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CONCORSO LAGO DI VARESE - Paolo Canesso, Anita Brotto, Davide Scapin, mirco brion, Anna Favaro, Giovanni Ballotto, Alessio Bacchin

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INTRO“Necessità di vivere alcune ore all’aria aperta e di rompere la monotonia che ci accompagna ogni giorno al lavoro”. Racchiusa in una frase ormai abituale, amplificata dai mezzi di comunicazione e sottolineata dall’idea di “stress”, si intravedere un’inequivocabile verità: nella società moderna il desiderio di “fuga” e di “inconsueto”, finisce per diventare a tutti gli effetti bisogno. È per questo motivo che città dalle realtà industriali ed economiche ancora molto attive, devono preservare e potenziare le occasioni per rallentare e per trovare un contatto con la natura. Crediamo, però, che in sinergia con il concetto di tutela di aree-percorsi-momenti dedicati al relax, debba svilupparsi, diventando “progetto”, il senso della conoscenza dei luoghi, degli ecosistemi e delle colture fino all’estrema riconoscibilità dei piani naturali e culturali. Il “Concorso di idee per progettazione di infrastrutture di servizio e nuove architetture per la valorizzazione del percorso ciclo pedonale del lago di Varese” sembra la giusta occasione per sviluppare queste tematiche, tracciare delle linee guida per l’analisi, definire un progetto “che nasce dai luoghi” e che dei luoghi vuole diventare indicazione, realizzare uno strumento adattabile alle esigenze delle singole comunità, ma riconoscibile nell’interezza del percorso. Preso atto che i lavori di completamento della pista ciclabile sono molto recenti, il progetto è stato sviluppato con la precisa volontà di potenziare il percorso esistente e di arricchirlo con spunti tematici e progetti puntuali in grado di adattarsi al contesto spiegandolo. La proposta progettuale, filo conduttore alla rilettura del lago attraverso i percorsi, vuole essere soprattutto una proposta metodologica da utilizzare come modello che permetta, pur nella specificità di ogni singola realtà comunale, una riconoscibilità dell’intervento a livello territoriale. Alla base di questa METODOLOGIA si è posta un’attenta analisi dei luoghi, intesi come sovrapposizione di natura e cultura, per individuare emergenze naturali e monumentali, attività e preesistenze da mantenere e tutelare, bisogni e potenzialità.

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L’approccio analitico, accompagnato dalla spinta propositiva, ha portato ad una MAPPATURA del territorio in quattro macro-aree tematiche, bosco – palude – acqua – uomo, e alla DEFINIZIONE PUNTUALE di elementi d’interesse. ll PROGETTO, quindi, è diventato il contenitore di informazioni e di spunti dati dal territorio stesso, e si può condensare in : - REALIZZAZIONE DI UNA PERCORSO PEDONALE (ACCOSTATO DOVE POSSIBILE ALLA PISTA ESISTENTE) CARATTERIZZATO DA UN DISEGNO DI PAVIMENTAZIONE CHE IDENTIFICA LE MACRO-AREE TEMATICHE E CHE DIVENTA SEGNALETICA ORIZZONTALE DEDICATA AL TERRITORIO; - INDIVIDUAZIONE DI NUOVI PERCORSI ALTERNATIVI ALLA PISTA CICLABILE, IPPOVIE, SENTIERI, VIE D’ACQUA, CHE CONDUCANO AD AREE CARATTERISTICHE PER GEOMORFOLOGIA O PER ATTIVITA’; - REALIZZAZIONE DI AREE DEDICATE ALLA SOSTA E AL CAMBIO DI MEZZI DI SPOSTAMENTO IN MODO DA PERMETTERE VISITE DIFFERENZIATE DEL LAGO E DEL SUO TERRITORIO; - REALIZZAZIONE DI PROGETTI PUNTUALI (“GRAFFE”) DA POSIZIONARE IN PUNTI STRATEGICI PER VALENZE PAESAGGISTICHE O IN ZONE IN CUI E’ NECESSARIO RILANCIARE ATTIVITA’ TURISTICHE E RICREATIVE. LA PECULIARITA’ (MA ANCHE LA FORZA) DI QUESTO PROGETTO PUNTUALE SARA’ IL SUO ESSERE MODULARE E COMPONIBILE. - PROGETTAZIONE DI UNA SEGNALETICA DEDICATA, INTUITIVA ED ESCLUSIVA (1- tipo orizzontale: una pavimentazione che, attraverso 4 diverse texture, vuole raccontare le situazioni del territorio che si attraversano; 2- tipo verticale: totem informativi che, attraverso simboli riconoscibili, descrivono le varie attività sparse lungo il percorso.)

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PROGETTO Da tali premesse si può intuire come il progetto, sia a scala urbana che territoriale, parta dagli stessi elementi di base e su questi si componga secondo le esigenze singole, rispondendo così alle naturali potenzialità-difficoltà-esigenze delle comunità. Per rendere più semplice la lettura della proposta d’intervento riassumiamo il contenuto delle tavole di progetto:

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TAV. 1: IL MANIFESTO La prima tavola si pone l’obiettivo di diventare manifesto utile all’utenza della pista ciclabile del lago di Varese, grazie alla grafica semplice e alla ricchezza di dati esposti. Oltre ad informazioni di carattere generale, la tavola vuole essere sintesi dei ragionamenti posti alla base del progetto, mostrandone tutti gli elementi utili alla spiegazione: tematizzazione della pista rispetto alle macro-zone territoriali, indicazione delle proposte d’intervento puntuali e dei percorsi alternativi individuati all’interno di situazioni ambientali particolari.

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TAV. 2: IL METODO Proseguendo nella lettura del progetto si passa all’esposizione specifica del metodo di analisi del territorio, applicabile e facilmente esportabile ad altre situazioni. A seguito di questi ragionamenti, vengono quindi sviluppati alcuni interventi a titolo esemplificativo, dimostrando come l’uso del metodo modulare possa adattarsi alle varie esigenze e, anzi, supportare in modo valido e non limitante progetti ad una scala prettamente urbanistica. Del comune di Biandronno colpisce la bellezza del lungolago e il percorso a diretto contatto con l’acqua. Vista la conformazione dei luoghi, quindi, abbiamo voluto enfatizzare funzioni che favorissero pausa, relax ed intrattenimento, suggerendo perciò la realizzazione di un punto ristoro sull’acqua che possa essere fruito anche al piano superiore come solarium. A contorno del pontile-ristoro, sempre con logica modulare, sono state ricavate delle vasche verdi e con sabbia a servizio di piscine all’aperto, con l’intento di poter usufruire del lago anche dal punto di vista balneare, favorendo un maggiore controllo dei bagnanti. Inoltre è stato pensato un cinema galleggiante: una serie di “chiatte” costituisce una superficie in cui gli spettatori possano sedersi e guardare il grande schermo. La struttura del cinema può essere immaginata come un elemento “itinerante” collocabile in qualunque punto del lago. Procedendo poi verso Cazzago Brabbia e Bodio Lomnago, i moduli base sono diventati spunto per una “programmazione” urbanistica che condensasse pontili in grado di realizzare collegamenti trasversali verso il lago, residenze (monolocali) con fini turistici dedicati ai fruitori della pista ciclabile e, infine, strutture ricettive a sostegno dell’area archeologica.

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TAV. 3: I MODULI Vengono qui descritte nello specifico le componenti base accostabili e combinabili tra loro per realizzare le strutture-contenitori atte a rispondere alle esigenze specifiche dei luoghi in cui sono collocate ma soprattutto preziose per definire un’osmosi tra terra e acqua. Le nuove architetture, infatti, hanno il compito di integrare il percorso, ma soprattutto di relazionarlo con l’acqua ove esso si trova a distanze eccessive dal lago. Questi nuovi elementi sono stati pensati per essere costruiti seguendo una precisa regola dimensionale (modulo 5×5 m ripetuto). Questa standardizzazione non vuole forzatamente uniformare il percorso, ma semplicemente creare un contatto visivo tra tutti i servizi collocati lungo il perimetro del lago. Allo stesso tempo le dimensioni non vincolano forma o funzione, ma al contrario permettono a ciascun comune di costruire secondo le proprie necessità utilizzando i metodi esposti schematicamente.

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Le soluzioni proposte non sono pertanto “obbligate” ma rappresentano un esempio di cosa è stato pensato e un possibile metodo da seguire per rendere il lago di Varese una meta turistica di livello nazionale. Il tutto senza vincolare le ulteriori necessità presenti e future della giunta singola o del comprensorio. Tra le soluzioni ipotizzate sono state approfondite alcune tipologie (somma dei singoli moduli) come il bar, il pontile, lo spazio residenziale per i turisti, il birdwatching e i servizi igienici/punti di sosta che accompagnano il flusso di pedoni o ciclisti. Le dimensioni non sono pertanto “fisse” ma in base alle necessità possono essere aumentate o diminuite, sfruttando il concetto di modulo, senza così incontrare difficoltà di tipo tecnologico o strutturale. Le architetture che si potranno realizzare componendo i singoli moduli avranno pertanto la duplice funzione di unire tutto il territorio attorno al lago e di prolungare la pista verso punti d’interesse e di opportunità offerte dalla natura e che altrimenti verrebbero dimenticati per via della loro posizione periferica rispetto al tracciato stesso della pista. Tali elementi si presenteranno, quindi, come una soletta singola (nel caso dei pontili) o di una doppia soletta (bar, residenze), con partizione verticale in vetro protetta da un sistema di frangisole in legno o in laminato.

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Nello specifico: - Solaio inferiore – struttura in x-lam sostenuta da sistema di palificate in acciaio, rivestita frontalmente con tavole in larice naturale e superiormente con pavimento in legno di larice naturale montato su listelli. - Parete – struttura in x-lam, rivestita sul lato del percorso con tavole in larice, finitura esterna in HPL bianco, montate su listelli verticali per la formazione dello strato di ventilazione e per il passaggio degli scarichi delle acque meteoriche. - Sistema frangisole – sistema di protezione frangisole realizzato con listelli sagomati orizzontali in larice naturale, sostenuti da profili in acciaio. - Solaio superiore – struttura in x-lam con finitura inferiore a vista, rivestita frontalmente con tavole in larice naturale e superiormente con strato di pendenza realizzato con tavole in legno montate su listelli; finitura superiore con lastre di alluminio o zinco-titanio aggraffate. - Struttura interna cabina alloggio – struttura di formazione della cabina realizzata con doppio sistema di morali incrociati in legno per la formazione delle tracce impiantistiche, strato isolante a “cappotto interno” in fibrolegno su morali e pavimentazione in legno di larice naturale; finitura esterna in HPL bianco. - Parete vetrata – serramento esterno scorrevole a tutta parete, con profilo in legno di larice naturale e vetrocamera basso emissivo, schermato all’interno con tendaggio a scorrere su guida a scomparsa. Nell’ottica della lettura unitaria dell’intervento, sono state inoltre prese in considerazione alcune sezioni stradali tipiche per collocazione o problematiche e, su di queste, è stato pensato un progetto di miglioramento sia dal punto di vista della sicurezza e della fruibilità, che da quello dell’arredo urbano.

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PISTA PEDONALE E PAVIMENTAZIONE Prendendo come base la nostra analisi eseguita sull’esistente, abbiamo potuto riconoscere alcune problematiche relative alle sezioni del piano stradale e al rapporto che esiste tra le varie tipologie di percorso (ciclabile, pedonale, veicolare). Indispensabile, quindi, dover fornire alcune possibili soluzioni, soprattutto nei tratti in cui diventa promiscuo il passaggio dei 3 flussi di traffico. Oltre all’utilizzo della “graffa”, la soluzione più idonea ad ottenere percorsi alternativi alla normale pista utilizzata dai ciclisti, lontani dai passaggi carrabili, è sembrata quella di realizzare una pista dedicata ai pedoni, distinta dalla ciclabile per la diversa pavimentazione. Questa soluzione vuole far diventare Varese ed il suo percorso attorno al lago un esempio funzionale ed efficace per poter far coesistere 3 diversi tipi di traffico. In tal modo il “metodo” potrà essere esportato e riutilizzato in realtà simili, con la pretesa di riuscire a risolvere il problema legato alla diversa velocità seguita da uomo a piedi, ciclista e automobile. La volontà di voler interpretare in maniera uniforme l’intero percorso, ci ha spinto a cercare una pavimentazione che nei vari tratti potesse avere una funzione di coordinamento sia visivo che “tattile” per tutta la superficie stradale. Tale espediente ci ha permesso di ricavare delle texture dagli elementi significativi che circondano la pista: partendo dal naturale (alberi, foglie, acqua) sino ad arrivare all’opera umana. Ancor di più questa operazione ci permette di trovare un collegamento tra quanto l’uomo costruisce “artificialmente” e la natura che lo circonda, interventi che, se dialogano costruttivamente con l’esistente, migliorano la vita nostra e di chi ci circonda.

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ILLUMINAZIONE ED ELEMENTI ACCESSORI Altro elemento che accompagna il visitatore è l’illuminazione. Anche in questo caso essa non invade l’ambiente, ma in base alle necessità e alle situazioni opera secondo diverse direzioni. Per esempio, nell’ambiente naturale da tutelare, questa opera tangenzialmente al percorso mentre nell’ambito costruito diventa parte integrante della pavimentazione-seduta-arredo.

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