Ripensare le aree marginali a carattere agricolo e fare in modo che esse intervengano nei processi rigenerativi urbani e territoriali, significa definire approcci strategici integrati, capaci di influire sugli aspetti economici, sociali e ambientali di un sistema altamente complesso; occorre effettuare una traslazione semantica: da zone sensibili affette da degrado ambientale e sociale, a serbatoio di qualità potenziali in grado di accogliere le nuove configurazioni evolutive urbane e territoriali. Di seguito si propone una metodologia applicata tesa a definire un modello di sviluppo urbano aperto che rappresenti un tassello esportabile negli indirizzi strategici della visione complessiva di Ruralcity.
© Michele Vassallo . Published on April 04, 2013.
L’area presa in esame per il progetto, localizzata nel tessuto di frangia a sud di Marcianise (ce), manifesta un carattere di variegata complessità: collocata nella fascia di transizione tra la suburbanizzazione diffusa e il paesaggio agricolo dell’Ager Campanus, è cinta dall’area di sviluppo industriale, dalla rete infrastrutturale e dall’area destinata dal piano regolatore ad accogliere servizi terziari e sportivi, su cui giàè ipotizzata la realizzazione di un ring verde che funga da limite e filtro per l’espansione urbana. Sull’area insistono permanenze di rilevante interesse storico-paesaggistico che configurano un sistema complesso di ambienti permeabili e multisegnici. Le tracce degli insediamenti produttivi originari si intersecano con il sistema degli antichi tracciati e con quello che è rimasto dell’organizzazione rurale del territorio, inglobando zone di natura spontanea superstite o rigenerata.
© Michele Vassallo . Published on April 04, 2013.
L’idea progettuale è un modello di densificazione controllata che conduca all’infrastrutturazione dell’area, fornendo un’efficace risposta alla necessità di una buffer zone che limiti e contenga il dilagare dello sprawl suburbano. Si stabilisce uno scenario di transizione dove gradualmente avviene un “cambio di segno”, ovvero il passaggio dal sistema “città” a quello agricolo/naturale. In tale sistema l’intervento legge il territorio nei suoi strati più profondi, interpretando la complessità dei fenomeni generativi del palinsesto di cui il suolo rappresenta il quadro d’unione. Lo strumento operativo è costituito dall’impiego di architetture subsuperficiali, ovvero di strutture che, operando al margine – in between – della linea di terra, costituiscono un sistema inclusivo e complesso, un ipersuolo a intensità prestazionale capace di fondersi con l’architettura che ingloba e di evolversi con essa secondo le leggi che regolano la trasformazione fisica del mondo naturale. L’intento è costituire un sistema complesso e autosufficiente (off grid) sul piano energetico e alimentare, secondo una declinazione alle diverse scale, che costituisca una risorsa per l’intero territorio. L’ibridazione sistemica avviene con la massimizzazione dello spazio pubblico e il controllo della qualità ambientale, generando un modello in cui il tessuto abitativo si fonde con le textures dell’agricoltura distribuita e dei servizi, a cosnfigurare un paesaggio continuo in cui sono favorite le occasioni di incontro e di condivisione. Il sistema complessivo, esercita una mediazione sul controllo microclimatico locale e mira alla costituzione di nuovi stili di vita che, facendo leva sul senso di appartenenza comunitario e sul radicamento al territorio, conduca alla fruizione dell’area in una dimensione aumentata e continua nell’intero arco stagionale e giornaliero.
© Michele Vassallo . Published on April 04, 2013.
© Michele Vassallo . Published on April 04, 2013.
© Michele Vassallo . Published on April 04, 2013.