RELAZIONE Premessa. Il progetto di sistemazione dell’area di piazza Bonomi imponeva una necessaria riflessione e una preventiva scelta di campo, prima ancora di porre mano alla sua ideazione. Il tema del concorso affronta infatti la definizione di un’area centralissima, oggi fortemente degradata nella sua consistenza fisica, ma anche svilita per l’uso che ne viene fatto. Eppure la piazza possiede intrinseche potenzialità di diventare una spazio urbano fortemente caratterizzato e rappresentativo, sia per la sua ubicazione, sia per la sua consistenza, sia infine per la morfologia stessa del lotto che si configura come un ampio rettangolo con un’appendice, una sorta di espansione verso sud. È da queste premesse che deriva la scelta di campo di cui in apertura: quest’area è infatti troppo importante per Romentino, per poter ipotizzare di vederla trasformare in un sia pur ben disegnato “parcheggio-piazza”. Al progetto deve quindi essere attribuito un forte carattere di rappresentatività, di capacità di interpretare adeguatamente il ruolo della piazza civica. Ma tutto ciò non può coesistere con la presenza di un parcheggio di superficie per diverse decine di autovetture, situazione, questa, che riproporrebbe, benché in forme più gradevoli, lo stato attuale. Configurata com’è, la piazza Bonomi rappresenta una cesura nella continuità del tessuto urbano, presentandosi come uno squarcio,una soluzione di continuità nella cortina edilizia che costeggia via Roma e via Conti Caccia. D’altronde il grande vuoto non svolge nemmeno una funzione di sutura, di collegamento pedonale tra queste due vie. Lo si attraversa passando tra file di auto in sosta non per il piacere di camminare in un luogo gradevole e ben strutturato, ma soltanto per la necessità di passare da una strada all’altra. D’altronde, anche la funzione più qualificante che la piazza ospita, cioè il mercato settimanale, non trova allo stato attuale nessuna configurazione spaziale o tipologica che ne testimoni il radicamento sul luogo. Il mercato, il luogo dello scambio per eccellenza, si svolge su un inospitale piazzale asfaltato, privo non solo di una sua riconoscibilità come “luogo” ma anche di quei banali accorgimenti tecnici e impiantistici vòlti a renderne più agevole lo svolgimento.
© sergio cappello . Published on April 03, 2013.
Il progetto si propone di dare identità e riconoscibilità al vuoto urbano, interpretando il tema della piazza italiana attraverso la riproposizione in forme contemporanee di elementi tradizionali come il portico e la loggia, che diventano gli strumenti di definizione e strutturazione dello spazio. Questa scelta intende contrapporre le ragioni.dell’architettura a quelle di una visione che privilegia invece le ragioni del traffico automobilistico e della conseguente necessità di posti auto. Una piazza vera, quindi, contrapposta ad una piazza-parcheggio. Ovviamente una tale scelta si rende possibile proprio in virtù della prevista realizzazione del parcheggio sotterraneo, al quale si accede (e si esce) da una rampa a doppio senso situata su via Conti Caccia. La sua costruzione è la premessa necessaria alla completa riorganizzazione dello spazio, che ne risulta così pienamente fruibile per un uso finalmente qualificato.
© sergio cappello . Published on April 03, 2013.
Gli elementi del progetto. La piazza è il risultato della composizione ordinata e bilanciata di 3 elementi cardine: la loggia, il portico e la semirotonda degli alberi. La loggia del mercato è una struttura in acciaio e alluminio impostata su 9 pilotis, alti 7 metri. È destinata a diventare l’elemento caratterizzante dello spazio, una sorta di “portatore di identità” nel tessuto edilizio piuttosto modesto che circonda la piazza Bonomi. Essa definisce un’area coperta, protetta dalle piogge e dai raggi del sole, che può ospitare manifestazioni politiche e culturali, così come cerimonie religiose, eventi sportivi e ricreativi. La tipologia del loggiato si rifà comunque agli esempi delle logge dei “mercati”, “mercanti” o “mercanzie” presenti in numerosi centri storici italiani. Essa è destinata pertanto ad ospitare parte dei banchi del mercato, secondo un criterio di assegnazione dei posti che può basarsi su una rotazione periodica tra gli esercenti nell’occupare le piazzole al coperto, che si suppongono più ambite di quelle a cielo aperto. Il portico a L crea un diaframma, un filtro tra la piazza e via Roma a ovest e tra la stessa e la zona destinata a parcheggio di superficie verso nord. I due bracci della L del portico, mentre delimitano entrambi lo spazio della piazza, svolgono anche funzioni diverse l’uno dalll’altro: quelllo lungo la via Roma si presenta come un “muro spesso”, formato da due quinte che “contengono” all’interno il percorso pedonale che ripristina la continuità del marciapiede. Questo muro in spessore ristabilisce quindi su via Roma la continuità della cortina edilizia preesistente (v. l’edificio della vecchia scuola) e determina in tal modo la sensazione di “entrare” nella piazza come si entra in un luogo circoscritto, delimitato, distinto dalla strada. La piazza, quindi, come grande “stanza a cielo aperto”. Il fronte lungo la via Roma è trattato con abbondanza e varietà di aperture (varchi e vedute), che evocano metaforicamente la complessità di una quinta urbana. L’altro braccio del portico si dispone ad angolo retto con il primo delimitando la piazza a nord. In questo caso non c’è il doppio muro, ma solo una quinta abbondantemente traforata che separa la piazza pedonale dalla zona settentrionale, riservata all’ingresso al parcheggio sotterraneo, ad un parcheggio di superficie e al percorso meccanizzato a bassa velocità che permette il collegamento tra via Conti Caccia e via Roma. All’intersezione dei due bracci del portico svetta, come un riferimento orientativo nel paesaggio urbano, la torre corrispondente al gruppo scala-ascensore di risalita dal parcheggio sotterraneo, delimitata da due setti rivestiti in pietra (beola grigia). Il terzo elemento di spicco nella piazza è dato da un gruppo di alberi disposti a semicerchio nella parte sud-occidentale dell’area, a creare un fondale prospettico visibile dalla zona del portico. Questa scelta introduce un elemento naturalistico in una piazza altrimenti tutta “di pietra” e bilancia il peso del portico, di cui costituisce il contraltare. Le alberature creano una piacevole e ombrosa zona di sosta, resa più gradevole dalla presenza di una vasca d’acqua circolare. La loro disposizione a semicerchio determina anche il disegno del percorso di accesso all’area pertinenziale del nuovo edificio pubblico. Il parcheggio sotterraneo può essere considerato come il 4° elemento caratterizzante del progetto. Esso occupa la porzione di sottosuolo corrispondente alla piazza ma senza l’appendice verso sud, dove le esigenze di piantumazione hanno suggerito di non estendere lo scavo a questo settore. Il parcheggio può ospitare 68 vetture. L’accesso e l’uscita sono previsti da via Conti Caccia, attraverso una rampa a doppio senso di circolazione. L’uscita pedonale avviene invece su via Roma, dove una scala (e l’ascensore) conducono al portico, in corrispondenza di una “torre” che costituisce un riferimento orientativo nell’immediato intorno urbano. La dotazione di posti auto è integrata da 12 posti in superficie, 8 dei quali nel settore nord della piazza e 4 presso il nuovo costruendo edificio pubblico. Il mercato. La presenza nella piazza del mercato settimanale ha orientato la progettazione senza condizionarla pesantemente. Così come per il parcheggio auto di superficie, anche la disposizione dei banchi del mercato è stata considerata in subordine rispetto all’impianto della piazza, con il quale comunque resta pienamente compatibile. L’impianto planimetrico ben si adatta, infatti, ad ospitare un’ordinata disposizione dei banchi di vendita. Poiché le modalità di accesso dei mezzi degli esercenti e la possibilità di un agevole deflusso di questi al termine del mercato sono stati ritenuti obbiettivi prioritari, a seconda del punto di accesso dei furgoni sono stati individuati per gli esercenti 5 settori di stazionamento. Differenziando i punti di accesso e di uscita dalla piazza dei mezzi si garantisce un buon deflusso per tutti i 24 furgoni previsti dallo schema. Di questi, 18 sono ospitati nella piazza vera e propria, mentre i restanti 6 (che potrebbero far riferimento a differenti merceologie) trovano posto nello spazio a nord corrispondente al percorso a bassa velocità che collega via Conti Caccia a via Roma. Per accedere da via Roma al settore B (vedi tavola 1) è previsto il passaggio nel varco presente nel muro giallo che delimita il braccio settentrionale del portico a L. Tale varco presenta un’architravatura ad un’altezza tale (m 2,30) da consentire ovviamente il transito dei mezzi.
© sergio cappello . Published on April 03, 2013.
I materiali deI progetto. Poichè la piazza presenta una considerevole varietà di ambiti definiti sia dal punto di vista tipologico che meramente spaziale, anche la scelta dei materiali rispecchia in certa misura questa varietà: non si è cercato in alcun modo un patchwork di materiali e colori, purtuttavia le due emergenze del progetto (la loggia e il portico) rispecchiano anche nei materiali la loro natura e la diversità che li caratterizza tipologicamente: la loggia è quindi una struttura di acciaio poggiante su 9 colonne (ø mm 280) al cui interno sono alloggiati i pluviali di scarico della copertura, in lamiera grecata con strato fono-assorbente sottostante (onde evitare la rumorosità in caso di forti piogge e grandinate) . La copertura è strutturata da un impalcato di profilati IPE rastremati alle estremità, così da conferire un maggior slancio all’immagine del tetto. L’intradosso della copertura è controsoffittato con pannelli di alluminio. Il portico, invece, interpreta il carattere di quinta urbana che gli è stato attribuito. Pertanto, dovendo evocare una “casa”, presenta le murature in cls finite a intonaco, con zoccolatura basamentale in beola grigia, la stessa che riveste i due setti della “torre” del gruppo scala-ascensore. Le pareti sono tinteggiate in un giallo caldo, che declina in modo più deciso e “gioioso” la tavolozza un po’ incerta delle due cortine edilizie prospicienti la piazza. La copertura del portico è in acciaio, poggiante su tubolari collegati alla sottostante muratura in cls. L’intradosso è rivestito in pannelli a doghe di legno iroko. All’estradosso il manto di copertura è in lamiera grecata. La scelta della pavimentazione dell’area ha preso le mosse dala considerazione che il contesto non suggerisce scelte in qualche modo “obbligate”. D’altronde la beola della val d’Ossola trova già il suo impiego nel rivestimento di tratti del portico. Si è comunque ritenuto che la piazza dovesse e potesse distinguersi dalla combinazione di materiali scelta per le strade adiacenti (masselli in cls+ acciottolato), divenendo un emergenza nel panorama urbano del tutto autonoma, e capace semmai essa stessa di informare le eventuali successive scelte da compiersi per la progettazione e riqualificazione di altri episodi urbani. Si è anche considerato che la proposizione di superfici in accciottolato, ancorchè suggestive, fosse poco compatibile con le esigenze diversificate a cui la piazza deve far fronte, in primo luogo la carrabilità e una buona fruibilità da parte dei pedoni (segnatamente gli anziani, i bambini piccoli, i disabili). La scelta si è perciò orientata verso un manto in conglomerato cementizio tipo levocell, con inerti a vista e una colorazione sabbia “calda” e adeguata alla tavolozza cromatica del contesto. Al fine di sottolineare la maglia compositiva della piazza, ma anche di suddividere in settori di ampiezza contenuta il getto in calcestruzzo della pavimentazione, il manto della piazza è stato “geometrizzato” da una maglia ortogonale composta di fasce di travertino larghe 60 cm, maglia che definisce settori di ampiezza diversa, ora calibrati sulla maglia strutturale della loggia, ora sui pieni e sui vuoti del portico giallo, per porsi infine anche in relazione con la presenza della vasca d’acqua circolare. Illuminazione. Anche il tipo di illuminazione cambia in funzione della ricca articolazione della piazza. Gli spazi scoperti sono illuminati da lampioni di corrente produzione, disposti secondo la maglia ortogonale della pavimentazione. Il portico è invece illuminato da apparecchi a soffitto (nel braccio lungo la via Roma), o a parete nel braccio settentrionale, Alla base delle colonnine binate che sostengono la copertura di questo braccio sono incassati dei faretti di tipo carrabile, con effetto wall-wash. Analoga soluzione è adottata per l’illuminazione delle base delle colonne della loggia, per la quale è previsto anche, in funzione delll’uso che di volta in volta ne viene fatto, un sistema di illuminazione alternativo, affidato a proiettori alloggiati alla sommità delle colonne.
© sergio cappello . Published on April 03, 2013.
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