1.Appunti su cose e città. Il centro storico della città di Modica è fortemente secolarizzato ed eterogeneo; appaiono evidenti ovunque sovrapposizioni, addizioni, ma anche apparenti contraddizioni che coesistendo lo rendono unico. Alcuni esempi: - il palazzo dell’ex Caserma dei Carabinieri, il cui prospetto ha linee neoclassiche, è accostato da una parte alla Chiesa di S. Maria dell’Annunziata, di forme barocche ma che presenta elementi medievali superstiti al terremoto del 1693, e dall’altra ad un edificio in stile liberty; - lungo il Corso Umberto si susseguono edifici diversi per scala, tipologia, destinazione d’uso ed epoca di costruzione. Basti pensare alla successione Teatro Garibaldi, Palazzo degli Studi (ex Convento dei Padri Gesuiti), Palazzo delle Scuole, Chiesa di S.Pietro e Palazzo della Cultura (sede del Museo Civico F.L. Belgiorno); - sempre lungo il Corso Umberto si susseguono una quantità di immobili, che benché condividendo la stessa destinazione d’uso, residenziale, sono assolutamente eterogenei per dimensioni, stili, età (Palazzo Rubino Trombadore, Palazzo Polara e più avanti Palazzo Grimaldi, Palazzo Cannizzaro, Palazzo Ascenzo, Palazzo Salemi); - il Corso Umberto “accoglie” inoltre la questione della doppia scala. Edifici residenziali multipiani (in linea) o si sono sostituiti ad una edilizia storica minuta o in alternativa l’hanno completata affiancandola o si sono attestati sul retro lasciando inalterati i fronti stradali, realizzando di fatto la questione della “doppia densità”nel centro storico; - la maggior parte di questi edifici “storici” ha una tipologia molto chiara, basata su un impianto a corte interna sulla quale si affacciano gli ambienti più rappresentativi ed importanti dell’immobile; - l’andamento irregolare della sede stradale del Corso Umberto, che si adatta alla particolare geografia della città, genera in relazione agli edifici che vi prospettano, una successione di spazi di grande valore. Penso ad esempio al tratto antistante la Chiesa di Santa Maria di Betlem o all’intorno urbano definito da Palazzo Salemi, dalla Chiesa di S. Domenico ed dal Palazzo di Città; - la presenza di interventi recenti, quali la realizzazione della Fontana di Piazza Corrado Rizzone, apparentemente discontinui rispetto all’ambiente urbano nel quale sono collocati. 2.Il ridisegno della città. Ho provato a descrive questa porzione di città attraverso un ridisegno selettivo, un’operazione di selezione critica degli elementi caratterizzanti che metta in evidenza i rapporti e le relazioni intercorrenti tra le parti. Lungi da me l’intenzione di realizzare un’analisi stilistica e tipo/morfologico del centro storico di Modica e degli elementi che lo costituiscono, l’edificio delle Poste si inserisce, a mio parere, non come un elemento di discontinuità o di eterogeneità insostenibile da cancellare, ma come un’ulteriore parte che lo caratterizza fortemente. Studiando l’edificio nel suo stato attuale è possibile fare alcune semplici considerazioni: - l’edificio ha una scala, una dimensione, simile a quella di molti edifici “storici” che si affacciano sul Corso Umberto: non è un fuori scala; - la linea di gronda della facciata dell’edificio è allineata con il primo ordine della parasta del Palazzo S. Domenico, mentre il filo degli architravi delle finestre alte del piano terra è allineato con la quota della balconata dello stesso Palazzo S. Domenico: è un edificio proporzionato; - il prospetto sul Corso Umberto, allineato sul fronte stradale, presenta una partitura chiara, simmetrica, le aperture sono cadenzate: la facciata segue delle regole precise; - l’edificio si organizza (potenzialmente) attorno ad una corte, attualmente poco più di un cavedio di servizio; - la struttura dell’edificio, mista in cemento armato e muratura, si presta per sua natura, ad essere trasformata: l’edificio è strutturalmente malleabile; - le dimensioni, la disposizione dei locali è tale da poter essere modificata e modellata: l’edificio è spazialmente duttile; - l’edificio c’è, basta coglierne le qualità, esplorandone il potenziale.
© Francesco Nicita_UpA . Published on November 29, 2013.
3.La costruzione del programma funzionale. A partire da queste considerazioni ho ipotizzato un possibile programma funzionale per l’edificio. Vista la libertà nell’affrontare il tema proposto, le linee guida per la costruzione di tale programma sono venute da altri ambiti, ad esempio: - l’incremento turistico registrato a Modica e nell’intero Distretto del sud/est della Sicilia negli ultimi anni dopo l’inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco; - la notevole notorietà raggiunta da Modica dopo eventi cinematografici (i luoghi di Montalbano) e culturali (Eurochocolate); - la presenza a Modica di una scuola artistica ormai internazionalmente riconosciuta (Guccione, Sarnari, ecc); - la localizzazione dell’edificio nel “centro” della città. Ho pensato ad una struttura duttile, leggera, poco dispendiosa da gestire e che possa assolvere contemporaneamente funzioni diverse, in parte “stabili” ed in parte temporanee ed intercambiabili; funzioni “stabili”: - sportello di informazioni turistiche; - sportello di promozione delle attività culturali Comunali; - biblioteca con sala lettura (testi di storia, arte e cultura dei luoghi); - auditorium, sala conferenze; - bar, caffetteria; - uffici; - servizi igienici. funzioni temporanee: - mostre ed esposizioni; - incontri, presentazioni, conferenze; - funzioni di rappresentanza per L’Amministrazione Comunale.
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4.Principi di funzionamento dell’edificio. I principi di funzionamento dell’edificio sono espressi dai seguenti schemi funzionali
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5.Descrizione dell’edificio – distribuzione degli spazi. Dall’ingresso, protetto dalla pensilina, si accede, sulla destra, alla zona di informazione turistica e di promozione attività culturali del Comune e sulla sinistra al bar-caffetteria. Accanto la caffetteria in prossimità con il vicolo su Palazzo S. Domenico è posto il blocco scale dove è stato inserito un ascensore ed in adiacenza il locale tecnico ed i servizi igienici. Frontalmente all’ingresso è posto il foyer che si organizza attorno alla corte interna. Sulla corte si affacciano la biblioteca con la sala lettura, l’atrio della zona uffici ed il deposito. All’edificio si può accedere, oltre che dal Corso Umberto, anche dal vicolo (ingresso a raso) su Palazzo S. Domenico e dalla Via Arancitello; da quest’ultima è possibile anche un accesso carrabile per il carico e lo scarico delle merci. Il primo piano è caratterizzato da due sale ed una sala conferenze, oltre al blocco delle scale, l’ascensore, il locale deposito ed i servizi igienici. Alla più grande delle due sale, di forma allungata, si affianca una galleria con un fronte vetrato che prospetta il terrazzo interno che si affaccia anch’esso sulla corte. La galleria è coperta con una struttura leggera in calcestruzzo prefabbricato in pannelli, mentre il terrazzo e la sottostante corte sono coperti da una pensilina con struttura in acciaio e legno (dogato di massello di castagno) che lascia passare la luce e l’aria regolandone l’intensità. Le sale sono delimitate da pannelli con struttura in acciaio e cartongesso e sono illuminate zenitalmente mediante dei lucernari realizzati anch’essi con una struttura mista in metallo e pannelli in cartongesso. Al piano terreno la luce è esclusivamente artificiale e le sorgenti luminose sono alloggiate al di sopra dei lucernari, mentre al primo piano l’illuminazione è mista, naturale ed artificiale. La corte interna, piccolo giardino di pietra, che evoca la tradizione dell’”hortus conclusus”, è piantumata con 3 alberi tipo “punica granatum” il melograno), essenza tipica del paesaggio ibleo. Tutti gli arredi della biblioteca, della sala lettura, degli uffici, dell’area informazione, della caffetteria, i serramenti esterni e gli infissi interni (porte a bilico verticale) sono realizzati in legno di castagno. Per i pavimenti e per le scale si prevede, oltre ad un sistema di riscaldamento a piastre radianti, l’utilizzo di pietra calcarea dura locale in lastre di grandi dimensioni. Il prospetto su Corso Umberto è rivestito nella parte basamentale con lastre di pietra calcarea dura locale dello spessore di cm 5, posta a filo con la muratura, che verrà opportunamente coibentata. La facciata, nella parte più bassa, presenta una zoccolatura in pietra asfaltica dello stesso spessore trattata con olio paglierino.
© Francesco Nicita_UpA . Published on November 29, 2013.
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