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P4LL4 - écru architetti

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Il progetto teso tra affinità elettive venete e necessità/volontà parassitiche si configura come un organismo architettonico poroso che si innesta sulla preesistenza. L’organismo parassita che risulta è distinto dall’ospite sia formalmente che spazialmente, ma è legato a questo da uno stato di necessità. L’intrusione della nuova architettura nell’esistente si prospetta come una stratificazione materica e di concetto atta a riabilitare visivamente e in forma di suggestione l’edificio preesistente. Grazie alla relazione di dipendenza che s’innesca tra i due corpi si rivela un intervento di microarchitettura capace di donare nuovo significato e valore all’esistente, divenendone fonte di scambio e valorizzazione reciproca. Il parassita diviene così l’elemento rivitalizzante dell’architettura presente. È questo un procedimento analogo a quello operato da Andrea Palladio nel suo intervento sul Palazzo della Ragione a Vicenza, quando “fascia” la struttura di Domenico da Venezia con i due ordini di logge conferendole una nuova immagine contemporanea.

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Le analogie e il gioco dei ricorsi storici portano alla definizione di un’architettura da un lato pregna di echi e citazioni, dall’altro configurata in maniera assolutamente attuale che diviene un elemento attrattore per la riqualificazione di questa area di primaria importanza per il territorio vicentino.

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L’immagine del nuovo involucro è quella di un monolite monumentale pieno e pesante, un’immagine forte e potente. Appare come un blocco decorato che poggia su grandi archi ribassati che generano le grandi volte del porticato. In realtà il volume mediante il decoro, citazione di quello gotico del Palazzo della Ragione vicentino o del Palazzo Ducale veneziano, perde consistenza e rivelando la sua natura diviene una sottile pelle metallica microforata che sfoca, come nei ritratti di Alexei Vassiliev, l’edificio alle sue spalle. Anche i pannelli decorati subiscono una perdita di consistenza, la loro percentuale di foratura/sfocatura segue un gradiente dal basso verso l’alto così da rendere la superfice più trasparente in corrispondenza dei piani superiori e meno invece in corrispondenza delle strutture di ancoraggio a terra. Il nuovo involucro è applicato su i due prospetti principali, quello di Viale del Sole e quello che si affaccia su Via Divisione Acqui. Questi sono i due fronti rappresentativi dell’edificio esistente, essendo infatti quelli “percorribili” e che si impostano su uno snodo importante come quello dell’innesto di questi due assi. Tutto l’edificio è oggetto di una colorazione grigio antracite realizzata a spruzzo sulle strutture esistenti, ciò consente di uniformare cromaticamente e percettivamente la struttura “interna” senza che avvengano collisioni cromatiche e sovraccarichi visivi di elementi come accade invece ora con il colore degli infissi rispetto alla struttura esterna chiara. Gli archi in prospetto generano all’interno le volte del portico commerciale che si riconfigura quindi come un nuovo spazio suggestivo e organico e carico evidentemente di antica identità. In notturna le luci delle attività che si insedieranno all’interno dell’edificio oltre che una particolare illuminazione diffusa in maniera omogenea dall’interno della struttura, riveleranno al negativo la trama dell’involucro definendolo come una sorta di grande “contenitore di luce” che assume la valenza di una grande lanterna, un grande landmark contemporaneo nel territorio. La nuova facciata progettata offre una soluzione cantierabile e realizzabile in maniera semplice e standardizzata, componendosi della ripetizione di soli 4 moduli principali. Tali moduli infatti sono i quattro pannelli con le 4 differenti percentuali di foratura realizzabili su disegno su lamiere di ferro zincato sendzimir sp 1.5, poi verniciate color rame patinato, quasi a voler citare la grande copertura della basilica vicentina. Il disegno della microforatura in ogni caso garantisce una perfetta visibilità dall’interno verso l’esterno oltre a rappresentare di fatto una schermatura della radiazione solare in particolare per il prospetto lungo Viale del Sole essendo appunto esposto a sud.

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La struttura portante della nuova facciata è stata progettata in modo tale da non gravare strutturalmente sull’edificio esistente, che viene utilizzato unicamente come ancoraggio. La struttura in carpenteria metallica è in acciaio S275JR zincato a caldo in modo da evitare la corrosione derivata da agenti atmosferici. Tale struttura è composta da portali affiancati sorretti da colonne HEA 180 poste in corrispondenza delle colonne in calcestruzzo prefabbricate dell’edificio esistente. Le colonne sopracitate vengono ancorate sulla fondazione di base posta al livello del parcheggio interrato mediante tassellatura chimica. Tra le colonne sono presenti travi reticolari poste alla quota del solaio del primo piano coprenti luci variabili fino a 15 metri. Tali travi reticolari hanno la funzione di sostenere il peso del nuovo involucro e della struttura di sostegno della stessa costituita da un graticcio formato da angolari doppi. Gli angolari sopracitati permettono perciò di assorbire la spinta del vento facendo in modo che il nuovo involucro esterno non si deformi eccessivamente oltre a ripartire il peso dello stesso sulla struttura inferiore. La pressione del vento sulla nuova facciata viene trasmesso alla struttura esistente in calcestruzzo prefabbricato mediante l’ausilio di bielle in tubo quadro configurate in modo da non trasmettere momenti.

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