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Restauro di un palazzo - Marzio Piaser (Vesentini Associati)

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Restauro di un palazzetto storico L’edificio è restaurato sia nell’impianto tipologico, attraverso la conservazione di tutti gli elementi spaziali (androne, salone ecc.), oltre al recupero di tutte le strutture compositive e strutturali (murature e solai). Le due facciate organizzate in una rigida simmetria sono confermate attraverso il ridimensionamento dei fori aperti o ampliati in epoche successive o la ricomposizione dove i fori esistenti sono stati occultati da volumi edilizi ora rimossi. In tale atteggiamento di tutela dell’impianto storico e dell’intera facciata storica su Via Garibaldi, composta di altri edifici contigui con analoghe caratteristiche (vedi Palazzo Muletti di Porcia e Brugnera), diventa fondamentale il “recupero” del foro “passante” dell’attuale androne storico. Sarà ripristinato nella sua dimensione originale e leggibile con l’installazione di un portone in legno con disegno a tavole poste in diagonale comune ad altre forme storiche presenti in ambito locale e territoriale. Il restauro conservativo. Cantiere L’ipotesi progettuale parte dalla volontà di salvaguardare l’immagine architettonica dell’edificio storico, attraverso un recupero puntuale di tutti gli elementi che né caratterizzano l’appartenenza tipologica. Proprio per non introdurre elementi di turbativa alla spazialità delle stanze che compongono l’edificio si prevedono solo opere di consolidamento e restauro conservativo degli elementi strutturali ed architettonici esistenti come le murature, gli elementi di decoro, le cornici e le modanature così come tutte le opere in legno. Le nuove e poche pareti per organizzare gli ambienti abitativi di servizio (bagni e lavanderia) sono realizzati in cartongesso e al loro interno sono concentrati e contenute le canalizzazioni degli impianti tecnologici, lasciando la maggior parte delle pareti storiche libere e visibili. Il restauro delle murature originali Sia all’esterno, nella facciata in fregio alla Via Garibaldi e in quelle interne si provvede a consolidare gli intonaci originali alle pareti ove presenti, sostituendo quelli danneggiati con tecniche compatibili e ripristinando le colorazioni originali dove riconoscibili (in particolare all’esterno). Nell’ambiente, oggi in uso alla cucina, posto in fregio alla via principale, si è ritrovato al di sotto di un leggero strato di intonaco, un interessante fregio affrescato, che dai sondaggi eseguiti, seguiva il perimetro di tutte le murature del piano. Si è scelto di recuperare solo quello leggibile e ricomponibile nell’ambiente cucina, le altre tracce erano di modesta entità non più leggibili e quindi non riconducibili ad un disegno unitario. Il restauro innovativo Il progetto ha sempre avuto verifiche e risconto con i “ritrovamenti” o limiti imposti dal cantiere, diverse scelte estetiche e formali hanno trovato soluzione in itinere, ora con atteggiamento conservativo, come descritto in precedenza, molte con un linguaggio innovativo e moderno. I due varchi ad arco ribassato, sul fronte principale e quello a nord sulla facciata interna, vengono ripristinati, riportandoli alla loro forma e dimensione originale e installato un portone in legno, comune a tutti gli edifici storici contigui, e sul retro una cancellata in acciaio e vetro per lasciare la “lettura” dell’elemento architettonico, androne passante. La scala originale era per il primo livello in muratura e dal piano primo al sottotetto in legno al quanto pericolante. La prima rampa è stata rifatta in calcestruzzo, agganciata alle murature perimetrali per consolidarle dal momento che si elevano per sei metri fino al secondo solaio ligneo, eseguita con la stessa sagoma a piè d’oca e con rivestimento in lastre di Pietra d’Istria bocciardata e spazzolata. Lo stesso materiale lapideo è utilizzato per la finitura del piano terra, pietra proveniente dalla vicina Istria e storicamente utilizzata in tutte le costruzioni e decorazioni della Repubblica Veneta. La seconda rampa di nuova concezione e forma viene dissociata dalle murature esistenti, semplicemente appoggiata su punti al solaio e al muro di fondo, realizzata in carpenteria metallica tramite il taglio al laser, su disegno, di lastre d’acciaio dello spessore di 12 mm assieme ai parapetti. La struttura e stata poi rivestita sul piano di calpestio e al di sotto, con tavole di legno di carpino con finitura trasparente all’acqua. L’immagine è quella di ricondurre lo spazio dell’abitare a pochi elementi di innovazione e forma contemporanea, contenuti e accostati ai materiali storici recuperati per un nuovo uso. I materiali e le tecniche utilizzate per le pavimentazioni dell’androne e del cortile privato, hanno come riferimento gli stessi spazi storici che nel passato venivano composti e disegnati con materie semplici come l’acciottolato che utilizzava, oggi come allora, i sassi raccolti sul Piave e lastre a spacco di Pietra di Cugnan. Il percorso pedonale pubblico è stato realizzato in opera incerta di porfido del trentino per continuità con le finiture dei marciapiedi e percorsi pubblici dei quali e naturale collegamento.

Androne_large

Facciata_via_garibaldi_large

Arco_recuperato_large

Muro_storico_large

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Bifora_recuperata_large

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