L’adeguamento liturgico delle chiese è parte integrante della riforma liturgica voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II: perciò la sua attuazione è doverosa come segno di fedeltà al Concilio. L’adeguamento delle chiese non si può considerare un adempimento discrezionale né lo si può affrontare secondo modalità del tutto soggettive. La fedeltà al Concilio comporta adesione convinta agli obiettivi, ai criteri e alla disciplina che autorevolmente ne guidano l’attuazione su scala nazionale, in comunione con la Chiesa universale.
© Antonio Lattuchella . Published on March 01, 2013.
In particolare, la Costituzione Conciliare sulla sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium (1963) ha stabilito, tra l’altro, che “nella costruzione degli edifici sacri ci si preoccupi diligentemente della loro idoneità a consentire lo svolgimento delle azioni liturgiche e la partecipazione attiva del fedeli” . Successivamente, per dare attuazione concreta alla Costituzione Conciliare sono stati emanati diversi documenti4 che danno disposizioni specifiche per l’adeguamento delle chiese alla riforma liturgica. La Conferenza Episcopale Italiana, da parte sua, in riferimento a questo tema, ha emanato alcuni documenti. Le norme che abbiamo richiamato, e che la presente Nota pastorale intende organicamente riproporre, richiedono l’adeguamento del presbiterio (altare, ambone, sede), della navata (posti del fedeli, posto del coro e dell’organo) e di altri luoghi celebrativi (battistero, penitenzieria, luogo della custodia eucaristica). Si intende inoltre sottolineare la necessità che si passi in modo graduale dalle soluzioni provvisorie a quelle definitive e che, nell’adeguamento liturgico, si proceda con prudenza per evitare danni al patrimonio storico e artistico.
© Antonio Lattuchella . Published on March 01, 2013.
(L’ADEGUAMENTO DELLE CHIESE SECONDO LA RIFORMA LITURGICA, Nota Pastorale della Commissione episcopale per la liturgia C.E.I., 1996)