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Recupero dell'ex convento San Nicola a Scandriglia - FABBIONI E PARTNERS, Maria Teresa Borrello, Massimo Carassai, Dante Fabbioni, Maria Rita Micozzi, Elisa Palombarini, Luigi Sabini, Danilo Spinozzi

Le destinazioni Il 10 settembre 1847, il P. guardiano fra Battista da Gaeta scrive ai PP. Cappuccini di Roma: “Il nostro convento è capace di ospitare 16 individui, oltre sei stanze per gli Forastieri ed officine necessarie e sufficienti. Lo stato della fabbrica trovasi in ottimo stato con quello della annessa chiesa. Non vi è spazio di clausura per la situazione montanara ed inaccessibile. La chiesa è unita, immediata al convento”. Il Convento di San Nicola riannoda il filo della sua storia, tornando ad ospitare “gli Forastieri”, mentre il “Trittico di San Nicola”, dipinto a tempera su tavola del XIII secolo, riprende la sua collocazione originaria nella chiesa per diventare il cardine di un centro culturale-museo che custodirà le chiavi di lettura necessarie per penetrare i segreti del territorio dei Monti Lucretili. Una dimora storica di grande fascino, articolata intorno all’antico chiostro, dotata di ristorante e di ogni altro agio. La stanza sopra il coro ed il presbiterio tornerà ad ospitare una biblioteca. Riprenderanno la loro antica funzione anche i terrazzamenti sui quali nuovi orti, curati con i metodi dell’agricoltura biologica, forniranno prodotti alla cucina che potrà proporre una gastronomia legata al territorio ed alle stagioni. La medievale chiesa di San Nicola ospiterà il nuovo centro culturale “M.A.G.”, Museo Antropogeografico dei Monti Lucretili. In altri spazi si conserveranno prodotti agroalimentari del territorio che saranno proposti ai visitatori.

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Il restauro della fabbrica storica Il progetto prevede la conservazione totale di quanto resta del complesso originario e la ricomposizione delle parti crollate al fine di ricostruire un’unità sostanziale della fabbrica storica. Le integrazioni di massa vengono proposte, sulla base della presunta sagoma originaria, con linguaggio dichiaratamente moderno fatto di linee di carattere semplice, nel doveroso rispetto del contesto.

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Il M.A.G. museo antropogeografico dei Monti Lucretili. Il Parco dei Monti Lucretili offre molteplici paesaggi i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana e dalle reciproche relazioni; sono relazioni funzionali, storiche, visive, culturali, simboliche, ecologiche tra parti ed elementi, sistemi culturali e fisici di organizzazione e/o costruzione dello spazio. Il paesaggio non ha perciò confini fisici, coincide con l’intero spazio generato dalle attività antropiche, che si adattano all’ambiente e, contemporaneamente, lo plasmano, attraverso le infinite sfumature con cui di volta in volta si concretizzano i singoli casi. Esso è il frutto della continua, secolare e stratificata interazione fra uomo e natura, che non può essere confusa con il semplice panorama. Il paesaggio esiste in quanto c’è chi lo guarda, chi sa dargli un significato, non è perciò solo panorama, è un’enciclopedia la cui capacità di lettura dipende dal grado culturale dell’osservatore, come interpretazione antropologica di fatti e processi socio–ecologici: ambiente, storia e geografia. Poiché“Si vede veramente solo ciò che si conosce”, per una comprensione non superficiale di questo territorio abbiamo immaginato un ausilio al percorso della sua conoscenza: il M.A.G.. Un museo particolare che custodirà le chiavi di lettura per comprenderne i segni e la complessità delle relazioni; un interessante cammino tra reperti, opere ed iconografie, ma soprattutto tra immagini ed esperienze multimediali, consentirà di penetrarne i segreti. Toccherà al visitatore indagare ed immergersi nei contenuti, per poi uscire e leggere direttamente con i propri occhi, ciò che è scritto nel paesaggio.

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L’articolazione del M.A.G. •Il “paesaggio naturale”: rappresenta la geografia del Parco, con la struttura geomorfologica, le formazioni geologiche, le associazioni vegetali, le presenze faunistiche. •Il “paesaggio umano”: analizza i segni lasciati sull’ambiente dal lavoro degli uomini e dai loro insediamenti, dall’età pre-romana e romana, al monachesimo, fino ai modelli contemporanei; sono frutto dell’integrazione tra uomo e natura il paesaggio rurale modellato dai contadini, quello dei boschi cedui e dei pascoli disegnato da carbonai e pastori, quello delle aree sacralizzate dai monaci. •Il “paesaggio e la sua rappresentazione”: approfondisce il modo in cui il mito, il cinema e le arti in genere hanno saputo cogliere e comunicare i molteplici aspetti del territorio; poiché un paesaggio non è solo un insieme di elementi oggettivi, ma è anche legato alla sua rappresentazione nel tempo, è fondamentale ripercorrere le tappe che hanno fissato il territorio nell’immaginario artistico e culturale. •Il “paesaggio del futuro”: ultima tappa tematica, delinea i nuovi scenari e i progetti di sviluppo del Parco dei Monti Lucretili.

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L’accessibilità Il luogo, per il suo passato sacro e per l’ambiente incontaminato in cui è immerso, non può accogliere autovetture. Verrà attrezzato un parcheggio riservato e protetto in prossimità dell’ultimo edificio lungo la salita. Da qui, chi vorrà potrà procedere a piedi iniziando ad immergersi nell’atmosfera magica del luogo, oppure potrà fruire del servizio di un’auto elettrica che, a chiamata, scenderà dalla residenza storica.

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L’ecosostenibilità Le soluzioni costruttive adottate massimizzano il benessere dei fruitori attuali garantendo contemporaneamente alle generazioni future la possibilità di conseguire lo stesso risultato, nella consapevolezza che le risorse naturali sono limitate. A tal fine quindi: •Riduzione dei consumi energetici attraverso la coibentazione dell’involucro edilizio e l’elevata efficienza degli impianti; •Uso di materiali bioecologici prodotti nello stesso ambito eco regionale; •Uso razionale della risorsa idrica con recupero delle acque piovane, accumulo nella restaurata cisterna del chiostro e riuso per l’irrigazione degli orti e per gli usi secondari nell’edificio.

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