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Expo 2015, Padiglione Italia. Milano - Goring & Straja Architects

LIl progtto si configura come un “bosco” di edifici-albero, che lascia il più possibile sgombero il terreno da occlusioni, ramificandosi verso l’alto e offrendo un rifugio sicuro e protetto all’uomo. Si realizza così una continuità spaziale del livello zero che rafforza ancor di più l’incrocio fra Decumano e Cardo, nodo cruciale della viabilità interna del complesso EXPO. Una struttura in elevazione, verticale e diagonale, costituisce il “tronco” delle architetture; attorno ad essa si espande “l’apparato fogliare” degli spazi architettonici, in un contrappunto fra duro-resistente-chiuso nella parte inferiore, morbido-permeabile-aperto in quella superiore. Albero, cellula, guscio, rifugio, membrana, sono le parole chiave del progetto.

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La configurazione ad albero, oltre a declinare correttamente le prescrizioni concorsuali, è la reinterpretazione in chiave organica di un pensiero complesso che abbraccia molteplici aspetti: culturali, tecnici e didattici a sua volta tradotto in architettura. Questa immagine prefigura nuove strade progettuali e filosofiche, senza perdere di vista l’importanza di un buon funzionamento e di una fluida spazialità: lo scopo dell’architettura resta infatti quello di porsi come interfaccia tra l’uomo e il territorio. L’interpretazione di questo rapporto è resa in maniera egregia dagli edifici: il livello zero viene infatti completamente liberato da tutte le funzioni che non siano ingresso/uscita; una vera a propria piazza coperta caratterizza ciascun edificio, invitando il visitatore a sostare, rinfrescarsi, salire ai livelli superiori, entrare.

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In corrispondenza dell’imprinting degli edifici a terra trovano spazio alcuni specchi d’acqua caratterizzati da una profondità ridotta, che contribuiscono alla mitigazione ambientale indoor, collaborando da una parte con la facciata degli edifici, dall’altra costituendo massa termica per le corti interne. A seconda delle necessità organizzative alcuni di essi possono essere velocemente svuotati per offrire uno spazio aggiuntivo destinato a raduni collettivi. Ideali fonti d’acqua per la vita degli alberi architettonici, i bacini svuotabili sono “tatuati” sul fondale con bassorilievi di reperti storici ed archeologici del nostro Paese, a rappresentanza dei tesori nascosti dalle culture passate che emergono in continuazione al di sotto dei nostri piedi. I bacini permanentemente allagati ospitano invece la vita attraverso la presenza di essenze acquatiche. Si viene così a completare una sorta di orografia artificiale al di sotto del bosco architettonico. Flussi di energie, fluidi e persone passano tutti dalle stesse “vie di distribuzione”: i tronchi ospitano una vera a propria promenade architecturale che conduce il visitatore dal livello zero attraverso gli spazi espositivi, culminando nel ristorante panoramico del Palazzo Italia, dove corpo e spirito trovano congiuntamente il rispettivo climax.

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L’intervento di progetto all’interno del masterplan di Expo consiste nei 5 fabbricati allineati lungo l’asse trasversale del Cardo, il viale dedicato all’Italia e ai suoi rapporti con l’Europa e il Mondo. Gli edifici sono nominati rispettivamente Palazzo Italia, Cardi Sud A e B, Cardi Nord A e B, conformemente alla denominazione prescritta. Palazzo Italia è in sostanza un edificio a corte reinterpretato in chiave contemporanea. Un grande blocco quadrato di 57.5 metri di lato è stato infatti scavato nel mezzo per ricavare un vuoto centrale, attorno al quale articolare diversi elementi significativi: un ampio invaso per eventi al piano zero sovrastato da un grande vuoto soprastante e attraversato dai tronchi delle scale di collegamento tra i diversi livelli dell’edificio; alcuni ambienti interni attorcigliati perimetralmente attorno al fulcro centrale, il tutto che culmina nel terrazzo panoramico all’ultimo piano, protetto da una copertura a shed trasparente. Ai livelli inferiori la forma dell’incavo centrale è stata concepita in modo tale da realizzare un incastro volumetrico e una compenetrazione con l’edificio attiguo del Cardo Nord A.

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I quattro edifici del Cardo sono invece dei corpi in linea e riproducono in forma ridotta e rettilinea il principio della corte centrale del Palazzo e dei tronchi di sostegno/accesso.

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La realizzazione del concept si fonda su alcuni punti programmatici. Tutti gli edifici sono sospesi su una struttura puntiforme dalla griglia irregolare, rappresentata dai tronchi che ospitano gli accessi e la mobilità interna. L’‘immagine prospettica è uniforme per tutto il complesso, al fine di esprimere l’unitarietà del progetto. Questo principio, unito all’atto di liberazione del livello zero, collabora con la scelta di connettere il Palazzo Italia e l’edificio del Cardo Nord A, consentendo i trasferimenti in quota dei visitatori.

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La facciata è l’elemento caratterizzante dalla parte alta – identificata idealmente nel “fogliame” degli edifici-albero – e rappresenta la componente spugnosa, permeabile, osmotica delle architetture. Come accade negli organismi viventi, essa interagisce con l’ambiente circostante, facendosi regolatrice attiva dei trasferimenti di calore, umidità, luce. Per esigenze architettoniche, estetiche e di performance climatica delle costruzioni, si è optato per una tecnologia a doppia pelle ventilata in vetro.con brise solail in telo teso che funge da deflettore di luce e modulatore di temperatura. Questa scelta è motivabile a partire da diverse ragioni. Dal punto di vista estetico, l’esigenza di facciata è quella di dare risalto alla “morbidezza” delle parti alte, traducendo ancora una volta la metafora dell’albero in un manufatto architettonico tangibile, in un involucro che renda percepibile la profondità, trasmettendo in modo efficace l’idea di indefinitezza dei boundaries. Da un punto di vista dell’immagine finale questa soluzione di facciata crea l’opportunità di avere un diaframma fisico da destinare alla comunicazione, attraverso l’impiego di dispositivi grafici all’interno dell’intercapedine. Dal punto di vista impiantistico, l’intercapedine e i dispositivi in essa inseriti possono fungere da regolatori dell’ambiente indoor, lavorando congiuntamente con un verde pensile verticale. La struttura portante verticale è contraddistinta dalla presenza di 4 nuclei distributivi verticali (scala/ascensore), monolitici e leggermente inclinati sulla verticale secondo una logica strutturalmente razionale di parziale auto equilibrio cui i volumi in elevazione risultano letteralmente appesi. I piani superiori (3°, 4° e copertura) costituiscono un grande volume parallelepipedo cavo, alto 9,0m circa, a pianta quadra di lati indicativamente pari a 55×55m, caratterizzata dall’ampio volume vuoto centrale di 20×20m circa. La struttura principale di questo corpo è costituita da una maglia di travi reticolari incrociate che interessano l’altezza complessiva dei due piani e sono allineate con le facciate esterne ed interne. Le membrature sono prevalentemente costituite da tubi rettangolari a nodi saldati.

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I materiali e le soluzioni tecnologiche adottate si fondano su scelte di fondo orientate alla sostenibilità e al comportamento passivo degli edifici, in termini architettonici, impiantistici, logistico-tecnologici. Dal punto di vista architettonico, espedienti classici dell’architettura sostenibile, come la doppia facciata ventilata, il verde in copertura e pensile, le schermature, l’integrazione nel progetto di specchi d’acqua, fanno sì che il progetto sia realmente sostenibile in termini di impatto ambientale.

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