La riforma dello spazio urbano La possibilità di affrontare in termini progettuali il recupero e la riqualificazione della piazza Parrocchiale a Ranco ha permesso di operare una riflessione critica sui caratteri fondativi dell’immagine urbana, con la volontà di sottolineare i due diversi aspetti che un intervento di restauro urbano necessariamente comporta: da un lato il recupero e la valorizzazione dei caratteri simbolici e formali del luogo, negati nel tempo dalle trasformazioni del tessuto; dall’altro l’individuazione di nuove gerarchie e inediti equilibri capaci di riscoprire e riscrivere i caratteri peculiari dell’insediamento originario consegnandoli a nuovi usi. Il progetto di riforma dello spazio pubblico prende così avvio da un ragionamento condotto sul concetto e sull’immagine idealizzata e consolidata della piazza nella memoria comune che, in quanto ‘luogo al centro’ per eccellenza, assurge al ruolo di spazio deputato a generare socialità. Il progetto intende perciò rafforzare l’identità e la vivibilità dei luoghi, ristabilendo un corretto e più equilibrato rapporto tra gli spazi riservati alla fruizione pedonale e quelli destinati alla mobilità veicolare, oggi nettamente prevalenti. Restituire abitabilità a un luogo che oggi appare inospitale, snaturato e modesto rispetto al suo effettivo potenziale. E in definitiva l’occasione del progetto di recuperare e valorizzare architetture e luoghi notevoli, oggi in buona par te marginalmente partecipi del disegno urbano, pone le premesse per attivare un reale processo di rinnovamento e riqualificazione dell’intera struttura urbana. Lo stato di cose L’attuale conformazione spaziale e formale della piazza appare del tutto priva di un disegno urbano coerente e riconoscibile. Di fatto, più che imporre regole e principi al disegno urbano ed edilizio, la piazza ne ha subito tacitamente le forme, adattandosi ai vincoli e i limiti imposti dalla morfologia edilizia, fino a definirsi come spazio residuo tanto incerto al contorno quanto al suo interno. Nel tempo, il consolidamento del tessuto edilizio secondo procedimenti di costruzione per addensamento lungo le principali direttrici ha sottratto spazio alla piazza, così come la possibilità di affermarsi compiutamente in una sua conformazione spaziale precisa. Alla definizione del perimetro del tessuto corrispondeva, per contro, la corrosione del contorno della piazza, che andava qualificandosi sempre più in quanto spazio di risulta, inadeguato e incapace di proporsi per le attività di relazione sociale designate. Oggi lo spazio pubblico, frammentato in una teoria di ambiti senza soluzioni di continuità e privi di caratteri specifici, è vittima di un processo di degenerazione funzionale che consegna gli spazi della piazza a usi alternativi non sempre qualificanti. La chiesa è isolata al centro della piazza, stretta su ogni lato dal traffico veicolare; gli spazi più prossimi al Municipio, rialzati e protetti dalla strada, sono paradossalmente relegati al ruolo di posteggio e solo in parte destinati alla sosta e alla fruizione pedonale. L’attuale assetto dello spazio pubblico è spiegabile solo alla luce dei processi di definizione della struttura urbana – che hanno visto prevalere i principi tipo-morfologici del tessuto edilizio sulle logiche del piano urbano – e della processualità costruttiva della stessa chiesa Parrocchiale, il cui sagrato non si è mai del tutto compiuto. La chiesa dedicata ai Santi Mar tino e Lorenzo sorge isolata al centro di un quadrivio e in posizione pressoché baricentrica rispetto ai tre nuclei edilizi originari. La sua posizione, anomala e discordante rispetto al tessuto edilizio definitosi nel tempo lungo le principali direttrici viabilistiche, deriva dalla sua antica costruzione, risalente alla metà del XVI secolo. L’attuale chiesa è infatti il risultato delle trasformazioni occorse sull’originale impianto della cappella dedicata a San Lorenzo, ampliata e rimaneggiata a più riprese sino all’attuale impianto, almeno sino all’inizio dell’Ottocento, quando viene realizzato il campanile. Sagrato, piazza civica, belvedere. Il sistema delle piazze Il progetto si pone l’obiettivo di definire precisamente l’ambito della nuova piazza attraverso un’operazione di ri-urbanizzazione dello spazio pubblico, individuandone i limiti, proponendone una geometria e una dimensione precisa e predeterminata, reintroducendo una regola che, a partire dai capisaldi e dalle emergenze architettoniche, monumentali o paesistiche del tessuto, sia in grado di ridefinirne compiutamente il disegno. Operando una sorta di atto rifondativo dello spazio pubblico – che, quasi paradossalmente, rovescia il punto di vista attuale a favore di un inedito assetto, logico e verosimile ancorché storicamente fondato – il progetto riscopre l’anomala e discordante giacitura della chiesa, quasi come una sor ta di traccia archeologica negata dalla più moderna edificazione.
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.
La nuova piazza si definisce così nella frattura morfologica tra la giacitura della chiesa Parrocchiale e il tessuto edilizio, al punto da mettere in discussione l’ordinamento cronologico degli eventi nella storia urbana, come se fosse impossibile distinguere la primigènia dell’uno rispetto all’altro.
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.
La nuova piazza si determina in quanto sistema ar ticolato di spazi che mette a regime l’orografia esistente e il disegno dei terrapieni sui quali si impostano rispettivamente il Municipio e la Farmacia. Sulla giacitura della chiesa si imposta il nuovo sagrato, centrato sulla facciata della chiesa della Parrocchiale e addossato al muro del terrapieno del Municipio, nel quale è ricavata una fontana. Sul lato destro la pavimentazione si raccorda al piccolo giardino che custodisce il monumento ai caduti. Dalla quota del sagrato uno scalone conduce alla piazza civica, impostata sulla piattaforma del Municipio. La piazza civica, resa completamente pedonale, è attrezzata con par terre trattati a prato, panche per la sosta e un ‘ombracolo’. Tutti gli elementi che concorrono alla definizione del corredo della piazza sono orientati sulla medesima giacitura, quella del muro del terrapieno, parallelo alla chiesa. I parterre definiscono l’ambito della pavimentazione di un ‘corso’ pedonale compreso tra il Municipio stesso e il terrapieno della Farmacia, sulla cui piattaforma sono addossati cinque padiglioni destinati ad accogliere i posti auto coperti per gli automezzi comunali (complessivamente 60 mq per 4 posteggi coperti, secondo le indicazioni del bando), la sede della Protezione Civile (circa 50 mq) e gli uffici delle Associazioni locali (circa 25 mq).
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.
I padiglioni sono composti da box vetrati, chiusi sul fronte da un paramento basculante ligneo: chiuso garantisce l’opportuna schermatura della radiazione solare diretta, aperto consente di disporre di spazi per la sosta o piccole attività espositive esterne.
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.
All’interno dello spessore della piattaforma della Farmacia sono ricavate le autorimesse comunali e i posteggi a rotazione, gli spazi di servizio degli uffici e la risalita in quota dalla piazza civica alla quota della Farmacia, accessibile anche da una rampa ciclo-pedonale realizzata sul fondo della piazza civica e direttamente collegata all’area di via Castello. A questa quota si dispone un piccolo spazio belvedere, affacciato sul corso e sul sagrato e attrezzato con aiuole aromatiche.
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.
Materiali e costruzione, sostenibilità ambientale La scelta dei materiali e delle tecnologie costruttive adottate è stata condotta in relazione a una filosofia di pensiero che intende il tema della sostenibilità entro un quadro ampio secondo il quale lo sfruttamento delle risorse e degli investimenti, così come lo sviluppo e la ricerca tecnologica, devono essere coerenti ai bisogni attuali e futuri. Secondo tale intendimento la sostenibilità di un intervento deve essere ricercata sin da principio attraverso coerenti e appropriate scelte architettoniche, costruttive e materiche, che sappiano cioè valorizzare al meglio le risorse disponibili. In ragione della sostenibilità economica che impone il contenimento dei costi di costruzione e di gestione – pur garantendo elevati requisiti di durata e prestazione nel tempo, qualità indispensabili per la realizzazione di una piazza – si è deciso di ricorrere all’impiego di materiali tradizionali, che più si adattano al clima e al territorio, e garantiscono al tempo stesso durata nel tempo, facilità di manutenzione e sostituzione, recupero e smaltimento ad impatto ambientale assai ridotto. Nello specifico si prevede l’impiego di: *pavimentazioni del sagrato e della piazza civica con lastre di granito bianco di Montorfano, spessore 8-10 cm, posate a correre. La pietra di Montorfano, estratta dalle cave dell’omonimo massiccio nei pressi del lago di Mergozzo, presenta elevate caratteristiche di resistenza al gelo, alla compressione, all’abrasione e al carico di rottura, prestandosi alla realizzazione di pavimentazioni e rivestimenti esterni; *rivestimento della ‘scalea’ con lastre di beola grigia della Val d’Ossola, spessore 10-12 cm, con lavorazione a piano cava; *pavimentazione in calcestre stabilizzato per le aree carrabili e pedonali sul terrapieno del Municipio; *pavimentazione in calcestruzzo architettonico gettato in opera per i percorsi ciclo-pedonali e il belvedere sul terrapieno della Farmacia; *rivestimento in lastre di marmo rosa Valtoce per il muro del terrapieno del Municipio, con inserto in verdello del Boden per la fontana; *rivestimento in scagliola di beola grigia per il muro del terrapieno della Farmacia, recuperando una tecnica della tradizione costruttiva locale. I padiglioni per le autorimesse, gli uffici delle Associazioni locali e della Protezione Civile sono realizzati con struttura portante in profilati d’acciaio a taglio termico – verniciati a fuoco in color ferro micaceo – e tamponamenti in vetro-camera basso emissivo per il contenimento delle dispersioni termiche. Sono previsti pannelli di schermatura basculanti realizzati in legno trattato.
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.
Il ‘piano luce’ Il progetto illuminotecnico previsto per la nuova piazza riflette una concezione opposta rispetto all’attuale tendenza che privilegia soluzioni di macroilluminazione. Si è pertanto deciso per un effetto più equilibrato e alla scala umana, prevedendo la modulazione della quantità della luce distribuita lungo i percorsi e nei punti più significativi della piazza, per sottolinearne al tempo stesso limiti e ambito. Il ‘piano luce’ si compone sostanzialmente di tre ordini, corrispondenti ad altrettanti effetti di luce. Il primo ordine corrisponde alla tipologia ‘a faro’ con apparecchi orientabili montati su pali – altezza massima 3 m – per l’illuminazione dei percorsi pedonali e delle aree di sosta. Il secondo ordine individua e caratterizza le zone della vita collettiva: appliques a parete e proiettori a led per incasso – a terra o a parete – disposti nelle zone verdi e lungo i percorsi del ‘corso’, per un effetto di luce radente sul tappeto di pietra. Proiettori da incasso – sempre a terra e a parete – sono invece previsti per l’illuminazione scenografica dal basso delle essenze arboree e delle eminenze architettoniche: la facciata della Parrocchiale, il campanile e il Monumento ai Caduti. Tutti i corpi illuminanti sfruttano la tecnologia led che, a fronte di un basso consumo energetico e di costi di manutenzione assai ridotti, garantisce elevate prestazioni illuminotecniche. Il ‘piano verde’ Oltre alla messa a dimora di nuove essenze arboree, il progetto prevede la conservazione delle alberature esistenti, salvo verificarne l’effettiva condizioni fitosanitaria e di stabilità; nel caso in cui si debba necessariamente procedere alla sostituzione integrale delle alberature già presenti, in luogo delle piante rimosse si potrebbe prevedere la messa a dimora di tigli nostrani (Tilia platyphyllos), par ticolarmente diffusi in zona e resistenti. La proposta di progetto del verde intende soddisfare non solo le tradizionali esigenze estetiche e agronomiche, ma anche e soprattutto quelle di compatibilità ambientale, valutando le specie da impiegare in ragione della loro capacità di assorbire anidride carbonica e gas inquinanti presenti in atmosfera. A tal proposito nelle aiuole della piazza civica e nella fioriera della Farmacia si prevede la messa a dimora di siepi composte da ligustro comune (Ligustrum vulgare), spiraea (Spiraea), ginestra (Genesta) e bosso (Buxus semprevirens), oltre a essenze tappezzanti per il pergolato, quali pervinca minore (Vinca minor), edera comune (Hedera helix) e Hydrangea arborescens della varietà‘Annabelle’ che garantisce fioriture particolarmente intense e durature. Inoltre, nelle aiuole del Municipio e della Farmacia, in posizione più soleggiata, si prevede la realizzazione di piccoli giardini aromatici composti con lavanda, rosmarino e maggiorana, essenze efficaci nell’assorbimento dell’anidride carbonica e caratterizzate da una più che discreta funzione paesaggistica.
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.
© Mirko Noris . Published on August 14, 2013.