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Concorso per la progettazione della nuova scuola materna di Cazzago San Martino - Marialuisa Dus, AtelierArchitettura Ambrosi+Fucigna, Maira Passuello

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La soluzione progettuale proposta indaga i temi che concorrono alla definizione di un edificio in grado di riannodare con il sito un linguaggio sedimentato e fatto proprio dalla tradizione; un linguaggio fatto di vocaboli e sintassi custodito dall’ edificato storico del luogo. L’archetipo abbaziale, che prevede una forte separazione tra ambiti collettivi e spazi di raccoglimento imperniati attorno alla figura del chiostro, suggerisce il concatenamento degli spazi proposti da questa soluzione progettuale, la quale punta ad ottenere una continuità tra interno ed esterno senza rinunciare al severo controllo sulla sicurezza. Di fatto il bambino è libero di correre all’aria aperta senza mai abbandonare l’edificio stesso.

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Vista del modello

Il programma funzionale contribuisce alla definizione di un progetto che articola all’interno di tre corpi di fabbrica le funzioni necessarie a ciascuna delle parti richieste. I due volumi maggiori ad est e ad ovest dell’area di progetto accolgono rispettivamente la scuola materna e l’asilo nido e trovano nel volume centrale d’ingresso il loro punto di giunzione.

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Scorcio del patio interno

La netta separazione delle diverse funzioni in volumi distinti, così come la localizzazione al primo piano dell’edificio di spazi amministrativi non espressamente richiesti da bando (ufficio presidenza, sala riunioni insegnanti, saletta polivalente) ma necessari al funzionamento di una scuola, rende esplicita la flessibilità costruttiva del progetto, realizzabile in tre stralci successivi sulla base delle disponibilità economiche dell’ ente banditore. La logica planimetrica del progetto individua come elementi regolatori tre vuoti. Questi consistono nel giardino, posto a nord-ovest e destinato ad accogliere bambini, famiglie e insegnanti al loro ingresso, e in due patii, destinati rispettivamente all’asilo nido e alla scuola materna. Il patio, inteso come spazio del gioco nel quale il bambino vive in totale sicurezza e protezione un contatto diretto con gli spazi aperti, costituisce la quinta scenica per chi vive gli ambienti interni all’edificio. Concepito quindi come hortus conclusus, il patio traduce in termini formali la funzione che di volta in volta viene eredita dagli ambienti interni (ad esempio le aule o gli spazi conviviali) o dagli spazi esterni con cui si confronta. Ne sono esempio i grandi fori dei muri perimetrali del patio maggiore posti in asse alle aperture del volume centrale dell’ingresso per consentire allo sguardo di spingersi oltre il paramento murario dell’ edificio. Tali aperture inquadrano i paesaggi collinari a nord del sito in direzione di Villa Maggi e della chiesa di Santo Stefano, facendo del patio uno spazio confinato da setti murari e squarci di territorio.

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Pianta piano terra

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Sezione

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Sezione

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Schema planimetrico


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