Il progetto di riqualificazione di Piazza Bracci e delle aree limitrofe a San Lazzaro di Savena, pone le condizioni per avviare un processo di rigenerazione urbana più esteso, capace, da un lato, di restituire un’idea di città pubblica, dall’altro, di chiarirne la struttura urbana, nella sua unicità. Piazza Bracci, che al momento risulta essere uno spazio pubblico poco definito e in parte degradato, acquista, attraverso la proposta progettuale, una definizione più chiara: l’intervento sottolinea e definisce i bordi, rispondendo alle linee guida fissate dal bando, rispetto all’accessibilità e all’attraversamento pedonale, nonché rispetto alla necessità di recuperare un rapporto più diretto con i fronti, coinvolgendo via Emilia, nel disegno dello spazio pubblico. Ci si affida, infatti, ad un disegno di un parterre continuo, che oltre ad occupare lo spazio dell’attuale invaso della piazza, scorre in avanti, riconquistando via Emilia, e tutta la banchina antistante la banca con i porticati commerciali. In questo modo, non solo la piazza acquista un respiro spaziale più ampio, ma mette in relazione in maniera più decisa e costruttiva lo spazio aperto con i fronti, i porticati e le funzioni presenti.
© Michele Manigrasso . Published on June 14, 2013.
Il porticato è l’elemento morfologicamente fondante per ricalibrare la dimensione degli spazi e la forma urbana dell’area: ridefinisce il disegno di piazza e parco conferendo una finitezza al perimetro e una connotazione precisa ai fronti irrisolti. E’ inoltre il mezzo al quale il progetto si affida per relazionare piazza e parco, nonché per fornire all’intero spazio pubblico un’importante superficie coperta e flessibile. Si ritiene che questo dispositivo, reinterpretando il tema tipologico archetipo del porticato già presente in città, aggredito ed integrato con alberature e rampicanti, sia capace di rendere più graduale il passaggio tra piazza e parco, conferendo maggiore continuità percettiva e visiva all’intera area, sottolineando la trasversalità tra via San Lazzaro e via delle Rimembranze e riqualificando funzionalmente ed esteticamente gli spazi interstiziali, sul bordo dell’area, oggi retro di scarsa qualità del municipio.
© Michele Manigrasso . Published on June 14, 2013.
Lo spazio sul retro del municipio, diventa un’area a servizio del parco e della piazza, uno spazio ibrido tra il percorso e lo stare, in cui si può allestire il mercato o godersi un libro all’ombra. In prossimità del municipio e dell’ingresso da via delle Rimembranze, è stata inserita la “stanza della memoria”, dove verrà ricollocato il monumento ai caduti, insieme ad un sistema di panche dove poter sostare e meditare.
© Michele Manigrasso . Published on June 14, 2013.
Requisito di base del progetto, è la flessibilità e adattabilità alle esigenze giornaliere, settimanale e agli eventi. Alla presenza di attività sui fronti, si aggiunge un più organico sistema di superfici e oggetti architettonici che rendono più attivo l’intero spazio: la pensilina come elemento di distribuzione e dello stare, i box funzionali, sul lato di via San Lazzaro, le attrezzature del parco, e che assumono significati diversi rispetto alle utenze, agli orari giornalieri e ai periodi. Più in generale la flessibilitàè intesa secondo una doppia concezione. Per forma, cioè per la configurazione morfologico – spaziale dell’intera area: un telaio di spazi continui, ‘for all’, privo di barriere architettoniche, che offre un elevato grado di libertà di fruizione e di manovra, per la messa in scena di particolari eventi. Il secondo aspetto, invece, risiede nell’aver infrastrutturato tecnologicamente le superfici utili, per poter svolgere attività, le più diverse. La piazza, infatti, risulta essere uno spazio ampio, senza alcuno scarto di quota, superficie sgombra da barriere architettoniche, e munita di sistemi tecnologici a scomparsa per gli agganci alla rete di luce e acqua. Lo stesso dicasi per il banchinaggio su via Emilia, sul retro del municipio e per la superficie del palco, nel parco, che offrono la possibilità di montare attrezzature e di collegarsi alla rete dei sotto-servizi. La relazione tra questi ‘spazi liberi’, piatti operativi dove si potranno celebrare eventi, e la superficie coperta dalla pensilina risulta evidente: mediante il porticato, risultano scaricati sui bordi gli elementi di arredo a servizio dello stare, lasciando massima libertà nella piazza, grande ‘tappeto urbano’ che relaziona in maniera inedita gli elementi depositati del contesto e che offre una nuova e costruttiva provvisorietà.
© Michele Manigrasso . Published on June 14, 2013.
© Michele Manigrasso . Published on June 14, 2013.
© Michele Manigrasso . Published on June 14, 2013.
© Michele Manigrasso . Published on June 14, 2013.
© Michele Manigrasso . Published on June 14, 2013.