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Progetto di riqualificazione Mostra d'Oltremare - Napoli - Giuseppe Raimondo, Michele Della Vecchia

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INTRODUZIONE Obiettivo generale dell’intervento è il miglioramento della qualità degli spazi espositivi della Mostra d’Oltremare per rendere le future attività più competitive a livello nazionale e internazionale, anche grazie al potenziamento delle strutture ricettive e delle strutture per la realizzazione degli eventi, così da concorrere alla riorganizzazione ed espansione delle attività della Mostra d’Oltremare e del contesto urbano in cui si trova (Fuorigrotta e Bagnoli).

Giuseppe Raimondo, Michele Della Vecchia — Progetto di riqualificazione Mostra d'Oltremare - Napoli

Tavola di concorso

1. IL CONTESTO TERRITORIALE SU CUI INSISTE LA MOSTRA superficie kmq Popolazione densità abitativa (ab/kmq) v.a. % Bagnoli 7,9 25.020 2,8 3.143 Fuorigrotta 6,2 75.873 75,2 12.238 TOT 10°municipio 14,1 100.893 7.125 Napoli 117,2 1.013.943 8.646 Fonte: dati Sistema Informativo Anagrafico – Comune di Napoli 2008 Il contesto urbano su cui insiste la Mostra è caratterizzato da importanti funzioni, sia residenziali sia culturali, attorno alle quali sono sorti insediamenti ferroviari che con il passare del tempo sono diventati insediamenti abitativi. Nel corso degli anni il quartiere ha subito un’evoluzione rispetto agli insediamenti iniziali che erano di tipo popolare e che negli anni ‘80-‘90 hanno assunto una diversa connotazione (terziario avanzato, indirizzo alternativo rispetto al precedente industriale fondato, invece, sulla siderurgia). Appare pertanto indispensabile lavorare al miglioramento delle condizioni di fruizione degli spazi collettivi, recuperando, dove possibile, la naturalità preesistente. Potenzialità connesse alla Mostra sono quelle legate al settore di accoglienza e al settore della ricerca scientifica. Il quartiere ospita, infatti, nodi importanti di ricerca scientifica e di innovazione tecnologica (CNR).

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Quota + 32,00

2. LA COMPOSIZIONE DEMOGRAFICA DEI QUARTIERI COINVOLTI La popolazione dei quartieri Fuorigrotta e di Bagnoli si presenta con una grossa varietà sia sul piano sociale che economico. Si fa, in particolare, riferimento a due classi sociali prevalenti i lavoratori nel settore terziario, soprattutto alla fascia dei commercianti e nel settore del pubblico impiego. Seppure il termini di superfice le due aree non presentano differenze sostanziali, da un punto di vista demografico è Fuorigrotta ad avere la popolazione più numerosa (circa il 75% di quella complessiva del X Municipalità di Napoli che include Bagnoli e Fuorigrotta), con una densità abitativa di 12.238 abitanti per kmq (contro i 3.143 di Bagnoli). La popolazione residente ha mediamente un’età elevata (nel quartiere si registra il secondo Indice di Vecchiaia più elevato nei quartieri Napoletani).

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Quota + 35,50

3. IL SETTORE PRODUTTIVO PRINCIPALE Nella circoscrizione sono presenti numerosi servizi commerciali, caratterizzati da distribuzioni media ed al dettaglio. Il settore produttivo principale è dunque il commercio, che fa registrare il più alto numero di addetti. Il tessuto sociale ed economico che emerge risulta disgregato e non supportato da una solida cultura imprenditoriale. Prima del processo di urbanizzazione il quartiere si presentava come una zona di campagna, con piccole attività agricole. Quel poco di artigianato, nato dall’economia contadina, è oggi quasi del tutto inesistente.

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Quota + 39,50

4. IL SISTEMA FIERISTICO ITALIANO: ALCUNI DATI Al fine di comprendere le potenzialità che il sistema fieristico ha a livello nazionale e che possono senza dubbio condizionare anche l’andamento della Mostra di Oltremare, va evidenziato in questa sede che in Italia ci sono: • oltre 120 mila espositori diretti con circa 160.000 marchi rappresentati • 22 milioni di visitatori • manifestazioni, di cui il 20% di livello internazionale • un giro d’affari annuo pari a 10 miliardi di euro

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Masterplan

Non meno del 60% dell’indotto generato dalle attività fieristiche, è imputabile alle spese a carattere turistico delle diverse tipologie di soggetti attratti da un evento fieristico. Quattro sono le tipologie di manifestazioni fieristiche principali: • quelle in cui sia i visitatori sia gli espositori sono in prevalenza locali (fiere locali) • quelle in cui invece ad espositori locali corrispondono visitatori extra-locali (fiere basate sull’offerta) • quelle in cui ad espositori extra-locali corrispondono visitatori locali (fiere basate sulla domanda) • quelle che fungono da spazio di incontro tra espositori e visitatori extra-locali (fiere scambio). 5. LA MOSTRA D’OLTREMARE Di recente riqualificazione sono il Palazzo Esedra e il Ristorante della piscina, strutture ricettive che si trovano all’interno della Mostra d’Oltremare. Il primo è un albergo, realizzato negli anni Quaranta che ospita un albergo a 4 stelle con 106 stanze, il secondo un ristorante che ospitava in origine attività diverse tra loro: il Gran Caffè, due ristoranti, il Tetto Giardino e la piscina. Entrambe rappresentano un passo in avanti per la rivitalizzazione dell’intera area fieristica, iniziata con l’inaugurazione, lo scorso anno, del Centro congressi e la riapertura del Teatro dei Piccoli. I lavori di recupero e riconversione sono cominciati nel 2010 e completati quest’anno. Tra le principali destinazioni d’uso della Mostra d’Oltremare sviluppate in un’ottica di riposizionamento strategico della struttura ci sono: • Le due attività ricettive • le attività per lo svago e il tempo libero, distribuite fondamentalmente intorno a due poli il primo coincidente con l’area del parco faunistico e dei divertimenti, oggi zoo ed Edenlandia,; il secondo sostanzialmente riferite all’arena flegrea, all’area della fontana dell’esedra, alla piscina, al teatro mediterraneo, al padiglione Libia, alla gran parte degli immobili compresi tra l’arena e lo zoo, incluso il teatro dei piccoli e le ex serre botaniche. • le attività terziarie a servizio della Mostra d’Oltremare. La visione strategica di ripensamento dell’area è legittimata ulteriormente dalla considerazione che, nel contesto urbano che circonda la mostra d’Oltremare, non sono presenti numerosi servizi di accoglienza che possono essere di supporto sia per i visitatori degli eventi che la mostra accoglie, sia per i residenti. Alla mostra può essere attribuito un ruolo di attrattore e connettore per lo sviluppo essendo uno spazio unico da destinare ad eventi internazionali che può creare opportunità e positive ricadute sul territorio. La Mostra, per le sue origini e la sua collocazione potrà offrire a Napoli ed alla Campania l’opportunità di divenire la fucina internazionale della cultura e dello stile di vita mediterranei nonché di essere la location privilegiata per la realizzazione di eventi innovativi.

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Quota + 44,90

6_ QUALITA’ DELLA SOLUZIONE ARCHITETTONICA

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Sezioni

6.1 IL CONCEPT L’idea progettuale nasce da una serie di sopralluoghi fatti in loco volti a comprendere e leggere il paesaggio nel suo complesso per meglio poi inquadrare il lotto nel particolare. L’attenzione si è concentrata sull’architettura razionalista della Mostra d’Oltremare nello specifico, e nella conformazione Urbana del Quartiere di Fuorigrotta in generale.. Da una prima analisi sulle tipologie costruttive l’attenzione si è concentrata sul contesto Urbano in cui si inserisce la Mostra d’Oltremare, considerando anche le “emergenze” immediatamente prospicienti, per poi giungere alla conformazione del lotto destinato alla realizzazione dell’Albergo, sia dal punto di vista planimetrico che altimetrico. Le considerazioni sull’inserimento Urbano della MdO e quindi di tutte le criticità che oggi la stessa presenta rispetto alla sua collocazione di “attrattore” all’interno del Quartiere di Fuorigrotta, ha portato ad individuare alcuni punti quali propaggini della MdO nel Quartiere e viceversa, creando inevitabilmente delle “sinapsi” urbane. Per cui il Piazzale antistante la Stazione di Campi Flegrei con la Stazione stessa, l’area su cui insiste la Stazione della Cumana e parte del Piazzale Tecchio, hanno indirizzato le scelte progettuali verso un re-inserimento urbano, “abbattendo” quasi i confini tra interno ed esterno, tra dentro e fuori, puntando ad una continuità risolutiva. Tali aree, attraverso l’interramento di via Massimo, Via Diocleziano e la strada che circoscrive Piazzale Vincenzo Tecchio , diventeranno solo l’inizio di questa promenade architecturale immersa nel verde e che permetterà una ri-connessione dell’intero quartiere, facendo diventare la MdO parte integrante di esso. Approccio similare e consequenziale si è avuto per la soluzione planimetrica ed altimetrica dell’Albergo: un nastro che fa da “introduzione” al parco della Mdo. Da questa analisi generale fatta sono susseguite una serie di considerazioni che hanno poi portato al progetto:: a- Integrazione della MdO con i grossi nodi della mobilità; b- Connessione della MdO con il quartiere; c- Realizzazione di un unico parco Urbano completamente ecosostenibile (con possibilità di funzionamento/gestione modulare); d- Albergo come elemento “introduttivo” al Sistema Parco della MdO. Il masterplan proposto mette in evidenza la scelta, da parte dei progettisti, di suddividere il nuovo Parco della Mostra d’Oltremare in varie macro aree,attraverso un riassetto e una rifunzionalizzazione. I nuovi assi attrezzati in direzione nord-sud, ed est-ovest con il Parco delle essenze Mediterranee, permettono di collegare e di connettere i quartieri limitrofi alla Mostra e la Mostra stessa accorciando notevolmente le distanze rispetto alla attuale condizione viabilistica. Le macro aree saranno: 1 – Città dello sport. La “particellizzazione” delle strutture sportive riscontrate in fase di analisi su Viale Giochi del Mediterraneo ha fatto pensare ad un accorpamento. Ci sarà il nuovo Palargento in sostituzione della struttura provvisoria del Palabarbuto; la nuova piscina Scandone dislocata dall’attuale posizione, che sarà un centro polifunzionale e che diventerà la porta ovest del Parco Urbano. 2- Citta’ dell’arte e dell’architettura contemporanea. Il Padiglione Rodi, Padiglione Albania, la Chiesa ormai sconsacrata, il Teatro dei Piccoli, l’area delle ex Serre Botaniche e altri padiglioni limitrofi saranno adbiti a tali funzioni con l’intenzione di superare il gap internazionale della città . 3- Nuovo parco divertimenti e parco faunistico. L’area sarà attraversata dall’asse verde attrezzato e verrà concepita come un unicum architettonico. Il Parco faunistico attraverso il riutilizzo dei rifiuti vegetali e organici potrà produrre con il supporto del Centro Ricerche per le energie alternative, energia a costo. 4- Parco e centro ricerche delle energie alternative. Esperienze passate che andavano in questa direzione, vedi Friburgo, hanno dimostrato la necessità di avere all’interno di un “quartiere sostenibile” un polo di eccellenza per la ricerca e la sensibilizzazione dell’energia alternativa. 5- Parco della cultura e della cucina mediterranea. Questo parco unito al Parco delle essenze Mediterranee, si porrà come centro per la pubblicità e la conoscenza. 6- Campus Universitario. Il PUA, prevede la realizzazione di un centro congressi in quel sito della Mostra. Crediamo che vista l’abbondanza di questa tipologia di attrezzature nell’area, sarebbe auspicabile prevedere la realizzazione di strutture e servizi per studenti universitari del Politecnico vista la carenza e la necessità. Quest’intervento può essere realizzato attraverso i criteri della “progettazione partecipata” con gli studenti del politecnico. La progettazione specifica di ogni area sopra menzionata, avverrà tramite Concorsi di Progettazione Internazionale garantendo in questo modo il massimo profilo dei progettisti incaricati. . 6.2 IMMAGINE ARCHITETTONICA COMPLESSIVA L’obiettivo generale della proposta progettuale è la realizzazione di un Albergo immediatamente riconoscibile nelle sue varie tipologie, ma nello stesso tempo che sia “sentito” come un’unica aggregazione, dove le diverse funzioni si inseriscano in una sola immagine architettonica complessiva. La riconoscibilità del manufatto è stata data dalla scelta progettuale di intervenire con tipologie architettoniche e funzionali tipiche dell’architettura del paesaggio. L’unicità invece è stata raggiunta dalla scelta di realizzare una copertura che facesse da “nastro”. Punto di partenza nella disposizione funzionale dell’Albergo è la volontà di rendere relativamente autonome le varie attività che in esso si aggregano, permettendo cioè che ognuna di esse possa funzionare autonomamente senza scontrarsi l’una con l’altra. Nello specifico l’edificio nel suo complesso può essere considerato su due ambiti: uno propriamente destinato alla funzione di albergo con le camere (n. 38) disposte su due livelli che si affacciano tutte sul lato sud; ed uno destinato a funzioni utilizzabili in sinergia, come i ristoranti, i wine bar, la tea-room, la cigar room, il centro benessere con piscina e palestra (completamente interrati), la Sala Congressi (interrata parzialmente e con capienza da 500 posti a sedere) disposti anch’essi su due livelli. La disposizione degli spazi interni sia planimetricamente che altimetricamente, ha permesso di garantire l’utilizzo contemporaneo dei vari spazi desinati a diverse funzioni garantendo massima indipendenza e discrezione. Questo ha portato ad individuare punti di accesso posti su quote e distanze diverse l’uno dall’altro, con conseguente definizione di spazi aperti antistanti. Per cui l’ingresso utenti da via Terracina si trova a quota +40,70 (permettendo in contemporanea anche l’accesso al Parco dell’Albergo posto in copertura dello stesso) e, poco distante, l’accesso per i dipendenti della struttura Alberghiera e, al lato opposto attraverso lo scalone monumentale, per i fruitori del Grande Parco della Mdo; lo spazio antistante di ingresso alla Sala Conferenze è posto alla quota +32,00 disposto sul lato sud e direttamente fruibile anche dagli spazi esterni della Mostra. Questa conformazione planimetrica ed altimetrica ha fatto sì che si andassero a creare relazioni diverse tra l’edificio e gli spazi aperti, instaurando un dialogo interno/esterno.

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6.3. RELAZIONE TRA IL MONUMENTO E GLI SPAZI APERTI Punto di partenza nella disposizione funzionale dell’Albergo è la volontà di rendere relativamente autonome le varie attività che in esso si aggregano, permettendo cioè che ognuna di esse possa funzionare autonomamente senza scontrarsi l’una con l’altra. Nello specifico l’edificio nel suo complesso può essere considerato su due ambiti: uno propriamente destinato alla funzione di albergo con le camere (n. 38) disposte su due livelli che si affacciano tutte sul lato sud; ed uno destinato a funzioni utilizzabili in sinergia, come i ristoranti, i wine bar, la tea-room, la cigar room, il centro benessere con piscina e palestra (completamente interrati), la Sala Congressi (interrata parzialmente e con capienza da 500 posti a sedere) disposti anch’essi su due livelli. La disposizione degli spazi interni sia planimetricamente che altimetricamente, ha permesso di garantire l’utilizzo contemporaneo dei vari spazi desinati a diverse funzioni garantendo massima indipendenza e discrezione. Questo ha portato ad individuare punti di accesso posti su quote e distanze diverse l’uno dall’altro, con conseguente definizione di spazi aperti antistanti. Per cui l’ingresso utenti da via Terracina si trova a quota +40,70 (permettendo in contemporanea anche l’accesso al Parco dell’Albergo posto in copertura dello stesso) e, poco distante, l’accesso per i dipendenti della struttura Alberghiera e, al lato opposto attraverso lo scalone monumentale, per i fruitori del Grande Parco della Mdo; lo spazio antistante di ingresso alla Sala Conferenze è posto alla quota +32,00 disposto sul lato sud e direttamente fruibile anche dagli spazi esterni della Mostra. Questa conformazione planimetrica ed altimetrica ha fatto sì che si andassero a creare relazioni diverse tra l’edificio e gli spazi aperti, instaurando un dialogo interno/esterno a seconda degli spazi e delle funzioni.

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6.4 RELAZIONI CON IL CONTESTO E INSERIMENTO AMBIENTALE Come delineato nei paragrafi precedenti, è stato approntato un accurato esame sulle tipologie architettoniche locali in generale e sulle problematiche poste dalla particolare conformazione del lotto edificatorio. Tali valutazioni hanno portato ad un edificio fortemente relazionato con il contesto sia dal punto di vista formale che planimetrico, e ad un inserimento ambientale volto ad un basso impatto con il luogo. Planimetricamente le scelte si sono orientate verso la definizione di un edificio che, sull’affaccio su via Terracina, non divenisse un nuovo elemento solido e monolitico, ma che, grazie al sua andamento planimetrico, quasi “scomparisse” alla vista L’inserimento ambientale è stato garantito “dall’adattarsi” del nuovo edificio all’orografia del lotto. La decisione di porre in modo sfalsato i piani esterni a tre quote differenti (+39.50, +35.50, +32.20) ha fatto si che non solo si sfruttassero al massimo le quote esistenti evitando quindi eccessivi movimenti del terreno in fase di realizzazione con conseguenti facili connessioni con lo stato dei luoghi, ma che il manufatto “inglobasse” in modo del tutto gradevole l’eccessivo sbalzo tra la quota +39,50 e la quota +32,20. Tale “adattamento”è stato inoltre garantito dalla tipologia di copertura a nastro (completamente calpestabile e rinverdita) che bene si integra nel contesto esprimendo una gradevole connotazione volumetrica, anche grazie all’obiettivo prefissato e raggiunto di non “mostrare” l’eccessivo sbalzo altimetrico presente nel lotto.

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7 QUALITA’ DELLE SOLUZIONI ATTINENTI LE TECNICHE DELLA BIOARCHITETTURA E DEL RISPARMIO ENERGETICO

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7.1 QUALITÀ ED EFFICACIA DELLE SOLUZIONI ADOTTATE Per quanto riguarda le tecniche di bioarchitettura, va specificato che l’aspetto bioclimatico e di sostenibilità energetica è stato privilegiato attraverso l’attenzione posta su alcuni fattori determinanti, quali lo studio della corretta esposizione degli ambienti e l’adozione di particolari soluzioni planimetriche, capaci di migliorare il bilancio ambientale dei locali, e nella scelta dei materiali e delle tecniche utilizzate per il tamponamento. L’orientamento progettuale del complesso rispetto l’esposizione solare, e quindi alla luce, ha previsto la dislocazione di tutti gli ambienti nella direttrice est-sud-ovest, limitando quasi totalmente l’esposizione al nord. Tra le soluzioni planimetriche, particolare importanza riveste l’utilizzo di due corti interne che, oltre a creare suggestivi spazi prospettici, garantisce soluzioni climatiche importanti. La presenza di ambienti interni all’edificio “aperti”, o meglio senza la copertura di chiusura, permette infatti un naturale “passive cooling” nei periodi più caldi, con la fuoriuscita di aria calda e ricambio d’aria dalle vetrature. Allo stesso tempo la possibilità di avere illuminazione naturale dai pozzi di luce, fa si che gli aggetti sulle pareti laterali di chiusura delle corti rappresentino un utile ostacolo al sole quando l’inclinazione dei suoi raggi è più elevata (nei mesi primaverili ed estivi), facendo in modo che si determinino delle zone d’ombra, ma al contrario non costituiscano alcun impedimento ai raggi del sole quando la loro inclinazione è meno inclinata, e quindi di inverno. Particolare cura sarà infine posta nella progettazione e nella scelta dei materiali di tamponamento ed accessori per la realizzazione dell’isolamento termico di tutte le superfici dell’edificio, sia orizzontali che verticali, sia opache che trasparenti, al fine di ridurre quanto più possibile le dispersioni di calore dall’interno nel periodo invernale ed i rientri di calore dall’esterno nel periodo estivo, in modo da garantire in ogni condizione un elevato comfort ambientale minimizzando contestualmente i costi di esercizio degli impianti di climatizzazione. In particolare si farà ricorso nel progetto definitivo all’utilizzo di sistemi di facciata e di copertura ventilata, sistemi che garantiscono i vantaggi energetici dovuti alla presenza della camera d’aria; nel periodo estivo apporta una ventilazione continua della muratura esterna, grazie al moto ascensionale d’aria, attenua l’afflusso termico che tenta di penetrare all’ interno dell’edificio e facilita l’evaporazione dell’ acqua depositata durante la costruzione; nei periodi più freddi si ha invece una limitata fuoriuscita termica dall’interno verso l’esterno, dovuta all’assenza di ponti termici, e una più rapida dispersione del vapore acqueo che si forma nei periodi invernali, mantenendo gli ambienti interni più caldi. Per quanto riguarda le soluzioni che concernono il risparmio energetico, nel progetto è stata prevista l’utilizzazione di tecnologie che utilizzano l’energia diretta del sole: pannelli solari che assorbono il calore dal sole per produrre acqua calda, pannelli fotovoltaici che utilizzano la luce solare per produrre elettricità. E’ stato inoltre prevista la realizzazione di un sistema di generazione elettrica di tipo fotovoltaico di potenza pari a 20 kWp, con moduli fotovoltaici distribuiti direttamente al suolo, in prossimità delle aree di parcheggio. L’impianto, considerando i parametri di resa media di pannelli correttamente orientati per il Sud Italia, sarà in grado di coprire parte del fabbisogno energetico annuale del complesso. Per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale delle opere, data la necessità di provvedere all’irrigazione delle numerose aree a verde del lotto, è stata infine prevista la realizzazione di un sistema di recupero delle acque meteoriche sia dalla copertura del complesso che dalla rete di drenaggio dell’area vegetale, con accumulo all’interno di una cisterna interrata.

7.2 LORO INTEGRAZIONE CON L’ARCHITETTURA Tutte le soluzioni inerenti sia agli aspetti di bioedilizia che di risparmio energetico adottate nel progetto sono state oggetto di un’attenta valutazione del rapporto tra l’utilizzo delle scelte tecniche e l’aspetto estetico ed architettonico del complesso, cercando di integrare l’interazione tra scelte tecniche e architettura e limitare così ogni possibile interferenza sulla qualità architettonica del progetto. Differente è invece la situazione che riguarda l’adozione di moduli fotovoltaici; questi, infatti, potevano interferire negativamente con l’espressione architettonica del complesso visto che, occupando una superficie prossima ai 200 mq, potevano avere un impatto visivo non trascurabile. La scelta progettuale di prevedere la posa in opera dei pannelli non in copertura, come spesso accade, bensì direttamente al suolo, con i pannelli opportunamente orientate a sud ed inclinati su supporti in metallo, in modo da costituire una parte a se stante del progetto, staccata fisicamente dal complesso ma immediatamente riconoscibile, ha limitato l’interferenza del sistema fotovoltaico sul fabbricato, integrando l’impianto con l’area esterna del lotto.

7.3 RAPPORTO CON I COSTI DI REALIZZAZIONE E GESTIONE DELLA STRUTTURA Il ricorso a tecniche di bioedilizia e soprattutto a tecniche di produzione di energia da fonti rinnovabili lascia attendere ad una sensibile riduzione dei costi di gestione della struttura unita ad un migliore confort ambientale dei locali interni alla stessa. In particolare la scelta di tecniche di risparmio energetico che nel progetto avviene mediante l’utilizzo di solare termico per la produzione di acqua calda, di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da fonte solare ed al recupero dell’acqua piovana per usi irrigui, se da un lato incide sui costi di realizzazione dell’intervento, dall’altro lascia prevedere un importante ricaduta positiva sui costi di gestione del complesso. In particolare i 200 mq di pannelli fotovoltaici rendono la struttura in gran parte autosufficiente dal punto di vista energetico, mentre il recupero delle acque piovane per utilizzi irrigui riduce il consumo di acqua potabile annuo del 40%. Il progetto diviene così un intervento ecosostenibile, in linea con tutti gli attuali principi dello sviluppo sostenibile, in quanto dotato di soluzioni che riducono l’impatto sulle risorse ambientali e intervengono positivamente sui costi di gestione.

8 QUALITA’ FUNZIONALE ED IMPIANTISTICA

8.1 CAPACITA’ DEL PROGETTO DI REALIZZARE INTEGRAZIONE TRA LE FUNZIONI INDIVIDUATE L’idea vincente della scelta in copertura a nastro e completamente rinverdita, oltre a risolvere efficientemente il dislivello altimetrico, ha reso facile e naturale anche l’integrazione tra le funzioni individuate. Se si giunge da qualunque lato alla struttura alberghiera, facilmente si raggiunge un percorso che porti alla funzione desiderata. Nello specifico: a- Lato parcheggi / via Terracina: l’accesso al complesso è dato da una rampa che si immette nel Parco dell’Albergo e garantisce l’ingresso alla hall. Da qui è possibile accedere a tutti i locali posti a quota +39.50 così come, attraverso l’utilizzo delle scale o degli ascensori, alle quote sottostanti. b- Lato Parco Mdo: da questo punto si raggiunge ogni locale dell’Albergo attraverso la copertura dello stesso oppure utilizzando gli spazi connettivi verticali.

8.2 QUALITA’ COMPLESSIVA DELLO SCHEMA ORGANIZZATIVO DEL PROGETTO Le funzioni individuate nell’Albergo in questa preliminare fase progettuale e quindi l’albergo, il ristorante, il sushi bar, il wine bar, la tea room, il centro benessere e la sala conferenze, sono luoghi in cui si svolgono differenti attività, contemporaneamente o in diversi momenti temporali. Questa varietà funzionale ha fatto si che nell’impostazione progettuale si tenesse conto di tali caratteristiche e si organizzassero gli spazi interni in modo da non sovrapporre le attività anche in casi di fruizioni contemporanee. Per cui ai vari ambienti è stato garantito di funzionare comunque “di vita propria” ognuno autonomamente dall’altro oppure, in casi particolare, di confluire in attività contemporaneamente grazie ai collegamenti verticali ed orizzontali esplicitati nei paragrafi precedenti. L’idea è stata sviluppata su previsioni di massima e minima affluenza: a- Massima affluenza: le attività in questo caso non saranno mai di disturbo reciproco, vantaggio garantito dalla lontananza planimetrica e dal distacco altimetrico b- Minima affluenza: avendo ogni funzione un proprio ingresso, anche in casi di attività svolte singolarmente, non si renderà necessaria l’attivazione dell’intera struttura, proprio perché sono stati studiati ingressi indipendenti in ambiti spaziali diversi.

8.3 QUALITA’ DELLE SOLUZIONI IMPIANTISTICHE E DELLA LORO INTEGRAZIONE CON L’ARCHITETTURA Per la definizione delle scelte progettuali operate sono state considerate le priorità derivate dai seguenti aspetti tecnico-prestazionali, che sono stati assunti come indice di buona qualità degli impianti concepiti: Massimo comfort ambientale; Massima semplicità di utilizzo degli impianti; Massima affidabilità degli impianti; Estrema facilità di manutenzione; Minimo costo di gestione Adozione di tecnologie che utilizzino le fonti rinnovabili di energia o assimilate selettivamente indicate nell’allegato D al DPR 412/92 Di seguito una sintetica descrizione delle varie tipologie degli impianti adottate:

a- Impianti elettrici distribuzione fm ed illuminazione Sarà prevista la realizzazione di un impianto di illuminazione normale e di emergenza, nonché di distribuzione della FM ai punti prelievo energia di servizio ed ai locali accessori e tecnici nell’ambito di tutta l’attività. L’alimentazione dell’impianto sarà realizzata mediante propria fornitura di energia elettrica in BT. L’illuminazione che sarà realizzata a servizio dei vari ambienti dell’attività, pur garantendo un elevato grado di efficienza sia da un punto di vista energetico che luminoso, dovrà avere caratteristiche di diffusione, uniformità e tonalità cromatica, atte a massimizzare la sensazione di accoglienza e comfort ambientale dei vari locali, oltre ad assicurare un eccellente livello di illuminamento uniforme ed in assenza di fastidiosi fenomeni di abbagliamento. Per l’illuminazione di emergenza saranno impiegati gruppi autonomi integrati nei corpi illuminanti impiegati per l’illuminazione normale, nonché eventuali corpi illuminati specifici di tipo a basso impatto ed elevato grado di finitura estetica per realizzare la segnalazione luminosa dei percorsi di esodo. La distribuzione delle linee di alimentazione sarà interamente realizzata in esecuzione non a vista, incassata a parete / sottopavimento o entro intercapedine tecnica appositamente predisposta. Particolare cura sarà posta nella fase di progettazione esecutiva alla perfetta integrazione e coordinamento tra gli elementi distintivi architettonici delle strutture e delle finiture interne ed esterne dell’edificio e gli sviluppi e consistenze che saranno delineate per gli impianti e servizi, in modo da garantire un elevato grado di armonia ed un basso impatto estetico degli allestimenti tecnici, mantenendo però contestualmente la massima accessibilità ed agevole manutenibilità degli impianti, unita ad una buona flessibilità di utilizzo dei locali.

b- Impianti speciali Sarà prevista la realizzazione di un impianto di rilevazione automatica incendio, costituito da sensori di fumo e di tipo combinato termovelocimetrico ed a soglia, e da pulsanti di allarme manuale con vetro frangibile. Il sistema sarà di tipo singolarmente indirizzabile, collegato ad una centrale di rilevazione in grado di generare la segnalazione della condizione di allarme ed evacuazione sia localmente, mediante adeguato sistema di avvisatori di tipo ottico-acustico distribuiti nell’ambito dell’attività, che ad eventuale centro presidiato remoto, mediante combinatore operante su rete GSM. Il sistema sarà“robusto”, con elevato grado di insensibilità alle interferenze elettromagnetiche ed alle variazioni delle condizioni termoigrometriche ambientali, e tale da minimizzare i falsi allarmi e la frequenza degli interventi di manutenzione correttiva, gestendo autonomamente la variazione di sensibilità conseguente al progressivo sporcamento dei sensori. Il sistema di rilevazione incendio sarà inoltre impiegato come impianto di allarme ed evacuazione manuale, da attivarsi in caso di emergenza mediante azione sui pulsanti manuali a rottura vetro (uniformemente dislocati nell’edificio), che consenta di fornire il segnale di evacuazione mediante un apposita segnalazione di tipo ottico ed acustico, chiaramente udibile in tutta l’attività. Sarà prevista la realizzazione di un impianto di diffusione sonora. Completeranno la dotazione degli impianti speciali dell’edificio: Un impianto videocitofonico per la gestione degli accessi esterni; Un impianto telefonico interno costituito da centralino e derivati in grado di garantire, oltre alla funzionalità propria di comunicazione con l’esterno, anche la possibilità di intercomunicazione nell’ambito della struttura;

c- Impianto di riscaldamento e ventilazione Sarà prevista la realizzazione di un impianto di riscaldamento mediante utilizzo di fancoil (ventilconvettori). Sarà inoltre prevista la realizzazione di un impianto di ventilazione meccanica con punti di estrazione localizzati in corrispondenza di servizi igienici o aree e disimpegni comuni, funzionale a garantire un adeguato ricambio di aria agli ambienti. Il funzionamento dell’impianto sarà continuativo per tutto l’orario di utilizzo dei locali, con programmazione di servizio settimanale coordinata con l’accensione dell’impianto di riscaldamento in fase invernale, ed indipendente dallo stesso in fase estiva

d- Impianto idrico – sanitario Sarà prevista la realizzazione di un impianto di adduzione idrica a servizio dei blocchi di servizi igienici e dei locali lavaggio e cucina. La distribuzione interna ai locali sarà di tipo a coppia di collettori modulari F/C e tubazione multistrato, in modo da poter garantire la sezionabilità e la manutenibilità di ciascun apparecchio sanitario o di utenza in modo agevole ed indipendente dagli altri, massimizzando la continuità di servizio. La tipologia costruttiva di installazione di tutti gli apparecchi, sanitari e di utenza in genere, saranno scelte ponendo particolare attenzione a tutti gli aspetti di: robustezza, resistenza meccanica, accessibilità, forma e finitura, tali da garantire la massima praticità connessa con tutti gli aspetti di pulizia ed igienizzazione dei servizi. La produzione di acqua calda sanitaria per usi vari sarà realizzata mediante sistema a pannelli solari con collettore ed accumulo separati. Il circuito solare sarà composto da una serie di collettori installati sulla copertura dell’edificio e da un gruppo circolatore attivato da un regolatore differenziale di temperatura nel caso in cui la temperatura dell’acqua all’interno del collettore sia superiore a quella contenuta nell’accumulo. Detto accumulo sarà costituito da un serbatoio verticale con due scambiatori integrati, uno per il circuito solare e l’altro per il riscaldamento ausiliario, legato ad una caldaia alimentata a gas, che entrerà in funzione quando la temperatura dell’acqua dell’accumulo, nella parte a disposizione, scende al di sotto di un particolare livello minimo di temperatura impostabile, su azione da controllo termostatico con autorità da programmazione oraria esterna per limitare il consumo energetico alle ore di attività dell’edificio. Nei servizi igienici a servizio delle aule sarà prevista l’installazione di un gruppo miscelatore termostatico generale, collegato al rispettivo collettore modulare locali, funzionale a garantire l’erogazione dell’acqua calda ad una temperatura di max. 38 °C in corrispondenza dei rubinetti accessibili ai bambini (lavabi a canale, lavabo fasciatoi ecc…), al fine di eliminare il pericolo di scottature per i bambini e consentire l’accumulo e la distribuzione dell’acqua calda sanitaria in rete a temperature più elevate, garanzia di sicura igienicità della distribuzione idrica.

e- Impianto raccolta e smaltimento Sarà prevista la realizzazione di un’adeguata rete di raccolta e smaltimento delle acque usate provenienti dai servizi igienici e dalle cucine. Saranno realizzate reti di scarico separate per le acque nere, provenienti dallo scarico dei vasi, e per le acque saponose bianche, provenienti dallo scarico di lavabi, pilozzi e, previo trattamento degrassatore, di lavelli, lavastoviglie, ecc… Le acque usate saranno raccolte in una fossa settica di tipo tricamerale adeguatamente dimensionata, dalla quale saranno avviate allo scarico in pubblica fognatura. Sarà prevista la realizzazione di un sistema di recupero delle acque meteoriche della copertura, le quali saranno raccolte, mediante opportuna rete di pluviali, in una cisterna di accumulo interrata, realizzata nelle adiacenze del fabbricato, per successivo uso irriguo a servizio delle pertinenze dell’edificio; la quantità eventualmente eccedente la capacità della cisterna sarà veicolata alla pubblica fognatura.


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