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L’Avamposto di Expo - Jacopo della Fontana

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Concept
  • smaterializzazione della monumentalità a favore di un paesaggio naturale, fluido e fruibile un manto di terra e vegetazione percorribile copre gli spazi previsti dal programma funzionale
  • interpretazione del rapporto col contesto attraverso la riedizione di un bastione, già colonizzato dal verde l’impianto generale non si mette in antagonismo con l’asse Castello via Dante; i “toni” sono smussati
  • punti di vista su expo e sui temi del programma espressi da padiglioni a forma di cannocchiali schiacciati Expo non dissemina contenuti, ma osserva e si mette in ascolto dei contenuti collettivi che provengono dall’esterno come un cannocchiale rovesciato
  • interpretazione morfologica e architettonica del tema della madre terra nutrice in chiave ambientale la terra tutto genera e ricopre, l’architettura si innesta dentro il suo ventre e ne modella il profilo
  • ciascun contenitoreè accessibile anche dall’esterno e immette nello spazio centrale coperto comune che ha come fulcro il modello del sito expo in progress la piazza interna e la piazza verde soprastante stanno alla città come la grande piazza centrale vicino al palazzo Italia sta al sito dell’Expo
  • forte memorabilità e sostenibilità del progetto immagine unitaria in linea con la sensibilità ambientale
  • esterno / interno, in continuo dialogo gli occhi (lucernari) danno luce e aria agli spazi interni; le immagini interne sono proiettate anche sulle vetrate
  • naturale / artificiale, in continua trasformazione esperienze naturali all’esterno e artificiali all’interno; mutabilità al variare delle stagioni e degli allestimenti
  • reale / virtuale, in continua interconnessione forte presenza di matericità nelle finiture e di multimedialità negli allestimenti, divenire del progetto
  • punto di incontro, socializzazione, conoscenza, palcoscenico di interazione e innesco per il contatto con Expo
  • sovrapposizione dell’identità fisica all’identità digitale: accesso immediato con tutti i Digital Devices coi social network di geolocalizzazione; possibilità di visualizzazione della propria immagine sulle vetrate di ingressi ai padiglioni, accesso virtuale da remoto
  • scalabilità dell’esperienza: ogni età e complessità cognitiva potrà essere incuriosita, sia analfabeti che esperti digitali; il laboratorio potrà ospitare workshop per famiglie e studenti e incontri transgenerazionali
  • interaction design: apposite aree espositive saranno aperte alla interpretazione di autoallestimenti virtuali da parte dei visitatori che, assistiti da tutor, potranno “salvare” i propri progetti nella “cloud” di Expo
  • un pallone aerostatico in forma di “_pin_” segnala a tutta la città la presenza del padiglione, si lega in linea d’aria al sito Expo 2015 e in linea temporale all’expo di Milano del 1906
  • sostenibilità e riciclabilità con uso di terra, legno, struttura metallica
  • massimizzazione della ventilazione naturale attraverso l’effetto camino della corte interna nelle stagioni intermedie
  • creazione di un effetto serra solare per il riscaldamento naturale nella stagione invernale con i grandi lucernari
  • creazione di un cantiere in forma di evento-partecipato per la città, minimizzare l’impatto logistico
  • possibilità di riutilizzo anche per parti (i singoli padiglioni “cannocchiale”) anziché solo per l’intera installazione
  • costruzione a secco senza utilizzo di calcestruzzo o acqua

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vista del padiglione da piazza castello

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vista del padiglione da piazza cairoli

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vista della piazza centrale

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planimetria copertura

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planimetria piano terra

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assonometrie generali del padiglione


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