Il bando di gara pone ai progettisti un quesito essenziale, ovvero se recuperare la Torre Tintoretto oppure ipotizzarne il rifacimento integrale. La proposta progettuale presentata prevede il rifacimento della Torre per un duplice motivo attualmente negato, ogni persona ha diritto di vivere in una architettura di qualità, ogni cittadino ha diritto di poter godere di una qualità urbana attualmente negata. Le architetture appartengono a chi le abita e anche a chi quotidianamente le percepisce all’interno dello scenario urbano. Inoltre il costo ipotizzato per la ristrutturazione, una ristrutturazione qualitativamente valida, non è così distante dall’idea di costruire ex-novo la Torre Tintoretto e lo spazio pubblico che le appartiene. La comunità bresciana a fatica si riconosce nell’urbanità generata dagli interventi messi in atto negli anni ’80 nel quartiere di San Polo, la bassa qualità abitativa di molti edifici ha contribuito in sostanza ad emarginare la comunità che lo abita. Non di rado il margine delle cittàè più interessante del suo cuore, è il luogo dove le potenzialità urbane sono ancora inespresse, ha bisogno solo di un seme architettonico per germogliare e diventare definitivamente luogo, luogo da abitare e in cui può riconoscersi una koinè. Il progetto presentato si pone l’obbiettivo di disegnare una differente qualità abitativa e di rigenerare lo spazio pubblico ora ridotto a mero tessuto connettivo, l’architettura oltre a proporre un valore immobiliare deve anche saper proporre un valore emozionale. Come detto la qualità architettonica della Torre Tintoretto è decisamente bassa, ma se c’è una cosa da recuperare dell’intervento di espansione attuato negli anni ’80 è l’impianto urbano, ridefinendone il carattere pubblico. Demolire la Torre per costruire una nuova tipologia residenziale significa stravolgere le relazioni urbane che intercorrono con le altre quattro torri e il restante tessuto edilizio. La nuova torre ricalca l’impronta del vecchio manufatto ma ne ridefinisce integralmente la spazialità interna e il disegno dei fronti.
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.
L’architettura
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.
L’architettura della torre residenziale che inclina verso sud l’asse verticale in modo da ridurre la monumentalità e assertività all’imponente volume edilizio, si caratterizza per un’eterea facciata che svolge le funzione di una “serra” bioclimatica, una sorta di spazio filtro tra l’intimità degli ambienti residenziali e lo spazio esterno. Oltre a definire delle ampie e vivibili logge, il volume in aggetto rivestito da ante scorrevoli a libro in policarbonato, insieme alle piante rampicanti appese, assolve al prezioso compito di regolare la temperatura interna delle abitazioni in modo da ridurre sostanzialmente l’apporto energetico esterno durante la stagione fredda. In sostanza si può considerare l’architettura come una struttura rivestita da una pelle con dentro un’anima, l’anima sono le persone che la abiteranno e le daranno vita. La facciata/serra in policarbonato sarà un discreto schermo cangiante che a seconda delle condizioni di luce rifletterà il paesaggio circostante oppure consentirà di intravedere il brulicare della vita che si svolge al suo interno.
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.
Tipologie
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.
A differenza dell’attuale lay-out tipologico, il nuovo progetto elimina la distribuzione a corridoio per privilegiare il doppio affaccio delle unità abitative, ciò detto per permette di avere degli ambienti più salubri e una più articolata distribuzione delle funzioni. Gli appartamenti posti ai margini esterni dell’edificio sono caratterizzati dalla tipologia duplex, quelli presenti nel corpo centrale sono dei simplex che differiscono per metrature, in modo da offrire una articolazione tipologica variegata e capace di rispondere alle diverse esigenze abitative tipiche della società contemporanea; ogni singolo piano dispone da un minimo di 10 appartamenti ad un massimo di 16 unità residenziali. Inoltre l’edificio presenta degli spazi comuni tipici del co-housing; la lavanderia, un asilo/nursery, la sala comune e parte degli impianti sono dislocati al primo piano, mentre all’ultimo piano che gode di una vista sul territorio circostante sono presenti la palestra, la sala giochi e un winter garden.
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.
Lo spazio pubblico
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.
Aspetto a cui è stato riservato una particolare attenzione è la caratterizzazione dello spazio pubblico, il progetto ridefinisce radicalmente il rapporto tra architettura e spazio pubblico; lo spazio pubblico è il supporto dell’architettura, lo spazio vitale in cui crescere. Il progetto recupera alla disponibilità della comunità di San Polo 10.815 m², superficie attualmente negata all’utilizzo in quanto in gran parte occupata da un parcheggio. Nel nostro nuovo comparto il parcheggio è stato dislocato nel piano interrato in modo da liberare la quota di campagna e renderla disponibile a tutti. Il nuovo spazio pubblico si caratterizza per la presenza di quattro volumi dalla copertura inclinata che prendono corpo direttamente dallo stretto rapporto con la pavimentazione in pietra ricomposta. Gli edifici che ospitano al proprio interno dei servizi ai cittadini come delle attività commerciali, un centro civico/sala polifunzionale e l’ingresso al parcheggio, possono essere utilizzati contemporaneamente anche come spazi pubblici in quanto la loro copertura risulta praticabile e ospita degli elementi vegetali e di arredo urbano, oppure una grande scalea che può esser utilizzata alternativamente come cinema/teatro all’aperto o come semplice luogo di ritrovo.
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.
Sostenibilità ambientale
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.
L’intero progetto è stato pensato in modo da ridurre al minimo l’utilizzo di energia proveniente da idrocarburi, differenti sorgenti sono state tra loro integrate per garantire il fabbisogno energetico dell’intero complesso. 590 m² di pannelli fotovoltaici si integrano con le sonde geotermiche e con un impianto di ventilazione controllata che aspira l’aria fresca e la fa transitare sotto terra nell’impianto geotermico, l’aria filtrata viene immessa negli appartamenti e poi successivamente aspirata e incanalata in un dispositivo di recupero di calore. Il terreno avendo una temperatura costante consente di ridurre il fabbisogno energetico per il riscaldamento durante la stagione fredda e il rinfrescamento durante la stagione calda. Come già scritto in precedenza altro componente fondamentale utilizzato per ottimizzare il fabbisogno energetico è la grande facciata/serra rivolta a sud e che occupa una superficie di circa 4.000 m². La serra in sinergia con le pianti rampicanti consentirà di controllare agevolmente la quantità di luce e di conseguenza di energia che entrerà nelle abitazioni, una sorta di camera di compensazione tra il clima esterno e l’ambiente interno. Durante la stagione estiva anche lo spazio pubblico contribuisce a ridurre l’utilizzo di fonti non rinnovabili, i 65 nuovi alberi che collaborano a disegnare la nuova piazza svolgono anche il prezioso compito di mitigare l’isola di calore che verrebbe inevitabilmente a crearsi. Strutture, tecnologie e materiali L’edificio residenziale prevede i vani scala realizzati in CLS i quali fungono anche da elementi di controvento, mentre le altre strutture portanti e le solette sono previste in profilati metallici. I materiali impiegati dovranno prevedere un basso impiego di energia primaria, essere riciclabili e dove non fosse possibile, dovranno avere una lunga vita senza perdere in capacità prestazionale. La pavimentazione dello spazio pubblico è prevista in doghe di legno provenienti da piantagioni certificate e in pietra ricomposta per ridurre al minimo l’impiego di preziose risorse naturali non rinnovabili.
© Maurizio Di Lauro . Published on August 10, 2013.