premessa
La Prima Guerra Mondiale segna un fondamentale capitolo della storia italiana, ma quasi a cent’anni dal suo scoppio il suo ricordo si sta velocemente affievolendo. Consapevoli di questa cruda ed in qualche modo inesorabile realtà, la nostra proposta si prefigge di lavorare sulla memoria e i frammenti della Prima Guerra Mondiale e al contempo su quelli relativi alla trasformazione urbana di questa parte di città. Riconoscere gli eventi, portarli alla luce, rielaborarli significa evitarne la rimozione, la dissoluzione per cercare di comprendere quali nuove prospettive possano aprirsi per evitare gli errori del passato ed anche del nostro presente.
parco urbano
L’area d’intervento è organizzata planimetricamente e tridimensionalmente secondo una serie di “bande” tra loro allineate pari al numero di giorni di durata della Prima Guerra Mondiale, che iniziò il 28 luglio 1914 e terminò l’11 novembre 1918. Tracce di memoria quale monito a non dimenticare, che permeano non solo il museo, ma la stessa città di Cividale del Friuli e segni che interagiscono con le incessanti trasformazioni urbane e sociali.
Le bande inviluppano le parti nuove a quelle esistenti, “reagendo” alle tipologie edilizie e ai luoghi incontrati con materiali diversi diventando esse stesse elementi di connessione: nelle aree da riqualificare sono più materiche striscie di pietra, mentre nel parco si alternano frammenti di pietra con parti erbate. Questo nuovo parco urbano, tra storia e attualità, natura e artificialità, rappresenta bene le diverse forme del comunicare così importanti in un progetto incentrato sulla memoria della Grande Guerra. Forme di comunicazione classica come i pannelli espositivi, i video, lo stesso museo s’intrecciano con modalità comunicative di tipo evocativo (land–art) o contemporanee, oggi sempre più legate ai dispositivi informatici. Le bande si sollevano per diventare sedute, ora di pietra, ora di fibra di carbonio, rispondendo nella semplice geometria alle caratteristiche del materiale. In altri casi, le bande si abbassano creando nelle bande adiacenti, delle sedute al livello della piazza. Questo gioco di rilievi e di ribassamenti, se può apparire casuale a coloro che popolano il nuovo parco urbano, in realtà mappa i momenti salienti della Grande Guerra suscitando l’attenzione dei presenti. Qui, dove le persone sedute fanno due chiacchere, le mamme guardano i lori bimbi che giocano, o degli amanti si baciano, sono presenti codici a barra bidimensionali a matrice del tipo QR. Questi semplici ingegni informatici, ormai di larga diffusione, e adatti ad un pubblico di ragazzi – i primi ad occupare spazi pubblici, ma per anagrafe i più distaccati dalle vicende storiche – una volta “catturati” dalle applicazioni scaricate nei vari smartphone, in relazione alla posizione della seduta all’ interno del parco, trasmetteranno informazioni su un determinato evento o aspetto della guerra funzionando come delle guide audiovisive, ma con forte carattere multimediale ed interattivo. A nord del fabbricato della vecchia stazione, le bande che definiscono la pavimentazione sono interrotte ortogonalmente da uno specchio d’acqua, le cui dimensioni rispecchiano le tracce lasciate dalla vecchia ferrovia. Simbolicamente questo elemento rappresenta nella narrativa del parco il fiume Piave e la celebre quanto sanguinosa battaglia, l’ultimo importante atto sul fronte italiano della Prima Guerra Mondiale.
museo della prima guerra mondiale: la vecchia stazione
Nella riconversione della vecchia stazione ad edificio museale vengono mantenuti gli originari ingressi tra loro contrapposti per segnalare le due distinte e tra loro complementari soluzioni progettuali che riguardano i fronti dell’edificio. Il prospetto sud viene restaurato con un intervento di tipo filologico al quale si aggiunge una nuova e più accattivante grafica che indica la nuova funzione a spazio espositivo. Entrando nel foyer ci si trova in un ambiente completamente bianco in cui vengono inseriti il corpo scala e l’ascensore che conducono al primo piano e quindi all’inizio del percorso museale. Questi elementi di collegamento verticali sono racchiusi da lame in acciaio distanti tra loro di circa 10 cm che piegandosi perpendicolarmente alla direzione del cammino formano i gradini e quindi l’insieme della struttura. La distanza tra le lame non oscura la connessione tra i due ingressi, e offre una continuità visiva tra nord e sud.
© FFWD Architettura | OSU_ARCH4100_S2013. Published on August 04, 2013.
Da nord, arrivando dal parco urbano, il visitatore si trova di fronte all’ingresso che dava a suo tempo sui binari e qui contrariamente alla visione da chi arriva da sud, la connessione tra il vecchio ed il nuovo è subito resa riconoscibile da una passerella posta al primo piano e parallela al prospetto della sezione realizzata con una struttura in acciaio rivestita in vetro. La vecchia stazione vista attraverso questo tassello vetrato costruito a circa 80 cm dalla facciata originaria assume un valore di artefatto, simile ad un oggetto di interesse artistico e culturale esposto nella teca di un museo. Una volta entrati nell’edificio ci si trova in uno spazio alto quanto la vecchia stazione.
© FFWD Architettura | OSU_ARCH4100_S2013. Published on August 04, 2013.
Percorrendo le scale plasmate dalle lame di acciaio il visitatore si dirige verso la passerella vetrata dalla quale si può avere in lontananza una vista spettacolare delle Alpi che circondano la città e più da vicino una più vasta lettura dell’intero intervento paesaggistico del sottostante parco urbano.
E’ anche un riferimento alla recente storia urbana della città, al vecchio cementificio che occupava fino a pochi anni fa’ l’area prospiciente, dove i materiali venivano trasportati tramite nastri trasportatori. Analogamente lo stesso involucro museale costruito in cemento armato rievoca un frammento di storia urbana dagli importanti riflessi socio economici, altrimenti completamente rimosso.
La dinamicità della “pelle” consente di offrire una diversa scala di lettura sia per i visitatori che si trovano all’interno dell’edificio in relazione al flusso lento e composto che caratterizza la visita museale e sia all’esterno da parte degli automobilisti in funzione della velocità di osservazione. Pertanto la dimensione delle informazioni proiettate verso l’esterno saranno maggiori.
Nella parte a Nord della nuova ala museale, la facciata – pelle va oltre l’edificio, formando una corte, che diventa un luogo commemorativa della guerra. La corte, le cui pareti che la delimitano si trovano a circa tre metri di altezza sopra il parco urbano può essere vissuta secondo due diverse modalità: dall’interno del museo un passerella vetrata posta a sbalzo induce il visitatore ad “immergersi“ fisicamente in questo spazio in cui scorrono le immagini e le informazioni sulla facciata solo a lui visibili; mentre invece, dall’esterno per chi arriva dal parco urbano, le pareti della corte nere ed opache incorniciano il cielo offrendo una fruizione dello spazio ideale per favorire momenti di silenzio e riflessione.
© FFWD Architettura | OSU_ARCH4100_S2013. Published on August 04, 2013.
Nella parte a Sud, l’edificio museale è disposto a fianco del fabbricato oggi destinato a punto di ristoro, che adeguatamente riqualificato potrebbe diventare parte integrante del museo. In questo modo l’attuale spazio a dehor all’aperto verrebbe ricollocato sotto l’ala museale, utilizzabile sia per attività culturali e sia per quelle di tipo ricreative e commerciali.
© FFWD Architettura | OSU_ARCH4100_S2013. Published on August 04, 2013.
Il museo sovrastante questo spazio presenta alcune forature di diverso diametro che consentono all’area di ristoro di ricevere una luce zenitale permettendo altresì dal piano sottostante un collegamento visuale con il cielo, e con gli spazi interni del museo stesso. Un paio di queste forature sono occupate anche dagli elementi strutturali di supporto dell’edificio sovrastante. A partire dal tramonto, nelle ore notturne, le forature vengono illuminate da un impianto di luci artificiali di tipo decorativo dando l’illusione ottica che l’edificio sia sostenuto dalla sola scia luminosa.
© FFWD Architettura | OSU_ARCH4100_S2013. Published on August 04, 2013.
la passerella pedonale
Un ulteriore elemento caratterizza la proposta progettuale: l’inserimento di una nuova passerella pedonale di lunghezza pari a circa 75 m di collegamento tra la nuova area commerciale sorta in sostituzione del vecchio cementificio, con il nuovo parco museale e l’esistente parco lungo Viale Guglielmo Marconi. La passerella che si attesta nei pressi del parcheggio del centro commerciale interseca dall’altra parte della strada il nuovo corpo del museo a circa un terzo della sua lunghezza entrando direttamente dentro l’involucro. Quando la passerella attraversa la facciata del museo, le striscie che ricoprono il museo si piegano e ricompaiono in forma orizzontale sul tetto filtrando la luce naturale che illumina gli spazi sottostanti. La passerella cosi intesa diventa un importante elemento di connessione tra parti della città oggi completamente separate dall’arteria stradale e un interessante mezzo per concretamente avvicinare alle tematiche del museo gli utenti del vicino centro commerciale.
© FFWD Architettura | OSU_ARCH4100_S2013. Published on August 04, 2013.
Una ulteriore possibilitàè che la passerella che si incunea nel museo potrebbe proseguire nel parco diventando una sorta di percorso aereo che unisce e collega le diverse parti della città. La parte di passerella che si attesta nel parco potrebbe essere costruita in legno a differenza di quella che porta al centro commerciale realizzata in ferro metafora della trasformazione del paesaggio urbano da naturale ad artificiale.
© FFWD Architettura | OSU_ARCH4100_S2013. Published on August 04, 2013.
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