genesi: costruire un percorso evolutivo radicato nel territorio
Friedrich Frobel (1782-1852), colui che giovanissimo voleva diventare architetto, ma che cambiò idea in favore dell’insegnamento primario è oggi ritenuto il padre della scuola materna. Sosteneva che il gioco è fondamentale nell’educazione di un bimbo.
Maria Montessori (1870-1952) propose una diversa pedagogia da quella a suo tempo tipicamente applicata riconoscendo che il bambino è“un essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali”. Il principio fondamentale del metodo montessoriano si basa sulla libertà dell’allievo di imparare al suo ritmo, poichéè la libertà che favorisce la crescita creativa del bambino e i bambini hanno diversi stadi di sviluppo che possono essere raggruppati in base all’età. Il periodo infantile, per esempio, “è un periodo di enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell’ambiente circostante facendole proprie, crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcuno sforzo cognitivo” [wikipedia.org ]. La Montessori in supporto ai suoi principi propose che nelle scuole gli spazi dovessero essere proporzionati alle dimensioni fisiche dei bimbi, dei microcosmi, capaci di mediare con il mondo esterno e la natura.
Un ulteriore approccio all’educazione, soprattutto infantile, venne proposta dall’emiliano Loris Malaguzzi (1920-1994), che sosteneva ”... i bambini costruiscono la propria intelligenza. Gli adulti devono fornire loro le attività ed il contesto e soprattutto devono essere in grado di ascoltare”. Per Malaguzzi, il cui pensiero è oggi ancora tra i più seguiti ed applicati nel mondo, la scuola è quel posto dove tutti condividono, scoprono, inventano, partecipano, è il posto dove le idee si scambiano e dove i bimbi hanno 100 lingue. L’idea perciò di questi pedagoghi compreso Steiner converge sul fatto che la qualità del contesto in cui il bimbo, ma anche naturalmente i ragazzi imparano, deve essere accattivante ed affascinante, e che essi stessi devono essere autonomi e stimolati da una ricca e variegata esperienza. Come ulteriore contributo la Reggio Children, un’organizzazione con lo scopo di promuovere il pensiero pedagogico di Malaguzzi sorta poco dopo la sua scomparsa, aggiunge l’idea del gioco come forma di lavoro. Pertanto le aule della Reggio Children sono piccoli laboratori che possono trasformarsi in spazi per l’arte, per la scienza, per la musica, per il teatro, o semplicemente per il dormire pomeridiano. L’architettura, la disposizione degli spazi, ed il rapporto con la natura hanno un ruolo importante nel pensiero pedagogico della Reggio Children.
La connessione con l’esterno ed il mondo circondante è fondamentale per lo sviluppo infantile e dei ragazzi. Recenti studi neurologici suggeriscono che gli ambienti interni devono emulare quelli esterni se si vogliono creare spazi educativi efficaci.
L’idea del progetto per il polo scolastico di Caraglio si sviluppa da queste osservazioni pedagogiche. Connettere l’elemento edificio con il territorio significa costruire, soprattutto per le nuove generazioni, una nuova integrità, oggi preclusa, tra la città costruita ed il paesaggio circostante. Pertanto, il polo scolastico da noi proposto nei suoi variegati aspetti volumetrici e dei materiali utilizzati vuole coniugare fattivamente, con una forte impronta ecologica gli spazi educativi e didattici con il paese di Caraglio, la campagna, la vicina collina fino allo sfondo delle Alpi. Con i bambini ed i ragazzi protagonisti.
concept: in_site / out_site
© FFWD Architetti | OSU_ARCH5100_S2012. Published on August 04, 2013.
L’elaborazione di un masterplan che sarà realizzato necessariamente per fasi deve definire delle linee guida “evolutive” capaci di adattarsi alla realizzazione di fabbricati in epoche diverse con costi di costruzione e di gestione comunque contenuti. Si è scelto, innanzitutto, di posizionare la scuola materna nella parte di lotto a disposizione più piccola rispetto al tracciato della nuova strada prevista nell’estratto del PRG del Comune di Caraglio. Sarebbe certo auspicabile non realizzare la nuova strada, considerando il polo scolastico come un campus e quindi la necessità di mantenere un’unitarietà dei percorsi pedonali e degli spazi a corte tra i diversi fabbricati. Tuttavia, qualora si decida di attuare la previsione di PRG, il progetto proposto manterrebbe comunque ancora valida la sua concreta fattibilità e funzionalità. Infatti, il polo scolastico è composto da quattro unità: la scuola materna, la cucina, la scuola elementare e la scuola media con i relativi spazi accessori, 2 palestre, auditorium, parcheggi che risultano funzionalmente autonomi e connessi allo stesso tempo. Connessi in quanto nella configurazione finale del polo scolastico diventano un unico ed articolato organismo edilizio, autonomi perché possono essere realizzati in più fasi costruttive differite nel tempo. Nel caso della scuola materna è pertanto possibile utilizzare la palestra già esistente fino alla costruzione dei successivi plessi scolastici con i relativi spazi accessori comuni all’intero complesso. L’aggregazione di edifici è unita dal medesimo linguaggio architettonico che integra e differenzia gli spazi esterni ed interni, i percorsi e le superfici dei diversi fabbricati. Un gioco di interconnessioni che facilitano la continuità visiva dalle corti del polo scolastico verso l’esterno e viceversa, fra gli edifici ancorati al terreno e gli altri rialzati a doppio livello, che media l’incontro tra il limite della città esistente e il territorio agricolo circostante.
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Un organismo edilizio di significative dimensioni il cui principio insediativo è di essere sostenibile dal punto di vista ambientale e quindi, per quanto possibile, con l’obiettivo di salvaguardare il sito di progetto per larga parte ancora oggi a prato. La parte di terreno necessariamente edificata viene “recuperata” con la realizzazione di tetti piani verdi mantenendo perciò la permeabilità complessiva del suolo, mentre il parcheggio delle auto, solitamente a raso e perciò particolarmente invasivo, viene posto nel seminterrato della scuola elementare e media su Via Silvio Pellico diventando “invisibile” dall’esterno e dall’interno del complesso.
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Il progetto architettonico del polo scolastico si basa, inoltre, sui seguenti elementi progettuali comuni a tutti gli edifici:
_il colore: elemento di progetto fondamentale per gli spazi interni, poichéè un linguaggio con il quale i bambini ed i ragazzi possono relazionarsi, uno strumento d’identificazione che favorisce la formazione della sensibilità estetica.
_il legno: il rivestimento in listelli di legno di larice (o in essenza locale da definire secondo le disponibilità) delle facciate e dei percorsi oltre a favorire un più delicato inserimento dell’edificio nel contesto dell’abitato di Caraglio, rappresenta non solo un omaggio alle ampie zone boscate della zona, ma vuole essere un segno concreto e visibile della sostenibilità ambientale ed energetica perseguita nella progettazione e nella realizzazione del nuovo plesso scolastico.
_le ampie vetrate: questo tipo di soluzione permette un diretto contatto, mediato dai soli serramenti, degli spazi interni degli edifici con gli spazi esterni: la sensazione è di essere “dentro” lo spazio verde pertinenziale ed il contesto paesaggistico ed ambientale. Le vetrate realizzabili con serramenti ad alte prestazioni energetiche di ultima generazione in PVC sono adeguatamente protette da elementi frangisole a lamelle (in metallo o legno), soprattutto sui lati rivolti a sud garantendo al contempo all’edificio un elevato apporto energetico nei mesi invernali.
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scuola materna: sviluppare i cinque sensi
L’architettura può essere un importante contesto di apprendimento per il bambino se realizzata considerando i suoi sensi. In particolare il colore diventa un elemento d’identificazione e favorisce la formazione della sensibilità estetica: il rosso, il giallo, l’arancione, sono colori brillanti, stimolanti e positivi, piuttosto che il blu e il verde più adeguati agli ambienti del riposo e di relax. Anche l’utilizzo attento della luce naturale ed artificiale concorrerà nella realizzazione di ambienti differenziati, in modo che il gioco delle ombre e dei chiaroscuri accentui la profondità degli spazi. Il colore è quindi elemento di progetto fondamentale per gli spazi interni poichéè un linguaggio con il quale i bambini possono relazionarsi, favorendo la formazione della sensibilità estetica.
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Anche i suoni, che sono i primi stimoli che collegano il bambino al mondo circostante, richiedono un’adeguata valutazione: gli ambienti saranno studiati per evitare sovrastimolazioni acustiche date dalla convivenza dei bambini, mentre la stessa conformazione a corte dell’edificio costituisce un elemento di protezione, un luogo calmo rispetto al rumore esterno.
L’architettura degli spazi interni è strutturata per offrire un idoneo supporto ad un programma di attività quotidiane pianificate: spazi aperti e socializzanti per le attività libere di gruppo, spazi più raccolti per l’aula destinata alle attività ordinate a tavolino, spazi più tranquilli e flessibili per l’aula destinata ad attività ordinate speciali dove è previsto il riposo pomeridiano. Un ambiente fatto di una varietà di materiali colorati (pavimenti, arredi, pareti) sempre atossici, che stimolano nei bambini la consapevolezza degli spazi che li circondano fino a considerarli la loro casa in cui diventano protagonisti e non semplici utenti.
La presenza di luce naturale dà la consapevolezza del variare delle stagioni, la luce artificiale invece va progettata secondo i criteri del massimo conforto visivo. La prerogativa è quella di ottenere un’atmosfera tenue ed intima adatta per il riposo per le attività tranquille dei bambini, o più vivace e luminosa nei momenti di attività fisica. Un livello minimo di illuminazione è necessario per qualsiasi area, ma non è desiderabile una totale uniformità; la combinazione migliore della luce è quella prevista dall’alto e laterale.
scuola materna: accessibilità e distribuzione degli spazi
La forma architettonica dei nuovi edifici è di tipo compatto, su un unico piano, con un’organizzazione degli spazi razionale ed intuitiva. L’ingresso principale dei due edifici è sulla strada interna di Via Cln. I due blocchi separati sono nati dalla necessità di suddividere il lotto in due sub-lotti, il primo per 6 sezioni (180 bambini) ed il secondo per le altre 4 sezioni (120 bambini).
I due edifici sono stati posizionati in modo da creare una corte interna, su cui si affacciano tutti i locali destinati alle varie sezioni. Ad ogni sezione sono collegati dei locali di servizio (spogliatoio, servizi igienici), che nell’edifico ad L, il primo dei due sub lotti, sono direttamente connessi ad ogni sezione, mentre nell’altro edificio sono divisi dal corridoio.
Da un punto di vista distributivo tutti i locali di entrambi i blocchi sono serviti da ampi corridoi che si aprono puntualmente per creare degli spazi di relazione, aperti verso il verde circostante.
Oltre ai locali destinati alle attività a tavolino, in ogni edificio sono presenti anche due locali per attività libere. Inoltre trovano spazio anche dei locali destinati a dormitori, che potrebbero anche essere usati per attività speciali, ad esempio, per psicomotricità o laboratori.
© FFWD Architetti | OSU_ARCH5100_S2012. Published on August 04, 2013.
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