“…E rimane il nulla e il vuoto che la radura del bosco offre come risposta a ciò che si cerca…” Maria Zambrano
© vecciarchitetti . Published on July 25, 2013.
Osservando l’area di progetto all’interno del territorio della città di Tønder si ha come l’impressione di confrontarsi con un luogo al limite tra natura ed artificio. Il nuovo ampliamento è concepito come un significativo rinnovamento di tutta l’area di concorso. La strategia progettuale ha preso forma attraverso tre decisioni concomitanti: immaginare un edificio che non fosse fine a se stesso ma che avesse una valenza urbana in forte relazione con il paesaggio circostante, proporre un “addizione” all’edificio storico in grado di rispondere alle nuove esigenze funzionali e generare con esso un luogo unico in cui la preesistenza fosse parte integrante della nuova proposta.
© vecciarchitetti . Published on July 25, 2013.
Il vuoto diventa il vero protagonista del progetto, il vuoto come assenza, il vuoto come spazio di relazione tra gli abitanti e fulcro della vita pubblica della città. L’accostamento di due storie differenti non è mai una cosa di semplice soluzione. Due mondi differenti devono essere uniti con l’obiettivo di diventare una sola cosa, anche se diversi.
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La volontà di accostarsi al municipio esistente con estrema delicatezza, ha spinto il progetto a staccare in maniera chiara e visibile la nuova costruzione dall’edificio esistente fino a collegarsi alla struttura con dei semplici volumi trasparenti in vetro dove il riflesso del vecchio municipio ne amplifica la sua presenza. Il Forhal – spazio centrale dell’edificio esistente – risulta uno spazio con ampie potenzialità e molto rappresentativo per la vita collettiva della città. Infatti il progetto prevede di aprire in alcuni punti il municipio esistente – spostando alcune piccole funzioni altrove – generando una connessione diretta tra il forhal e le nuove attività previste – la mensa e la caffetteria – pensate come cerniera tra il vecchio ed il nuovo.
© vecciarchitetti . Published on July 25, 2013.
Lo spazio pubblico del “forhal” potrà essere utilizzato anche come spazio riunioni, come luogo di incontro per la collettività e per i vari comuni limitrofi legato attraverso la mensa allo spazio pubblico esterno che potrà ospitare manifestazioni di vario genere. Il nuovo accesso a ovest sulla strada Kongevej diventa il nuovo ingresso all’ampliamento e completa il sistema di accessi a tutta la struttura. Al piano terra sono previsti vari nuclei funzionali utilizzati per gli uffici con una piccola hall di ingresso che sarà utilizzata come smistamento dei flussi di lavoratori per le varie ali dell’edificio. La hall è concepita come momento di transito tra l’esterno e l’interno e permette, attraverso una grande trasparenza, di traguardare il complesso architettonico ed il rapporto con la preesistenza nella sua interezza.
© vecciarchitetti . Published on July 25, 2013.
Dal piccolo accesso da Kongevej si può accedere ad alcuni spazi di lavoro liberi tra i quali alcuni collocati nella vecchia mensa. Attraverso una scala a vista che caratterizza l’interno della piccola hall si raggiunge il secondo livello degli uffici dove sono collocati uffici singoli e uffici doppi disposti in maniera libera in modo da avere una maggiore flessibilità degli spazi di lavoro. L’ala est dell’ampliamento è conformata da altri due livelli di uffici dove al terzo livello trovano posto uffici singoli e spazi di lavoro liberi, mentre al quarto ed ultimo livello dell’edificio sono collocati alcuni uffici doppi e un grande spazio flessibile con postazioni libere. Le sale riunioni sono state concepite tra gli spazi di lavoro al fine di caratterizzare spazi aperti al servizio degli uffici singoli, doppi e degli spazi aperti. La grande flessibilità degli spazi interni e la possibilità di riutilizzare i luoghi esistenti del municipio hanno suggerito la possibilità di introdurre all’interno del forhal arredi mobili in modo da utilizzare lo spazio anche come sale riunioni aperte.
© vecciarchitetti . Published on July 25, 2013.
Si è esclusa a priori la rigida disposizione dei luoghi di lavoro e delle sale comuni e gli uffici di grande dimensione sono stati concepiti come open – space flessibili tra gli uffici singoli e doppi. L’edificio si presenta apparentemente serrato e svela nei punti strategici il rapporto con la preesistenza e con il paesaggio. Si è cercato di concepire un edificio compatto ma allo stesso tempo permeabile e collegato alla natura circostante. L’obiettivo del nostro progetto è stato quello affinché l’edificio possa diventare paesaggio cioè un edificio capace di fondersi con il luogo. L’edificio si sospende dal suolo e non ostacola il flusso della vegetazione che entra fino all’interno dello spazio pubblico.
© vecciarchitetti . Published on July 25, 2013.
La sospensione dell’edificio dal suolo genera un rapporto ambivalente tra il nuovo e la preesistenza e tra l’edificio e la natura al punto di elevare parte degli uffici ad un piano alto offrendo agli utenti un nuovo rapporto visuale con il municipio esistente e con la natura circostante. In secondo luogo la vegetazione passa sotto l’edificio senza sottrarre aree verdi ai cittadini anzi incrementandole grazie al giardino pensile posto in copertura. La proposta consiste in un edificio ponte che, poggiando su due robusti piloni (corrispondenti alle due zone di accesso al piano terra) ingombra una superficie minima del parco urbano diventando anch’esso parte integrante del paesaggio. Inoltre la soluzione a ponte trasforma il giardino situato sotto l’edificio in una magnifica piazza coperta in cui possono aver luogo eventi e manifestazioni di vario genere aumentando le potenzialità di un luogo che fino a prima era un semplice retro del municipio.
© vecciarchitetti . Published on July 25, 2013.
L’edificio sospeso contribuisce ad instaurare una relazione di continuità fisica e visiva tra il municipio progettato da Halldor Gunnløgsson particolarmente caro agli abitanti di Tonder e la presenza incontaminata della natura. La compattezza dell’edificio viene smaterializzata dal suo rivestimento che definisce la pelle esterna.
La pelle dell’edificio è composta da un doppio rivestimento. Quello esterno è costituito da un diaframma di elementi verticali in legno mobili che evoca l’immagine delle antiche costruzioni lignee che si infittiscono o si diradano in funzione dell’illuminazione interna o dell’orientamento delle facciate. Le altre parti pubbliche dell’edificio (percorsi, sale comuni e aree di accesso) sono interamente realizzate in vetro in modo da enfatizzare enormemente il rapporto tra interno ed esterno.