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Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA) - Elio Caprì

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Il Castello di Vicari (in Provincia di Palermo), si presenta come elemento forte e caratterizzante sia del paesaggio urbano sia del paesaggio territoriale circostante.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA)

Dall’alto della rocca domina il centro abitato ed un “elemento” immediatamente percepibile percorrendo la sottostante superstrada Palermo – Agrigento. Il Castello di Vicari è uno dei più estesi Castelli della Regione Siciliana. Esso occupa una superficie di circa 12.000 mq. Le origini del centro urbano di Vicari risalgono ad epoche molto remote.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA)

Il borgo è di fondazione medievale dell’VIII / IX sec., anche se alcuni storici fanno risalire la sua origine ad epoca protostorica, tra il XIX e l’VIII secolo a.c., da popoli esterni provenienti dall’Egeo e dalla penisola italiana. Il primo nucleo di fondazione, ai piedi del Castello, ha un impianto urbanistico di tipo medievale. La tipologia urbana è a comparti irregolari con aggregazione intorno a corti interne con cordonate e scalinate che collegano, anche con notevoli dislivelli, le parti del nucleo più antico.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA)

I presupposti culturali e metodologici-progettuali su cui si è impostato il progetto di restauro e consolidamento del Castello di Vicari hanno avuto come riferimento tutto il dibattito, le conoscenze, le certezze e le incertezze, che dalla elaborazione della prima Carta del Restauro dal 1931 e più recentemente dalla Carta del Restauro del 1972 fino ad oggi, hanno sviluppato ed elaborato la teoria e prassi del restauro e dei monumenti e dei centri storici, e dei rapporti e delle interelazioni cristallizzate nel corso dei secoli tra il “monumento” e l’ambiente circostante.

Elio Caprì— Progettazione e Direzione dei Lavori Opere di Restauro del Castello di Vicari (PA)

Un intervento di consolidamento, restauro ed uso di un monumento o di un “complesso architettonico monumentale” come nel caso del Castello di Vicari, pone una problematica complessa ed articolata; ogni monumento ha una sua storia particolare sia nel senso letterale del termine, sia nel senso della storia del suo degrado e dei suoi crolli e alterazioni successive all’impianto originario. Anche per tutto ciò, ogni monumento, dopo attento studio e analisi, richiede un intervento specifico e mirato che non parta da presupposti generali ed assoluti da applicare comunque ed in ogni caso, ma piuttosto da soluzioni ed interventi suggeriti dallo stesso monumento singolo. Un altro tema di rilevanza non indifferente, è il tema del riuso del monumento restaurato; anche tale principio va esaminato e verificato caso per caso. Ma è evidente, che il restauro di un monumento non debba essere finalizzato solo ad un recupero morfologico o ad una esercitazione di metodologie di restauro.

Bisogna tendere ad un riuso del manufatto cercando e scoprendo una fruizione del manufatto che lo “faccia rivivere” sia per ricollegarlo al centro urbano e ai suoi abitanti, sia per evitare, che trascorsi alcuni anni, si possano ripresentare gli stessi fenomeni di abbandono e di degrado. Al monumento in oggetto ci si è accostati con tre diversi livelli di analisi: 1) conoscenza analitica del manufatto allo stato attuale; 2) conoscenza dello stato di degrado strutturale; 3) conoscenza del monumento con ricerca bibliografica e iconografica. I livelli di intervento identificati sono stati: 1) intervento immediato di conservazione del manufatto attraverso il consolidamento ed il restauro di alcune parti del manufatto; 2) riallacciamento dei rapporti funzionali, estetici, storici del monumento col centro storico urbano; 3) inserimento di funzioni polivalenti per l’uso continuo e costante del monumento; 4) creazione di un ambiente museo all’interno di una delle torri del Castello; 5) fruizione del monumento in un contesto di itinerari culturali storici alternativi. Si è arrivati ad identificare due diversi momenti temporali per giungere alle finalità di cui sopra: - una prima fase (quella realizzata) di intervento tesa al consolidamento ed al restauro delle parti in elevato della cinta muraria e delle tre torri del fronte nord e delle zone cisterne del fronte ovest e una immediata fruizione del monumento; - una seconda fase in cui sarà possibile, dopo ulteriori campagne di scavi archeologici e le ulteriori verifiche, studi e ricerche, procedere ad un eventuale opera di completamento delle opere di restauro e nella quale avendo identificato anche la migliore “destinazione funzionale”, si predisporranno le necessarie opere di fruizione e di riuso.


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