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Premio di Architettura Fondazione Catel 2011 - Michela Pucciariello, Massimiliano Grandoni, Elena Pittalis

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PIXEL& LOVE

Michela Pucciariello, Massimiliano Grandoni, Elena Pittalis — Premio di Architettura Fondazione Catel 2011

“Quanto tempo è passato, com’è tutto lontano, diverso. Mi dispiace di chiude’ l’occhi a una città che non è più la mia. Perchè Roma mia era n’altra. La gente era più bbona, rispettosa. Ci conoscevamo tutti. [...] Erano tutti amici nostri, tutti parenti [...] che belle feste che davamo, in villa, al palazzo” (Roma, Fellini 1972)

Michela Pucciariello, Massimiliano Grandoni, Elena Pittalis — Premio di Architettura Fondazione Catel 2011

L’intento progettuale mira ad una valorizzazione del contesto urbano in accordo con la socialità che in esso si può creare, sviluppare e proporre. Tale socialità ha come punto di partenza le funzioni e i servizi che il quartiere Esquilino offre e che in maniera più o meno sensibile si rivolgono ai cittadini, all’utenza attiva. E’ da questo legame tra ciò che sta dentro e l’intorno urbano che la piazza, la strada, il collegamento primario e secondario, il percorso pedonale o ciclabile … nasce e si srotola come un tappeto nelle nostre case che accoglie chi arriva offrendo occasioni di incontro, soste, spazi giocosi e variegati … definibili anche “imprevisti di percorso” che garantiscono lo scambio e le dinamiche sociali. Si propone dunque una “libera azione” del cittadino nel contesto di quartiere, partecipe della “vita di strada” quasi come lo svolgersi quotidiano di una festa di rione in cui Roma si manifesta nella sua anima più popolare, più intima.

Michela Pucciariello, Massimiliano Grandoni, Elena Pittalis — Premio di Architettura Fondazione Catel 2011

L’intento è un’iniziativa di progetto che tenga conto della frammentazione delle cornici urbane e sociali e vada a ricucire con un unico filo conduttore individuabile in una sorta di parco lineare, un sistema urbano inteso come inscindibile da quello vivente che di comune accordo vanno a creare “la scena della città”, “il salotto di quartiere ben arredato”. Affinché lo streetscape diventi un’agente di rigenerazione urbana non deve più rappresentare lo sfondo passivo della città e del quartiere, bensì essere una forza non solo presente, ma anche attiva e trainante. Il presupposto che stimola la creazione di questa sintonia tra urbano e sociale è inoltre la complessità del quartiere Esquilino, sfaccettato e non unitario, ricco di interessi e relazioni variegate, definibile anche come distretto inter-etnico in cui si muovono flussi di cittadini italiani e stranieri .

Michela Pucciariello, Massimiliano Grandoni, Elena Pittalis — Premio di Architettura Fondazione Catel 2011

I percorsi vengono pensati in maniera che la loro fruibilità risulti più snella e vivibile, attraverso l’abbattimento di barriere fisiche tradizionali tra le tipologie di percorso e la creazione di una texture di verde urbano che penetra visivamente con il suo disegno di pixel nell’intorno carrabile, ciclabile o pedonale. All’idea di pixel di derivazione contemporanea si accosta l’uso tradizione del san pietrino che talvolta e casualmente si tramuta in area verde che va a creare la geometria sinuosa del disegno. Questa si apre inoltre alla creazione puntuale di spazi intermedi ai principali servizi : delle occasioni di sosta che spaziano dall’orto urbano alla fermata del piedi bus per i più piccoli che vogliono dirigersi verso i banchi di scuola passeggiando tra le strade del loro quartiere. Tali soste o “piazze lineari” che si rivolgono ad un ampio ventaglio di utenza e che ne incentivano lo scambio e le relazioni, sono da intendersi come esperienze sensoriali create da un passaggio attraverso condizioni ed “episodi” esterni che cambiano di continuo. La rete stradale diventa la trama sociale dell’Esquilino, valorizzato e riqualificato con nuovi spazi , elementi di riconoscimento di arredo urbano e una variabile di percorsi carrabili di dimensioni pari a 3 m per carreggiata in modo da garantire la velocità limitata e incentivare lo sviluppo dell’intorno. Questo potrà avvenire anche tramite una proposta di dislocazione degli attuali parcheggi che solo in parte si andranno a collocare nel tessuto misto proposto.

Michela Pucciariello, Massimiliano Grandoni, Elena Pittalis — Premio di Architettura Fondazione Catel 2011

L’intento è quello di andare oltre la gerarchizzazione degli spazi pubblici, offrendo la possibilità di fruire dello spazio e delle varie funzioni proposte in ogni strada di quartiere . Il parco diffuso si appropria dell’ esistente per garantirne la riqualificazione, come nel caso della linearità dell’Acquedotto Neroniano che ritrova il suo valore inserito nella nebulosa di pixel che lo avvolgono rendendolo nuova centralità urbana. Piazza Vittorio, quale baricentro del quartiere Esquilino e rappresentanza urbana, si conferma quale luogo di sosta, di passeggio e attraversamento, ospitale e multiforme, che accoglie e comprende molteplici attività, così come la nuova centralità proposta dall’area di progetto. Gli spazi verdi e pedonali delle due Basiliche, mete del flusso turistico e cittadino, disegnano scenograficamente il confine di pregio del rione.

Michela Pucciariello, Massimiliano Grandoni, Elena Pittalis — Premio di Architettura Fondazione Catel 2011

L’analisi si concentra sugli spazi di relazione offerti dall’area di interesse (che si collocano sulla linea della socialità) e sugli elementi di rilevanza urbana quali il verde pubblico, i percorsi segnati dai trasporti urbani e le aree monumentali , in quanto catalizzatori dei flussi di visitatori e cittadini protagonisti sulla scena.

Michela Pucciariello, Massimiliano Grandoni, Elena Pittalis — Premio di Architettura Fondazione Catel 2011


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