L’agorà nell’antica Grecia, il foro romano, le piazze medievali o quelle rinascimentali hanno sempre svolto un ruolo rappresentativo per le città, divenendo il proscenio di tutte le più importanti manifestazioni della collettività. Nonostante le evoluzioni che ha subito nel tempo, da luogo della cittadinanza nell’antica Grecia a proiezione verso l’esterno del potere temporale e religioso a partire dal medioevo in poi, la piazza non ha mai perso la propria natura di entità pulsante e vitale nel cuore della città. La piazza è un vuoto urbano; Portoghesi la definisce una pausa, “un’eccezione rispetto alla condensazione rappresentata dalla struttura della città tradizionale, costituita dalle strade; ma, mentre quest’ultime nel loro separare e insieme appartenere ai fronti degli edifici segnano una stretta relazione bipolare tra architettura e urbanistica, le piazze eccedono anche il carattere di tale relazione accogliendo altri elementi costitutivi e fattori identificativi: la piazza è anche un fatto antropologico”. La città contemporanea sembra interpretare il vuoto della piazza come spazio “in negativo”, come semplice assenza di costruito; ma in una composizione poetica o musicale i silenzi e le pause sono importanti tanto quanto le parole o le note: ecco, quindi, che il vuoto urbano ha lo stesso valore del costruito. La piazza va reinterpretata; deve recuperare il senso di articolazione dei contesti urbani, di spazio di relazione per le persone come per le parti della città. Un terreno per questo genere di operazione può essere rappresentato dalle moderne periferie urbane, luoghi ad elevata densità edilizia e scarsa dotazione di spazi dedicati a funzioni diverse da quella residenziale.
Inquadramento territoriale
© Rocco Frontera . Published on June 05, 2013.
Una piazza per Messina L’attuale configurazione della città di Messina è frutto delle ricostruzioni successive al terremoto del 1908 e alla seconda guerra mondiale, quando la cittadina dello Stretto divenne un vero e proprio laboratorio di sperimentazione delle istanze compositive e figurative dei linguaggi architettonici moderni. In tale contesto si trovarono ad operare diversi personaggi di rilievo del panorama architettonico del tempo – Piacentini, Mazzoni, Libera, De Renzi, Samonà– oltre ad alcuni progettisti locali che diedero vita ad una serie di interventi urbani – dalla nuova “Palazzata” alla Cittadella Fieristica- che si collocano nel quadro del Razionalismo italiano. Tuttavia la ricchezza di queste esperienze ebbe come contraltare uno sviluppo caotico e casuale delle zone periferiche, ed è proprio in una di queste che si è deciso di verificare l’ipotesi di progetto.
Inquadramento fotografico
© Rocco Frontera . Published on June 05, 2013.
L’ex manicomio Mandalari L’area scelta per l’intervento è quella occupata dall’ex manicomio Mandalari di Messina, oggi in parte convertito in presidio medico e suscettibile, in futuro, di ospitare soggetti adulti affetti da autismo. Ancora alla fine dell’Ottocento l’area era occupata da un antico convento rimasto danneggiato dallo straripamento del torrente Badiazza, oggi Viale Giostra. Entrato in possesso del dottor Lorenzo Mandalari, il sito venne convertito in struttura ospedaliera configurata come una “città-giardino”, e nel 1890 venne inaugurato come “Manicomio privato Mandalari” con pensionato annesso. La struttura divenne un’eccellenza a livello nazionale, sia per la dotazione di edifici attrezzati per le attività dei ricoverati, sia per le cure proposte ai degenti che venivano impegnati nella coltivazione dei terreni annessi. La legge di riforma dei servizi psichiatrici (180/78) comportò una progressiva riconversione della struttura per soddisfare i nuovi orientamenti della legislazione vigente. Oggi solo alcuni dei padiglioni che originariamente costituivano il plesso ospedaliero sono utilizzati dall’ASL, ma per il resto si nota un degrado ed uno stato di abbandono diffuso. Il luogo, tuttavia, possiede delle potenzialità notevoli, dovute alla sua posizione baricentrica tra la “città giardino” ottocentesca e uno dei quartieri periferici “167” più popolosi e meno dotati di servizi; è direttamente collegato con il Viale Giostra, importante arteria cittadina che percorre l’intera vallata e la connette a est con il centro e ad ovest con l’autostrada. Altri aspetti rilevanti sono rintracciabili nelle peculiarità architettonico-ambientali del luogo: la dignità architettonica degli edifici ottocenteschi che circondano il piazzale d’ingresso o la Casa della Salute, in stile liberty, situata nella parte alta dell’insediamento; e il grande bosco-giardino che, a partire dalla collina sullo sfondo della cittadella sanitaria, degrada dolcemente verso il piano e si insinua tra gli edifici generando dei cortili alberati che costituiscono un insieme di notevole effetto ambientale. L’interesse verso questo sito nasce proprio dalla contrapposizione che esso propone rispetto quanto gli sta attorno: da una parte il “Mandalari” con il suo verde rigoglioso, i suoi edifici bassi e discreti, la sua misura a dimensione d’uomo; dall’altra la tipica periferia moderna, fitta e densa di casermoni. In questa parte di città si concretizza lo scontro tra due contesti urbani totalmente opposti: uno testimone della città contemporanea; l’altro della città giardino ottocentesca. Far coesistere due entità così differenti è compito difficile poiché sarebbe necessario individuare un elemento a scala urbana capace di “articolare” le due parti, metterle in relazione e farle dialogare. Occorre un elemento che filtri e mitighi le reciproche istanze: l’ipotesi di progetto è che la piazza possa svolgere tale compito.
Planivolumetrico
© Rocco Frontera . Published on June 05, 2013.
Gli elementi della composizione La frammentarietà del sito ha suggerito una composizione fatta di pochi elementi, ma con un forte valore identitario:- il piano inclinato
- il sistema muro-frangisole
- il portale
- il ponte belvedere
- lo specchio d’acqua
Un ampio piano inclinato, situato all’incrocio con via Curcuruto, invita chi cammina lungo il viale Giostra ad un percorso alternativo che, superando un dislivello di quattro metri, permette di raggiungere l’accesso alla piazza segnato da un grande portale e al complesso dell’ASL. Il piano inclinato è separato dal viale Giostra da un sistema muro-frangisole che costituisce una compagine permeabile: i setti, con ritmo costante, si piegano aprendo dei varchi attraversabili. Il muro ha un duplice ruolo all’interno dell’intera architettura: uno compositivo ed uno “simbolico”. Il sistema muro-brise soleil costituisce infatti l’elemento unificante dell’intero progetto: subendo di volta in volta inspessimenti, traslazioni o rotazioni, definisce gli spazi funzionali delle attività a servizio della piazza; ma l’accostamento del muro e del brise soleil vuole “simboleggiare” la apertura di una parte della città su di un’altra – come una finestra dischiusa sul paesaggio circostante – e la tensione dei flussi urbani che, artificialmente deviati, colonizzano nuovi spazi. La presenza della piazza è celata alla vista di chi percorre il viale Giostra, per neutralizzare l’impatto del traffico a scorrimento veloce sugli spazi pedonali della nuova composizione architettonica; l’elemento di progetto destinato a segnalarne la presenza, anche da una distanza significativa, è il ponte belvedere. Esso si sviluppa secondo la direzione est-ovest, parallelamente al viale, e la sua altezza ne fa un luogo privilegiato dal quale spingere lo sguardo in direzione del porto e dello Stretto. Varcato il portale di accesso ci si ritrova nella piazza, uno spazio ampio, profondo, “decompresso”: a nord, è possibile traguardare il bosco che discende dalla collina retrostante; ad est troveremo il fronte della casa dello studente con un suggestivo gioco di chiaroscuri prodotto dal muro-brise soleil. Infine, volgendo lo sguardo a ovest verso il complesso dell’Asl, un vuoto, una pausa: è l’affaccio su un grande specchio d’acqua attorno al quale si articolano l’autorimessa, al di sotto della piazza, e una galleria commerciale su due livelli. Lo specchio d’acqua rappresenta uno snodo primario nella composizione, mettendo in relazione la piazzetta dell’Asl e la nuova piazza posta ad una quota più bassa. Gli spazi della galleria commerciale fungono da basamento della piazzetta sovrastante e da collegamento con quella nuova. Attraversando il portale posto a nord si raggiunge un vasto parterre verde, che collega la piazza ai quartieri 167 limitrofi: sullo sfondo si staglia la vegetazione ricca e incontaminata del bosco che discende dalle colline circostanti.
Planimetria autorimessa
© Rocco Frontera . Published on June 05, 2013.
Il programma funzionale L’area d’intervento è caratterizzata da un’elevata densità residenziale e da una scarsa dotazione di servizi. Oltre il presidio Asl dell’ex manicomio “Mandalari”, suscettibile ad essere utilizzato come struttura per la cura dei malati adulti di autismo; nella zona sono presenti alcuni istituti professionali di istruzione secondaria, frequentati in molti casi da studenti pendolari. Un aspetto tenuto in considerazione per la formulazione del programma funzionale dell’intervento, è la presenza di associazioni no profit a sostegno delle disabilità psichiche, ospitate temporaneamente in uno dei padiglioni dell’ex ospedale psichiatrico; sistemazione che risulta insufficiente rispetto alle reali necessità. Quanto sopra ha suggerito di dotare la nuova piazza di strutture residenziali, in grado di soddisfare le esigenze ricettive attuali e future, e di predisporre spazi per l’attività delle associazioni di volontariato. Nello specifico sono state progettate:- una casa dello studente capace di ospitare allievi di entrambi i sessi, dotata di spazi comuni per lo studio e per i momenti di svago;
- una foresteria;
- una struttura destinata alle associazioni di volontariato: al piano terra presenta uno spazio informativo rispetto le attività ed i servizi offerti dal presidio ospedaliero; ai due piani superiori trovano sistemazione le sedi associative. Annessa a tale struttura, una casa alloggio per ospitare i familiari in visita ai pazienti in cura nella struttura destinata ai malati di autismo; Il programma funzionale delle attività a servizio della piazza è completato da:
- un’autorimessa per circa centosessanta veicoli a servizio dell’ASL e dei fruitori della piazza il cui accesso è collocato sulla via Curcuruto;
- spazi per la ristorazione (un ristorante panoramico collocato nel ponte belvedere, una mensa ed un bar in piazza);
- una serie di attività commerciali di prima necessità dislocate nella piazza (tabacchi, lavanderia, farmacia, emporio);
- una palestra;
- attività commerciali collocate nella galleria preposta.
Planimetria quota piazza
© Rocco Frontera . Published on June 05, 2013.
Planimetria piano tipo residenze
© Rocco Frontera . Published on June 05, 2013.