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Giovani spazi: Progetta l'Inarcassa che ti somiglia - Ilaria Cotrufo, Federico D'Amato

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Uno degli scopi principali del progetto di riqualificazione degli spazi esterni al complesso, sede degli uffici Inarcassa, è quello di produrre un luogo ed una struttura dal carattere marcatamente figurativo. L’attuale spazio esterno risulta piuttosto anonimo, si è voluto invece generare un sistema di collegamento tra la Palazzina A e la Palazzina B attraverso un passaggio sopraelevato che permette di tenere uniti, oltre che coperti, i flussi dei visitatori e quelli di servizio, destinando quindi gli spazi esterni ad una logica più rappresentativa.

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La proposta progettuale parte da alcune riflessioni sull’attuale configurazione urbana dell’area oggetto di intervento, lavorando sulle potenzialità inespresse del vuoto tra gli edifici preesistenti. La strategia è quella di formulare il progetto come sommatoria di diversi “in-between spaces” dinamici prevedendo un nuovo sistema relazionale tra le parti. Questo intento si esprime individuando quelle linee invisibili che anche questo luogo possiede, linee che generano, sovrapponendosi e intersecandosi, un nuovo rapporto tensionale tra le parti. Lavorare tra le linee, come tra gli oggetti urbani, di questo interessante cul de sac, ha consentito di produrre degli spazi suggestivi capaci di tessere molteplici interazioni con i soggetti che li vivono ma anche con l’ambiente urbano che li circonda.

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Copertura

Il progetto prevede un nuovo atrio, posto davanti alla Palazzina B, all’interno del quale si colloca l’unica reception, a cui viene affidato il compito di centralizzare il presidio di entrambi gli edifici. Questo ingresso è pensato come un volume stereometrico, interamente vetrato, nel quale si innesta il bancone della ricezione modellato attraverso una serie di piani inclinati, pensati come dei carter di lamiera. Poco oltre è stato previsto uno sbarramento con due tornelli (di cui uno anche per utenti disabili), che consente l’accesso agli in-between spaces del piano terra. Sono spazi dinamici, di transizione, flessibili ed estremamente versatili, pensati per l’attesa ma in nessun modo vincolati ad un uso specifico. Vogliono essere soprattutto spazi liberi, generatori di relazioni, in grado di assorbire anche eventi ed allestimenti temporanei. Per questa ragione, le aree funzionali adiacenti (Front del Protocollo e Centralino), poste alla stessa quota, si proiettano come grandi schermi manifestando lo svolgimento delle loro attività interne e generando con gli in-between spaces uno scambio visuale reciproco. All’interno di questi, nella zona più prossima ai tornelli, sono stati ricavati i servizi igienici destinati ai visitatori, divisi per sesso e con un bagno specifico per disabili, mentre più avanti quelli destinati ad uso esclusivo del personale.

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I materiali ipotizzati per l’allestimento degli spazi interni risultano coerenti con quelli presenti nell’atrio della Palazzina A, recentemente oggetto di riqualificazione. Si prevede infatti l’uso del corian bianco fresato e di quello color rosso sia per i banconi che per i rivestimenti a parete. Si è pensato anche di ricorrere all’uso di lamiere stirate, in acciaio inox, per schermare la presenza di cavedi tecnici a vista, lungo gli in-between spaces del piano terra e all’esterno, lungo il distacco dalla rampa carrabile, posta sul retro.

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Planimetria piano terra

Anche i collegamenti verticali costituiscono un sistema spazialmente caratterizzato e organizzato secondo gli stessi principi compositivi, nel nuovo atrio della Palazzina B infatti si colloca una scala interamente vetrata ed un ascensore sempre in acciaio e vetro che consentono l’accesso agli in-between spaces del piano superiore, dove si è disposto il nuovo collegamento aereo che si innesta tra i due edifici preesistenti. Il volume architettonico oltre a garantire un assetto distributivo più funzionale a tutta la sede, colonizza in quota il vuoto esterno segnando la percezione visuale e attribuendogli un carattere fortemente simbolico – rappresentativo. Questo percorso sopraelevato intercetta le quote del primo piano, innestandosi nei punti che consentivano la realizzazione degli in-between spaces, come proseguimento di quelli presenti al piano terra, prima di poter accedere ai collegamenti verticali di ciascun edificio.

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Render nuova portineria

Si è prevista una struttura leggera e modulare costituita da tubolari di acciaio che fungono da sostegno per i pannelli in vetro e le lastre di metallo con nucleo EPS. La struttura ipotizzata è composta di unità triangolari non complanari, con un’altezza media di 2,5 metri, che si ripetono a intervalli pressoché regolari. Tale forma, oltre a rendere la struttura più rigida e snella, consente al vetro di riflettere parti diverse dell’edificio settecentesco prospiciente, oltre a fornire, percorrendolo, una piacevole sensazione di luce e trasparenza derivante dallo spazio esterno. Il ponte pedonale ha un appoggio al piano terra costituito dal volume del nuovo atrio, da cui partono due campate distinte, una verso la Palazzina A che si estende per 14 metri, l’altra invece di 7 metri verso la Palazzina B.

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Render nuova reception

Il disegno degli spazi esterni traccia a terra le linee percettive che caratterizzano l’intervento di riqualificazione rendendo visibili gli allineamenti e le relazioni tra le parti. Per questo motivo, le lastre sono pensate come blocchi omogenei di cemento lisciato e non disegnano alcuna differenziazione per tipologia di percorso. L’utilizzo carrabile è previsto ma se ne ipotizza un uso alquanto sporadico proprio per non alterare l’estetica generale di progetto. La presenza del verde è prevista in maniera ridotta ed ha lo scopo essenziale di individuare il fulcro delle linee percettive, oltre a costituire un margine lungo il fianco cieco dell’edificio settecentesco. La valorizzazione relativa al disegno degli esterni è pensata anche attraverso l’uso di una illuminazione a led, disposta a terra lungo le direttrici principali.

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Planimetria primo piano

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Render dal percorso sopraelevato


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