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The Black Shard - Nicola De Pellegrini - anidride\design

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The Italian brand Blackfin Titanium Eyewear is being developed very fast and – since 2007 – it has been offering high quality eyeglasses whose basic design is defined by the simple lines and arcs that characterize the frames. These eyeglasses are exclusively made in Italy by using high quality Japanese titanium, which is proficiently shaped thanks to the solid forty-four-years technical experience of the company which is, on the other side, driven by an extraordinarily young philosophy.

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard

The stand – created for MIDO 2015 by anidride\design studio from Venice – takes centre stage as a powerful “machine” able to represent the journey undertaken by Blackfin during its development. Its strong scenic impact expresses and underlines the decisive character of the brand and its powerful design and performance values. The materials used and the finishes, like the pierced sheet metal in the main structure, the concrete on the floor and walls, and the black TNT on the ceiling, are powerful and strong.

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard

The exhibition inside the stand is tidy and rational, characterized by the visual impact of the solemn free-standing displays and by the impressive structure of the central monolithic block. Anyway, the outstanding scenic item that most catches and involves the visitor’s attention is a moving turbine which has a diameter of 300 centimetres and lays on the perimeter wall of the stand, matching perfectly with the mood of the advertising campaign and the products. This item contributes to create a unique stand, unique as the role played by Blackfin in optics. In the middle of the stand there is the Cipriani’s bar, which confirms the partnership between the two brands. Thanks to the quality and excellence of its products, they bring into the world the image of the authentic Made in Italy.

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard

The BLACKFIN stand, called “The Black Shard” by anidride\design studio, won the BESTAND MIDO 2015 award thanks to its originality and communicative nature.

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard

Nicola De Pellegrini - anidride\design — The Black Shard


Facciamo Centro - "Rifunzionalizzazione del sistema del centro urbano e del Cinema Ambra" - Marco Quagliatini , Francesco Massi, Daniele Massi

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Il cinema Ambra, è nato come cinema privato attorno agli anni 40; successivamente ristrutturato negli anni 60, è entrato a far parte del patrimonio comunale. Oggi il Cinema Ambra si presenta come una struttura fatiscente rimasta in disuso da circa 30 anni e proprio per questo suo stato è spesso al centro di numerose polemiche tra la collettività. E’ costituito da due livelli, la struttura portante è in cemento armato ed i tamponamenti sono costituiti da blocchetti in laterizio. L’elemento di maggior spicco sicuramente è la facciata che ad oggi ha un discreto stato di conservazione e che rappresenta sicuramente un valido esempio dell’architettura di quegli anni. Un intervento volto alla sua riqualificazione, rappresenta sicuramente una occasione per valorizzare e dare maggiore identità agli spazi circostanti. Un progetto che possa fungere da forte centro relazionale e di scambio socio/culturale; che possa essere un mezzo capace di coinvolgere la vita sia all’interno del comune stesso ma che sia anche elemento catalizzatore di eventi, manifestazioni e vita sociale.

Marco Quagliatini , Francesco Massi, Daniele Massi — Facciamo Centro - "Rifunzionalizzazione del sistema del centro urbano e del Cinema Ambra"

Marco Quagliatini , Francesco Massi, Daniele Massi — Facciamo Centro - "Rifunzionalizzazione del sistema del centro urbano e del Cinema Ambra"

Nuovo polo scolastico a Cairate - Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile

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Il progetto si fonda su un approccio di tipo metaforico, conseguenza di una relazione idealizzata con il contesto e tende ad instaurare con le preesistenze un rapporto di integrazione, di completamento e più in generale di reinterpretazione. In poche parole il contesto viene assunto come palinsesto su cui innestare il nuovo edificio, capace di esprimere l’evoluzione del luogo nel rispetto di una continuità con il passato. La posizione del terreno su cui insiste la scuola, ubicato ai margini del perimetro edificato e punto di separazione tra destinazioni residenziale e agricola, ha indirizzato il processo progettuale verso un edificio che alludesse metaforicamente al concetto di limite della città, pensato nella sua consistenza fisica. Il muro, la cui struttura concepita come una cavità abitata, contiene l’intero complesso scolastico e affida la sua espressività soprattutto ai valori di superficie, come la tattilità del materiale e il rapporto tra pieni e vuoti. Sull’area sono fatte convergere idealmente parti di città costruite in tempi e modalità diverse. L’orientamento est-ovest dell’edificio-muro altro non è che il prolungamento dell’attuale asse viario, via S. Martino, via Forlì, via Mazzini , collegamento futuro del nuovo polo scolastico con la parte più antica della città. Questa sorge al di sopra dei resti di un insediamento di epoca tardo romana, oggi compreso all’interno del complesso monumentale del monastero di S. Maria Assunta e presenta una struttura urbana caratterizzata da cortine edilizie composte da abitazioni alte dai due ai tre piani, dotate di un doppio affaccio, sulla strada pubblica e verso le corti aperte private. Dall’interpretazione di questa tipologia e dalla ricerca di una forma che fosse rappresentativa di un edificio scolastico, nasce il nostro progetto. Un lungo corpo longitudinale contiene le aule didattiche, a questo sono addossati i volumi della palestra e dell’ingresso della scuola primaria, secondo le direttrici della zona residenziale esterna, dando vita a quattro corti aperte: due piazze antistanti gli ingressi delle scuole, il parco pubblico rivolto verso il centro abitato e il giardino per gli alunni aperto a nord verso via Milano. Da qui il nuovo polo scolastico, per la sua forma allungata, assume l’aspetto simbolico di una cinta muraria interrotta dal varco di via Lucca-via Rimembranze, che diventa nuova porta d’ingresso al centro edificato. Più che dal bisogno di segnare un accesso, questa è pensata per comunicare l’identità della città, concepita come la sua struttura, la sua storia e il suo presente. E’ con essa, che il progetto cerca di stabilire un rapporto. Siamo infatti convinti che le realtà dei luoghi possiedano sempre una ricchezza e una complessità, purché non le si leggano aderendo acriticamente alle forme con le quali esse ci si presentano. In questo senso abbiamo riletto e interpretato alcuni degli elementi architettonici presenti nel contesto e capaci a nostro avviso di raccontare la realtà di Cairate. Oltre a quanto già raccontato per le tipologie edilizie delle case a corte aperta, c’e l’impianto claustrale del convento benedettino di Santa Maria Assunta per il suo valore architettonico oltreché storico. Recentemente sottoposto ad un restauro conservativo, il chiostro modificato sul finire del XV sec. secondo parametri tardo gotici è stato fonte di ispirazione per il nostro sistema porticato, un ordine gigante pari al doppio ordine del convento, realizzato in calcestruzzo armato a faccia vista. La tradizione vernacolare è invece rivisitata attraverso materiali e sistemi costruttivi dell’architettura rurale lombarda per rafforzare il rapporto che l’edificio cerca di stabilire con il paesaggio agricolo sul quale si affaccia. La sua ruvida vitalitàè espressa nel nuovo edificio dalla superficie del mattone in laterizio pieno, alla cui semplice bellezza del disegno murario è affidata ogni forma di decorazione. Decorazione che diventa mutevole e imprevedibile, là dove la trama degli elementi posti in opera sfalsati si fa più rada, fino a trasformare la superficie muraria in un diaframma attraversabile dalla luce.

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Il progetto, comprende la scuola primaria per 350 alunni, quella secondaria di primo grado per 250 alunni e una palestra polifunzionale, dimensionata per ospitare competizioni sportive nazionali e fruibile fuori dall’orario scolastico anche dagli abitanti e frequentatori della zona. Completano la scuola due ampi spazi destinati alle mense una per piano, con relativi ambienti di servizio per un corretto approvvigionamento dei cibi precotti ed un piccolo locale pubblico rivolto verso il parco cittadino di via Lucca. Gli spazi verdi assumono un valore fondamentale , concepiti come corti aperte, sono chiamati ad assolvere più funzioni che vanno dalla didattica, alla ricreazione vera e propria approdando ad una dimensione “comunitaria”. Il pioppeto, disposto secondo la griglia strutturale del portico, per la sua verticalità crea uno spazio aperto al passaggio e trasparente alla vista, divenendo di fatto una copertura verde, vera e propria estensione del sistema porticato. La scelta di destinare alla comunità una porzione dell’area di progetto deriva, dalle dimensioni molto grandi del lotto e dalla necessità di creare un luogo di riferimento per tutta la città a contatto con il polo scolastico, altrimenti isolato dalla vita quotidiana dei cittadini. La scuola è dunque pensata come il luogo collettivo in cui la comunità del domani compie i primi passi, prendendo coscienza di se e del mondo che la circonda. Il portico alto due piani prospettante sul parco per due lati denuncia l’aspetto pubblico dell’edificio e consente di percorrere al coperto il collegamento tra l’ingresso della palestra e gli atri delle due scuole.

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Giancarlo Angelelli, Andrea Lombardi, Federico Tombolini Architetto, Giampaolo Cima, Marta Bracci, Paolo Capussela, Beniamino Nutile — Nuovo polo scolastico a Cairate

Quinta - eleonora crucianelli | MARGARETE, Sara Anselmi | Margarete

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La necessità di far spazio alla famiglia che cresce richiedeva la nuova disposizione di quota parte degli ambienti di questo appartamento in cui l’intervento è consistito nel recupero di alcune spazialità. Lo stile dei proprietari aveva già un’identità ben definita che richiedeva un intervento rispettoso ed in linea con esso che si potesse integrare senza sconvolgere la percezione del gusto proprio della committenza. Si è deciso dunque di accorpare la zona d’ingresso a quella notte, convertendola in camera padronale con servizi esclusivi e spogliatoio. L’impatto che l’avanzamento della parete di fondo avrebbe avuto sull’ingresso è stato minimizzato scostandone leggermente il punto di fuga verso l’esterno, in direzione del camino, anch’esso in posizione diagonale rispetto al soggiorno. Nella camera padronale, una quinta di fronte alla zona letto si apre simmetricamente su due zone: quella dei servizi e quella dello spogliatoio. La prima, con ambiente riservato per i servizi igienici, restituisce alla zona letto luce ed aria della finestra comune attraverso un area ibrida in continuità. Qui il vero protagonista diventa il lavabo freestanding in ceramica con rubinetteria da terra, visibile dalla zona letto quando lo scorrevole in vetro satinato viene aperto. Il sapore termale è riservato all’angolo doccia rivestito con listelli in pietra naturale e caratterizzato dal largo piatto su misura con elementi di deflusso dell’acqua a scomparsa.

eleonora crucianelli | MARGARETE, Sara Anselmi | Margarete — Quinta

eleonora crucianelli | MARGARETE, Sara Anselmi | Margarete — Quinta

Auditorio de León - Mansilla + Tuñón Arquitectos

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El Auditorio vuelve su cabeza de león hacia el espléndido edificio del Hostal de San Marcos, y su rostro cubista se construye como un apilado de ventanas en el que aparecen dos órdenes diversos: el perímetro de los huecos, que hace referencia a una geometría abstracta, y el hueco interior de cada ventana, fruto de las necesidades del interior. De esta forma, el plano construido oscila entre un conjunto de ventanas apiladas, a la vez iguales y distintas, que esparcen la duda sobre si el perímetro exterior es anterior al apilado o producto de éste. Es, en realidad, un apilado de indicios contrarios.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Auditorio de León

El conjunto se organiza en dos construcciones: El volumen principal, continuando las trazas de la ciudad, acoge la sala, y extiende su sección hasta convertirla en alzado. Un segundo cuerpo alberga las salas de exposiciones y gira el rostro para adoptar su geometría y altura a la del Hostal de San Marcos, definiendo un amplio salón urbano donde la ciudad se encuentra con el río.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Auditorio de León

La sala, con un aforo variable entre 600 y 1200 espectadores, se configura como una sala bifocal que posibilita el ver y verse orteguiano. Este espacio, de acústica variable, permite acoger actividades diversas; conciertos, congresos, óperas, teatro, danza, etc. El interior de la sala se construye con un sólo material, anillos curvados de madera oscura, configurando un espacio contínuo que toma su forma de la exacta definición técnica de los paramentos en función de una acústica óptima, y no del recuerdo de Jonás dentro de la ballena, de la que sólo toma su aparente oscuridad.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Auditorio de León

Los accesos se producen directamente desde la cota de entrada, mediante un dilatado lobby que vierte sobre un patio arbolado. Una pequeña construcción alargada aloja la administración, configurando un pequeño umbral de acceso o área de quietud que aleja los accesos del cercano tráfico rodado. En la planta sótano, a cota de escenario, se sitúan vestuarios y camerinos iluminados por un patio, sobre el que también vuelca, sin vistas cruzadas, la cafetería.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Auditorio de León

La estructura del auditorio es de hormigón blanco y las fachadas están revestidas con grandes piezas de mármol travertino, como eco del origen romano de la ciudad de León.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Auditorio de León

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Auditorio de León

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Auditorio de León

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Auditorio de León

Moscow Metro Competition - Ignacio Gias

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Metro stations are directly related to our daily life, door to our working place or to our home, the space where we spend the first moments in the morning and the very last of the day. It is there where we start to imagine how will our day pass by at morning or where we do a balance of how did the journey go on our way back home by the same time we start to think how will we find our family or friends. What if we could push those first thoughts of the day into a positive field? What if we could create an optimistic environment for people going to job or coming back to their homes? Could the metro station become a motivation for kids going to school? The two concepts could resume this project would be optimism and movement. Color it is a tool to express and join those two concepts. 1.Optimism: Introduction of a positivism injection into daily life. Color transmits motivation and happiness. Both feelings are mandatory in daily life especially in big cities like Moscow. The color exuberance drives people to multiple spaces into their imagination, not only their childhood but tropical landscapes or it reminds the rainbow in somehow. it contains certain music inside as Kandinsky paintings do. 2.Movement: Creation of a cinematic landscape interacting with the train and pedestrians movement. Expression of the constant movement inside the station by a flowing space, a project exploring the full dimension of Novoperedelkino station giving not only great depth but creating multiple special situations by a metaphore of the train movement.

Ignacio Gias — Moscow Metro Competition

Acces View

The platform it is cover by 200 glass fiber reinforced concrete (GFRC) pieces containing a color gradient from yellow to orange, red, violet and blue into the platform perimeter. By the use of parametric design software, the form of each GFRC piece it is different to the others, creating spatial diversity and variety of sensations. The colors in the ceiling and walls interact with the ones in the central columns and furniture. In the platform middle band, green produces a neutral frame reference to control the full space but also working as a filter that contains the colors in the background.

Ignacio Gias — Moscow Metro Competition

Platform Area

The main characteristic of this sheets system it is that when you are walking or moving and you have a frontal vision of the space it is full of color, but when you stand to wait the metro and you look to the platform perimeter, the sheets become thing lines over a white background.

Ignacio Gias — Moscow Metro Competition

Concept

This material it is very easy to be clean and can be painted if need. The GFRC pieces are placed each 50 cm and they are 4 cm wide. The main idea it is to produce 5 standard pieces that could be latter cut in order to optimize material resources.

Ignacio Gias — Moscow Metro Competition

Platform Area

Ignacio Gias — Moscow Metro Competition

Detail

Ignacio Gias — Moscow Metro Competition

Platform Area

Sala Polivalente in legno a Chambery - SKP Architecture

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La maison existante se compose d’un rez-de-chaussée et d’un niveau R+1. L’extension est implantée au nord-ouest, nous créons une ouverture dans le mur de l’actuel halle afin d’assurer la liaison. Le projet propose une expression contemporaine dans un esprit d’intégration entre l’existant et son environnement. L’extension, d’une volumétrie simple avec une toiture terrasse, est réalisée en ossature bois. La façade de l’extension est composée de grandes baies vitrées en aluminium au sud, elles permettent d’éclairer naturellement les espaces. Les parties pleines sont en bardage bois d’une teinte claire. L’intervention est pensée pour garantir une symbiose entre l’existant et le patrimoine naturel.

SKP Architecture — Sala Polivalente in legno a Chambery

SKP Architecture — Sala Polivalente in legno a Chambery

SKP Architecture — Sala Polivalente in legno a Chambery

SKP Architecture — Sala Polivalente in legno a Chambery

SKP Architecture — Sala Polivalente in legno a Chambery

SKP Architecture — Sala Polivalente in legno a Chambery

Museo de Castellón - Mansilla + Tuñón Arquitectos

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El Museo de Bellas Artes de Castellón gira alrededor de un claustro ajardinado con unos magníficos cipreses, perteneciente al antiguo colegio de Serra Espadá. La construcción que alberga las salas es un apilado de plantas de iguales dimensiones, en las que un espacio a doble altura se va desplazando, como una cascada de vacíos que, con los mismos elementos, convierte a cada planta en un lugar diferente. Esbelto de proporciones y mirando al frente, guarda los tesoros de la ciudad como una esfinge, protegido por una coraza de placas de fundición de aluminio en las que se graba, como quedaba escrito en los antiguos ladrillos romanos que conserva el museo, su destino: MUSEU DE BELLES ARTS.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Museo de Castellón

El programa del museo se estructura en cuatro áreas diferenciadas: pública, semipública, trabajo y almacenamiento. Estas áreas, a su vez, se organizan en tres edificaciones claramente diferenciadas. En el edificio central, en torno al claustro ajardinado, se ubican las dependencias del museo a puerta cerrada y las oficinas (área semipública). Adosado a éste, en el lado naciente del conjunto, se construye un edificio de nueva planta, y forma cúbica, donde se localizan las diversas salas de exposición de la colección permanente (área pública). En el lado poniente, y separado del edificio existente, una nueva edificación longitudinal alberga las dependencias de restauración (área de trabajo). Y, por último, en el sótano, bajo el pabellón de restauración, se ubican los depósitos de fondos (área de almacenamiento) conectando las áreas de trabajo y el edificio de exposición.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Museo de Castellón

El edificio principal, que alberga la colección permanente, se construye como un apilado de cinco plantas iguales y diferentes. Los cinco niveles de exposición se ven surcados por una cascada de espacios en doble altura que permite una visión diagonal atravesando todo el edificio, hasta el patio del semisótano. Un mecanismo de sección que permite hacer compatible una gran compacidad espacial con una percepción diversificada del espacio, de tal forma que una persona, al visitar una planta, puede recorrer una sucesión de espacios con tres escalas diferentes: la de las salas, la de los espacios de doble altura, y la del espacio diagonal que recorre la totalidad del edificio. El museo se construye con muros y losas de hormigón blanco, confiándose el acabado exterior a un único material: la fundición de aluminio, en placas y lamas, que como restricción autoimpuesta, establece un estricto orden dimensional al conjunto.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Museo de Castellón

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Museo de Castellón

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Museo de Castellón

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Museo de Castellón

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Museo de Castellón


Fundación Helga de Alvear - Mansilla + Tuñón Arquitectos

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UNA ESTRATEGIA, NO UNA FORMA
El proyecto intenta escuchar el lugar, e imaginar una ciudad posible que, sin renunciar a nuestra época, sea capaz de preservar el modo en que la ciudad respira.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

Se trata pues de encontrar el territorio común entre lo contemporáneo y aquello que permite a la ciudad reconocerse a sí misma; una figura, o mejor una estrategia, que contenga en sí misma ambas caras.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

Una estrategia considerada en términos de oportunidades. Un conjunto de reglas dictadas por las preexistencias. Una reinterpretación de las mismas que hacen del proyecto, continente y contenido, un regalo para la ciudad.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

UN LÍMITE QUE ES PUNTO DE ENCUENTRO
La parcela conforma una frontera en la ciudad tanto en la historia, al borde de la edad media del casco antiguo, como en la geografía, elemento que se encarama y conforma los quiebros de una vaguada.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

La propuesta devuelve al solar el carácter de tierra de tránsito e intercambio que fueron las zonas de extramuros, lo vuelve permeable. Desde la calle Pizarro, por la cubierta transitable y todavía jardín trasero, a través de los patios, se despliega un recorrido público que es un eslabón más en la cadena de plazas y callejuelas por la que se recorre el Cáceres antiguo, y es el modo natural de salvar el desnivel que lleva a la parte nueva de la ciudad.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

Del mismo modo en que el arte, antes privilegio de una élite, se torna accesible, el edificio también intenta en un trompe l´oeil urbano, si no eliminar, sí retorcer y diluir el único límite que casi siempre permanece, lo que es de unos pocos y lo que es de todos, articulando en los vacíos ,en el negativo del edificio,una arteria pública que atraviesa sin tocarla la esfera de lo privado.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

LA NATURALEZA COMO MODELO
La arquitectura de nuestra época vuelve sus ojos hacia configuraciones presididas por una abstracta materialidad, como si el hombre, que durante tanto tiempo miraba la naturaleza, intentando comprenderla, desde la técnica o la cultura, quisiera hoy girar su vista y mirar la cultura y también la arquitectura, aquello que somos, desde la naturaleza, desde su asombrosa mezcla de constancia y modificación.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

Así, la nueva edificación busca su forma en la naturaleza que rodea, inspira y caracteriza a la ciudad, en la blandura y domesticidad del jardín trasero que abraza a la casa madre, y se amolda, casi líquido, a los bordes del solar.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

LA PRESENCIA DE LO POSIBLE: AQUELLO QUE PERMANECE Y AQUELLO QUE CAMBIA
El proyecto es fiel a la esencia de lo existente y el conjunto que se propone no difiere mucho de lo que el solar ahora es: una casa con un jardín.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

Permanecen las trazas contundentes, la volumetría rotunda casi intacta, pero el aparente hermetismo se disuelve en los recorridos suaves que, reflejo del recorrido exterior entre patios, se suceden en el interior de la zona nueva y colonizan la geometría ortogonal y pétrea de la “Casa Grande”.Una “casa”, también en cuanto a funciones, que aloja el núcleo administrativo con que funcionará el centro, y un “jardín”, para el esparcimiento blando, el paseo amable, en el que se ubican también los almacenes y las instalaciones que alimentarán el edificio.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

El conjunto que se propone, una suma de horizontalidades que produce verticalidades- como la tierra, como las montañas- trata de hacer visible la sorprendente presencia de lo posible, esto es, la dulce perplejidad humana arropada en aquello que permanece y aquello que cambia, lo previsible y lo sorprendente.

Mansilla + Tuñón Arquitectos — Fundación Helga de Alvear

Casa CP - Coutiño & Ponce Architects

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Project Family House

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Photo by Fabián Coutiño.

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Photo by Fabián Coutiño.

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Photo by Fabián Coutiño.

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Photo by Fabián Coutiño.

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Photo by Fabián Coutiño.

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Photo by Fabián Coutiño.

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Coutiño & Ponce Architects — Casa CP

Ex vetreria Bit Vetro - giuseppina turi, Wanessa Bruno

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L’impegno di LIBERA nella lotta alle mafie, si è tradotto nella Regione Puglia, in LIBERA il BENE, un progetto destinato ai comuni e alle province pugliesi per il recupero, la riconversione e la gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Il Comune di Putignano ha recepito il messaggio positivo della Regione e l’ha tradotto nell’intervento di recupero e di riconversione dell’ex vetreria.

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

Modificare e generare le relazioni tra lo spazio e gli utenti, tra l’interno e l’esterno, tra l’artificiale e il naturale. L’intervento di riqualificazione e riconversione di questa ex vetreria – luogo residuale privo di alcuna identità urbana e per anni dimenticato dalla comunità– si confronta con gli obiettivi del recupero sociale e della promozione culturale attraverso la riscoperta delle attività artigianali del luogo. L’edificio si pone come organo fisico: un cervello in cui i neuroni sono in grado di ricevere, integrare e trasmettere impulsi al punto da comprendere la divisione tra mondo interiore e mondo esteriore al fine di migliorare la prospettiva di osservazione e interpretazione. La rete costituita da queste unità elementari, come un tessuto, avvolge l’intero edificio: dalla copertura del tetto giardino attraversa le aperture e, bucando il fronte principale, si insinua all’interno divenendo la scocca che dà forma ai laboratori e allo spazio espositivo. Il fronte principale dell’edificio rivela solo in parte le funzioni espresse al suo interno: un’alternanza di vuoti e pieni definiti, come gli spazi interni della creatività manuale, dalle effimere strutture in metallo e lamiera stirata.

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

L’edificio si sviluppa su quattro livelli. Il piano interrato è destinato alle funzioni di archivio, deposito e ai vani tecnici. Il piano terra si sviluppa lungo un asse longitudinale, non percepibile dal di fuori; una parte laterale ospita gli uffici su fronte strada, la sala formazione e i laboratori artigianali, l’altra i servizi e i percorsi verticali; la parte centrale accoglie lo spazio espositivo: un percorso che si sviluppa per tutta la lunghezza dell’edificio – dall’ingresso alla parte finale del piano – quasi a sottolineare il rapporto osmotico tra il dentro e il fuori. Tale percorso è definito nella zona d’ingresso da pannelli mobili in lamiera stirata che dividono la hall dagli accessi al piano superiore e che, al tempo stesso, possono scorrere e raggrupparsi, dilatando la superficie della hall stessa; invece, nella parte retrostante, il percorso è caratterizzato dall’installazione di quinte mobili che trasformano l’ambiente sia per uso che per forma: creano superfici e/o spazi espositivi, delimitano e definiscono nuovi ambiti.

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

Strettamente legati all’area espositiva sono gli spazi interni destinati alle attività artigianali, caratterizzati anch’essi dalla presenza di quinte mobili costituite da pannelli a libro e scorrevoli che possono chiudersi per delimitare i tre laboratori o aprirsi completamente per definire uno spazio unico e polifunzionale. Un sistema di illuminazione a luce solare mediante lucernari tubolari connota gli spazi dei laboratori e garantisce la loro illuminazione diurna, riducendo in questo modo i consumi elettrici e permettendo un migliore controllo termico del manufatto, minimizzando così lo scambio di calore tra l’ambiente interno e quello esterno.

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

Il primo piano si estende per una superficie ridotta rispetto a quella sottostante: qui gli uffici per le consulenze specialistiche si affacciano su un ampio spazio comune dal quale, attraverso una scala metallica, si accede al tetto giardino.

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

Un pergolato leggero si sovrappone alla preesistenza, denotando non solo il coronamento dell’unico fronte urbano dell’edificio, ma al tempo stesso aumenta le prestazioni energetiche dello stesso; esso protegge la copertura riducendo l’escursione termica giornaliera/stagionale e incrementando così l’isolamento termico e acustico, limita l’inquinamento dell’aria intrappolando le polveri sottili, apporta un benessere psico-fisico per l’utenza attraverso la futura coltivazione di piante officinali; inoltre quale elemento tecnologico diviene supporto per le fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici e solare termico), coadiuvando in questo modo l’utilizzo degli impianti tecnologici “tradizionali”.

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

giuseppina turi, Wanessa Bruno — Ex vetreria Bit Vetro

Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi - SKP Architecture

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Le projet consiste à créer une piscine couverte de plain-pied. Cette piscine couverte est implanté en retrait de la maison existante pour créer un patio autour duquel nous pouvons déambuler.

SKP Architecture — Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi

Nous créons une séquence entre la maison et la piscine ponctuée d’espaces extérieurs végétalisés. Cette extension est également reliée à la maison existante par une galerie chauffée.

SKP Architecture — Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi

Au sous-sol se trouve l’espace détente, composé d’un vestiaire, d’un SPA, ainsi qu’un espace de relaxation avec une salle de projection et de musique.

SKP Architecture — Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi

Les murs extérieurs sont en béton banché avec des planches en bois. La toiture de la piscine couverte est percée de plusieurs puits de lumière. Le fond mobile du bassin transforme l’espace de la piscine couverte en salle de réception sur l’eau.

SKP Architecture — Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi

SKP Architecture — Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi

SKP Architecture — Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi

SKP Architecture — Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi

SKP Architecture — Piscina Coperta in Cemento a Asnieres - Parigi

Open-Knowledge Office - Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich

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progetto per i nuovi uffici

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

Grande parete ad onda di 15 metri che divide la zona ufficio di lavoro dall'area relax con cucina. La parete è dipinta con fasce verticali di colori alterni molto saturi, rivestita con una ondulina in policarbonato semitrasparente e illuminata dalla gola in alto dove sono presenti i PHILIPS LED COVING a luce bianca.

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

Vista su ingresso (zona a destra) e area operativa (zona a sinistra); grafica a pavimento simil stradale; sotto ai tavoli PARK

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

Area scacchi giganti; sul soffitto dell'area scacchi sono stati inseriti pannelli specchianti per riflettere la luce e il movimento della città e portare negli uffici il dinamismo urbano.

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

Sulla destra una delle sale meeting "formal" sullo sfondo a destra la sala meeting "unformal" a gradoni verdi

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

Dall'ingresso verso l'area operativa, il grande specchio che porta lo sguardo verso la grande area open-space; sulla parete frontale all'ingresso i valori della società

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

ingresso agli uffici

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

sala meeting "informal" con gradino verdi, sulla sinistra si apre l'area open-space con il grande tavolo a forma di CLOUD lungo 12 metri

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

area relax + cucina con tavoli per mangiare e tavolo da ping-pong

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

partita a scacchi in atto! sul soffitto dell'area scacchi sono stati inseriti pannelli specchianti per riflettere la luce e il movimento della città e portare negli uffici il dinamismo urbano.

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

Grande tavolo a forma di CLOUD lungo 12 metri sorretto da gambe in plexiglas trasparenti con inserito un profilo a X in plexiglas colorato.

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

Area ingresso: parete in arancio scrivibile per "welcome guest" e armadio MAIL BOX con armadietti per ciascun dipendente; gradazione del colore dal bianco all'arancio 100% saturo, colore simbolo della società

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

trasparenze, punti di vista, prospettive. L'utilizzo del vetro per chiudere le sole sale meeting che richiedono un isolamento acustico, e lasciare comunque permeabilità visiva.

Tommaso Giunchi, Barbara Slocovich — Open-Knowledge Office

concept sketch

Piscina Coperta e SPA a morainvilliers - SKP Architecture

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Le projet consiste à créer une piscine couverte de plain-pied. Cette piscine couverte est implanté en retrait de la maison existante pour créer un patio et en retrait de la limite séparative pour créer un jardin arrière la piscine.

SKP Architecture — Piscina Coperta e SPA a morainvilliers

Nous créons une séquence entre la maison et la piscine ponctuée d’espaces extérieurs végétalisés. Cette extension est également reliée à la maison existante par une galerie enterrée. Le projet est constitué d’une succession d’arches blanc et de verrières verticales (baies vitrées) et horizontales (dalles de verre de toiture). La toiture de la piscine couverte est plate, non accessible et végétalisée.

SKP Architecture — Piscina Coperta e SPA a morainvilliers

Les Arbres et une partie des buis existants sur la parcelle seront gardés pour préserver la qualité paysagée du terrain. Des terrasses extérieures seront créées pour donner une continuité entre intérieure et extérieure du projet.

SKP Architecture — Piscina Coperta e SPA a morainvilliers

Le projet a des grandes ouvertures pour suivre la courbe du soleil, augmenter les prestations énergétiques et garantir une transparence constante entre la maison existante et le fond arboré de la parcelle.

Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi - SKP Architecture

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La parcelle est caractérisée par ses proportions : elle est étroite et tout en longueur, mais aussi par son important dénivelé et sa végétation très dense.

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi

Les plans et l’implantation de l’édifice sont en accord avec le contexte urbain, de manière à intégrer harmonieusement la maison dans le paysage et ainsi conserver les qualités paysagères du site.

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi

Le projet s’adapte à la topographie du terrain, son implantation en escalier épouse la pente du terrain. La maison comporte 3 niveaux dont le décalage de l’implantation suit la pente de la parcelle. Chaque niveau présente une grande ouverture au sud offrant des vues cadrées sur le paysage. Ces baies orientées au sud permettent un apport thermique considérable.

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi

L’implantation en escalier de la maison se ressent depuis l’extérieur par la vision des 3 arches qui viennent englober les niveaux et qui sont réalisées en béton, matériau que l‘on retrouve sur la totalité de la maison.

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi

La coque exterieure est completament en béton brut de coffrage, sauf pour la facade Nord, qui abillée avec un bardage en bois ajouré.

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi

Des ouvertures sont prévues sur les côtés latéraux de la maison afin de les diversifier et d‘apporter de l’éclairage naturel aux terrasses.

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi

SKP Architecture — Atelier d'Artista in Cemento Liscio a Rosny - Parigi


concorso di idee per l’arredo urbano del percorso storico di collegamento tra “ATE” e “TIXA” - Giorgio Burza, ROBERTO BURZA, GIOVANNI BURZA, SALVATORE BURZA

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Ogni luogo è l’espressione sia del dinamismo che sostiene l’uomo nel suo cammino di ricongiungimento alla storia, sia della dinamica sottesa a questa tensione. Una lanterna, una panchina,.....oggetti d’arredo urbano provenienti da un mondo altro…

Giorgio Burza, ROBERTO BURZA, GIOVANNI BURZA, SALVATORE BURZA — concorso di idee per l’arredo urbano del percorso storico di collegamento tra “ATE” e “TIXA”

Rappresentazione degli elementi

Giorgio Burza, ROBERTO BURZA, GIOVANNI BURZA, SALVATORE BURZA — concorso di idee per l’arredo urbano del percorso storico di collegamento tra “ATE” e “TIXA”

Raccolta differenziata

Giorgio Burza, ROBERTO BURZA, GIOVANNI BURZA, SALVATORE BURZA — concorso di idee per l’arredo urbano del percorso storico di collegamento tra “ATE” e “TIXA”

La doppia seduta

Giorgio Burza, ROBERTO BURZA, GIOVANNI BURZA, SALVATORE BURZA — concorso di idee per l’arredo urbano del percorso storico di collegamento tra “ATE” e “TIXA”

Corpi luminosi

Learning Hub - Thomas Heatherwick, CPG Consultants

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The Learning Hub at Nanyang Technological University (NTU Singapore), designed by Heatherwick Studio and executed by lead architect CPG Consultants, is a new educational landmark for Singapore.

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

As part of NTU’s redevelopment plan for the campus, the Learning Hub is designed to be a new multi-use building for its 33,000 students. Instead of the traditional format of an educational building with miles of corridors linking box-like lecture rooms, the university asked for a unique design better suited to contemporary ways of learning. With the digital revolution allowing learning to take place almost anywhere, the most important function of this new university building was to be a place where students and professors from various disciplines could meet and interact with one other. The Learning Hub is envisioned to be a place where students might meet their future business partner or someone they would have an amazing idea with. The outcome is a structure that interweaves both social and learning spaces to create a dynamic environment more conducive to casual and incidental interaction between students and professors. Twelve towers, each a stack of rounded tutorial rooms, taper inwards at their base around a generous public central atrium to provide fifty-six tutorial rooms without corners or obvious fronts or backs.

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

The new-generation smart classrooms were conceived by NTU to support its new learning pedagogies that promote more interactive small group teaching and active learning. The flexible format of the rooms allows professors to configure them to better engage their students, and for students to more easily collaborate with each other. The rooms in turn open onto the shared circulation space around the atrium, interspersed with open spaces and informal garden terraces, allowing students to be visually connected while also leaving space to linger, gather and pause. NTU Professor Kam Chan Hin, Senior Associate Provost (Undergraduate Education) says, “The new Learning Hub provides an exciting mix of learning, community and recreational spaces for NTU students, professors and researchers from various disciplines to gather and interact. By bringing people and their ideas together, NTU can spark future innovations and new knowledge that increasingly happen at the intersection of disciplines.”

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Founder and Principal Thomas Heatherwick, Heatherwick Studio says, “Heatherwick Studio’s first major new building in Asia has offered us an extraordinary opportunity to rethink the traditional university building. In the information age the most important commodity on a campus is social space to meet and bump into and learn from each other. The Learning Hub is a collection of handmade concrete towers surrounding a central space that brings everyone together, interspersed with nooks, balconies and gardens for informal collaborative learning. We are honoured to have had the chance to work with this forward-thinking and ambitious academic institution to realise such an unusual project.” Project lead Vivien Leong of CPG Consultants, the Lead Architect and Sustainability Consultants for the Learning Hub, says, “The most exciting aspect of this project is to see such an inspired design develop into a uniquely contextual and functional building through a highly collaborative process. Managing this project was no mean feat as we had to ensure that our work complied with Singapore’s rigorous building regulations and that it achieved the highest standards of sustainability, while working hard to retain the integrity of the original design and vision of NTU . The opportunity to challenge convention by introducing several first-of-its-kind environmentally friendly features and innovative solutions that embody the spirit of modern day learning has been a truly rewarding experience for us.” The combination of local building codes and high environmental aspirations meant that a concrete construction was necessary. The primary design challenge was how to make this humble material feel beautiful.

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

As a result, the concrete stair and elevator cores have been embedded with 700 specially commissioned drawings, three-dimensionally cast into the concrete, referencing everything from science to art and literature. Overlapping images, specially commissioned from illustrator Sara Fanelli, are deliberately ambiguous thought triggers, designed to leave space for the imagination. The sixty one angled concrete columns have a distinctive undulating texture developed specially for the project. The curved facade panels are cast with a unique horizontal pattern, made with ten cost-efficient adjustable silicone moulds, to create a complex three-dimensional texture. The result of the building’s various raw treatments of concrete is that the whole project appears to have been handmade from wet clay. With year-round temperatures in Singapore between 25°C and 31°C it was important to maintain the students’ comfort whilst achieving a sustainable energy usage.

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

The building’s open and permeable atrium is naturally ventilated, maximising air circulation around the towers of tutorial rooms and allowing students to feel as cool as possible. Each room is cooled using silent convection, which does away with the need for energy-heavy air conditioning fans. The Learning Hub building was awarded Green Mark Platinum status by the Building and Construction Authority (BCA), Singapore, the highest possible environmental standard for a building of this type.

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

In a digital age when many students have multiple communication devices and ready access to knowledge, the Learning Hub reasserts the role of an educational building in the 21st century. No longer a place for traditional classroom teaching to passive students, NTU’s new icon provides space for collaborative learning in a technology-rich setting. Opened till late, it will be a place for students to gather, where knowledge is shared, collaboration between disciplines takes place and where future leaders are nurtured.

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Site area: 2,000 sqm
Gross floor area: approximately 14,000 sqm
Building height: 8 storeys, 38.3m

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Thomas Heatherwick, CPG Consultants — Learning Hub

Sede Panaria Ceramiche - Archilinea

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I sismi del 20 e 29 Maggio 2012 hanno colpito una zona densamente popolata e ricca di fiorenti aziende produttive. Per queste ragioni è stato fatto un notevole sforzo per garantire continuità tra emergenza, transizione e ricostruzione. Si sono gestite le diverse fasi avendo già di fronte un disegno del dopo sisma, si è puntato su una ricostruzione di qualità, per raggiungere più elevati livelli di sicurezza, così la ricostruzione è diventata un’occasione per ridurre la vulnerabilità e migliorare considerevolmente i livelli di sicurezza, di efficienza energetica e sostenibilità. L’intervento di ristrutturazione e consolidamento della sede di Panaria è imperniato principalmente su questi aspetti, declinati a livello progettuale ed architettonico attraverso:
  • la presenza di pareti ventilate, una facciata vetrata con ampie caratteristiche energetiche e la realizzazione di forti coibentazioni sulle facciate esposte a nord in copertura e nell’interrato;
  • la realizzazione di un giardino verticale e orizzontale con l’utilizzo di numerose essenze che coprono la fioritura per l’intero arco stagionale.

Obiettivo primario del progetto è stato il consolidamento e il miglioramento sismico mediante la creazione di quattro grandi portali ancorati alle strutture portanti, con strutture reticolari in acciaio. Il materiale ceramico riveste e nasconde lo scheletro strutturale dei portali ancorandosi ad un sistema di supporto per pareti ventilate. Il formato della lastra sottile determina il modulo a cui si allineano la scansione della facciata vetrata continua e la distribuzione interna degli spazi. L’accostamento tra le lastre ceramiche e il verde è anch’esso un tema principale: viene sviluppato alla base dell’edificio, dove le piastrelle creano percorsi e isole calpestabili, e sulle pareti principali del fronte est, dove si sviluppano alte zone di verde. I portali formano degli ampi ballatoi i cui parapetti presentano fioriere con verde ricadente. All’interno dell’edificio il materiale è declinato nei suoi diversi utilizzi evidenziando posa, formati e colori.

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

The earthquake on 20th and 29th May 2012 occurred in a densely populated area, full of thriving manufacturers. For this reasons, a considerable effort has been made in order to ensure continuity between the emergency situation, the transitional period and the reconstruction. They managed the different phases having already clear a project to face the situation after the quake, the focus was mainly on better quality reconstruction in order to reach higher level of security, so the reconstruction has become an opportunity to reduce vulnerability and improve considerably safety, energy efficiency and sustainability. The renovation and consolidation work for the headquarter of Ceramica Panaria is mainly based on these issues, which are declined in terms of design and architecture trough:
  • the presence of ventilated walls, a totally glazed facade with high energetic performance and the realization of an exterior insulation finishing system on the North side, on the roof and in the basement;
  • the realization of green walls and gardens with different plant species blooming over the year in order to ensure to the staff wealth and well-being close to nature.

In the aftermath of the earthquakes happened on 20th and 29th May 2012, Panaria ceramic tiles industry headquarter incurred in damages that led the owners to apply for a general renovation of the office building. The main purpose of the project was the structural reinforcement and consolidation for seismic improving by realizing four large portals fastened to the existing load-bearing structures by steel frameworks. The ceramic tiles are used as a covering for the steel frame construction, anchored to the rainscreen’s retaining structure. The size of the slabs defines the design module, the vertical partition in the glass facade and the internal arrangement of the space. The combination between porcelain grés slabs and plant species is another of the main topics of the project: on the ground floor area, the ceramic tiles create pedestrian paths and walkaways and the East side facade is highlighted by the inclusion of green walls. The portals build up large balconies and the handrails are marked out by the presence of window boxes. The ceramic material is used in its all different applications highlighting installation, sizes and colours.

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Archilinea — Sede Panaria Ceramiche

Nuova costruzione di palazzina ad uso uffici - Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi, Arch. Marcello Berozzi

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L’area in Oggetto si trova a Bologna, nel quartiere Borgo Panigale. Il layout distributivo si propone di risolvere l’intera SU edificabile in un edificio a carattere terziario di sei piani fuori terra; su ogni livello sono previste due o tre unità immobiliari servite da una scala centrale con ascensore ad esclusione del piano terra, pensato come spazio porticato a pilotis, con accesso dal vano scala e un’unica unità immobiliare di tipo “open space”.

Studio Tecnico Gandolfi, Ing. Gian Paolo Gandolfi, Arch. Andrea Gandolfi, Arch. Marcello Berozzi — Nuova costruzione di palazzina ad uso uffici

L’ampia fascia di rispetto autostradale che risulta il vincolo più importante e insistente sull’area, ha portato a una volumetria architettonica alta e snella, che si riduce progressivamente verso il fronte del confine Sud, dove la soluzione terminale di testata è costituita da un portale che incornicia e sottolinea il fronte vetrato. Tale esposizione ha portato all’inserimento di elementi oscuranti verticali esterni a frangisole. Tali elementi risultano essere un elemento importante e qualificante soprattutto al fine di dosare opportunamente le quantità di raggi solari incidenti sulla facciata Sud.

Dal punto di vista dei materiali, sono state adottate soluzioni architettoniche di qualità, con particolare attenzione per i rivestimenti, i materiali e le soluzioni tecnologiche finalizzate ad ottenere livelli di benessere ambientale ottimale.

Agli ultimi due livelli il volume dell’edifico si riduce mediante la creazione di due ampie terrazze sfalsate sui due piani, in modo da inserire l’edificio nel tessuto edilizio circostante non come un blocco isolato, ma attraverso un gradiente di sviluppo in altezza; in questo modo è garantito anche il rispetto delle distanze minime dai fronti dei fabbricati circostanti.

Dai piani alti dell’edificio, risulterà visibile la quinta collinare che si sviluppa a Sud. Il lotto viene a fronteggiare una nuova area a destinazione mista che sorgerà dalla parte opposta a questo intervento, dove è previsto un nuovo complesso di capannoni industriali ed un nuovo edificio per uffici. Quest’ultimo, in particolare, costituirà l’elemento architettonico principale con il quale la presente proposta verrà a dialogare, poiché posto in affaccio e con uno sviluppo di cinque piani fuori terra. L’unione dei due interventi, viene quindi a costituire una opportunità per la creazione di un nuovo polo terziario; la sinergia di attività, unitamente alla vicinanza della sede autostradale, dalla quale tutta l’area risulta ben visibile, rappresenta un’occasione di riqualificazione per tutta la zona che avrà non solo nuovi edifici per servizi, ma beneficerà anche di una ristrutturazione globale del tessuto urbano di collegamento nel quale gli edifici stessi si inseriscono

Casa di abitazione in collina - Davide Padovani architetto

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