L’intenzione di questo progetto è stata quella di effettuare una ricucitura sistemica, tenendo ben fermo il concetto di Adeguatezza. Oggi, alla luce delle sperimentazioni già avviate, in Italia, come anche all’estero, il concetto di smart city si affianca ai concetti di sostenibilità ambientale ed impiego diffuso delle tecnologie dell’informazione, della comunicazione, della mobilità e dell’efficienza energetica al fine di migliorare la qualità della vita comune e ridurre gli sprechi negli ambiti più disparati. Le città, però, tra loro sono diverse, la loro forma, il loro aspetto è una straordinaria occasione per una forte caratterizzazione identitaria e può diventare il laboratorio dove sperimentare le tecnologie e le soluzioni più avanzate. Uno dei fenomeni più evidenti nella città contemporanea riguarda la progressiva perdita di centralità dei luoghi pubblici,il cui ruolo tradizionale di luogo destinato all’incontro e allo scambio, da parte della comunità insediata, appare ormai assolto da altre realtà, siano esse materiali, i cosiddetti grandi contenitori urbani (centri commerciali), o immateriali, come i social-network. Privato del significato originario, lo spazio aperto pubblico appare al contempo sollecitato da una serie di nuove istanze sociali e da una sempre maggiore richiesta di usi innovativi. Tali processi, piuttosto che decretare la caduta definitiva di questi vuoti urbani nella città contemporanea, ne determinano la sua trasformazione alla ricerca di un ruolo che, all’interno della compagine urbana, appare sempre più orientato a creare vere e proprie rappresentazioni. Attraverso l’arte, lo spettacolo, i grandi rituali collettivi e in generale tutte le regole del vivere contemporaneo non ancora codificate, questo vuoto tende a divenire luogo della contaminazione, incubatore del nuovo e soprattutto enzima capace di attivare ampi processi di rinnovamento urbano. La realizzazione della nuova Isola pedonale, che ha inizio da Piazza Grimaldi e termina nella piazza Santa Caterina, si inserisce nell’ampia e complessa questione del ripensamento sulla forma e l’uso degli spazi pubblici. Il tema riguarda in particolare l’ideazione di un vuoto urbano capace di contenere e rappresentare la complessa multiformità e multivocità funzionale della vita pubblica Catanzarese. Allo schema strutturale dell’attuale Corso Mazzini occorre tuttavia applicare un complesso e sapiente lavoro di modificazione, contaminazione, rielaborazione che ne restituisca una variante aggiornata, che lo ri-configuri come organismo urbano utile ed effettivamente appartenente alla contemporaneità, sia dal punto di vista della forma che da quello dell’uso e della sua capacità attrattiva. Nuovi percorsi si sviluppano alla ricerca di luoghi e funzioni da riqualificare. Nuove gerarchie riaffiorano mediante l’articolazione di strutture dalla morfologia e dalla materia differenti. Nuovi segnali designano spazi rigenerati. Luoghi di sosta e di cammino dialogano con il costruito storico mediante un unico piano uniforme. Il progetto, nel rispondere all’esigenza di ridefinizione dei caratteri urbani di un luogo centrale e di ricomposizione di valori simbolici e funzionali adeguati alla dimensione e alla storia della città di Catanzaro di questo vuoto fortemente caratterizzante, introduce delle Micro-Architetture, adagiandole nei vari slarghi sul tessuto di corso Mazzini. Queste ultime diverse per dimensioni e forma, portano in comune l’essenza materica che è quella dell’acciaio Cor-ten, scelto sia per caratteri stilistici idonei ad un centro storico come Catanzaro che manutentivi, infatti la principale peculiarità dell’acciaio Cor-ten (tipo A) è quella di autoproteggersi dalla corrosione elettrochimica, riducendo i costi di manutenzione a zero.
© Luigi Arrotta . Published on August 26, 2013.
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