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Bella Lì - Andrea Butta, Davide Adamo, andrea verzini

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Il progetto Bella Li ha come obbiettivo la mappatura e la messa in rete degli spazi residuali a Milano: luoghi dalla dimensione minima, spazi dimenticati, irrisolti o che comunque, pur avendo una funzione specifica, non rispondono alle esigenze del vivere quotidiano. La dimensione minima è un requisito trasversale; lo spazio minimo risponde alla misura del quartiere, alle relazioni di vicinato. L’intento è capire, utilizzando una ricerca quasi “archeologica”, quali spazi possano essere riattivati attraverso azioni di riappropriazione e riqualificazione in un ambito d’uso focalizzato. Per questo motivo, l’utilizzo quotidiano diventa l’espediente per rendere percepibile l’azione progettuale, un “risarcimento” ai cittadini che si configura in termini di spazio e di ri-utilizzo di “tessere” urbane. La riappropriazione dei luoghi si esplica attraverso microazioni progettuali, all’interno di diverse categorie di intervento.

Andrea Butta, Davide Adamo, andrea verzini — Bella Lì

atmosfera generale dell'area

link al blog Bella LI: http://bellali.polimi-cooperation.org

Andrea Butta, Davide Adamo, andrea verzini — Bella Lì

concept

Il nostro intervento è situato in un aiuola all’incrocio tra Corso Sempione e Viale Cesare Procaccini, l’aiuola è situata esattamente ai piedi di Casa Rustici di Giuseppe Terragni ed su questo elemento che si basa il nostro progetto. L’intenzione è quella di ricavare un pattern dalle linee incrociate, parallele e perpendicolari si Casa Rustici e riportarlo sull’aiuola. con installazione di sedute, impianti floreali e “totem” con delle brochure esplicative su Casa Rustici e Terragni il ruolo dell’area diventa quello di avvicinare i milanesi e non a casa rustici i quali passano davanti a questo capolavoro senza neanche riconoscerlo dagli edifici circostanti.

Andrea Butta, Davide Adamo, andrea verzini — Bella Lì

planimetria finale

A inizio pagina è presente un video con slide che cercano di spiegare l’analisi che è stata fatta sull’area prima di arrivare all’idea di progetto.

Andrea Butta, Davide Adamo, andrea verzini — Bella Lì

totem esplicativo

Andrea Butta, Davide Adamo, andrea verzini — Bella Lì

fasi di concept e di costruzione


Casa unifamiliare in una foresta pluviale - Andrea Butta

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Laboratorio di Progettazione I – Politecnico di Milano

Andrea Butta — Casa unifamiliare in una foresta pluviale

vista prospettica

Il progetto si trova in un luogo immaginario nella foresta amazzonica in Brasile, lo scopo è quello di cercare di progettare una casa unifamiliare in un ambiente estremo, cercando di integrare il progetto il più possibile con il contesto. L’idea è di posizionare l’edificio tra la terra e la riva del fiume. Il progetto si basa su due scatole una sopra l’altra inclinate perpendicolarmente, quella inferiore è costruita sulla terra mentre quella superiore poggia in parte sul blocco e in parte è a sbalzo sull’acqua sostenuto da un setto di sostegno. Questa esperienza di progetto non tiene conto dei dettagli strutturali e soluzioni tecniche ma è solo un progetto concettuale per un approccio alla costruzione in relazione con il contesto.

Andrea Butta — Casa unifamiliare in una foresta pluviale

vista prospettica

Andrea Butta — Casa unifamiliare in una foresta pluviale

modello

Andrea Butta — Casa unifamiliare in una foresta pluviale

modello

Andrea Butta — Casa unifamiliare in una foresta pluviale

modello

Andrea Butta — Casa unifamiliare in una foresta pluviale

modello

Andrea Butta — Casa unifamiliare in una foresta pluviale

pianta

Gardens of culture in Porta Genova - Milano - Andrea Butta, Matteo Bulgarelli

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International Workshop Milano 2014: “Gardens of Culture in Porta Genova – Milano” professori: Alberto Aschieri e Roberto Spagnolo

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

modello

Progetto a larga scala di riqualificazione della stazione di Porta Genova a Milano. Il dettaglio del progetto è solo un concept. Il progetto prevede un museo, delle boutique, e degli alloggi per studenti. Il tutto situato in un parco che cerchi di connettere due parti della città che sono tuttora divise dalla stazione.

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

planivolumetria e piano al suolo

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

schizzo progettuale

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

prospetto e sezione

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

prospetto museo

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

modello - particolare stecche delle boutique

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

modello - particolare del museo

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

modello - case dello studente

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Gardens of culture in Porta Genova - Milano

modello

Social Housing in via Del Ricordo - Milano - Andrea Butta, Matteo Bulgarelli

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Laboratorio di Costruzione I – Politecnico di Milano

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Social Housing in via Del Ricordo - Milano

prospetti

privacy e social life nel verde Il motto è composto da tre parole chiave, che inquadrano in un colpo d’occhio i temi principali che caratterizzano il nostro intervento, specificando con la contrapposizione delle parole “privacy” e “social life” la garanzia di una perfetta privacy dell’alloggio che allo stesso tempo può essere integrata con una vita sociale all’interno del complesso, favorita dagli spazi comuni aperti e chiusi.

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Social Housing in via Del Ricordo - Milano

planimetria

L’idea progettuale è stata quella di posizionare gli edifici in modo tale da creare una piazza su cui si affacciassero tutti gli appartamenti del complesso, in modo tale da offrire la miglior illuminazione possibile ai singoli alloggi e una sensazione di spazio e apertura da ogni finestra. Per ottenere ciò siamo parti da una forma a “L” per poi andare a suddividerla in vari blocchi e successivamente traslarli uno rispetto all altro, creando così, anche grazie all’alternanza di pienie vuoti al piano terra, un effetto traspirante che permettesse il collegamento della piazza con il parco retrostante l’edificio.

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Social Housing in via Del Ricordo - Milano

piano al suolo

Il complesso è destinato ad ospitare un totale di 130 abitanti suddivisi in 60 appartamenti.

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Social Housing in via Del Ricordo - Milano

piante e sezione

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Social Housing in via Del Ricordo - Milano

piante e sezione

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Social Housing in via Del Ricordo - Milano

prospetti

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Social Housing in via Del Ricordo - Milano

dettaglio pianta

Andrea Butta, Matteo Bulgarelli — Social Housing in via Del Ricordo - Milano

dettaglio prospetto e sezione

B-HUMAN - Rec Arquitectura

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El proyecto propone 4 directrices de un compendio de ideas que la oficina ha venido desarrollando en esta contemporaneidad:

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Luz nocturna sin electricidad propia:
Resuelto mediante una fachada con puntos lumínicos que anuncian el acceso a manera de leds, esto gracias a la proyección de luz que no requiere de ningún tipo de fotocelda o electricidad propia del edificio puesto que ésta es provocada por el propio reflejo de los autos visitantes al entrar, esto se logra utilizando “vialetas reflejantes” comunes en carreteras colocadas en el muro de acceso contemplándose el ángulo de incidencia con la calle de acceso, esto da una ventaja de luz de bajo costo… 1 dólar con duración de 65 años.

Rec Arquitectura — B-HUMAN

El material fluyendo entre diferentes usos:
La cimbra de polines una vez utilizada durante la construcción posteriormente cobra una función de infraestructura tipo deck en bahía exterior, esto permite que estando en stock el material se sigue reutilizando cíclicamente, (anteriormente en la arquitectura se tenían ejemplos similares pero solo llegaban hasta solo muebles o elementos fijos) lo interesante y propositivo del proyecto es que en nuestro caso los polines siguen estando disponibles para la gente de mantenimiento de la universidad quien la reutiliza constantemente como polines de cimbra de otras construcciones en el entorno inmediato, expandiendo así territorialmente en uso y localización el proyecto inicial.

Rec Arquitectura — B-HUMAN

La exploración y uso distinto de materiales:
Materiales orgánicos de identidad regional con fines más allá del clásico objetivo estético, es así como el zacate o estropajo comúnmente utilizado para bañarse, en nuestro proyecto cobra una función de filtro en las respiraciones naturales laterales como un sistema pasivo, además de su función estética utilizada como elemento decorativo en el jardín de naturaleza muerta debajo de la escalera, es importante mencionar que el zacate fue adquirido directamente de la zona sin intermediarios.

Rec Arquitectura — B-HUMAN

El entorno como herramienta:
En la antigüedad las construcciones se hacían con la recolección de materiales de su entorno, en este ejemplo de la fotografía del árbol que ingeniosamente acondicionó el albañil para doblar sus varillas; se demuestra que cualquier árbol vecino (sin perjudicarlo) se puede convertir en herramienta.

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Finalmente cabe mencionar que gracias al diseño y disposición de cada elemento, toda la biblioteca actualmente no requiere de aire acondicionado a pesar de estar en una zona muy caliente; y tampoco de iluminación en el día, originándose volúmenes lumínicos flotantes que sirven como amortiguadores acústicos. Es una obra de bajo costo, bajo mantenimiento, cero desperdicios y donde los planos estructurales fueron al mismo tiempo los planos de acabados.

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Rec Arquitectura — B-HUMAN

Eas SpA - Carlo Barbieri

Nuovi spazi operativi della sede di Confcommercio di Pistoia - Andrea Dami, Tommaso Clement

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Il punto chiave di riferimento per il nuovo design della sede è la ricerca di un progetto innovativo nell’ambito della funzionalità operativa degli uffici. L’obiettivo è stato quello di avviare un dialogo fra le vecchie e le nuove esigenze, trovando il giusto equilibrio tra essere flessibile e stimolante. Il ruolo degli uffici sta subendo una trasformazione come risultato di un rapido cambiamento sociale e delle modalità di comunicazione. Sempre più spesso è richiesto che le informazioni siano facilmente accessibili.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Nuovi spazi operativi della sede di Confcommercio di Pistoia

Esistono nuovi modi di utilizzare lo spazio. Oggi gli spazi sono attrezzati più per specifiche attività che per il lavoro del singolo individuo. La ricerca di aree di privacy adempie al bisogno di intimità e concentrazione, gli uffici personali sottolineano una precisa funzione e non più uno status gerarchico. Nonostante sia cambiato il modo di lavorare le persone hanno comunque bisogno di ritrovarsi per l’attività che svolgono, c’è l’esigenza di scambiarsi idee, ricevere disposizioni ed informazioni, si ha bisogno di stimolarsi per essere creativi, ma un ufficio è anche un deposito fisico di informazioni. Chi lavora in un ufficio sente l’esigenza di appartenere ad una struttura ed ha bisogno di essere considerato dagli altri impiegati ed è per questo che c’è bisogno di un contatto diretto e personale. L’ufficio resta un simbolo dove si può trovare il riflesso del benessere dell’azienda ed i suoi valori, sia per i visitatori occasionali sia per gli impiegati, esso rappresenta l’immagine tangibile dell’azienda. La loro missione principale sarà quella di fornire agli utenti una semplificazione dei propri compiti. Gli uffici dovranno esser concepiti come spazi versatili, flessibili ed adattabili. In particolare l’attenzione è stata focalizzata sulla facile comunicazione tra le diverse attività presenti, progettando spazi distinti ma al contempo collegati tra loro.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Nuovi spazi operativi della sede di Confcommercio di Pistoia

Un altro aspetto fondamentale è stato la semplificazione dei percorsi che rendono immediatamente leggibile la distribuzione delle diverse attività così che l’utente potrà facilmente orientarsi all’interno dell’edificio.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Nuovi spazi operativi della sede di Confcommercio di Pistoia

La molteplicità di funzioni richiesta dal bando, e l’estrema compattezza e razionalità della pianta dello stabile, hanno condotto ad un tipo di distribuzione “ad incastro”, solo apparentemente irrazionale. Il consistente lavoro di distribuzione si è reso necessario a causa della richiesta del bando di numerose aree operative, differenti per estensione ed organizzazione, compresse in uno spazio quadrato, perfettamente uguale in tutte le sue dimensioni. La proposta consiste nell’affiancare due blocchi paralleli collegati da spazi di comunicazione. Il primo passo è stato slittare leggermente ogni blocco, il secondo incrementare l’area centrale dandogli La funzione di accoglienza, questo inoltre consente di poter ampliare la pianta in un momento successivo.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Nuovi spazi operativi della sede di Confcommercio di Pistoia

Gli spazi si fondono dando vita ad un moderno open space. I criteri guida nella progettazione sono stati essenzialmente tre: La scarsità di illuminazione naturale La compenetrazione fra spazio pubblico e privato La chiarezza nella lettura degli spazi da parte del fruitore Gli uffici hanno una distribuzione permeabile, la volumetria è dettata dai limiti del perimetro e dell’altezza. La strategia progettuale riguarda il concept, ovvero fa sì che gli spazi di lavoro si affaccino e comunichino tutti attorno ad uno spazio pubblico aperto.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Nuovi spazi operativi della sede di Confcommercio di Pistoia

Cà dei Pöbiér - NCe Studio3

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In ogni caos c’è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

L’edificio oggetto dell’intervento, sito nel centro storico del paese di Verolavecchia, sorge e rispetta il vecchio sedime della casa rurale della bassa padana a forma di “lotto gotico”. Il prospetto principale che segue la strada in una leggera curva verso sinistra, compone una cortina continua con una serie di altri edifici residenziali stilisticamente difformi l’uno dall’altro, resi chiaramente identificabili da vari interventi susseguitisi nel corso dei decenni lungo le vie del centro. L’edificio si sviluppa su due piani, rispettivamente piano terra e piano primo e occupa la porzione di “due barchesse” corrispondente più o meno a 10mt che, in prospetto, rispecchia chiaramente la ritmicità delle diverse proprietà secondo questa unità di misura.

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

Un segno forte e tangibile, “riorganizzativo” di un disordine evolutivo decennale, ha segnato le linee guida dell’idea progettuale. La scomposizione della facciata in due fasce verticali parallele continua la sequenza ritmica della cortina mentre la composizione delle aperture modulari segna un forte ordine spaziale dove parti tamponate e sfondati danno profondità al prospetto. Le forme semplici e contemporanee di volumi vogliono essere stimolo per un futuro architettonico mentre la scelta delle finiture si basa sullo studio della casa rurale verolese focalizzando cosi la scelta di materiali come intonaco, mattoni a vista di recupero della demolizione e ferro anticato che tendono a portare alla luce una realtà vernacolare quasi scomparsa dal centro storico.

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

L’orientamento della cascina padana, con grandi porticati rivolti a Sud e prospetti chiusi a Nord, viene riproposto e valorizzato sia nel disegno dei fronti sia nella disposizione degli spazi interni ottenendo così un edificio in classe A. Lo schema planimetrico scelto è quello della casa a corte con patio interno, attorno al quale ruotano e si affacciano gli spazi interni organizzati secondo lo schema dell’open-space dando cosi vita ad ampie superfici facilmente fruibili in grado di migliorare il comfort abitativo.

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér

NCe Studio3              — Cà dei Pöbiér


Senior City Cortina D’Ampezzo - Andrea Dami, Tommaso Clement

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La particolarità della condizione climatica dell’ ubicazione del concorso, ad un altezza di 1211 m slm, e la vincolante condizione di pregio del contesto paesaggistico, portavano le scelte progettuali verso la “sparizione” dell’ edificio e la costruzione ipogea, soluzione ottimale per questioni climatiche e di rispetto del contesto, ma che si scontrava con la natura primaria dell’ intervento: la residenza e la sua necessità di irraggiamento naturale e di visuali privilegiate. Così la scelta è apparsa obbligata: un podio rettangolare parzialmente interrato, sfruttando niente più che il naturale declivio del terreno (pendenza media 6%), forato da una grande corte centrale che permette l’ approvvigionamento di luce su tutti gli ambienti in esso contenuti, funge da appoggio per i soprastanti volumi fuori terra delle residenze.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Senior City Cortina D’Ampezzo

Nel basamento trovano alloggio le funzioni comuni della struttura richieste dal bando. Una grande apertura da sfogo visivo alla corte, e agli ambienti che su di essa si affacciano su una vista privilegiata: verso ovest, dove si apre la vallata, seguendo il suo naturale digradare.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Senior City Cortina D’Ampezzo

Il dimensionamento dell’“anello” che si viene a creare dal volume rettangolare forato è stato studiato per garantire il maggior apporto solare durante tutto l’ anno: i soprastanti volumi residenziali hanno altezze e distanze studiate in maniera da permettere l’ arrivo della luce agli ambienti al piano terra anche durante il solstizio invernale. Particolare è invece lo sviluppo del Wintergarden, che raccoglie luce da tutta l’ estensione in altezza dell’ edificio, sfruttando il grande “triplo volume” che si viene a creare in adiacenza al corpo scale. Su questo suggestivo ambiente si affaccia anche la passerella di ingresso dei visitatori provenienti dai parcheggi posti fuori terra (22 con possibilità di espansione), che, posteggiando ad una quota più alta del piano dei servizi comuni, potranno accedere direttamente alle residenze, dopo aver suonato. Il podio si protende verso il basso nel volume interrato dei garage, delle cantine e dei locali tecnici. Nel piano interrato, che potrà prevedere prese d’ aria sulla porzione di solaio corrispondente al perimetro della corte soprastante, trovano alloggio, nella prima tranche di costruzione le 20 cantine, il deposito del cippato, la centrale termica e il locale per la raccolta differenziata dei rifiuti, l’ altezza prevista è, come richiesta da bando, di 3,60 per l’ accesso dell’ ambulanza e i posti macchina coperti sono 20 per i residenti più 6 per gli ospiti. Nella seconda fase di costruzione sono previste le restanti 10 cantine e altri 10 posti auto più altri 6 per gli ospiti, che, uniti ai posti auto scoperti descritti in precedenza fanno un totale di 22 (scoperti)+12(coperti)= 34 posti auto per ospiti. Il basamento funge da piede d’ appoggio delle due stecche in legno ospitanti le residenze. Le stecche residenziali, progettate con tipologia a ballatoio, con il corridoio di collegamento esposto a nord, illuminato e areato da grandi aperture sui prospetti, sono dimensionate sul modulo di un singolo appartamento: 50 mq distribuiti su rettangoli di 5×10 mt che si accostano l’ un l’ altro, offrendo a sud, e all’ irraggiamento naturale, l’ affaccio della terrazza, sulla quale si aprono, a seconda della tipologia residenziale studiata, o la zona notte o la zona giorno, in modo da dare la massima flessibilità ai fruitori della struttura, che potranno scegliere la loro “casa tipo” a seconda delle abitudini, così importanti in una fase della vita delicata come la 3° età.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Senior City Cortina D’Ampezzo

Gli ambienti interni sono stati studiati con particolare attenzione all’ accessibilità, come richiesto dal bando, e così i corridoi di collegamento ei vani scale e ascensore. Il disegno dei volumi risponde non solo alla volontà di non tradire la tipologia costruttiva tipica del luogo: la casa con tetto a capanna, ma anche alla richiesta da bando di non superare gli 8,50 mt ad altezza di gronda. Questa richiesta è stata esaudita disponendo il numero massimo di piani fuori terra (3) digradanti a seconda del dislivello del terreno, il cui declivio non viene praticamente modificato a causa del rispetto delle quote del “Rio Tomarinn”. I collegamenti verticali, come richiesto dal bando, sono stati ridotti al minimo: due, uno per ogni fase di costruzione, e disposti baricentricamente rispetto alle residenze. La forma dell’ intero complesso è stata studiata per non creare difficoltà o intralci durante le due fasi di costruzione distinte, la rappresentazione delle due fasi di costruzione e della sovrapposizione dei volumi delle residenze con il volume di appoggio seminterrato è riportata di seguito.

Andrea Dami, Tommaso Clement — Senior City Cortina D’Ampezzo

Andrea Dami, Tommaso Clement — Senior City Cortina D’Ampezzo

Tipologia di Alloggio

House in Gracia, Barcelona - 2260mm arquitectes

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A renovation of a ground floor house of the early XX century in Gràcia, Barcelona, partly renovated a few years ago, with ceilings that hide a great height. We renovated the house for a young couple with two babies. Although it was dark, its facades face to the street and the inner garden. The project partially disassemble the house and maintains structure and distribution: a new interior courtyard illuminates the ground floor and gives the kitchen some facade. We added a floor into the existing volume and dismantled part of the roof, pulling some facade back and making a terrace for bedrooms. We have used a dry construction system, with a new floor of wooden beams, OSB boards, wood fiber insulation and wooden floor. The new facade is isolated from the outside with wood fiberboard. We take characteristc preexistences: interior woodwork and old tiles. The old tiles are in ground floor. In the first floor, which has been added, the floor is made of wood. In ground floor there are two bedrooms, the kitchen and dinning room, living room, one bathroom and a corridor. All the tiles in the house were originally there. Most of them, those that are in the corridor and the bedrooms, are located at the same place. In the living room and the kitchen we designed “carpets” with some coulored existing tiles, and the rest of tiles(grey ones) are new. The tiles are from the earlier XXth century. They were often used in houses and apartments in Barcelona.

2260mm arquitectes — House in Gracia, Barcelona

2260mm arquitectes — House in Gracia, Barcelona

hall view

2260mm arquitectes — House in Gracia, Barcelona

entrance view

2260mm arquitectes — House in Gracia, Barcelona

dinning room

2260mm arquitectes — House in Gracia, Barcelona

2260mm arquitectes — House in Gracia, Barcelona

kitchen/dinning room

2260mm arquitectes — House in Gracia, Barcelona

Section (previous state/project)

2260mm arquitectes — House in Gracia, Barcelona

Sections

Cultocracy - Gonzalo Samaniego

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CONCEPT

Gonzalo Samaniego — Cultocracy

The concept of this design is an architectural metaphor for the union between culture and democracy. As a large scale project with great social repercussion in the city, country, continent andultimately the globe, it is appropriate to make a statement of what culture and art really mean in a global context.

Gonzalo Samaniego — Cultocracy

URBANISM

Gonzalo Samaniego — Cultocracy

The design of the Guggenheim Helsinki attempts to break with the common urbanistic design of museums as large islands that tear into the city’s urban fabric to create its own world. This design opts for a more careful placement and design in order to maintain the urban structure andthe memory of the previous structure, as it remains a part of Helsinki’s history. The large square in front of the museum will be dedicated to temporary outdoors exhibitions among local tree species, such as birch and pine.

ARCHITECTURE

The visible volumes of the building (a standing cylinder and a resting prism) represent culture and democracy respectively. The cylinder houses the reception, events and dining spaces, while the prism houses all galleries and the offices. This interlaces the functions on a logicalway in order to emphasize the complex union of culture and democracy. The cylinder’s bearing structure, made out of contrete bearing walls, contains two cores with lifts and emergency stairs, while the hall between the cylinder and prism contains a central, ceremonial stair set with views of the bay. The galleries (7 in total) have independent entrances from the main hall, but can be combined with eachother, especially the three galleries on the ground floor, which combine by means of rotating partitions, which, by rotating 90º around the pillars, combine all galleries together without losing wall surface on which to hang artwork. The maingallery has a total height of 16,5m, which makes it suitable for large installations as well. The privileged location and its views of Helsinki and the South Harbor have been preserved and exploited in all public areas of the museum, except the galleries. The cylinder has been designed in such a way that there areno obstructions to visitors through the 360º of the tower, despite the concrete cores. The restaurant, therefore, and classrooms, as well as halls, can be used with the benefits of the incredible views available from the location. The façade is made of triple, argon-filled glass; incoming light is regulated by means of textile sheets woven through wooden bars, interlaced to create a light-diffusingeffect in the interior. It also creates a delicate, blurry effect from the outside.

SUSTAINABILITY

Locally sourced materials are one of the basic measures taken to make this design a more sustainable one. The next step is to ensure minimum lighting and heating is requir ed. Besides an insulated façade, it is ensured thatthe building is divided into climate compartments. These compartments are insulted from eachother and guarantee that each area has the temperature that best suits its use, and hence reducing the energy required to heat each zone. The design seeks, however, to find a high level of social and cultural sustainability. To achieve this, the design contains subtle references to local architecture: wood, textile and simple volumes are used to blend the building into the city and into its context, emphatically refusing to become a“non-place”. Accessibility is also a very important aspect of social-cultural sustainability. The “non-place” syndrome applies to this aspect as well, and this building attempts to create a logical, clear way to inform its visitors of everything they need to know with a minimum need for added signs or multiple language directions.

Community church Knarvik - Reiulf Ramstad Architects

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The church of Knarvik holds an important position as cultural provider and conveyer of the Christian message and community at holidays and in everyday life. the church will provide a framework for safe surroundings and simultaneously be a platform for cultural development, arts, and music in the community. the church is carefully adapted to the terrain and dimensioned to respect and blend harmoniously into the landscape’s vegetation, topography, and spatial quality. the church and its outdoor area has been developed with regard to the place and the future central square in Knarvik. the church of Knarvik will become a local venue for gatherings and faith throughout the week. the project aims to be inviting and inclusive for all people and also to be an inspiring, worthy place for gatherings that show respect for the Christian faith, people, climate, and the environment.

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Reiulf Ramstad Architects — Community church Knarvik

Biodiversitas - Paolo Piccinin

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La mostra ha come obiettivo quello di far conoscere al visitatore la biodiversità, particolarmente ricca nel territorio friulano per quantità di specie animali e vegetali.

Paolo Piccinin — Biodiversitas

La biodiversitàè legata alla variabilità degli organismi e degli ambienti e rappresenta una risorsa fondamentale per l’umanità: tutelarla non è solo eticamente corretto ma è necessario per garantire la sopravvivenza della nostra specie. Per proteggere la biodiversità in tutti i suoi aspetti è necessario conoscerla, acquisire le chiavi di lettura per poterla meglio comprendere, da qui la necessità e le ragioni della mostra.

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Il percorso della mostra si sviluppa lungo tutte le pareti della ex chiesa. Lo spazio centrale è dedicato ai vari exhibit che come una sorta di macro cellule fluttuano all’interno della navata. Si è scelto un colore molto scuro per le pareti e un materiale come la lamiera cerata nera per gli espositori al fine di far risaltare gli oggetti/animali/piante attraverso un’illuminazione artificiale a spot.

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Paolo Piccinin — Biodiversitas

Edificio residenziale - marcelo moscuzza architetti

GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION - DELISABATINI architetti

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L’intervento si pone come elemento emergente, nuovo caposaldo urbano e sociale nel panorama cittadino. Si configura secondo una geometria (circa 150 metri per 56) che rimanda ai vicini isolati di Helsinki, collocandosi come cerniera urbana dove la maglia cambia direzione. Il suo aspetto è una grande massa di solida pietra, riconoscibile anche a grande distanza. Incisioni profonde, secondo direzioni visuali …..................................(continua su www.delisabatini-arch.it)

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

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DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION

DELISABATINI architetti — GUGGENHEIM HELSINKI DESIGN COMPETITION


Villa Luisa - Matteo Gattoni

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Villa Luisa sorge in nuovo quartiere residenziale in prossimità del centro di Pavia. L’intento progettuale è stato di creare un edificio che conciliasse tecnologia avanzata, dialogo con il contesto ed elevato confort abitativo. I suoi volumi rigorosi, incastrati uno nell’altro, creano una articolazione delle facciate che è enfatizzata dall’utilizzo di due diversi materiali, entrambi locali: “Ceppo Lombardo” e laterizio. La villa misura un superficie lorda di 300 mq fuoriterra e di 100 mq interrati. Fulcro della distribuzione interna è la porzione vetrata al piano terra che permette di disimpegnare il portico affacciato sulla piscina, la zona notte e la zona giorno. Così da far dialogare organicamente l’interno con l’esterno, ma anche i volumi indipendenti delle tre camere da letto con il blocco a giorno che si dispone su tre diversi livelli. Particolarmente scenografico è il soggiorno accessibile da una scala a sbalzo in legno, sospeso tra la piscina esterna e la zona pranzo. Molta attenzione è stata prestata alla progettazione delle aperture verso l’esterno: dai pozzi di luce in copertura agli schermi vetrati scorrevoli di fronte ai letti, alle finestre di bagni e cucine; che offrono viste prospettiche sul giardino. L’accurato studio illuminotecnico ha fatto sì che anche negli scenari notturni si rispettassero queste percezioni spaziali. Al piano interrato è presente una sala cinema separata tramite un setto da una SPA con minipiscina ad acqua calda e da un hammam. La scelta dei materiali, sia locali sia esotici e preziosi, crea una unicum compositivo che è proseguito anche nell’arredo. Seppur in modo invisibile anche all’occhio più attento, la villa presenta una dotazione tecnologica avanzatissima: sistemi antintrusione attivi e passivi, riscaldamento e raffrescamento a pavimento, geotermia, pannelli fotovoltaici, piattaforma di parcheggio mobile, domotica.

Matteo Gattoni — Villa Luisa

Matteo Gattoni — Villa Luisa

Matteo Gattoni — Villa Luisa

guggenheim helsinki museum design competition - Alessandro Timpano

REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY - GANA Arquitectura

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This project arises from the rehabilitation process created in order to revalue some of the sports facilities at Fernando Ruiz Hierro Complex that had been abandoned and, thus, to improve the entire complex. The project area includes an old outdoor swimming pool, a football ground, the existing padel courts and the surrounding area.

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Tennis court view

This overall design, by adding two petanque courts and a healthy circuit, has expanded the existing services supply and changed this area into a great Sports Complex for citizens.

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Tennis court view

At the pool area, considered as the symbol of this project, it was decided to take advantage of the existing stands, and rooms located underneath were completely renovated. This space has been rethought through the creation of two well-equipped changing rooms with toilets and a multifunctional room.

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Stands

This rehabilitation has allowed to update its image and the resulting building has greater appeal to visitors. A subtle call that aspires to become a sincere invitation for users to recover this space for so many years forgotten.

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Stairs

The use of different colours in contrast, clear areas and easily locatable accesses, are part of this aim. However, this new attractive image is not just because of the new services offered, but because of the main tennis court, created to complete the existing tennis center. Thus, this complex is able to offer a great setting in which to organize tournaments under the watchful eye of the 300 people who can be accommodated by the stands. A new sports landmark in this great facility.

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Stands Area

Regarding the football area, it became necessary to renovate the field after checking the damage caused by water and years of exposure to environment. Therefore, it was decided as best solution, to change the surface into artificial turf due to its perfect finish and low maintenance. An important step forward to improve quality of this large but a bit old facility.

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Stands Detail

Same treatment was received by the padel courts, which needed of some improvements due to its success. After years, they had suffered heavy damage to the pitch, which was completely renovated in order to allow players to enjoy their favorite sport under conditions of comfort and safety.

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Stands Area

In this way, this very important sport area has been reinvented in order to achieve new areas, more modern and accessible. A new environment which enable citizens to enjoy sports and their benefits.

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Tennis court

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Main building

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Stands Access

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Stands Access

GANA Arquitectura — REHABILITATION OF FERNANDO HIERRO SPORTS FACILITY

Main Building

villa in Tchad - Alessandro Timpano

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a big villa in ‘Ndjamena, main city in Tchad. The scheme reflects the owner’s expectations in therms of different levels of privacy, by having a front public area and a rear private courtyard. all the rooms are conceived as separate volumes connected by stairs and unfold themselves around the central living space

Alessandro Timpano — villa in Tchad

Alessandro Timpano — villa in Tchad

Alessandro Timpano — villa in Tchad

Alessandro Timpano — villa in Tchad

Alessandro Timpano — villa in Tchad

Alessandro Timpano — villa in Tchad

Alessandro Timpano — villa in Tchad

Funghagha - AND-RÉ

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Since architecture is a spatial art form, it can contribute to the development of creativity and spatial thought. Architecture enables children to use their inborn imagination and to utilize their natural spontaneity in space. The school was conceived as a big house for learning, designed as a large house gently set on the terrain slope. The building is understood as a playful, engaging, intelligible object with which children can relate. A compact building, defined by the boundaries of a simple volume, designed with extreme geometric rigor based on an optimized modular grid. The proposal is a unified space, clearly defined, identified and intelligible. The compact scheme enhances the perception of architecture as a hole; at the same time it maximizes resources, and optimizes inner circulations and distribution.

AND-RÉ— Funghagha

AND-RÉ— Funghagha

AND-RÉ— Funghagha

AND-RÉ— Funghagha

AND-RÉ— Funghagha

AND-RÉ— Funghagha

AND-RÉ— Funghagha

AND-RÉ— Funghagha

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