Il tratto di costa ligure fra Sestri Levante e Lavagna, detto delle “Rocche di Sant’Anna” è un ambiente aspro e selvaggio, con dirupi a strapiombo sul mare e vegetazione della macchia mediterranea (cisto, lentisco, terebinto, leccio, euforbia, erica arborea, mirto, ginestra…) e specie esotiche storicamente acclimatate come l’agave e il pittosforo. Lungo la scogliera e la falesia la vegetazione è caratterizzata da specie alorupicole, piante casmofitiche, casmocomofite e comofitiche che hanno la capacità di vivere nelle fessure delle rocce e di sopportare il contatto diretto con l’acqua marina. Al centro dell’area si trovano i ruderi medioevali della chiesa di Sant’Anna, segnalato come Manufatto Emergente dal Piano Regionale Paesistico. Questa parte di ripida costa separa due comuni rivieraschi dove la biciletta è da tempo utilizzata come mezzo di trasporto per brevi tragitti, in sostituzione dell’automobile: ma è anche una pericolosa strozzatura per chi percorre la via Aurelia, e sono in molti a farlo, in ogni stagione dell’anno. L’intero tratto misura circa 950 metri: si snoda ad una quota media di 10 m s.l.m. e percorre in galleria circa 650 m; 220 m in galleria naturale scavata nella roccia e 430 m in tre gallerie artificiali. Le tre gallerie caratterizzano il prospetto costiero, delineando un fronte in cui la componente naturale e quella artificiale sono ben distinte: quest’ultima è data da una copertura piana sostenuta da pilastri in cemento e muraglioni di colore chiaro, scanditi dalla medesima partitura a lesene che segue il ritmo dei pilastri, visibili anche da grande distanza. La soluzione per la nuova pista ciclabile prevede un itinerario che si snoda parallelamente all’Aurelia, appoggiata su un basamento di calcestruzzo armato rivestito in pietre lungo i tratti in cui la quota della strada lo consente, oppure in passerella aggraffata alla roccia lungo le falesie rocciose. L’impostazione del progetto è dipesa da una situazione orografica e geologica complessa, l’esposizione alle mareggiate da una parte e la franosità della parete rocciosa dall’altra, assieme alla necessità di contenere i costi entro un tetto massimo assai limitato. Ciò ha obbligato i progettisti a un impiego attento e ragionevole delle risorse e a evitare ipotesi difficilmente controllabili nelle successive fasi progettuali e realizzative. La ciclabile, che ripercorre in parte l’antica via Aurelia, offre spunti di panoramicità straordinari in zone oggi difficilmente accessibili. Una quota rilevante delle somme disponibili è stata dedicata alla messa in sicurezza delle pareti rocciose. Il tracciato si adatta di volta in volta alla complessa morfologia del sito, prevedendo variazioni di larghezza e di pavimentazione della pista, dando luogo ad una varietà di situazioni dalle preziose prerogative panoramiche e naturalistiche. Si avranno così suggestivi tratti di pista più stretti a picco sul mare, alternati ad ampie aree per la sosta, con panchine, arbusti ed accessi alla scogliera. La strada carrozzabile, il cui traffico veicolare sarà sempre separato dalla ciclabile da un guard rail dotato di ringhiera, sarà sempre raggiungibile in caso di necessità. Vi sono due tipologie principali di percorso: la prima riguarda i tratti su terra o su scoglio, dove la pavimentazione sarà in cemento architettonico con ghiaino lavato; la seconda riguarda i tratti sospesi, a sbalzo dalla parete rocciosa o dal muro di valle della via Aurelia, in cui la pavimentazione sarà in doghe di legno composito su struttura in elementi metallici con speciale trattamento antiossidante. Una ringhiera in acciaio inox e luci basse segnano l’interno percorso.
© Alberto Boccardo . Published on March 18, 2014.
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