L’urbanizzazione contemporanea funziona come un sistema diffuso e policentrico di città interconnesse organizzate in una struttura territoriale a rete. Nella Pianura Padana questo fenomeno ha assunto le caratteristiche di una vera e propria “megalopoli” che da Torino arriva fino a Venezia e a Bologna e che oggi, con i suoi 21 milioni di abitanti, rappresenta l’area piú urbanizzata, industrializzata , sviluppata e popolata d’Italia. All’interno di questo dinamico sistema di città interconnesse Piacenza svolge il ruolo fondamentale di nodo attraversato da importanti flussi territoriali e transnazionali, caratteristica che la contraddistingue fin dall’epoca romana, quando era il punto d’incrocio fra la via Emilia, la via Postumia e il fiume Po.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
La struttura a rete agevola la possibilità di scambi fecondi e dinamici tra diversi nuclei urbani, facilitando la comunicazione, la razionalizzazione dei flussi tecnologici, il traffico di merci e persone; ma presenta anche il rischio di uno sviluppo territoriale isotropo, dove l’urbanizzazione diffusa genera paesaggi indifferenziati privi di riferimenti e dove anche le piú importanti risorse culturali e naturali vengono progressivamente erose da mutamenti rapidi, difficili da decifrare, circoscrivere e contenere.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
E`il caso del sistema di mura fortificate della città di Piacenza e delle sue relazioni, un tempo articolate e ricche, oggi deboli e irrisolte, con le emergenze naturali del fiume Po e del fiume Trebbia. E`possibile, all’interno di questo modello di reti territoriali diffuse individuare limiti, confini, soglie che delimitino e identifichino luoghi riconoscibili, ridefinendo sistemi di relazioni perdute e generando nuove opportunità per la città contemporanea? Questa la domanda che fa da sfondo alla nostra proposta per il “Concorso di idee per la redazione di un progetto integrato di valorizzazione del parco delle mura di Piacenza”.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
IL DOPPIO MARGINE DI PIACENZA Nell’area vasta della città di Piacenza il progetto individua due margini concentrici, due soglie che distinguono parti di città evolute secondo logiche differenti in epoche storiche distinte, sulle quali proponiamo di applicare 5 specifiche strategie di intervento. Dall’esterno verso l’interno il primo “margine urbano”è costituito dalle nuove tangenziali che circonvallano la città, tra cui la variante nord proposta dal PRG, che permetterebbe di alleggerire il traffico sulla via XXI Aprile. Questa arteria di traffico a scorrimento veloce, ristrutturata come una parkway, puó costituire un freno allo sprawl urbano, generando un sistema di spazi aperti che riqualificano le aree periferiche articolando il perimetro piú esterno della città, come una sorta di “cinta muraria” moderna e tecnologicamente attrezzata. Il secondo limite, piú interno, è costituito dall’area di intervento proposta dal bando di concorso: coincide con il tracciato delle antiche mura cinquecentesche dove un sistema integrato di spazi e percorsi riqualificati prova a riconnettere frammenti di mura, porte e bastioni, ristrutturando una soglia con un importante valore storico ed architettonico che ha perso progressivamente identità e significato. I due limiti si sfiorano tangenzialmente lungo il quadrante nord ovest delle mura dove il margine assume uno spessore particolarmente significativo, rafforzato anche dalla presenza della frontiera naturale del fiume Po, caratterizzata dall’imponente argine per la protezione idraulica del territorio.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
Lungo questi limiti concentrici proponiamo di intraprendere 5 azioni integrate, facilmente divulgabili e comunicabili dal Comune di Piacenza attraverso un logo sintetico a forma di stella che accompagna la campagna “5 Strategie per ristrutturare il margine”. Le azioni si prefissano i seguenti obiettivi: 1) RAZIONALIZZAZIONE DEI FLUSSI (rafforzare il ruolo di nodo della città decongestionando e gerarchizzando diversi flussi di mobilità, con una particolare attenzione e sensibilità ai sistemi di mobilità lenta e sostenibile) 2) ACCESSIBILITÀ DEL LIMITE (rafforzare il ruolo di soglia delle doppia cintura concentrica attrezzandola per accogliere l’arrivo dei flussi di mobilità veloce, attraverso sistemi di parcheggi interconnessi; ridefinire lo spessore del limite per renderlo spazio fruibile ed abitabile, permeabile ai diversi flussi che attraversano il tessuto della città) 3) RIGENERAZIONE ECOLOGICA DELLA CITTÀ (concepire i limiti come occasioni per riqualificare l’ambiente, incrementando le superfici di suolo permeabili, introducendo fasce di vegetazione per ridurre le emissioni di CO2 e migliorare il microclima urbano, producendo energia da fonti rinnovabili utilizzando le grandi infrastrutture di mobilità e i parcheggi come una risorsa produttiva)4) RIATTIVAZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO (immaginare strategie di riappropriazione sociale di spazi attualmente degradati e sottoutilizzati, introducendo nuovi usi e dispositivi “attivatori” che contribuiscano a ricostruire un immaginario dello spazio urbano come “bene comune”) 5) RECUPERO DEL PATRIMONIO CULTURALE (restaurare, recuperare o rivelare antichi tracciati e relazioni perdute fra le diverse componenti urbane e territoriali per conservare la memoria collettiva dell’evoluzione urbana, potenziando l’alto valore storico e culturale della città. Laddove i segni sono flebili o completamente cancellati vengono fatti riemergere attraverso l’uso della vegetazione, di sistemi di campi coltivati, piccoli orti urbani e dell’acqua, elementi caratteristici del paesaggio padano sapientemente utilizzati in passato, ma quasi completamente rimossi dalla pianificazione contemporanea).
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
Attraverso questo sistema integrato di interventi i resti degli antichi bastioni cinquecenteschi della città vengono cosí articolati e connessi in una sequenza di percorsi e spazi pubblici riqualificati, interrotti solo dalla presenza della grande porta d’arrivo della città moderna ad est, costituita dall’asse che congiunge la rotonda d’ingresso al centro dalla via Emilia, la stazione ferroviaria e la rotonda d’ingresso dal ponte carrabile sul Po. Il nuovo sistema integrato di spazi viene distinto in due parchi con caratteristiche molto diverse. Il “Parco delle mura ai colli”, già `parzialmente ristrutturato, a sud, si caratterizza come uno spazio rimasto intercluso all’interno della città, una sorta di soglia che distingue e connette il centro storico alle nuove aree di espansione residenziale. Il “Parco delle mura al fiume”, a nord, ricuce invece la relazione perduta con il fiume Po, riconciliando elementi apparentemente contraddittori come la presenza delle grandi infrastrutture viabilistiche, la via Francigena, spazi agricoli in abbandono, frammenti di mura e bastioni antichi.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
IL “PARCO DELLE MURA AL FIUME” Il progetto di riqualificazione del quadrante nord ovest delle antiche mura cinquecentesche declina le 5 azioni progettuali precedentemente descritte per configurare un sistema articolato di spazi che provano a recuperare la relazione perduta con il fiume Po. Le cartografie antiche permettono di riconoscere e individuare segni e tracciati rimasti interclusi tra le grandi arterie di viabilità o tra i nuovi interventi di espansione residenziale che possono far riemergere e riattivare il ricco sistema di relazioni che connettevano la cinta muraria al fiume (fossati, terrapieni, bastioni, piccoli orti nell’area interna alle mura e campi agricoli caratterizzati dalle piantate di gelsi, tipiche del paesaggio padano, in prossimità dell’argine maestro del Po). L’intervento è caratterizzato principalmente dall’uso degli elementi vegetali, di piccole trame di orti, prati e campi coltivati, come materiali di progetto. Una fitta rete di filari alberati si sovrappone al tessuto urbano e ai tracciati delle mura e degli antichi bastioni, integrandosi al sistema di platani monumentali esistenti, e riqualificando le aree rimaste intercluse tra l’autostrada, la ferrovia, l’argine del Po, via XXI Aprile. Le barriere infrastrutturali vengono superate attraverso il ripristino del passaggio a livello o l’introduzione di un sottopassaggio lungo la ferrovia e attraverso l’introduzione di una passerella con la copertura vegetale, che si legge come un movimento di terra simile ai sistemi di argini e terrapieni che caratterizzano il paesaggio circostante, che permette di bypassare autostrada e tangenziale. Una serie di stanze interconnesse risolve la sezione caratterizzata da barriere e dislivelli permettendo di percorrere il limite ristrutturato e configurare spazi vivibili e fruibili in modo ricco e diversificato.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
Dall’interno della città verso il fiume si distinguono: - un sistema di orti urbani nell’area industriale adiacente a Porta Borghetto articolati in una sequenza di spazi pubblici, orti comunitari e percorsi didattici caratterizzati da piantumazioni di frutteti antichi o in via di estinzione. - il viale pedonalizzato lungo via Tramello riqualificato attraverso la riduzione delle superfici pavimentate e l’introduzione di nuovi elementi vegetali - la cinta muraria e il vallo trattato come una grande superficie a prato drenata e attrezzata per accogliere feste ed eventi pubblici - via XXI Aprile, con la sezione ridimensionata e a traffico limitato, che periodicamente puó essere completamente pedonalizzata ed utilizzata come strada mercato per la vendita dei prodotti alimentari tipici e degli orti urbani e per attività sportive e di svago. - le due “stanze delle mura la fiume”. La prima, adiacente all’edificio del poligono di tiro è caratterizzata dalle tracce di un antico bastione rimosso delle mura cinquecentesche e dai terrapieni ancora ben visibili dei tracciati murari di epoca moderna. La seconda è caratterizzata da una grande stanza circondata dai ruderi delle strutture del poligono adiacenti all’argine maestro del Po, recuperata come grande superficie a prato per eventi, manifestazioni, spettacoli. Entrambe sono caratterizzate da filari di gelsi e frutteti in corrispondenza dei tracciati degli antichi sistemi difensivi adiacenti al fiume. Un sistema di percorsi pedonali e ciclabili connette le diverse stanze articolando un frammento di città dove é possibile far convivere la velocità dei flussi lungo le arterie di traffico della megalopoli contemporanea, le nuove tecnologie disponibili, con la lentezza degli spostamenti, la vita all’aria aperta, gli elementi fragili come la vegetazione e gli spazi agricoli e il recupero di memorie perdute.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.
© Raffaele Gagliardi . Published on March 28, 2013.