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Campus universitario USI/SUPSI a Lugano – Viganello - Tomas Caloprisco Architetto, lorenzo guzzini, andrea molteni, Valeria Bellora

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Il progetto esalta le caratteristiche del luogo in cui si inserisce. E’ il termine di un sistema di edifici di grande scala; si colloca in una maglia urbana esistente; si innesta lungo un parco fluviale lineare; è vicino al vecchio Campus USI. Gli elementi che formano il nuovo Campus sono quegli elementi già presenti e caratterizzanti la città di Lugano, quali il verde, l’ acqua, la corte e la piazza. Qui si crea l’ occasione per concettualizzarli, rielaborarli e restituirli sottoforma di progetto unitario, secondo una nuova chiave di lettura, consapevole, rigorosa e rispondente alle esigenze di incontro e confronto socioculturale del Campus, attraverso una chiara distribuzione delle funzioni e dei suoi collegamenti: al piano terra le funzioni aperte alla città, al piano primo quelle comuni alle due facoltà e sopra di questo le due teste contenenti USI e SUPSI. Volumetricamente si tratta di una piastra sospesa su corpi che contengono funzioni pubbliche, dalla quale fuoriescono i blocchi gemelli delle due scuole. Lo spazio sottostante la piastra è lo spazio pubblico del Campus, accessorio a queste funzioni e totalmente permeabile alla città che lo circonda. L’ampliamento previsto dell’ USI si svilupperà sulla parte retrostante, lasciando intatto il parco fluviale, integrandosi con la logica volumetrica e urbanistica dell’ insieme. L’ intenzione è quella di creare al piano città una distribuzione delle funzioni per tutta l’ area di progetto concessa , rispondente alla logica di composizione urbana esistente e alla sua scala. Così si agisce in atteggiamento opposto ai volumi delle scuole lungo-fiume più a nord, che creano una barriera tra la città e il fiume. In questo modo si ottiene uno spazio pubblico di qualità, inteso come continuazione del parco fluviale lineare del Cassarate e della maglia urbana in cui si inserisce. Il lotto è il luogo di incontro di due geometrie urbane, l’ una al di qua del fiume, l’altra al di là di esso. Questo è stato il pretesto per fondere le geometrie nella composizione dei volumi e nell’organizzazione spaziale. Al piano primo il volume della piastra forata collega tutti i corpi sottostanti, ospitando al suo interno le funzioni accessorie e comuni alle due facoltà, USI e SUPSI. Le due scuole si sviluppano in due volumi identici, a pianta quadrata e corte centrale che, appoggiandosi a terra con i due rispettivi atri di ingresso, si fondono con la piastra attraverso lo spazio centrale dedicato all’accoglienza e all’expo, luogo d’incontro delle persone delle due facoltà. Sono questi due volumi che, appoggiati sul “podio-piastra”, simboleggiano il nuovo Campus formato dai due poli che, pur non toccandosi, mettono parte dei loro spazi in comune e si guardano e si confrontano costantemente. In corrispondenza dei buchi delle corti sospese della piastra, al piano terra, si ha l’ occasione per inserire del verde e dell’acqua, entrambi elementi che vanno a modificare, in modo naturale e sostenibile, la percezione della luce e del calore. Le alberature schermano il sole negli spazi interni e ombreggiano lo spazio pubblico sottostante, mentre l’ acqua raffresca d’estate gli esterni e il suo posizionamento studiato fa sì che rispecchi la luce solare che riceve, illuminando gli spazi non direttamente illuminati che si formano sotto la piastra. A differenza del vecchio campus USI, il nuovo non lascia il verde perimetralmente al suo complesso ma lo ingloba e lo rende funzionalmente ed esteticamente protagonista. Il rapporto con il vecchio polo universitario è dialettico e virtuoso. Iniziando come già detto dal diverso peso dato allo spazio pubblico, “L’erba del vicino è sempre più verde” risponde alla logica della simmetria riguardo alla composizione volumetrica del vecchio Campus utilizzando i due elementi uguali dei blocchi delle scuole, ma non si irrigidisce secondo arbitrari disegni geometrici di specularità, viceversa risponde alla logica della maglia urbana esistente. Alla varietà dei trattamenti di superficie dei corpi del vecchio polo USI, il progetto del nuovo Campus risponde con un linguaggio strutturale e di facciata coerente e unitario dando maggior importanza all’immagine di sè come unicuum. Questa maglia portata in facciata ha ruolo di schermatura ai raggi solari soprattutto sui fronti più critici, est e ovest. Il ritmo dei pieni e dei vuoti si inverte a seconda degli spazi che incontra per esaltare attraverso la vibrazione della facciata la composizione volumetrica.

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