La proposta progettuale di formulare un abaco riguardante le pavimentazioni e gli arredi per il centro storico di Pieve di Cento, non può prescindere dall’attento esame delle due linee guida principali esposte nel “Documento preliminare alla progettazione”. L’analisi del contesto storico e gli obiettivi e le strategie legate alla risoluzione dell’accesso e della organizzazione del traffico nell’ambito storicizzato; strategia, quest’ultima,che ha indicato i propri obiettivi attraverso l’elaborazione da parte dell’Amministrazione Comunale del Piano Generale del Traffico Urbano (PTGU) dopo un percorso partecipato con la cittadinanza che ha avuto come slogan “La strada è di tutti“. Se oggi si sta gradualmente sostituendo ai progetti che riguardano i centri storici (sia importanti, sia minori ) il termine “Riqualificazione“ con la nuova parola “Rigenerazione“,è in parte dovuto al nuovo approccio metodologico che vede una partecipazione collettiva per l’acquisizione di quei contributi necessari per ripensare e ridisegnare gli spazi urbani.
Abaco degli interventi sulla pavimentazione e sull'arredo del Centro storico
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
CONFORAMAZIONE URBANISTICA E MORFOLOGIA STORICA Pieve di Cento presenta un centro storico che si è formato tra i secoli VIII e IX attorno al luogo dove attualmente sorge la Collegiata di S. Maria Maggiore, in posizione elevata rispetto all’allora territorio del Cento-pievese, costituito principalmente da valli da pesca e paludi. Nel XIV secolo, diventando comune autonomo, il borgo fu circondato da un fossato ed un terrapieno fortificato; nel 1387 iniziò la costruzione della Rocca, collocata all’esterno della linea difensiva dei terragli che racchiude¬vano l’abitato e completamente circondata dai fossati. Dal XVI al XVII secolo il comune del Cento-pievese passò dall’influenza di Bologna alla dominazione Estense e successivamente incorporato alla legazione di Ferrara dello Stato Pontificio. Durante il risorgimento Pieve di Cento ottenne di diventare parte della provincia di Bologna. Il periodo intercorso tra i due conflitti mondiali segnò un battuta di arresto allo sviluppo del nucleo urbano e del territorio, arresto che ha avuto una inversione di tendenza a partire dai primi anni sessanta del secolo scorso, consegnandoci oggi un rinnovato centro con presenza di piccola e media industria, agricoltura specializzata e servizi qualificati. Una drammatica interruzione allo sviluppo del territorio e dell’ambiente urbano è avvenuta con il sisma dell’aprile del 2012, ulteriormente accentuata dalla crisi economica nazionale degli ultimi anni. Quella che comunque risulta essere oggi la matrice urbanistica ed architettonica del nucleo storico è la matrice di impronta settecentesca che, generatasi sulle preesistenze medievali e rinascimentali, ha generato la morfologia attuale di Pieve ed arricchito il patrimonio architettonico ed artistico della città. Attillio Brilli nel suo libro “Cento e Pieve di Cento sulla via dell’Europa“ illustra chiaramente come nell’otto¬cento viaggiatori stranieri (inglesi e tedeschi principalmente) nei loro viaggi di trasferimento tra Bologna e Ferrara, pernottassero a Cento o a Pieve per visitare ed ammirare i dipinti del Guercino, le chiese e le pievi. Il nucleo storico, seppure di dimensioni minime (l’attraversamento a piedi da est ad ovest o da nord a sud) con¬serva al suo interno una densità altissima di monumenti ed edifici di grande valore storico-artistico. La Chiesa Collegiata di S. Maria Maggiore in piazza Andrea Co¬sta, il Palazzo Municipale con il Teatro Comunale, la Pinacoteca Civica e l’ Archivio Storico, Palazzo Mastellari con la sede della Partecipanza Agraria e la Piazzetta delle Catene, la Rocca ed il Museo Civico, la Chiesa dei SS. Rocco e Sebastiano, la Chiesa della SS. Annunziata e la Chiesa della SS. Trinità, l’ Opera Pia Galluppi e l’ ex Convento delle Clarisse, sono solo alcune delle emergenze architettoniche pre¬senti all’interno del tessuto storico. Ma l’ aspetto urbanistico, forse più significativo od unico, che Pieve di Cento ha mantenuto è la presenza delle quattro porte storiche che ancora oggi sono i cardini di accesso e di attraversamento del nucleo storico. Le direttrici tra le porte Bologna – Ferrara (nord-sud) e tra le porte Asia – Cento (est-ovest), formano sul sedime storico quasi una ipotetica traccia di cardo e decumano di origini romane.
Progetto preliminare dell'intervento di valorizzazione dello spazio circostante la rocca
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
IL PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO La scelta più significativa del PGTU per il centro storico è la classificazione di tutta l’area compresa all’interno delle quattro porte come “ZONA 30“, rinunciando quindi all’individuazione di aree specifiche “ZTL” (Zone a Traffico Limitato) e aprendo l’accesso, il parcheggio e l’attraversamento del nucleo storico, sia ai residenti e agli operatori commerciali, sia a tutta quella fascia di utenza esterna che desidera accedere all’interno del perimetro con il proprio veicolo. Fanno eccezione due sole aree a destinazione prevalentemente pedonale: Piazza A. Costa e lo spazio antistante la Rocca. Prevedere su tutta l’area del centro il limite di velocità a 30km./h comporta sicuramente un incremento del livello di attenzione da parte del conducente del veicolo verso tutte le “utenze deboli“ che sono rappresentate dai pedoni e dai ciclisti e verso la presenza di spazi fisici di transito che in molti punti del centro storico sono di dimensioni estremamente limitate. Gli accorgimenti da adottare per l’ottenimento di una omogenea e sicura coesistenza di queste diverse funzioni (veicolo-ciclista-pedone) il Piano Generale del Traffico li indica correttamente e fornisce le specifiche linee guida “… la continuità della rete pedonale, la presenza delle biciclette in entrambi i sensi marcia, il ricorso ad elementi di pavimentazione ed arredo o illuminazione che sottolineano le intersezioni stradali, il restringimento della corsia veicolare al minimo necessario …”. Da queste indicazioni diventa logico indirizzare la costruzione di un abaco progettuale non solo nella sua accezione di tracciato regolamentare ma come proiezione a terra della riqualificazione dello spazio pubblico, comprendendo unitarietà di progettazione nel tracciato viario nelle aree di accesso delle porte e nello spazio intorno alla Rocca.
Progetto preliminare dell'intervento di valorizzazione dello spazio circostante la rocca
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
LA PROGETTAZIONE DELL’ABACO SCELTA DEL MATERIALE DI PAVIMENTAZIONE Ancora prima di iniziare a ridisegnare percorsi, incroci, spazi di sosta e raccordi planimetrici con la emergenze architettoniche, è risultato fondamentale scegliere il materiale o i materiali delle pavimentazioni. Esaminando alcune pubblicazioni fotografiche presso la biblioteca comunale e lo stesso documento preliminare alla progettazione, si è constatato che anche a Pieve, come la maggior parte delle città emiliane, aveva la pavimentazione del nucleo urbano in selciato di ciottoli di fiume con impluvium al centro della strada. Questa pavimentazione è stata mantenuta sino alla fine degli anni cinquanta, per poi essere progressivamente sostituita (coperta) con asfalto. La pavimentazione in selciato formava quel naturale completa¬mento a terra delle facciate degli edifici, accentuando il carattere urbano di Pieve, ora perduto. Ogni progetto quando conosce, interpreta, trasforma e, soprattutto, cerca di ricostruire un nuovo punto di vista deve essere supportato dalla conoscenza del passato. E’ quindi risultata immediata la scelta di riutilizzare l’acciottolato di fiume, ma a differenza del passato, quando era il sedime del passaggio pedonale e di poche carrozze o carri, ora nella nuova progettazione diventa la pavimentazione del traffico veicolare e delle aree di parcheggio. Questa soluzione, oltre a ripristinare un materiale coerente con la qualità storica del centro urbano, ha il vantaggio di in¬durre un ulteriore rallentamento della velocità automobilistica ed il leggero rollio pro¬dotto dal veicolo lungo la percorrenza aumenterà in modo significativo l’attenzione del conducente. I pedonali, gli incroci, gli attraversamenti viari e gli spazi aperti sui luoghi pubblici, le piste ciclabili da percorrere contromano nei sensi unici, saranno invece realizzati in materiale lapideo in lastre. Sarà una pavimentazione in lastre di pietra di Luserna, finita a spacco, già impiegata nella riqualificazione della Piazza A. Costa. La pietra di Luserna è una pietra del gruppo degli gneiss con elevate proprietà chimico-fisico e meccaniche, per l’impiego in esterni e il suo colore grigio chiaro, con leggere sfumature di verde dovute alla presenza al suo interno di quarzo e di mica, si inserisce perfettamente con la tonalità grigia del ciottolo. Saranno quindi solo questi due materiali che si divideranno tutta la scena, definendo la nuova immagine del centro storico. Uniformità nei toni del grigio ma differente lettura delle textures; levigato contro opaco, materiale “ricco“ la pietra, contro materiale “povero“ il sasso.
Veduta prospettica ambito progetto preliminare
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
IL DISEGNO DELLE PAVIMENTAZIONI La mappa catastale di Pieve di Cento, datata 1891, pone in evidenza due aspetti significativi dell’impianto urbanistico. Il primo riguarda il tracciato viario e degli spazi pubblici all’interno del perimetro circoscritto dalle porte che risulta quasi immutato dalla fine del XIX secolo; il secondo è il disegno perfettamente leggibile del sedime del fossato e del terrapieno che univa le quattro porte, Bologna, Cento, Ferrara e Asia, racchiudendo al suo interno il tessuto urbano. All’interno del perimetro delle quattro porte il PGTU definisce funzioni e gerarchie relative alla nuova riorganizzazione del traffico automobilistico e pedonale, calate su un sistema viario rimasto quasi integralmente invariato dalla fine dell’ottocento. Il nuovo progetto cerca quindi di recuperare il ruolo strutturale e non solo funzionale dei percorsi, proponendo un rinnovato ordine capace di confermare legami visivi con gli apparati edilizi delle vie e delle piazze. E’ stato redatto un abaco delle funzioni legato ai materiali e al dimensionamento delle stesse ed è stato verificato su un esempio significativo del contesto urbano. L’area presa in esame comprende Via Melloni, Piazza A. Costa e l’incrocio tra Via Melloni e Via Galluppi. Sono state esaminate anche alcune altre strade secondarie che per motivi di spazio grafico non sono state inserite nella ta¬vola di progetto. Seguendo le indicazioni del PGTU e l’abaco dei criteri progettuali elaborato, è stata verificata la fattibilità progettuale delle linee guida esaminate e solo in alcuni casi dove le dimensioni viarie si riducono ad un punto critico, si dovranno elaborare soluzioni puntuali specifiche, coerenti comunque con le direttrici generali proposte. La riorganizzazione dello spazio circostante le porte e la relativa progettazione delle pavimentazioni (spazi cardine di tutto il progetto di rigenerazione del centro storico di Pieve) si è focalizzata, sin dall’inizio, sull’obiettivo di annullare, o quantomeno attenuare al massimo, l’attuale percezione di queste memorie storiche ridotte a rango di rotatorie stradali. E’ infatti in questi punti di contatto tra la città storica e la città esterna che cresce nella sua costruzione disomogenea in cui si perde coscienza e memoria di se stessa. Leggendo attentamente la planimetria storica catastale, appare evidente che la fascia perimetrale del fossato che racchiudeva l’abitato di Pieve in epoca medievale, si è trasformata a partire dai primi anni del secolo XX in viali di scorrimento esterno al centro storico e in parte in espansione edilizia. Queste trasformazioni sono arrivate anche a lambire (vedi porta Bologna) questi elementi storici di accesso alla città. Il progetto di recupero urbanistico vuole, nel ridisegno delle nuove pavimentazioni e nell’utilizzo dell’arredo urbano, ripristinare, seppure parzialmente, le direttrici dell’antico fossato che cingeva gli ingressi alla città. Porta Bologna, Cento, Ferrara e Asia saranno quindi nuovamente circondate da una pavimentazione in lastre di pietra di Luserna che avrà sempre due direttrici perfetta¬mente leggibili: una direttrice sempre parallela alla porta, con sviluppo laterale, come il vecchio sedime del fossato, e una direttrice ortogonale alla stessa, con at¬traversamento pedonale del monumento che non sarà altro che la vecchia via di entrata alla città. Mentre per realizzare le pavimentazione dei pedonali, delle aree pubbliche e degli attraversamenti, le dimensioni della pavimentazione in pietra sa¬ranno di circa 35×70 o 40×80 cm. per la pavimentazione intorno alle porte verrà utilizzato un formato ridotto di 15×30 cm. al fine di accentuare la diversità storica e funzionale delle aree. Questo nuovo sistema delle pavimentazioni, a strisce longitudinali di pietra alternata a ciottoli in una sequenza che distingue le parti e specifica i modi d’uso, avrà un disegno complanare in tutte le vie e spazi pubblici del centro storico, questo per fare si che la nuova proposta coincida con un rinnovato ordinamento capace di esaltare nuovamente i legami visivi con le importanti architetture di Pieve. L’utilizzo del ciottolo di fiume per le parti destinate a traffico veicolare costituirà esso stesso segnale di attenzione nei punti di intersezione con la pavimentazione in pietra destinata a segnare gli spazi pedonali o ciclistici. Tutti i principali attraversamenti in prossimità degli incroci saranno dotati di fittoni segnaletici che avranno una base in cui sarà incassata una illuminazione a led di attenzione.
Veduta prospettica ambito progetto preliminare
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
Veduta prospettica ambito progetto preliminare e attrezzature gioco bimbi
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
Planimetria generale sistemazione Piazza A. Costa, Via G. Matteotti, Via G. B. Melloni
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
Veduta ambito rocca da Porta Bologna
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
Veduta ambito d'intervento
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
Veduta notturna ambito d'intervento
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.
Veduta ambito d'intervento da Via del Pallone
Livio Benevelli, Mariano Bortolotti, Carlo Ferrari, Davide Prandini, Claudio Roncaglia. Published on April 03, 2013.