quale si colloca l’acquasantiera, si accede direttamente all’aula a tutta altezza (parzialmente sovrastata dal matroneo e dal coro con organo) superando una soglia di luce salvifica definita dal dialogo polare tra due importanti spazi quali il battistero a destra e la penitenzieria a sinistra. La direzione longitudinale dell’aula è poi sottolineata dalla disposizione sulla sinistra di un profondo e basso ambulacro che conduce dall’ingresso principale alla cappella feriale (dotata anche di un accesso diretto dal cortile ipogeo) lungo il muro del quale un incisione muraria ospita la Via Crucis. Il presbiterio, rialzato di 50 cm su un podio in pietra basaltica nera dal quale prendono forma gli arredi liturgici, è progettato disponendo gli elementi principali della celebrazione in successione ordinata seguendo una logica di vicinanza ai fedeli, per tali ragioni l’ambone è proiettato nell’aula e la custodia si addossa all’iconostasi illuminata zenitalmente da un taglio trasversale tra il muro cementizio ed il soffitto ligneo (inteso come rappresentazione ideale dell’abside e del tiburio soppressi), in una continua relazione dialogica tra umano e divino. Opere d’arte: caratteristica fondamentale delle opere d’arte risiede nella loro doppia rielaborazione attraverso un processo ideativo classico ed uno elaborativo digitale, rievocativo di un dialogo generazionale che chiede all’arte di essere tradotto ed alla chiesa di essere diffuso. La croce incisa in facciata dialoga direttamente con la scultura in pixel estrusi di legno smaltato (6×6m) posta a ridosso dell’iconostasi nel presbiterio, scultura che ci indica il ruolo rigenerante del sacrificio di Gesù con un diretto rimando alla geografia del luogo (vulcano) ed all’idea di una comunità che anima la chiesa (pixel). Ogni spazio simbolico-rituale riconosce la sua forma nella funzione e il suo senso nell’arte. Gli arredi liturgici assumono infine carattere artistico/simbolico nella giustapposizione di due elementi costituiti da parallelepipedi di diverse misure (sempre proporzionalmente modulari) con basi in pietra basaltica nera nelle quali vengono innestati o sovrapposti elementi testurizzati in bronzo, assecondando il principio ideativo dell’intero progetto strutturato attorno al dialogo tra portante e portato, pesante e leggero, terra e cielo, umano e divino.
©Giobbi Emilio Braian. Published on March 14, 2014.
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©Giobbi Emilio Braian. Published on March 14, 2014.
©Giobbi Emilio Braian. Published on March 14, 2014.
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© laura legramanti . Published on March 14, 2014.
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